Il camper come terapia | Le interviste di CamperLife

Al microfono di CamperLife questa volta c’è un papà che ha scelto la vacanza itinerante per consentire al figlio disabile di abbattere ogni barriera tra lui e il viaggio. Ma soprattutto di sentirsi libero di partire in qualsiasi periodo dell’anno e di seguire la fantasia e la curiosità

Pietro è padre di un ragazzo costretto sulla sedia a rotelle dalla nascita. Una condizione che però non ha mai minato la sua voglia di fare e di viaggiare. Per agevolare spostamenti e sistemazioni, Pietro e sua moglie hanno valutato l’ipotesi di sposare la causa del turismo itinerante. Inizia così l’avventura da camperisti di questa famiglia, specchio di tante realtà del nostro settore. E, in questo numero, portavoce di tutte loro.

Cosa l’ha spinta a optare per una vacanza itinerante?
Devo premettere che sono il padre di Stefano, un ragazzo disabile veramente speciale, costretto dalla nascita su una sedia a rotelle. Stefano adora viaggiare su tutti i mezzi di locomozione, perché gli consentono di uscire di casa e di camper rivista camper camperlife spagnafare esperienze di vita. La vacanza itinerante avrebbe potuto soddisfare questo suo “bisogno di muoversi” e a noi avrebbe consentito di programmare viaggi in completa libertà, senza l’obbligo di studiare itinerari nel dettaglio per evitare zone e soste non accessibili. Con questa modalità di viaggio abbiamo trovato la libertà di movimento e abbiamo notato fin da subito che per Stefano era una vera e propria terapia: al termine di ogni viaggio torna felice e sempre più vispo e chiacchierone, vediamo inoltre in lui significativi miglioramenti cognitivi che ci riempiono di gioia.

Com’è composto il vostro equipaggio?
Oltre a me e Stefano, ci sono mia moglie Egidia, madre di Stefano, e Luisa, mia cugina, che è molto legata a nostro figlio.

Parliamo della vostra prima esperienza in camper.
Ricordo molto bene la mia prima uscita in camper. Era un fine settimana di primavera ed era il 1999. Siamo andati a Lido di Camaiore e per tutto il viaggio abbiamo vissuto sensazioni tra loro discordanti. Eravamo emozionati nel provare questo nuovo modo di viaggiare ma allo stesso tempo non era facile per noi muoversi in un ambiente così ristretto. Al termine di questa prima esperienza comunque ci eravamo già abituati agli spazi e avevamo già adattato i movimenti all’ambiente.

Eravate a bordo di un mezzo di proprietà o lo avevate noleggiato?
Per quella prima esperienza avevamo noleggiato un motorhome Laika direttamente presso l’azienda a Tavarnelle Val di Pesa (FI).

Quando ha deciso di acquistare un veicolo ricreazionale, quali considerazioni ha fatto?
Quel primo viaggio di prova, con un mezzo a noleggio, ci è servito per decidere in merito all’acquisto di un veicolo tutto nostro. L’equipaggio si è quindi riunito “in assemblea”: visti la gioia di Stefano, la nostra possibile adattabilità a un ambiente ristretto e la prospettiva di tanti viaggi in completa libertà, abbiamo approvato all’unanimità l’acquisto di un camper.

Quanto ha inciso nella scelta la composizione del suo equipaggio e le sue esigenze?
Essendo il nostro equipaggio composto da quattro persone, abbiamo deciso che ognuno avrebbe avuto un suo spazio personale. Quindi volevamo un camper con quattro posti letto: 2 letti a castello, uno in mansarda e l’altro ricavato ogni sera dalla dinette.

Cosa cercava nel veicolo che ha acquistato?
Compattezza del mezzo, predisposizione interna secondo le nostre esigenze e prezzo abbordabile.

È stato consigliato da qualcuno nel processo decisionale o ha scelto da solo?
camper rivista camper camperlife Bobbio Ponte GobboAbbiamo stabilito da soli secondo le nostre particolari esigenze. Tuttavia ancor prima dell’acquisto leggevo, e lo faccio tuttora, riviste del settore. Inoltre un nostro amico, camperista di lungo corso, ci ha dato alcune dritte sulla meccanica. La scelta finale è stata talmente ponderata che tutt’oggi continuiamo a utilizzare il primo mezzo che abbiamo acquistato nuovo.

Perché alla fine la sua scelta è ricaduta sul veicolo che possiede?
Non distanti da dove viviamo ci sono molte aziende costruttrici di veicoli ricreazionali e quindi ne abbiamo visti tantissimi! Ricordiamo benissimo quel giorno di aprile, nel 2000, quando siamo andati a Barberino Val d’Elsa (FI) presso la Mobilvetta Design srl e abbiamo visto per la prima volta il camper Luna che possediamo. Ci siamo saliti sopra ed è stato amore a prima vista: compatto, con una predisposizione interna come volevamo, adatto per fare alcune modifiche per l’accessibilità di Stefano e a un prezzo per noi accettabile. Ci siamo guardati e immediatamente abbiamo deciso che quello era ciò che volevamo e, quando abbiamo chiesto a Stefano che nome volesse dare al camper, la sua risposta è stata “Giuditta”. Da allora Giuditta è stata la compagna di tutti i nostri viaggi.

Ha avuto sorprese “amare” oppure il veicolo ha rispettato le aspettative?
Non ci sono state sorprese degne di nota e Giuditta ha rispettato le aspettative e le promesse che ci aveva fatto il venditore, una persona davvero perbene, tra i vertici della ditta.

