Libertà in camper, ma quanto costi?

Sul numero di gennaio di CamperLife abbiamo pubblicato la lettera (anzi, lo sfogo…) di Fabio Folli, nostro lettore che in seguito ad alcune ricerche finalizzate all’acquisto di un veicolo, aveva riscontro un vertiginoso aumento dei prezzi. La sua attenta e precisa disamina ripercorreva l’evoluzione del mercato dei veicoli ricreazionali dal 2000 a oggi, mettendo sul tavolo temi importanti e spunti di riflessione. Sul tema dei rincari dei prezzi di tutti i generi, da quelli alimentari ai prodotti di largo consumo, per non parlare delle utenze legate a luce e gas per finire con i carburanti, si parla molto in Italia negli ultimi mesi: il dibattito è acceso quasi quanto l’entità degli aumenti stessi, un “fuoco che incendia la prateria“ che ha spinto a muoversi anche il Governo, sotto forma di sostegni concreti alle famiglie in difficoltà. Ma cosa accade nel nostro settore? Per scoprirlo, abbiamo svolto un’indagine coinvolgendo gli amici concessionari per avere un giudizio “ tecnico, ma anche dato la parola ai nostri stessi lettori, che ringraziamo per il contributo apportato.

ACQUISTARE UN CAMPER È UN’ESIGENZA

Come detto, Fabio Folli segnalava una problematica con cui sempre più spesso ci siamo confrontati: quanto costa la libertà? Non parliamo naturalmente di massimi sistemi della vita, ma di quel concetto di vivere una vacanza in quanto “liberi” da schemi e slegati da vincoli dettati da pernottamenti in strutture ricettive o dalla prenotazione di un albergo. Il plein air è altro, questo è innegabile. Ecco allora che comprare un camper significa realmente compiere un investimento per aumentare la propria libertà e il proprio benessere. Una scelta anche di vita, che può comportare risparmi e sacrifici, ma che ha un prezzo più unico che raro: vivere esperienze indimenticabili a contatto con la natura e con le bellezze del mondo. Viaggiare, con la propria testa e sul proprio mezzo non ha limiti. Quel mezzo è l’amato camper.

IN PRINCIPIO FU UNA LETTERA

Partiamo dalla premessa: il nostro lettore Fabio denunciava stupore e sorpresa nell’avere fatto i conti con un mondo – quello del camper – che non bazzicava da solo un anno e mezzo. Nella lettera manifestava tutta la sua amarezza nel constatare come in così poco tempo, il valore dei veicoli nuovi e usati potesse aver conosciuto un’impennata così significativa. A suo avviso, fino a due anni fa, potendo contare su un buon budget era possibile acquistare un camper di seconda mano ma comunque di livello, magari con “soli” sette od otto anni di vita. Una possibilità invece che oggi pare negata ai clienti interessati. A suo avviso le cause di questa situazione sono di diversa natura, ad iniziare da un’ipervalutazione di un veicolo trattato da case e rivenditori come un immobile e che tale non è. Soprattutto a fronte del fatto che questo mercato in crescita, come tutti i trend, un domani potrebbe riportare un’inevitabile flessione. Una situazione certo ampliata dall’attuale pandemia, che ha di fatto ha gonfiato il valore di ogni elemento coinvolto nel meccanismo della domanda-offerta. In conclusione, ecco che lo sfogo del nostro lettore si rivolgeva tanto ai concessionari, ai suoi occhi responsabili di non valutare correttamente i mezzi proposti dai privati che volevano vendere il proprio mezzi, ma anche ai privati stessi. La categoria dei venditori, a sua detta, avrebbe alzato a dismisura i prezzi e le valutazioni dei camper. Tanto che a causa della loro ingordigia

“hanno semplicemente strozzato i camperisti che quando ci sarà un netto calo, si troveranno con un mezzo vecchio, pagato uno sproposito ma che non varrà più nulla”.

LA VOCE DI CHI VUOLE VIVERE IN LIBERTÀ

Quella di Fabio è una posizione isolata o si tratta di una sensazione condivisa? Per rispondere a questa domanda ci siamo affidati ai nostri canali social Facebook ed Instagram, attraverso un sondaggio, per capire se il denunciato aumento dei prezzi fosse davvero reale e motivato e, in caso affermativo, rintracciarne le cause. Le vostre segnalazioni sono state molte, esaustive e sempre precise, tra chi ha confermato la problematica in essere e chi invece considera questo momento come fisiologico ed estendibile ad ogni settore della vendita. Ma procediamo con ordine, per presentare tutti gli aspetti da voi evidenziati.

