Se il camper diventa un’opera d’arte | Le interviste di CamperLife

Nicola Danzi è un artista a tutti gli effetti. Dipinge con una tecnica moderna mezzi motorizzati che costituiscono un virtuale parco auto. Ma non solo. Alcuni dipinti hanno infatti per soggetto automobili, camper o stravaganti veicoli itineranti

camper rivista camper camperlife intervistaI suoi lavori vengono esposti nelle gallerie e nelle principali fiere a tema motoristico sia in Italia che a Londra, dove ha vissuto per cinque anni. Una decina dei suoi quadri sono stati esposti per due anni al London Motor Museum e un suo dipinto è attualmente visibile al Museo Ferruccio Lamborghini di Funo di Argelato (Bologna). Questa serie di tavole chiamate “Nico’s Garage” sono un garage virtuale dove l’artista custodisce le creazioni della sua fantasia. È un parco mezzi in continuo aumento, con tante rielaborazioni eseguite sulla base di automobili storiche camperizzate con dovizia di particolari. Lui è Nicola Danzi, un artista, oltre che un camperista. Molte delle idee che ha poi realizzato sono infatti state concepite proprio tra le pareti del suo camper. Lo abbiamo incontrato a Carrara in occasione della fiera Tour.it 2016 e poi di nuovo a Novegro (MI) durante Italia Vacanze. Ecco cosa ci ha raccontato.

Iniziamo con la tua presentazione.
Ho studiato pittura al Liceo Artistico di Verona e ho svolto per vari anni l’attività di grafico creativo e designer di accessori motociclistici. Sono appassionato di motori e camperista e fin da bambino disegno auto, moto, camper e camion. La tecnica che utilizzo, grazie a una pratica costante, si è evoluta nel tempo sia attraverso i procedimenti manuali (mi sono specializzato nell’uso della spatola) che tramite strumenti digitali.

Ci siamo conosciti a una fiera del settore dei veicoli ricreazionali, pensi di partecipare ad altre manifestazioni del genere nel 2016?
Visto il successo ottenuto a Carrara e a Novegro, sto progettando la partecipazione ad altre fiere del settore. Inoltre i miei quadri saranno esposti per tutto luglio e agosto 2016 a Garda, in provincia di Verona, in una galleria nel centro storico.

Ti definisci un “camperista per natura”. In che senso?
Essendo appassionato di motori fin da bambino, sono da sempre attratto dall’idea di poter vivere un mezzo in modo totale. Non solo usarlo per sportarsi, ma poterci anche dormire, mangiare, dipingere. Poterlo insomma usare come una seconda casa viaggiante.

Cosa ti ha spinto la prima volta a salire a bordo di un camper?
Una quindicina di anni fa sono andato in auto con la mia compagna del tempo a visitare il Castello di Neuschwanstein, in Baviera. Partiti da Verona, siamo andati inizialmente in Svizzera a Château-d’Oex, dove ogni due anni si svolge uno dei più grandi raduni d’Europa di VW d’epoca raffreddate ad aria (camper su T1 e T2, Maggiolini e Dune Buggy). Qui abbiamo dormito per due notti in tenda, poi abbiamo trascorso una terza notte sempre in tenda in riva a un piccolo lago di strada per arrivare a Füssen, dove si trova il castello e dove avevamo riservato una camera. Appena arrivati a destinazione, scaricati i bagagli in hotel e fatta una doccia, ci siamo recati al tanto decantato castello fiabesco. Un luogo stupendo, che mi è rimasto nel cuore e che ho visitato molte altre volte. Nella mia testa è rimasta molto bene impressa anche un’altra scena: finita la visita, perciò verso il tramonto, abbiamo notato una coppia in camper che era appena arrivata. I due stavano sistemando il loro mezzo in modo da poter vedere il castello dalla mansarda e da avere come sfondo il rosso tramonto. Avevano praticamente deciso loro quando arrivare, senza dover prenotare nulla e stavano decidendo quale visuale avere quella sera dalla loro casetta mobile. Morale della favola: dopo tre settimane siamo tornati a Füssen col nostro primo camper.

Quando hai deciso di acquistarlo, quali considerazioni hai fatto?
Volevo un mezzo piccolo e maneggevole. Eravamo due giovani senza grosse esigenze. Ero un grande appassionato di VW d’epoca (negli anni ho posseduto due Dune Buggy) perciò la scelta del Westfalia T2 col tetto a soffietto è stata quasi d’obbligo!

Perciò quanto ha inciso nella scelta la composizione del tuo equipaggio e le sue esigenze?
Direi che è stata determinante!

Sei stato consigliato da qualcuno o hai scelto da solo?
Abbiamo comprato il primo camper d’impulso e devo ammettere di aver avuto qualche grana. Poi ho imparato la lezione e ho chiesto consiglio a camperisti più esperti di me.

Quali sono state in particolare le grane di cui parli?
Sul mio primo camper, il Westfalia Jocker sul T2, ho avuto delle sorprese amare a livello meccanico. C’erano dei difetti che mi erano stati nascosti dal rivenditore, ma alla fine era un mezzo già d’epoca allora…

Cosa cercavi nei veicoli che hai acquistato negli anni?
Attualmente sono proprietario del mio quarto camper. In questo come nei precedenti cercavo innanzitutto affidabilità meccanica. Poi ovviamente i mezzi mi dovevano piacere esteticamente, solo guardandoli dovevo sentire la voglia di passarci il maggior tempo possibile.

