In questa prima parte dell'inchiesta di Camperlife.it analizziamo gli antifurti elettronici per i camper. Perché il furto di qualsiasi automezzo è una piaga che può capitare a chiunque, ma che si può evitare. A maggior ragione nel caso di un camper perché perderlo spesso significa anche la sottrazione di ricordi familiari e affettivi indelebili
È una delle esperienze più sgradevoli, capitata quasi sicuramente a tutti, direttamente oppure a qualcuno di famiglia che ce ne ha rappresentato il dispiacere: tornare dove abbiamo parcheggiato il nostro veicolo, auto, moto, scooter, bicicletta, camper, camion, trattore o furgone che sia, e non trovarlo più…
Sparito, volatilizzato
Spesso: “Ma sono stato via solo dieci minuti …” è l’inconsolabile ritornello di molti, colti con la guardia bassa e che per pochi istanti non hanno portato al massimo livello le difese. Come tutti ben sanno o hanno purtroppo imparato a proprie spese, contro i furti non esiste un sistema davvero inviolabile, a meno di non viaggiare con un vigilantes armato nel gavone da tirar fuori durante le soste a guardia del nostro amato camper.
Scherzi a parte, come tutte le cose umane, fallibili, ogni antifurto ha il suo tallone d’Achille, il suo punto debole che permette al malvivente esperto di bypassarlo, clonarlo, tagliarlo, in sintesi superare l’ostacolo.
Oggi le informazioni corrono veloci, e quella che è sicuramente una risorsa, ossia ciò che riusciamo oggi a reperire facilmente sul web e quindi conoscere le ultime novità e i trucchi del settore antifurto, purtroppo si rivela buona anche alla rovescia: YouTube, Google e simili sono pieni di “tutorial” su come scassinare o aprire una serratura con facilità disarmante o su come neutralizzare un antifurto elettronico.
E spesso con strumenti dal costo irrisorio, reperibili sul web e ordinabili con spedizione a casa. Ma è sempre stato così, anche quando la Rete non esisteva o quasi: uno degli antifurti meccanici che andava per la maggiore negli anni 80/90 per le moto, a prova di taglio e tronchesi, con una chiave che sembrava fantascientifica per l’epoca, si è scoperto essere violabile con una banalissima penna biro che ne apriva la serratura in 3 secondi… Solo che all’epoca lo sapevano solo i ladri, oggi possiamo saperlo tutti!
Tanta pazienza
Pertanto, armiamoci di pazienza, e ragioniamo su come difendere il nostro amato (e costoso …) camper con uno anzi meglio, molto meglio, due o più sistemi, incrociando elettronica, meccanica e tracciabilità (ottica o digitale). Inoltre, usiamo tanto buon senso nello scegliere dove lasciare incustodito il nostro mezzo; una ricerca sui forum in merito, per le zone dove vogliamo recarci, è sicuramente una buona abitudine da seguire: scopriremo che, ad esempio, è voce comune dell’elevatissimo rischio furto che si corre nella zona sud della Francia, intorno a Marsiglia.
A tutto bisognerà aggiungere un pizzico di fortuna, mescolare con una buona assicurazione e probabilmente possiamo dormire già un po’ più tranquilli, e questa è una buona notizia. La cattiva notizia è invece quella che, a differenza della maggior parte delle auto e delle moto obsolete, vecchie o di marchi poco commerciali, per i camper il rischio furto non si avvicina mai allo zero.
Anche quando sono ormai vecchiotti e malandati, ormai usciti dalla scena commerciale e quasi invendibili, restano ancora appetibili purtroppo per svariate categorie di ladri più o meno professionisti.
Per cui l’attenzione deve restare sempre alta, abbassare la guardia può avere esiti spiacevoli anche quando pensiamo che il nostro veicolo abbia ormai passato il periodo di appetibilità per un furto. E non solo per il danno economico, che c’è comunque, ma anche per il dispiacere e lo sconforto di restare senza il nostro amato veicolo, magari testimone di anni spensierati di vacanze con i figli piccoli che crescevano, e di perdere con esso una serie infinita di oggetti ed emozioni che vi sono custoditi dentro.
Gli antifurto elettronici
Nel vasto mercato degli antifurti elettronici esistono tanti prodotti, dal classico e semplice sistema all’ultimo modello, personalizzabili con una variante di accessori, dal tracciatore satellitare al combinatore telefonico.
Ma da cosa è composto un impianto antifurto?
Si parte dal cuore del sistema, la centralina, a cui vanno collegati i vari sensori o accessori e la sirena, i sensori possono essere magnetici o volumetrici, oppure semplicemente a contatto.
