Puglia: Non nobis Domine…

La storia dei Templari è molto articolata e ancora avvolta nel mistero, tanto è vero che attorno ad essi sono nate diverse leggende: sono stati accusati di blasfemia ed eresia, di avere accumulato enormi ricchezze, di praticare culti esoterici, di avere scoperto segreti inenarrabili nei sotterranei del distrutto tempio di Salomone a Gerusalemme e di essere entrati in possesso del Sacro Graal. Ma sarà tutto vero? Una cosa è certa: davano fastidio, ed infatti il 18 marzo 1314 furono arsi sul rogo, per opera di Filippo il Bello appoggiato da Papa Clemente V, Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari ed altri dignitari, rei forse di essere più ricchi e più potenti del re stesso. I Templari in Italia erano presenti sia nelle regioni settentrionali, in particolare lungo la Via Francigena, percorsa dai pellegrini che dalla Francia si recavano a Roma, che in quelle meridionali, tra le quali la preferenza fu data alla Puglia, da sempre crocevia tra Oriente ed Occidente. Tuttavia, qui la capillare presenza dei Cavalieri del Tempio va ricercata nella possibilità di usufruire dei porti di Manfredonia, Barletta, Trani, Molfetta, Bari e Brindisi per recarsi in Terra Santa. La loro espansione non si limitava però alle coste: infatti, nelle zone interne della Puglia, sorgevano grandi proprietà appartenenti all’Ordine in cui si coltivavano frumento, ulivo, vite e legumi e si allevava bestiame. Lo scopo di questo articolo non è tuttavia quello di percorrere la storia dei cavalieri rossocrociati, ma quanto quello di creare un percorso virtuale che porti a scoprire i luoghi in cui avevano le loro “domus templari” e magari carpire alcuni segreti; per cui, gambe in spalla e diamo il via alla nostra esplorazione della Puglia sotto il segno dei Templari! 

Barletta non fu solo sede della famosa disfida, ma anche di una precettoria templare, anche se la sua collocazione esatta è dibattuta dagli studiosi: infatti, alcuni la identificano con la chiesa di Santa Maria Maddalena, demolita poco dopo il 1531, mentre altri ipotizzano che la sede fosse in San Leonardo fuori le mura, anch’essa demolita nel 1528. Tuttavia, sapere con esattezza dove fosse la sede non è cosi decisivo, almeno secondo il nostro punto di vista: è più importante invece sapere che la presenza templare a Barletta risale al 1158 e addirittura divenne il domicilio, anche se per breve tempo, del Maestro della provincia del Regno di Sicilia e di Puglia. Percorrendo le vecchie strade del centro storico cittadino, come via Duomo, o visitando alcuni insigni monumenti quali il Duomo, le mura, i bastioni, il Castello, le numerose chiese, alcune davvero antiche come la Basilica del Santo Sepolcro, quella di San Giacomo, di Sant’Andrea e naturalmente la Cantina della sfida, non è difficile ritornare indietro nel tempo e immaginarsi i cavalieri rossocrociati imbarcarsi verso la Terra Santa. Barletta è una bella città e la disfida la rende suggestiva, ma la consapevolezza che fu precettoria templare la rende ancor più affascinante.

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Sebbene la tradizione voglia che la chiesa di Ognissanti di Trani sia legata all’Ordine dei Templari, non è per nulla certo che fosse una “domus”: infatti, l’unica testimonianza storica è una lapide posta in prossimità del portone destro di accesso, probabilmente del XII secolo, su cui è riportata l’epigrafe dell’abate e medico Costantino, stato a lungo considerato come affiliato all’Ordine. La presenza però di altri abati nella storia della chiesa, documentati tra il XII e l’inizio del XIV secolo, ha fatto propendere per l’ipotesi della presenza di una comunità monastica, estranea ai Cavalieri del Tempio, confermando ulteriormente i dubbi. Alcuni studi hanno evidenziato alcuni riferimenti astronomici e numerici presenti nell’edificio, il più sintomatico dei quali è la posizione dell’asse della chiesa, che indica il punto dove sorse il sole il 1º novembre dell’anno 1100 che, secondo alcuni, tiene conto della ricorrenza del giorno dedicato a tutti i Santi, da cui prende il nome la chiesa. Nei giorni dell’equinozio, i raggi del sole colpiscono un capitello, appartenente ad una delle colonne del portico anteriore su cui è scolpita la figura attribuita alla dea egizia Iside, mentre nel giorno del solstizio d’inverno, il sole colpisce invece un pilastro cruciforme, collocato sempre nel portico. Visto che ai Templari sono stati attribuiti riti alchemici ed esoterici, i riferimenti astronomici e numerici della chiesa non fanno altro che infittire il mistero e stuzzicare sempre di più la curiosità degli appassionati dell’arcano. D’altronde, Trani è ricca di architetture storiche che solleticano l’immaginario: ci sono edifici religiosi altomedievali, chiese romaniche costruite tra il secolo XI ed il XII, altre risalenti al periodo angioino e soprattutto possiede il Castello Svevo, costruito sotto il regno di Federico II i cui progetti come lo studio della matematica, l’osservazione a fondo delle cose e dei misteri del cielo furono forse proseguiti dai Templari. Quindi, visti i presupposti e vista la posizione sul mare, Trani merita pienamente l’appellativo di città templare.