Quali sono i suoi punti di forza?
Risponde appieno alle nostre necessità e le sue dimensioni non particolarmente grandi ci consentono, a volte, di sostare abbastanza vicino ai posti da visitare.

Quali invece, alla luce della sua esperienza, i punti deboli? In cosa insomma andrebbe migliorato?
Per un equipaggio di quattro persone, il nostro mezzo ci appare perfetto senza alcun punto debole. Oggi però, per le nostre particolari esigenze, un mezzo specifico per le persone disabili sarebbe l’ideale.

In funzione delle necessità di Stefano, si sono rese necessarie delle modifiche, come lei stesso ha accennato. Ci racconta come avete personalizzato il mezzo?
Fin da subito il mezzo è stato attrezzato per consentire a Stefano di accedervi agevolmente, con il sedile passeggero girevole con montacarichi e un ampliamento della porta del bagno. Con il passare del tempo l’aggiunta di tantissimi accessori (seconda batteria servizi, pannelli solari, veranda, TV satellitare, WC nautico e cassetta, serbatoi supplementari acqua potabile, sospensioni posteriori ad aria, ecc) ha reso fantastica la nostra Giuditta, per una piacevole vita di bordo.

Quali eventuali altri accessori o modifiche ha in mente di aggiungere?
Al momento non ho in mente di aggiungere accessori o fare altre modifiche. Tuttavia se fossi più giovane acquisterei un mezzo adatto alle persone disabili per muovere più agevolmente Stefano all’interno del mezzo. In particolare ne ho uno in mente che farebbe proprio al caso nostro…

Quali sono le vacanze più memorabili a bordo del suo veicolo ricreazionale?
Siamo tutti d’accordo sul fatto che ogni vacanza che abbiamo fatto è stata memorabile. Ogni viaggio ci ha consentito di visitare posti bellissimi e indimenticabili. Questo ci ha spinto a scrivere il diario di ogni nostro viaggio e a pubblicarli tutti su un sito dedicato. Abbiamo creato così la nostra memoria storica dei tanti luoghi visitati, dei quali abbiamo assaporato tutto dalla cultura all’arte, dal paesaggio all’architettura, dalla gastronomia al contatto con la gente.

Quale il ricordo più bello in assoluto?
Anche qui vale lo stesso discorso. Personalmente vivo il viaggio ancor prima di partire: pianifico tutte le uscite e gli itinerari (da solo perché il gruppo desidera la sorpresa) sia per il nostro Paese sia per l’Estero. Mi documento in internet e attraverso guide specializzate con cartine stradali aggiornate, dopodiché stilo un itinerario di massima con foto reperite in rete e descrizioni dei luoghi da visitare e, poco prima di partire, lo mostro al giudizio del gruppo che, per adesso, mi ha sempre assecondato con entusiasmo. La regola però, quando scelgo un campeggio, è verificare che abbia un bar perché Stefano adora il fatto di poterci andare in compagnia di Luisa.

Quale invece quello peggiore?
Non esiste un ricordo più brutto di altri. Ci sono stati a volte, nei nostri viaggi, dei contrattempi dovuti all’accessibilità per Stefano o ad alcuni guasti al veicolo (ad esempio in Baviera ci si è rotta la turbina) ma tutto questo non ha intaccato la nostra voglia di proseguire con gioia nel viaggio intrapreso.

Cosa non rifarebbe se potesse tornare indietro?
Se potessi tornare indietro credo che rifarei le stesse cose: ogni viaggio mi ha insegnato tanto sulla vacanza itinerante, creando la mia esperienza di oggi.

camper rivista camper camperlife intervistaCosa invece farà in futuro?
Ho diversi itinerari in mente sia in Germania che in Francia e in Spagna.

Pensando in grande, qual è il viaggio da sogno che vorrebbe realizzare?
Il viaggio che vorrei realizzare (e che è alla portata di tutti) sarebbe in Russia. Però abbiamo necessità di fruire giornalmente dei campeggi e pare che da quelle parti non siano poi tanto attrezzati in questo senso quindi aspetteremo tempi migliori.

Che messaggio vuole lanciare, a conclusione di questa chiacchierata?
La vacanza itinerante è stata per noi una scelta consapevole, che ci ha soddisfatto appieno in questi oltre quindici anni da camperisti. Ci ha consentito di fare fantastici viaggi in totale libertà e autonomia, tracciando itinerari estremamente personalizzati e modificandoli facilmente a nostro piacimento. Ci siamo sentiti liberi di partire in qualsiasi periodo dell’anno e di andare dove la nostra fantasia e la nostra curiosità ci hanno portato. Ogni giorno di viaggio è stato una piacevole avventura che ha sempre arricchito il nostro spirito e il nostro cuore. Ci siamo immersi in paesaggi emozionanti, culture diverse, luoghi bellissimi ricchi di storia e di arte e abbiamo gustato con gioia le varie gastronomie dei paesi visitati. Oltre a questo, cosa dire dei pisolini fatti sotto la veranda della nostra Giuditta o le spaghettate serali all’aria aperta, cullati dal canto dei passerotti con la rilassante musica del vento tra le foglie? Per apprezzare tutto questo è necessario amare l’avventura, sapersi adattare, rispettare al massimo la natura, i luoghi e le persone. Ed avere nel cuore l’inesauribile curiosità dei bambini.

 

Redazione Camperlife