UN MERCATO IN CONTINUA CRESCITA

Una cosa è certa: nel 2021 si è verificato un vero boom nella produzione e nella vendita di camper e caravan. Il tutto nonostante le restrizioni che hanno contraddistinto gli ultimi venti mesi, afflitti dalla presenza del virus. Basti pensare che solo nel primo semestre dello scorso anno, la produzione italiana ha sorpassato tutti i precedenti record produttivi (+75% rispetto ai primi sei mesi) confermandosi al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia. Secondo i dati dell’”Associazione produttori caravan e camper”, infatti, in quel periodo si sono registrate nel nostro Paese oltre 4.800 nuove immatricolazioni con un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo del 2020. Importanti indicatori, inoltre, hanno suggerito come il fenomeno camper, spinto dalla voglia di “evasione” dopo le numerose restrizioni pandemiche, sia destinato a proseguire. Uno stato di salute eccellente per un settore che vive di entusiasmo, come testimoniato dallo straordinario successo del Salone del Camper di Parma. Insomma, il cammino del camper sembrerebbe (fortunatamente) destinato a procedere spedito, grazie alla sua capacità di interpretare il cambiamento della società, offrendo soluzioni ottimali alle nuove necessità delle persone. Ma siamo sicuri risponda correttamente alle esigenze di un target che molto spesso fa fatica a concedersi questo importante investimento?

UN AUMENTO DEI COSTI DA CONTESTUALIZZARE

Che i nostri mezzi preferiti siano definitivamente tornati in auge è una grande notizia e ne siamo tutti consapevoli. Come però anticipato, occorre fare i conti con un’evidente crescita dei prezzi non solo per tutto quello che riguarda i listini di veicoli nuovi e usati, ma anche per ciò che concerne assistenza e servizi aggiuntivi. Basti pensare che su un sondaggio proposto a tutti gli utenti social della pagina CamperLife su Instagram, il 100% di quanti hanno risposto (!) ha confermato il trend di aumento prezzi. Occorre allora partire dall’individuazione delle cause, la prima su tutte un evidente aumento dei costi di materiali, pezzi, ricambi e componenti, come sottolineato dalla nostra Anna P., la quale è convinta che

«sia aumentato tutto, a partire dal costo delle materie prime».

Non viene allora difficile volgere il pensiero all’aumento vertiginoso di valutazione di materie prime come il legname, cresciuto nel 2021 del 70% rispetto al 2020. E non deve nemmeno sorprendere se il catalogo di un marchio accessibile come Ikea si appresta a subire un rincaro del 9%! A questo tema, come suggerito dal nostro lettore Marco M. si affianca poi anche quello dell’aumento della richiesta:

«Gli aumenti esagerati e indiscriminati sul nuovo e sull’usato sono dovuti soprattutto alla crescita di richiesta a livello internazionale, insieme a rincari delle materie prime e dei manufatti provenienti dall’Oriente. Probabilmente ci vorranno almeno un paio di anni perché il fenomeno si normalizzi».

A Stefano F., convinto di una problematica più generale di natura economica e relativa alla crisi e alla svalutazione dell’Euro, si affianca il giudizio di chi sia certo che

«concessionari e privati si approfittino del momento», e che si tratti molto spesso di «aumenti ingiustificati, se confrontati rispetto allo scorso anno», come dice Giuliano B.

QUANTO HA INFLUITO SUL MERCATO LA PANDEMIA?

Tra gli aspetti maggiormente evidenziati nell’inchiesta proposta a lettori e concessionari, non mancano naturalmente le conseguenze economiche e sociali causate dal Covid-19. Indubbiamente, la pandemia ha avuto anche il “merito” di far percepire il camper come il veicolo più “sicuro” per viaggiare: la disposizione degli spazi consente, infatti, maggiore sicurezza e autonomia potendo disporre di un proprio bagno, una propria cucina ed un abitacolo senza presenze estranee; in generale, la tendenza è quella di vedere il veicolo da vacanza come una vera e propria seconda casa. Quello su cui però il nostro pubblico non sembrerebbe avere dubbi è il legame tra l’ipervalutazione di mezzi nuovi e di seconda mano, e gli effetti della Pandemia: ben il 67% del campione interpellato sui nostri social conferma con decisione questa tesi. La misura comune che emerge è che è vero che le fasce di prezzo inevitabilmente variano in base alla richiesta, e che questa con la Pandemia ha fatto un vero salto in avanti; ma la soglia del limite troppo spesso non solo viene toccata, ma anche abbattuta. Talvolta al limite dell’indecenza, come avremo modo di leggere tra poco. Qualcuno si è persino così tanto demoralizzato e spaventato dalle cifre attualmente presenti sul mercato che - in virtù del fatto che la situazione attuale continui a non offrire solide certezze - sia quasi meglio rinunciare, che affrontare un investimento:

«Avevo il camper fino ad agosto 2021, quando per vari motivi l’ho venduto. Ora, a distanza di pochi mesi vorrei ricomprarlo, però ci sono prezzi assurdi sia sul nuovo che sull’usato. Quindi penso di non ricomprarlo a queste condizioni».

