L’Italia che sogna e che cambia | Le interviste di CamperLife

Il camper per Daniel è stato (e continua a essere) un mezzo con cui poter fare ricerca. Nel 2012 è salito a bordo del suo vecchio Mobilvetta e in 7 mesi ha girato in lungo e in largo il nostro Paese, documentando come la crisi (economica ma anche di valori) abbia portato alla luce le realtà più innovative, etiche e sostenibili

Amante della natura, figlio e nipote di esseri splendidi, sognatore, persona passionale e a volte contraddittoria. Questo è l’identikit di Daniel Tarozzi che nel settembre del 2012, stanco di fare il giornalista dalla propria scrivania, decide di accendere i motori del suo camper e di mettersi in viaggio per l’Italia alla ricerca di tutte quelle esperienze di vita diversa, di cambiamento e di autoproduzione. Alla fine del suo lungo viaggio torna a casa con un’immagine diversa del nostro paese, un paese che è migliore di come ci viene raccontato in televisione. Un paese la cui anima è fatta da persone che non conoscono l’autocommiserazione ma che di fronte alle difficoltà hanno saputo reinventarsi. camper rivista camper camperlife intervista“L’Italia sta già cambiando – dice Daniel – ed è il momento che tutti lo sappiano, è il momento di uscire finalmente da una crisi di valori e di sistema, non solo economica”. Per questo scrive il libro “Io Faccio così – Viaggio in camper nell’Italia che Cambia”, un documentario on the road alla scoperta della miglior faccia dell’Italia che vuole essere uno stimolo di miglioramento perché, come ammette Daniel, “siamo solo all’inizio di un percorso collettivo. Possiamo gettare le basi, tutti assieme, per un cambiamento concreto di questo paese verso modelli di sviluppo più etici e sostenibili”.

Partiamo con una sua breve presentazione.
Mi chiamo Daniel Tarozzi, sono laureato in Scienze della Comunicazione, ho lavorato come autore televisivo, regista di documentari, videomaker e soprattutto giornalista. Nel 2004 ho fondato con Francesca Giomo un giornale web, “Terranauta”, che ho diretto fino a giugno 2010. Nel settembre 2010 ho fondato con Paolo Ermani “Il Cambiamento”, che ho diretto fino a novembre 2013. Ora sono giornalista e direttore editoriale di “Italia che Cambia“. In tutti questi anni di giornalismo sono venuto a contatto con la maggior parte delle esperienze di “cambiamento” reale che popolano l’Italia ma che non trovano spazio nei media. Ho capito che tocca a me raccontarle, riunirle, confrontarle. Ed ecco che è nato il progetto “Viaggio nell’Italia che cambia”: sette mesi in camper per incontrare chi ha preso la propria vita in mano. Dal viaggio è nato un libro edito da Chiarelettere: “Io Faccio così – Viaggio in camper nell’Italia che Cambia“. È un documentario, un e-book con i diari dei nostri viaggi (scritto con Andrea Degl’Innocenti) e soprattutto un progetto di racconto, mappatura, valorizzazione e messa in Rete dell’Italia che cambia.

Qual era lo scopo del progetto?
Abbiamo percorso l’italico stivale da nord a sud, da est a ovest, a bordo di un camper. Lo abbiamo fatto per raccontare un paese diverso e per raccontare il nostro cambiamento nato dall’incontro e dal confronto con le mille realtà. Un camper, un libro, un viaggio, un documentario, ma soprattutto un nuovo modo di vivere ed esistere.

Quando e da dove è partito? In totale quanti km ha percorso a bordo del suo camper?
Siamo partiti il 9 settembre 2012 da Alto, in provincia di Cuneo, e il 16 aprile 2013 abbiamo concluso il viaggio a Catania. Ma, avendo sostato e girato in lungo e in largo ogni regione, i chilometri sono stati molti più di quelli della tratta diretta!

Tra le altre cose, al termine del progetto ha realizzato una Mappa dell’Italia che cambia. Cos’è?
Raccoglie le centinaia di realtà che abbiamo incontrato durante i nostri viaggi o che ci sono state segnalate: imprese, associazioni, comitati, persone che stanno contribuendo a cambiare in meglio il nostro paese. Alcune di queste esperienze fanno parte di reti, altre sono singole iniziative. Navigando all’interno di questa Mappa si possono conoscere le realtà più vicine, oppure scoprire cosa succede in altre zone d’Italia. Spesso chi vive in un territorio non ha la minima idea di cosa accada intorno a sé e gli stessi protagonisti del cambiamento non sanno che esistono altri soggetti che lavorano per obiettivi simili e complementari.