I sensori magnetici, solitamente wireless per evitare il passaggio di fili, si applicano su finestre e gavoni, e sono composti da un magnete ed un trasmettitore, una piccola scatolina all’incirca delle dimensioni di una batteria da 9V, e vengono montati in una parte fissa ed una mobile, per esempio uno sul telaio e l’altro sulla finestra.
Il funzionamento è molto semplice, i due componenti sono in contatto tra di loro (anche il trasmettitore ha un piccolo magnete al suo interno) e una volta che vengono allontanati, come quando si apre una finestra, si apre un circuito, e questa modifica di stato viene inviata dal trasmettitore alla centralina che attiva la sirena.
Recentemente, sono stati lanciati sul mercato, dispositivi che si attivano con il movimento e la posizione e non hanno necessità del contatto fisico, permettono di lasciare le finestre parzialmente aperte mantenendo la funzione di allarme attiva.
Ricordiamoci che i sensori wireless dell’impianto di allarme hanno bisogno di manutenzione, sono alimentati a batteria, solitamente quelle piccole a bottone, che hanno una durata di circa 3 anni.
I sensori volumetrici, solitamente installati in cabina, emettono invece delle onde a forma di cono che, se rilevano un movimento anomalo, fanno scattare l’allarme.
I sensori a filo di solito vengono installati sulle portiere e cofano motore, in alcuni casi nei portelloni e gavoni, e come per quelli magnetici una volta aperto il contatto, questa volta meccanicamente, visto che il sensore è di fatto un pulsante a molla che viene spinto verso il cofano, ad esempio, una volta allontanato si apre il contatto e viene inviato l’impulso alla centralina.
L’evoluzione tecnologica ha ampliato i sistemi classici di antifurto, aggiungendo alla lista degli accessori tracciatori satellitari, rapporto allarme via chiamata telefonica, sms o e-mail, ascolto di cosa avviene all’interno veicolo tramite microfono, sensori di prossimità, blocco motore da remoto ed infine la possibilità di collegare un rivelatore di gas.
I tracker
Ora analizziamo cosa sono gli ultimi accessori tecnologici. Il tracciatore satellitare, detto anche GPS Tracker, è una piccola scatola delle dimensioni di pacchetto di sigarette con modelli che addirittura sono grandi come una moneta da 2 euro, questo permette di occultarlo ovunque all’interno di un camper.
Dalle dimensioni dipendono in parte le potenzialità del tracciatore, che può essere minuscolo e avere anche un’antenna esterna per aumentare la potenza del segnale, oppure l’autonomia della batteria, perché sono autoalimentati ma possono anche essere tenuti sotto carica in maniera perpetua con un semplice cavo USB.
Al suo interno va inserita una scheda SIM che consente la comunicazione tra il segnalatore e il vostro smartphone e vi permetterà di sapere sempre dove si trova il vostro veicolo attraverso un’App, che si interfaccia alle mappe di Google.
Differenze
Delle differenze si possono trovare nei localizzatori presenti come accessori o direttamente inglobati nella centralina dei sistemi di allarme, nel primo caso potrete acquistare un localizzatore indipendente dal sistema di allarme, e questo in caso che il sistema venisse neutralizzato, vi consentirebbe di avere un’arma di scorta, ma nel contesto può essere molto limitante rispetto ad un localizzatore inglobato nel sistema di allarme.
L’integrazione di un modulo GPS e relativa SIM, permette al sistema di allarme di avere molte più funzionalità, utili e non da poco, per esempio può comunicarvi in tempo reale un’effrazione, e anche dove avviene, se porta o finestra, oppure un tentativo di avviare il mezzo.
La comunicazione in tempo reale è utilissima, per esempio: siete in spiaggia e vi arriva una notifica di avvenuto allarme, vi permette di andare a vedere cosa succede, perché se scatta l’allarme e nessuno interviene è praticamente inutile. Basta osservare in un grande parcheggio di un centro commerciale quanti se ne attivano nei mezzi in sosta e l’indifferenza dei passanti, che oramai sono assuefatti a questo genere di suono.
Comodissima la possibilità di attivare un microfono all’interno del mezzo, per ascoltare cosa sta succedendo ed eliminare ogni dubbio di un falso allarme: in futuro verranno aggiunti un altoparlante per avvertire i malintenzionati del vostro arrivo ed una microcamera per visionare la situazione e registrare le immagini.
Praticamente si stanno trasferendo le funzioni degli allarmi casalinghi sui camper, che in fondo sono case su ruote.
