La Capitale della Camargue

Non si passa per caso a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer: ci si arriva volontariamente perché oltre non si può andare, a meno che non si abbandoni l’asfalto e ci si imbarchi. Due bracci del Rodano abbracciano il villaggio prima di tuffarsi in mare e, tutto intorno, la Riserva Naturale ospita uccelli di ogni genere e cavalli dell’antica razza Camargue: un piccolo pezzo di terra abitata, circondata dal blu dell’acqua, dove gli immensi spazi si confondono con la linea dell’orizzonte, specie nei mesi più tranquilli, quando è possibile passeggiare sulle lunghe spiagge accompagnati dal suono delle onde. Un luogo baciato dal sole che in estate offre quaranta chilometri di sabbia fine ma anche angoli di totale pace e tranquillità.

Ma a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer si viene soprattutto a maggio, per mescolarsi alle migliaia di Gitani che la popolano durante uno dei pellegrinaggi più festosi e suggestivi di Francia. Questa cittadina, cuore pulsante della Camargue, ha un fascino tutto particolare, derivato dal fatto che sembra uscita dal pennello di un pittore. Le case bianche e basse si articolano intorno alla splendida chiesa romanica, dal cui tetto - accessibile al pubblico - si può ammirare il suggestivo panorama circostante, tra tetti e lungomare. Un giro di circa tre quarti d’ora sul Petit Train Camarguais, invece, vi porterà nei dintorni per ammirare i fenicotteri rosa, i tori e i cavalli, e contemplare le case tipiche della Camargue nelle stradine dell’entroterra.

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Il trenino parte di fronte all’Ufficio del Turismo di Les-Saintes-Maries-de-la-Mer, mentre chi preferisce un’esperienza più silenziosa e solitaria può optare per una passeggiata a cavallo o in calesse. Infine, ogni lunedì e venerdì mattina, sulla stessa piazza che al tramonto si trasforma in un enorme campo da bocce, è piacevole passeggiare tra le bancarelle del mercato dove scovare prodotti locali, ortaggi e frutta, salumi di toro e Vin des Sables, oggetti di artigianato locale e cappelli da buttero.

LA FESTA DEI GITANI

Una tradizione solida e secolare, che si ripete ogni anno fin dal 1484: due giorni di festa - il 24 e il 25 maggio - durante cui la tranquilla cittadina della Camargue si anima di musiche, balli e colori. Nella settimana delle celebrazioni, migliaia di nomadi mettono orgogliosamente in mostra la propria cultura fatta di tradizioni, allegria e rituali. È un raduno unico nel suo genere, che vede il ritrovo di gruppi etnici diversi guidati da un unico scopo: rendere omaggio a Sara la Nera, nonostante ognuno abbracci la propria religione, chi cattolico, chi protestante, ortodosso ma anche ebreo o induista.

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Romanì, provenienti principalmente dalla penisola balcanica e dalla Romania, manouches francesi, kalè iberici, tziganes ungheresi: sono solo alcuni delle principali etnie che ogni anno giungono a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer. Etnie differenti, accomunate dalla stessa terra di provenienza: le zone settentrionali del continente indiano come Punjab e Rajasthan, dove sono sempre stati perseguitati. Data la loro natura itinerante, molti si dedicano all’arte orafa, altri alla lavorazione del ferro battuto o alla costruzione di strumenti musicali a corda.

SANTA SARA, LA PROTETTRICE DEI NOMADI

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Il nome del paesino deriva dalle “tre Marie”, tre esuli palestinesi che rispondono al nome di Marie Jacobè, Marie Salomè e Marie Sara; ed è in onore di quest’ultima che i rom arrivano in pellegrinaggio. Sara, detta anche la Kali, è una santa nera non riconosciuta ufficialmente dal Vaticano. I popoli gitani, però, la considerano la loro protettrice in virtù delle sue origini nomadi: secondo la leggenda, si tratta di una regina egizia o, addirittura, di una schiava al servizio di Maria Maddalena. La tradizione prevede il rito dell’accensione di una candela nella grotta dove si trova la statua di Sara per chiederle miracoli o grazie; ma il momento clou delle celebrazioni, però, sono la messa nel Santuario di Nostra Signora del Mare e la processione.

Dopo la funzione animata dall’alternanza di canti malinconici e altri più allegri e ritmati, infatti, parte la processione: la statua di Santa Sara, curiosamente con dimensione sproporzionata del corpo rispetto alla testa, al grido di “Vive Saint Sara” viene scortata dai guardiàn, una specie di mandriani dediti all’allevamento dei tori che montano esclusivamente cavalli bianchi. Dalla piazza principale adiacente alla chiesa il corteo procede lento fino alla spiaggia, dove la statua è portata fino in mare. Il rituale prevede anche il versamento ripetuto della stessa acqua marina sul volto: un gesto che ricorda quello praticato dagli induisti quando si purificano nel Gange.

