La colonizzazione dei parcheggi

Capita sovente di vedere camper in sosta nei parcheggi degli ospedali. Alcuni appartengono a persone che assistono dei familiari ricoverati oppure a persone in visita ai pazienti; ma ve ne sono un certo numero in sosta permanente, ovvero in rimessaggio, e altri che sono lì parcheggiati per permettere la visita della località ai proprietari. È vero che i camper hanno gli stessi diritti di tutti gli altri autoveicoli, per cui, da un punto di vista legale, non possono essere perseguiti.

Vi è tuttavia un dovere morale che, secondo il viver civile e le regole della buona educazione, inficia qualsiasi aspetto giuridico; tale dovere, ovviamente, non è limitato esclusivamente ai camper, ma anche a tutti quei mezzi che in qualche modo hanno preso i parcheggi ospedalieri come la loro autorimessa personale. È risaputo che gli ospedali, specie quelli situati nelle grandi città, soffrono di una carenza congenita di parcheggi, ragion per cui qualsiasi automezzo che occupi in modo quasi permanente uno stallo sottrae spazio a coloro che degli ospedali ne hanno veramente bisogno; inoltre i camper, viste le dimensioni, sottraggono uno spazio ancora maggiore.

Vi sono tuttavia le eccezioni; come abbiamo accennato in precedenza, vi sono dei camper i cui proprietari sono lì per motivi oggettivi e gravi e proprio per rispondere alle esigenze di queste persone che molti nosocomi stanno riservando una zona ai veicoli ricreazionali (anche se in questo caso certo non si tratta di vacanza…), con tanto di servizi. Tuttavia, area riservata non significa rimessaggio indiscriminato; pertanto, anche in questo caso, qualsiasi gesto che limiti l’utilizzo da parte di chi ne ha effettivamente bisogno è da considerarsi immorale.

Lo stesso discorso vale per i parcheggi dei luoghi di culto, degli uffici pubblici e di tutti quei siti in cui c’è un afflusso massiccio e costante di gente. Qualcuno dirà che in questi casi è sufficiente limitare nel tempo la sosta. Sulla carta è una soluzione, ma in realtà lascia il tempo che trova perché è impensabile per qualsiasi comune avere uno stuolo di persone che si occupi del controllo delle zone a disco orario. Immaginate i costi che questo comporta? Altro che aumento dell’Imu e dell’addizionale comunale! No, la soluzione è in ognuno di noi e ognuno di noi deve comportarsi secondo educazione e senso civico, ricordando sempre che la nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri. Infine, ovviamente, buon viaggio a tutti!

Roberto Serassio