Il veicolo che stai utilizzando è nuovo o usato? E a chi ti sei rivolto per l’acquisto?
Ho sempre optato per camper usati e mi sono rivolto sia a privati che a concessionari.

Perché alla fine la tua scelta è ricaduta sul veicolo che possiedi?
Mi serviva un camper con un buon gavone, possibilmente accessibile dall’esterno, per stivare i miei quadri quando partecipo come espositore a fiere o eventi motoristici. Questo camper mi permette di muovermi all’interno anche a pieno carico, senza avere quadri e scatoloni ovunque.

A proposito del veicolo che utilizzi, quali sono i suoi punti di forza?
La spaziosità, il motore 2.8 Jtd che mi soddisfa a pieno e i servizi che funzionano alla perfezione.

Quali invece, alla luce della tua esperienza, i punti deboli? In cosa insomma andrebbe migliorato?
L’isolamento dal freddo e magari anche acustico in cabina di guida.

Considerando la tua professione di artista, il mezzo che hai tra le mani è personalizzato?camper rivista camper camperlife intervista
A dire il vero ho in mano questo mezzo da pochi mesi ma ho già in mente alcuni lavori: innanzitutto voglio rifare il pavimento con del materiale a effetto legno scuro che ho già acquistato per rendere l’interno più “caldo”. Poi voglio ricreare gli adesivi esterni che sono un po’ logori sostituendoli con altri simili ma di mio disegno. Ho appena rifatto l’illuminazione interna convertendola a LED. E poi ho tante altre idee ancora da valutare.

A proposito di personalizzazione e più in generale di creatività, come convive la passione per il turismo itinerante con quella per l’arte?
Convivono e si integrano alla perfezione perchè all’interno del camper ho il necessario per creare i bozzetti quando delle nuove idee mi affiorano alla mente. Il viaggiare poi è una fonte di stimoli infinita che catturo attraverso sensazioni e immagini.

I camper e più spesso le cellule per pick up sono nei tuoi disegni abbinati alle vetture più strane: dalla Fiat 500 a quelle della Formula 1. Come le realizzi?
Tutto parte da un’idea, un’intuizione, che mi sovviene soprattutto nei momenti di tranquillità, a volte anche di notte. Per questo, come molti altri artisti, dormo sempre con accanto un quaderno dove poterle schizzare perché altrimenti al mattino spesso l’idea che era così chiara ed eccitante poche ore prima tragicamente scompare. Il primo passo perciò è creare un bozzetto che riassuma il concetto di base, magari con accanto delle note scritte. In origine il passo successivo era quello di tradurlo in un disegno a matita su un foglio in genere 50x70 sul quale dipingere poi con colori acrilici e spatole. La mia idea iniziale era però quella di creare dei dipinti che sembrassero delle foto fatte a mezzi già esistenti e le tecniche tradizionali, anche quelle più iper-realiste, non consentivano di ottenere un tale effetto. Mi è così tornata utile l’esperienza di grafico creativo che mi ha visto progettare accessori motociclistici (cupolini, bauletti, ecc) a computer. Da qui la scelta della digital art. A differenza di quello che pensano alcuni non addetti ai lavori, creare un quadro a computer richiede molte più ore che non a mano. Ognuna delle 99 tavole che ho realizzato tra il 2009 e il 2015 ha richiesto almeno una trentina di ore. Ovviamente sono molte di più quelle richieste da quadri più complessi.

Per i nostri lettori è possibile acquistare una tua opera originale, un multiplo o la riproduzione fotografica di un tuo lavoro? In quale modo e indicativamente a quali cifre?
I miei lavori sono visibili e ordinabili sul mio sito nella sezione “Digital Motoring Art”. Essendo la matrice digitale, non esiste un originale e le riproduzioni autografate e certificate sono disponibili su carta di qualità in formato 49x32 cm o 21x30 cm. Sarà inoltre presto in vendita un libro con una raccolta di oltre 100 immagini. I prezzi sono visibili sul sito, dove potete trovare anche i miei dipinti a tema automobilistico fatti a mano. In questo caso, i prezzi variano in base alla richiesta.

Chiudiamo con qualche ricordo “da camperista”. Qual è il viaggio più memorabile che hai fatto?
Il più bel viaggio in camper è stato, oltre al suddetto primo viaggio in Baviera, un Verona-Londra e ritorno in un mese e mezzo fatto con un Ducato con cellula Bürstner che avevo acquistato una settimana prima. Accadde nel 2010: un viaggio fatto d’istinto senza programmare niente, dettato da un’irrefrenabile voglia di fare conoscenza col nuovo mezzo. Non avevo ancora il senso delle misure nelle retromarce (arrivavo da un Westfalia Jocker) e guidarlo sulla carreggiata sinistra non è stato semplice.

Qual è stato invece il peggiore?
Quello in cui, alcuni anni dopo, sono stato tamponato in autostrada da un furgone il cui autista si è addormentato mentre andava a 140 km/h. Mi ha demolito il mezzo…

Pensando in grande, qual è il viaggio da sogno che vorresti realizzare?
Vorrei organizzare una tournée artistica che si snodi in varie città europee e che mi permetta di stare nel mio camper per più mesi di seguito. Mi sto organizzando…

 

Redazione Camperlife