Una funzione fondamentale, che dovrebbero avere tutti i sistemi di allarme con GPS, è la possibilità di bloccare il motore del mezzo da remoto, questo in due modalità differenti: alcuni antifurti spengono il motore al di sotto dei 5km/h, altri una volta spento il mezzo non lo fanno più riavviare. Questa funzione è utile nel caso vi venga sottratto il mezzo con la forza, tipico caso di rapina mentre siete fermi al semaforo.
E se vi dovessero portare via anche lo smartphone a bordo per bloccare il veicolo tramite App, lo potrete fare tramite il primo computer che trovate o anche tramite una centrale di assistenza, ove prevista.
I sensori di prossimità
Un accessorio interessante che si può interfacciare con i sistemi di allarme sono i sensori di prossimità, ovvero un sistema che entra in funzione prima che avvenga l’effrazione, perché l’allarme classico si attiva dopo che si è già forzata una porta o rotta una finestra, a quel punto il danno, anche se il furto non si conclude, è già fatto.
Questi sensori possono essere posizionati dietro ai fascioni di plastica (come tipologia e dimensioni sono simili a quelli utilizzati per segnalare gli ostacoli inglobati nei paraurti per la retromarcia), oppure sulle carterature tra cabina e cellula, parete laterale e posteriore: comunicando tra di loro, creano una barriera che, una volta interrotta, per esempio se una mano afferra la maniglia della cellula, fa scattare l’allarme.
L’allarme è un cicalino posizionato all’interno della cellula, che vi segnalerà la presenza di qualcuno intorno al vostro mezzo, ma può essere collegato anche alla sirena dell’antifurto, può accendere le luci del mezzo, della veranda o quelle interne, in modo da scoraggiare i malintenzionati.
Il rilevatore di gas
Un altro accessorio, a completamento del sistema di allarme, è un rilevatore di gas, consigliabile nella versione “Trio”, ovvero che rilevi oltre ai gas soporiferi utilizzati per rapina (le cronache ci narrano di tanti casi del genere), il GPL e monossido di carbonio, in questo modo sarete avvisati anche di altri pericoli.
Se nella cellula venisse inoculato del gas etere o derivati
Il rilevatore emette un allarme visivo ed acustico, ma anche in questo caso si può collegare alla potente sirena dell’impianto di allarme, in modo da far capire ai ladri di essere stati scoperti, ed il rumore aiuta anche a riprendersi dal torpore provocato dal gas soporifero.
Lo strumento è dotato di tre sonde indipendenti che però, con il passare degli anni, hanno una decadenza delle prestazioni: lo strumento potrebbe avere anche una data di scadenza, oppure sarebbe buona norma sostituirlo ogni 5 anni circa, altrimenti seguendo le indicazioni del costruttore.
Scegliere un antifurto elettronico
Nella scelta di un impianto di allarme vanno approfondite le caratteristiche di sicurezza, non fermatevi al prezzo, e la possibilità di personalizzazione, nonché le certificazioni e le omologazioni. Vanno privilegiati impianti con radiocomandi a codici variabili, detti Rolling Code, che utilizzano sempre una frequenza diversa per attivare o disattivare l’allarme.
I sensori magnetici sulle finestre e portelloni devono essere anti-accecamento, ovvero non devono essere ingannati con un altro magnete.
Non deve mancare la certificazione contro i disturbi radio, detta Jamming, perché con uno strumento (Jammer, lo strumento che viene usato per bloccare anche i cellulari per fini antiterroristici) che blocca il segnale radio del vostro GPS renderebbero inutile il sistema di allarme.
Il montaggio di un modulo GPS andrà effettuato considerando anche che potrebbe essere necessario accedervi per la sostituzione della SIM, a seguito di una strabiliante offerta del gestore concorrente, oppure perché bisogna recuperala per impostare nuovi parametri, ecc. Quindi nascosto ma accessibile.
Sul mercato troverete dei kit specifici per camper, sviluppati da aziende con anni di esperienze su questa tipologia di mezzi con prezzi che partono da circa 300 euro per un kit base per finire a oltre 1000 euro per un sistema accessoriato di Tracker, Triogas e sensori di prossimità.
Le cifre oscillano anche in base a quante finestre e portelloni si vogliono allarmare, dalla tipologia dell’impianto elettrico originale del veicolo tra vecchia e nuova generazione. Inoltre bisogna mettere in conto l’installazione, anche qui varia in base alla scelta del sistema e del mezzo, con una spesa che oscilla tra i 300 e 500 euro.
Questi sistemi di allarme servono a proteggere il mezzo dal furto totale e da effrazione e, viste le cifre in gioco tra valore del mezzo e contenuto all’interno, sarebbe auspicabile farci un pensierino e una chiacchierata con il vostro installatore di fiducia.
La seconda parte dell'inchiesta continua qui venerdì 8 maggio 2020.