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L’esistenza di una “domus” templare a Ruvo di Puglia appare certa poiché esistono documenti, seppur frammentati, che ne testimoniano la presenza dall’inizio del XIII secolo sino all’epoca delle inquisizioni. Tali documenti vanno tuttavia interpretati perché non sono molto espliciti, specie per quanti non sono degli studiosi della materia. Ad ogni modo sembra certo che la “domus” fosse decisamente ricca, tanto da stuzzicare la cupidigia dei signori del luogo e anche oltre i confini del Regno di Sicilia. Purtroppo non si è potuto risalire alla sua ubicazione e all’estensione dei possedimenti; tuttavia, sono state fatte alcune deduzioni dall’elenco dei beni degli Ospitalieri, oggi Cavalieri di Malta, che, dopo lo scioglimento dell’Ordine Templare entrarono in possesso delle ricchezze ad esso appartenute. Infatti non è raro trovare negli antichi documenti tracce implicite ed esplicite della memoria templare nella toponomastica dei beni fondiari, quali “cluso templi”, “loco dicto lo tempio” e così via, per cui molti studiosi hanno dedotto che queste locuzioni derivino appunto dalla precedente appartenenza dei fondi ai Cavalieri del Tempio. Stiamo andando troppo nello specifico e stiamo sottraendo spazio a Ruvo, città che possiede un patrimonio architettonico importante, che si esplicita in numerosi edifici religiosi, prima fra tutti la concattedrale, notissimo esempio di romanico pugliese. Le architetture civili sono altrettanto importanti e sebbene non così antiche come le religiose e militari, tra cui il Castello, occupano una parte di sicuro rilievo nel contesto architetturale della città: per questo una visita alla scoperta della storia di Ruvo e dei suoi monumenti è rivelarsi un’ottima maniera per impegnare una giornata.

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Se c’è una località di Puglia che si presta a molte speculazioni relative ai Templari, questa è Castel del Monte. Infatti, i misteri che circondano la fortezza sono molti, a cominciare dallo strano rapporto tra Federico II e i Cavalieri del Tempio e seppure tra il monarca e quest’ultimi non corresse buon sangue, visto che nel 1226 confiscò i loro beni salvo poi restituirli alla sua morte, la presenza dei Templari a Castel del Monte sembrerebbe esser stata massiccia. La costruzione del maniero iniziò quando il re di Siclia aveva le finanze disastrate e non poteva permettersi una simile opera, mentre invece i cavalieri avevano abbastanza denaro da finanziare l’impresa; anche se è pura speculazione, tra tutti i loro tesori figurava anche il Santo Graal, la coppa da cui Gesù bevve durante l’ultima cena e nella quale Giuseppe d’Arimatea raccolse il sangue di Cristo dalle ferite aperte dopo la deposizione dalla croce, oltre ad altre reliquie quali la corona di spine e la bacinella dentro la quale Gesù lavò i piedi degli apostoli. Fu quindi gioco forza, se Federico voleva conservare la sua gloria che si era sparsa in tutto il mondo allora conosciuto, fare buon viso a cattiva sorte ed intessere rapporti amichevoli con i Templari. Castel del Monte è costruito secondo l’architettura del Tempio di Salomone con le quattro misure chiave, ovverosia 60-30-20-12 cubiti, mentre su una scultura femminile attorniata da cavalieri si trovano incise le misteriose lettere: D8IDCABLOCLPSHA2, di cui nessuno, sino ad ora, è riuscito a scoprirne il significato. Sembrerebbe inoltre, e anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, che i Templari si riunissero all’interno del castello per la celebrazione dei loro riti d’iniziazione: infatti ogni stanza era distinta da una chiave di volta, in modo da regolare un percorso iniziatico, obbligato e codificato. Anche il sigillo di Salomone è presente nella fortezza, più precisamente nell’ottava sala, mentre nella chiave di volta della settima qualcuno ha identificato il volto barbuto del Baphomet, idolo pagano della cui adorazione furono accusati i Cavalieri del Tempio. Concludendo, chi avrà avuto la compiacenza di leggere questo articolo, visiterà Castel del Monte con occhi diversi.

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PER LA SOSTA

• Barletta: Garage comunale Colosseo Indirizzo: Via Leonardo da Vinci 13/A - Barletta Info: tel. 0883 331215 GPS: Lat 41.31253 - Long 16.28075

• Trani: Area sosta Camper Park Trani Indirizzo: Via Finanzieri - Trani Info: tel. 347 9466882 GPS: Lat 41.282130 - Long 16.410530

• Ruvo di Puglia: CampeRuvo Indirizzo: Via Alessandro Scarlatti, 1 – Ruvo Info: tel. 329 3149868 GPS: Lat 41.1143 - Long 16.49059

• Castel del Monte: Area Camper C.A.T. Indirizzo: SS 170 dir A km 0,500 - Castel del Monte Info: tel. 345 0143451 GPS: Lat 41.076736 - Long 16.274579

Roberto Serassio