Cos’è invece la campagna 1%?
Sappiamo che per innescare un vero cambiamento non è necessaria la mobilitazione di tutto il paese. Esiste un punto critico, pari all’1%  della popolazione, oltre il quale il cambiamento di massa si espande esponenzialmente fino a diventare duraturo. L’1% della popolazione in Italia sono 600.000 persone. Possiamo raggiungerle! Per questo stiamo costruendo un “esercito” di change-makers che partecipino attivamente e portino un cambiamento concreto nel Paese. Per diventare agente del cambiamento si può contribuire donando l’1% del proprio tempo o l’1% del proprio stipendio. In sintesi, chi sceglie di partecipare con l’1% del suo tempo (che significa 4 ore al mese) verrà messo in contatto con le realtà e gli agenti presenti nel proprio territorio. Chi sceglie invece di donare l’1% del proprio stipendio contribuirà a rendere sostenibile il progetto di Italia che Cambia.

Cosa ci dice dei 7 sentieri dell’Italia che cambia? Sono sempre una conseguenza di questo suo viaggio in camper?
I 7 sentieri rappresentano diversi punti di partenza del percorso di cambiamento, ma sono volti tutti nella stessa direzione. Sono 7 sentieri di transizione verso una società più equa, giusta e sostenibile. Le realtà che raccontiamo, che abbiamo incontrato e che potete trovare sulla nostra Mappa, pur seguendo ciascuna il suo sentiero particolare, condividono con noi questo percorso e mirano verso la stessa meta. In ogni realtà abbiamo riscontrato 7 principi: la camper rivista camper camperlife intervistapersona, il suo sviluppo e i suoi talenti naturali, aspetti fondamentali del cambiamento; la scuola, ovvero la costruzione di un modello educativo differente, non più basato su voti, competizione forzata e uniformità; le relazioni umane, che riguardano il lavorare insieme per costruire alternative; il cibo e la salute, due pilastri di una vita soddisfacente, oltre che due aspetti che necessitano di un cambiamento sostanziale; il territorio e l’ambiente, fondamentali sotto vari aspetti, dalla creazione dei legami comunitari allo sviluppo di economie di piccola scala; l’economia, che assume oggi un ruolo preponderante nella nostra vita; la politica, arte dell’amministrazione e del governo di un territorio. Sono i principi su cui si basa il nostro lavoro, il nostro percorso, la nostra vita. Sono i principi che ci uniscono e che condividiamo.

Perché ha deciso di affrontare questa avventura in camper?
Da giornalista continuavo a leggere di un’Italia sempre più allo sbaraglio: corruzione, illegalità, malapolitica e chi più ne ha più ne metta. Oggi i giornali e le tv raccontano ciò che ha detto o fatto un politico, ma nulla di ciò che ci viene raccontato è realmente notizia. Informare vuol dire raccontare cose che non si sanno. Ed è proprio l’Italia positiva, l’Italia del cambiamento, quella che non ci viene raccontata. Questo ho deciso di fare: sette mesi e sette giorni in tutte e venti le regioni per incontrare e conoscere chi si è assunto la responsabilità della propria vita senza aspettare che qualcuno lo facesse al suo posto. È stata una sorpresa continua!

Che mezzo ha utilizzato?
Pochi mesi prima di partire, con alle spalle solo qualche vacanza da camperista e nulla di più, ho acquistato un vecchio Mobilvetta Concorde 576 con in testa il sogno di viverci un intero anno. È stata una bella avventura!

Quali sono state le principali difficoltà incontrate?
C’è l’imbarazzo della scelta! Notti su strade ghiacciate e senza visibilità in pieno inverno, camper “impantanato”, freddo polare (a gennaio eravamo in Trentino), frigo rotto… Tante disavventure, ma soprattutto infinite gioie.

Chi è partito con lei?
L’equipaggio è variato spesso. Un terzo del viaggio l’ho fatto da solo, il resto con la mia compagna oppure con un collega videomaker o, ancora, con ospiti “di passaggio”.

Sempre in riferimento al camper, qual è il ricordo più bello in assoluto e quale quello peggiore?
Il ricordo più bello sono le notti passate a scherzare con i compagni di viaggio, nel “salotto” di casa, ma anche il susseguirsi di paesaggi da nord a sud. Emozioni, incontri, sapori, odori. Il più brutto? Quando tre volte in due giorni si è rotto il mezzo. Poi però non mi ha mai più tradito!

Stessa domanda ma in riferimento al progetto “Italia che Cambia”: quale il ricordo più bello e quale il peggiore?
Ho solo ricordi belli rispetto a questo progetto. I volti, le storie, la mia sopresa continua nello scoprire che gli italiani sono un popolo straordinariamente concreto, innovativo, generoso. Un Paese che funziona, stupisce, emoziona.

Quali invece le convinzioni che aveva prima sull’Italia e su cui poi si è ricreduto una volta in viaggio?
Prima del viaggio pensavo che gli “agenti del cambiamento” fossero rari, eroici, difficili da imitare. Ora so che l’Italia è costellata da migliaia di progetti virtuosi in tutti i settori, da persone che sognano l’impossibile e lo realizzano, cambiando quotidianamente le cose.

Cosa non rifarebbe se potesse tornare indietro?
Non partirei senza sponsor...

Cosa invece farà in futuro?
Continuerò a viaggiare in camper, esplorerò nuovi angoli di mondo. Il tutto però cercando di vivere a un ritmo più “lento”.

 

Redazione Camperlife