Lo spettacolo per chi guarda è fatto di abiti tradizionali indossati appositamente per l’occasione, di gioielli elaborati e di musica: le melodie dominanti - spesso improvvisate da piccole orchestrine o bande - arrivano da violini, fisarmoniche e varie tipi di strumenti a fiato. Il genere musicale più comune è il flamenco, tipico delle popolazioni nomadi: al ritmo battuto dalle mani si affiancano i movimenti armonici di questa danza che ha trovato la propria codificazione in Andalusia. Ma lo spettacolo vero è poco fuori dal perimetro urbano, dove ci sono i campi allestiti dai rom; tra carrozzoni e roulotte si svolge l’attività degli artigiani, si canta e si fa giocoleria.

CHI SONO LE SANTE?

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Le reliquie di Marie Jacobè, Marie Salomè e Marie Sara, scoperte nel 1448, oggi sono conservate all’interno della Cappella Alta della Chiesa del villaggio in casse calate durante il pellegrinaggio fino al coro della chiesa. Secondo la tradizione provenzale, le Sante Marie Jacobè e Marie Salomè fuggirono dalla Palestina durante le persecuzioni e giunsero sulle spiagge della Camargue in compagnia di altri discepoli di Gesù. Mentre i discepoli partirono per evangelizzare la Francia cominciando dalla valle del Rodano, Marie Jacobè e Salomè, ormai anziane in quanto madri di apostoli, scelsero di restare a Les-Saintes-Maries-de-la-Mer.

Le Sante ci sono note dal Vangelo: Marie Jacobè era la madre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, ma forse anche degli apostoli Giuda e Simone; santa Marie Salomè invece era madre degli apostoli Giacomo e Giovanni. Sara, infine, è conosciuta come la serva di Santa Marie Salomè; di origine egiziana e cresciuta in un ambiente benestante, fu probabilmente la moglie di Pilato che l’avrebbe in seguito ripudiata perché convertita alla fede cristiana.

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Esiste un’altra versione della storia, presentata dal Marchese di Baroncelli, in cui Sara accoglie le Sante al loro arrivo sulle spiagge della Camargue. In questa variante i gitani sono presentati come i primi abitanti del paese. Questa stesura è messa in discussione in quanto i gitani non appaiono in Francia e in Europa occidentale prima del XV secolo, dunque ben 1.500 anni dopo l’arrivo delle Sante.

TRE SANTE, TRE PELLEGRINAGGI

Se il 24 e il 25 maggio si svolgono le celebrazioni più famose in onore di Sara, a ottobre - nel week end più prossimo al giorno 22 - c’è la Festa di Santa Marie Salomè. Il sabato pomeriggio si svolge la cerimonia di discesa delle casse nella Chiesa. La sera, sulla spiaggia dietro le arene, si rievoca l’arrivo delle Sante, evento poi seguito da una veglia di preghiera presso il santuario. La domenica si celebra una messa solenne, nel corso della quale la barca che trasporta le Sante è accompagnata dai membri della Confraternita (fondata con l’approvazione del vescovo di Arles) e vestiti con una casacca blu.

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La processione arriva fino al mare ed è scortata dai guardiàn a cavallo con le loro insegne, e dai pellegrini. La prima domenica di dicembre, infine, c’è il terzo e ultimo pellegrinaggio dell’anno, che riguarda la traslazione delle Reliquie e dedicato alla scoperta dei resti di Maria Jacobè e Maria Salomè. La processione inizia nei pressi della croce di Gerusalemme vicino all’arena e si dirige lungo le piccole vie del villaggio fino alla Chiesa; la domenica, un’altra messa solenne è seguita dalla cerimonia di risalita delle casse.

PARCO ORNITOLOGICO DI PONT DE GAU

Uno spazio naturale di 60 ettari organizzato e interamente protetto, con anneti, canali, stagni, prati e paludi che compongono il variegato paesaggio tipico della Camargue. I circa sette chilometri di sentieri da percorrere a piedi permettono di immergersi in questi ambienti tanto particolari dove osservare gli uccelli da vicino - tra cui i celibri fenicotteri rosa - che certi di essere al sicuro, si mostrano indifferenti alla presenza dei visitatori. Autostrada migratoria imperdibile per gli uccelli di passaggio in Camargue, a Pont de Gau gli appassionati di ornitologia possono divertirsi a individuare uccelli appartenenti a oltre duecento specie diverse.