E questa considerazione malinconica non è purtroppo isolata, ma l’abbiamo letta in molti riscontri alle nostre domande.

L’USATO È DAVVERO ANCORA COSÌ CONVENIENTE?

C’è un’altra sfumatura su cui i nostri lettori sembrano non avere dubbi: ormai comprare usato non sempre rappresenta una scelta funzionale per risparmiare. Lo aveva anticipato Fabio nella lettera di gennaio, portando alla nostra attenzione anche alcuni esempi eclatanti su cui abbiamo voluto fare una sorta di fact checking. Affermava che sul web sia possibile trovare modelli certo non recente generazione come un vetusto Carioca addirittura fino a 25.000 euro. Ebbene, dopo qualche ricerca svolta in autonomia, possiamo confermare come effettivamente per questo camper il ventaglio di offerta è davvero ampio, partendo da 13.000 euro per toccare incredibilmente i 25.800 euro. Cifre a nostro avviso, ma crediamo per tutti, da considerarsi davvero elevate, anche se è giusto sottolineare come i prezzi li fa il mercato, e che gli interessi del privato possono crescere se trova interlocutori disposti ad aprire il portafoglio anche oltremisura. Le cifre, è comunque vero, a volte non sembrano avere una logica chiara, rispondendo a regole inconsuete del mercato: un lettore su Facebook, per esempio, ha posto alla nostra attenzione un curioso caso:

«Ho acquistato un camper Rapido 987F del 2007 ad aprile 2021 al costo di 36.000 euro presso un rivenditore. Lo stesso modello, con qualche mese in meno, è attualmente in vendita presso un altro rivenditore a oltre 40.000 euro. Tutto vero: basta cercare e potrete constatare di persona».

Detto fatto, caro Tobia B.: e purtroppo possiamo confermare che nel 2015, quindi ben sei anni fa, lo stesso modello dello stesso anno costava poco più di 42.000 euro, quindi solo 2.000 in più delle cifre attuali. Qualcuno prova a buttarla sulla furbizia di alcuni trucchetti del mercato, come sostiene Pierpaolo T., che non si risparmia da provocazioni che fanno comunque riflettere:

«Sarebbe bello e molto utile che su camper con più di dieci anni fosse messo, oltre al prezzo richiesto come usato, la quotazione d’acquisto dell’epoca. Mi sa tanto che ci sarebbero delle belle sorprese...».

Ma c’è anche chi è convinto che non sia propriamente tutto da buttare, come un lettore che ci confida che «se sai come cercare, trovi il mezzo giusto al giusto prezzo». Diventa così interessante, oltre che corretto facendo un’inchiesta giornalistica, capire cosa ne pensa chi ogni giorno si misura con la dura legge del mercato, facendo i conti tanto con la produzione, quanto con il riscontro del consumatore. Diamo allora, e finalmente!, la parola anche ai nostri amici concessionari.

L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA: IL PARERE DEGLI ADDETTI AI LAVORI

Il diritto di informare, e di pari passo quello all’essere informati, presuppone inevitabilmente di ascoltare anche la versione che arriva da un’altra parte: nel nostro caso, ci riferiamo a chi vive il mercato del camper dal versante della vendita, vale a dire i concessionari. In rappresentanza della categoria, abbiamo voluto conoscere il parere di Fabio Calza, Amministratore Delegato di Gira Gira a Origgio, in provincia di Varese, e soprattutto Consigliere di Assocamp, l’Associazione che in Italia riunisce i rivenditori di veicoli e attrezzature per il turismo all’aria aperta e che conta oltre duecento strutture affiliate.