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LA CROCE DELLA CAMARGUE

La croce originale fu realizzata da Joseph Barbenson, fabbro di Les-Saintes-Maries-de-la-Mer; inaugurata il 7 luglio 1926 e installata di fronte l’edificio denominato “Le Grand Large”, fu in seguito spostata lungo la strada in direzione di Aigues-Mortes. L’immagine è utilizzata come decorazione all’ingresso delle case in Camargue e portata al collo dalle donne vestite da Arlesiane. La croce è composta da tre simboli - la carità rappresentata dal cuore, la fede dalla croce e la speranza dall’ancora - e fu disegnata da Hermann Paul nel 1924 su richiesta del Marchese di Baroncelli. Le tre estremità della croce terminano con tridenti che ricordano i guardiàn e l’anima della Camargue.

IL CAVALLO DELLA CAMARGUE

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È un animale rustico che, per le sue caratteristiche, è riuscito a sopravvivere a un ambiente spesso ostile, arrivando ai giorni nostri con una robustezza notevole. Abituato a vivere in zone acquitrinose, si nutre prevalentemente di canne ed erbe di palude. Il mantello degli adulti è di solito bianco-grigio mentre i nuovi nati hanno manto scuro che schiarisce nel corso del tempo. Una caratteristica che si ritiene si sia selezionata nel corso dei secoli perché il mantello chiaro attira di meno gli insetti e permette di resistere meglio sotto il sole. Questi cavalli sono animali equilibrati, agili e scattanti, abituati a fare buon uso delle proprie energie: non è raro vederli in atteggiamenti sonnolenti o rilassati ma anche da adulti conservano la voglia di giocare.

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DELIZIE DI CAMARGUE

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Tra i prodotti tipici da acquistare in zona ci sono il sale e il riso. Il pregiato fleur de sel de Camargue è un sale non raffinato e iposodico che si presenta in piccoli cristalli; proviene dalle suggestive saline di Aigues-Mortes, paradiso dei fotografi per gli scenari creati dal colore rosa che le caratterizza. Ma questa è anche terra di risaie e non si può non assaggiare il riz rouge de Camargue, un riso IGP di colore rosso, ottimo per preparare pilaf e insalate.

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Al ristorante, invece, scegliere la Bouillabaisse, uno dei piatti più noti della Provenza, una zuppa spessa e aromatica, vagamente amarognola, che cuoce per ore e contiene almeno quattro varietà di pesce: scorfano, triglia, gallinella e grongo, ai quali possono aggiungersi cozze, granchi e rombo.

I tranci di pesce sono serviti a parte; la zuppa è da gustare con crostini di pane e rouille, ricca maionese color ruggine a base di aglio, zafferano e fumetto di pesce. Infine, per uno snack gustoso e veloce c’è la Pissaladie, ricetta tipica della Costa Azzurra, nello specifico di Nizza: è una focaccia davvero saporita e gustosa, ricca di cipolle caramellate, acciughe e olive nere, molto diffusa in Provenza, tanto che la si trova in tutte le boulangerie del sud della Francia.

VIN DES SABLES, IL SAPORE DEL MARE

Le bottiglie di questo luogo racchiudono le suggestioni del paesaggio, del terroir illuminato e scaldato dal sole del Mediterraneo, caratterizzato dalla composizione minerale, dall’apporto di sale, vento, argilla e delle piante di limone. Vini dal colore rosato, leggeri ed eleganti, provenienti da vitigni che crescono eccellentemente in queste aree paludose, sabbiose e saline. Da questa commistione di elementi deriva un vino insolito, che sorprende il palato, il Sable de Camargue, a identificazione geografica protetta. L’aria iodata proveniente dal mare e il terreno sabbioso accelerano la maturazione dell’uva, conferendogli un gusto tutto particolare.

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DA SAPERE

PER ARRIVARE
Per arrivare in Camargue dall’Italia si percorre l’Autostrada dei Fiori fino a Ventimiglia, per poi proseguire verso Nizza, Aix-en-Provence, Arles, e di qui a Saintes Maries de la Mer

PER LA SOSTA
A Les-Saintes-Maries-de-la-Mer ci sono due campeggi e l’Area Sosta Camper - Espace George Pompidou. Nel periodo della Festa dei Gitani, però, è possibile sostare un po’ ovunque, magari mescolandosi ai carrozzoni dei rom in modo da vivere appieno l’atmosfera festosa.

DA ASCOLTARE
Come sottofondo musicale, consigliamo di ascoltare “One more cup of coffee“, canzone che Bob Dylan scrisse nel 1974 dopo aver partecipato alla Festa dei Gitani.

Federica Giuliani