«Reputo che parlare di aumento dei costi, in un universo in evoluzione come quello del camping, esprima una visione miope e semplicistica del problema. È lampante che ci sia stato un aumento dei prezzi di listino di nuovi e vecchi veicoli, ma è ancora più evidente come questa sia una problematica da estendere al mercato in generale. A chi non è capitato di constatare l’aumento della farina e, di rimando, di tutti i suoi derivati? Con questo intendo dire che l’esponenziale valutazione dei camper non sia stata fine a se stessa, quanto piuttosto derivi da una serie di fattori come l’assenza di materie prime ed il loro conseguente aumento di costo. Di fatto in qualunque ambito, dagli alimentari al terziario, stiamo pagando di più perché costa maggiormente sopperire alla mancanza di prodotti funzionali alla produzione. Tradotto in parole povere: tutti noi osserviamo una maggiorazione significativa del tariffario e dei listini perché tutto il mondo che c’è dietro alla costruzione e alla manutenzione costa a sua volta di più. E tutto questo è stato naturalmente amplificato dalla pandemia, che ha comportato una saturazione del mercato e una crescita della competizione. È il caso dei veicoli usati, diventati sempre di più la scelta prioritaria di chi non può attendere o permettersi l’acquisto di un mezzo nuovo e quindi a tutti i costi deve prenderne uno di seconda mano. Soprattutto in un periodo come questo, quando molti clienti finalizzano l’acquisto di un nuovo mezzo che probabilmente riceveranno tra un anno. Il consiglio che mi sento di dare a tutti i nostri affezionati fruitori del mondo del camping è di fare ora, se possibile, un investimento. Perché inevitabilmente i prezzi di mercato saranno destinati a salire nei prossimi mesi. Come in ogni settore, sarà fisiologico».

«AUMENTO DEI PREZZI DELL’USATO SÌ, MA OCCORRE SPIEGARE PERCHÉ…»

Dello stesso parere di Fabio Calza è Stefano Bonometti, proprietario di Bonometti Centrocaravan, struttura vicentina di riferimento nell’NordEst. La sua è una disamina che ricalca quanto detto dal collega, e che tocca più nello specifico un’altra delle problematiche sollevate all’interno dell’inchiesta, vale a dire il rigonfiamento delle valutazioni dei mezzi usati:

«L’aumento dei prezzi non è unicamente inerente al mondo del camper, quanto piuttosto un aspetto relativo a tutti i settori del mercato. La causa è da ricercare principalmente nella crescita dei costi della produzione, dei componenti e dei materiali. Dovremmo certo preoccuparci se questa situazione riguardasse solamente il nostro mercato, ma trattandosi di uno scenario globale talmente evidente all’interno di qualsiasi ambito in cui è presente il meccanismo della domanda-offerta, non deve impressionare. Chiaramente ogni anno – ed è così da sempre – i prezzi sul mercato crescono. I costi attualmente presenti sono stati poi influenzati dalla Pandemia, che ha determinato un aumento consistente. Ma non può essere l’unica causa, e l’esempio dei veicoli usati da questo punto di vista è lampante. Il costo dei modelli di seconda mano cresce sempre di più perché ce ne sono sempre di meno sul mercato, e la maggior parte di essi è venduto direttamente da privato a privato. Il privato che offre il proprio veicolo cerca di recuperare il più possibile dal valore iniziale investito e l’acquirente è disposto per propria scelta ad accettare la proposta, trascurando molte volte i costi di manutenzione o quelli derivanti dalla sistemazione di vizi latenti . Molto spesso, infatti, si rivolgono a noi in concessionaria clienti che hanno acquistato il veicolo in Internet da privati. Su questi mezzi capita di riscontrare problematiche importanti che sia il cliente acquirente che il venditore non avevano la competenza tecnica di riconoscere. Il consiglio per chi si avvicina e sta valutando un acquisto di un mezzo usato è quello di rivolgersi ad un concessionario o comunque per l’acquisto da privato di chiedere un supporto ad un tecnico con esperienza nel settore dei veicoli ricreazionali».

IN CONCLUSIONE…

Come rivista, il nostro ruolo è delicato: abbiamo infatti il compito di condividere con i lettori la realtà dei fatti, per deontologia e professionalità, ma al tempo stesso non dimentichiamo di essere anche viaggiatori incalliti, soprattutto amanti del camper e di tutte le sue magnifiche sfaccettature. Negare l’aumento dei prezzi vorrebbe dire non vedere l‘evidenza, così come non accorgersi che si tratta di un trend negativo estendibile a tutto il mondo del mercato: giusto per dare un’occhiata al giardino accanto, chi non ha visto quanto accade nel mondo delle auto, con l’aumento vertiginoso dei prezzi legati alla ridotta disponibilità di prodotto? Ci piacerebbe però anche credere in un futuro con politiche mirate che possano agevolare tanto il venditore quanto il consumatore. Proprio come avviene nel mondo delle automobili. Per concludere, la verità risiede proprio nel mezzo. Per questo, in chiusura ci piace riportare il pensiero di un altro nostro lettore, Robertino Valentini, che ringraziamo:

«Tutto aumenta, non solo i camper, ma quel che c’è intorno: gli accessori, la bombola del gas, la revisione obbligatoria… Ma ha prezzo la libertà?». Ecco, proviamo a rispondere a questa domanda… ed ai posteri, ovviamente, l’ardua sentenza…

Paolo Frascarolo