Una vacanza invernale in camper, se impreparati, può diventare una piccola sciagura che lascia brutti ricordi, ma pochi e semplici accorgimenti ci permetteranno di evitare almeno buona parte dei disagi, trasformandola in un'esperienza gradevole.
L’uso invernale del camper, visti i miglioramenti tecnici dei veicoli per affrontare il freddo e l’offerta sempre più completa di aree di sosta attrezzatissime anche per le basse temperature e con la neve, è fenomeno ormai generalizzato da anni e anni. Nelle ultime stagioni poi, il richiamo quasi magnetico dei mercatini di Natale verso latitudini più nordiche, attrae folle di turisti sui loro autocaravan tanto da creare spesso ingorghi clamorosi dalle parti del Brennero durante i canonici ponti festivi e weekend di dicembre. Come dicevamo, il freddo sul camper non fa più paura e i moderni veicoli sono attrezzati bene per affrontare anche le temperature più rigide, grazie a coibentazioni di qualità, stufe potenti, riscaldatori supplementari (che vediamo nel dettaglio nell’articolo successivo) e caldaie performanti. Spesso però il diavolo può metterci la coda, e banali quanto indesiderati contrattempi possono guastare una vacanza nata sotto i migliori auspici e nella magia delle località invernali ammantate di neve e luci scintillanti. Vediamo allora insieme come pochi ma semplici accorgimenti possano evitarci tanti piccoli guai dovuti al freddo, capaci di mandare di traverso la giornata.
La sosta
Partiamo da una banalità che spesso può sfuggire per abitudine: una volta arrivati a destinazione (per alcuni consigli di guida potete vedere il paragrafo apposito), se non strettamente necessario, evitare di tirare il freno a mano, lasciando parcheggiato il veicolo con la sola marcia innestata. Infatti, l’acqua mista a fanghiglia sparata dalle ruote sui mozzi non scivola via bene una volta fermi, attaccandosi sugli organi dei freni e sui tiranti del freno a mano: con temperature sotto lo zero tutta questa massa può congelare, con il risultato di non poter disinnestare il freno di stazionamento e l’impossibilità di muoversi.
Stufa a gas
Un pericolo concreto per l’uso delle stufe è che si congeli il gas nelle bombole, impedendo la gassificazione dallo stato liquido, di fatto bloccando il funzionamento della stufa e del boiler, vero disastro con temperature rigide. Innanzitutto c’è da dire che il gavone delle bombole, essendo parte della carrozzeria della cellula, tiene un po’ la temperatura anche quando scende ma, con temperature molto basse e anche per i necessari sfiati sul fondo che lo collegano con l’aria esterna, il gas può congelare. La soluzione più semplice anche se non sempre di facile reperibilità, è quella di preferire le bombole caricate con propano anziché con butano, che ha il brutto difetto di congelare già intorno a pochissimi gradi sottozero (in realtà il fenomeno fisico che succede è più complesso ma per brevità e semplicità usiamo il termine congelare). Il propano “tiene” anche a temperature fino a -40 gradi, oltre le quali dubitiamo che ci si possa trovare in vacanza! Una soluzione di tipo pratico possono anche essere le speciali “copertine” specifiche per bombole che alcune aziende specializzate in accessori tessili per camper propongono.
Gasolio invernale
Per chi invece dispone di stufe a gasolio, ma anche per il motore del camper, conviene prevedere un rifornimento di gasolio invernale, additivato in modo che le paraffine al suo interno non congelino, bloccando i filtri per la formazione di cristalli solidi. Il gasolio invernale viene distribuito già sulle autostrade e sulle strade vicine alle località di montagna e anche spesso in città, ma è indicato per temperature al massimo di -12°C. Rifornirsi in loco prima del soggiorno, dove il freddo è una costante, è sicuramente consigliabile perché l’additivazione qui può far sopportare al gasolio (detto “alpino”) temperature anche di -18, anche se ovviamente il costo del carburate sarà decisamente più alto rispetto al solito: qualche euro in più che però può fare la differenza per motore, stufe e riscaldatori supplementari. Il vecchio rimedio di addizionare di circa il 5/10% di benzina al momento del pieno di gasolio è oggi da sconsigliare vista la sofisticazione di motori e centraline moderni che potrebbero andare in tilt, non solo per il conseguente guaio tecnico, ma per la possibile decadenza della garanzia. In alternativa, non riuscendo a reperire gasolio invernale, è possibile aggiungere additivi specifici al serbatoio reperibili molto facilmente.
Coperture
La migliore strategia per combattere il freddo nella cellula è quella… di tenerlo fuori! Facile a dirsi, meno a farsi, dati i ponti termici che offrono inevitabilmente i camper, specie van, mansardati e profilati che mantengono tutta o parte della carrozzeria metallica del telaio originale, vera e propria porta per le basse temperature, insieme a vetri e finestre. Partendo da quest’ultime, quelle della cellula sono dotate sempre di doppio vetro, per cui tengono già abbastanza bene, ma ricordiamoci di abbassare gli oscuranti: per quanto sottile, il telo in plastica offre un'ulteriore barriera al freddo. Riguardo invece ai vetri della cabina sarà opportuno coprirli con gli oscuranti trapuntati a ventosa dall’interno, facili da reperire, poco costosi e veloci da posizionare, oppure, più efficaci se andiamo in settimana bianca o con il freddo più pungente, applicare le coperture per parabrezza o addirittura per tutta la cabina che coprono molto bene tutta la superficie, lasciando fuori il gelo. A seconda delle temperature che dovremo affrontare ne esistono di diversi tipi, e ovviamente di costo superiore, con materiali via via più spessi e tecnici che “tengono” anche il freddo polare.
Separare cabina e cruscotto
Come abbiamo appena detto, è la cabina metallica la parte più fredda durate la sosta, anche perché quasi sempre sui camper di questo tipo non vi sono canalizzazioni del riscaldamento verso il cruscotto, a differenza dei motorhome integrali. Separare la cabina dalla cellula è quindi un accorgimento da prendere in considerazione anche perché piuttosto facile da fare con gli appositi teli accessori, offerti da molte ditte specializzate, che si attaccano con velcro o bottoni automatici alla sagoma del passaggio verso la postazione di guida. Una soluzione semplice, piuttosto economica ma di grande efficacia. Per andare ancora più a fondo, ricordiamo che esistono anche delle protezioni tessili per il cruscotto, altra via di ingresso del freddo dati i numerosi e necessari passaggi tecnici verso il motore, che aiutano molto a tenere lontano il gelo. Un piccolo suggerimento: ricordiamoci di tenere in posizione ricircolo il sistema di ventilazione, altrimenti lasceremo una strada, seppur piccola, alle basse temperature che, si sa, sono irrimediabilmente attratte dal caldo, creando uno spiffero micidiale!
Serbatoi
Uno dei problemi più frequenti con le basse temperature è la possibilità che si congeli l’acqua nel serbatoio delle grigie, generalmente posto sotto al pianale del camper in un punto più basso della cellula per facilitare la raccolta degli scarichi, o quella dell’ultimo tratto di tubo, il più esposto al freddo, e la relativa valvola. Inconveniente particolarmente fastidioso perché di fatto ci impedisce la normale vita camperistica una volta che non potremo più scaricare. A parte l’ovvia e ottima soluzione dei serbatoi coibentati o addirittura riscaldati, o posti nel doppio pavimento, appannaggio spesso dei camper più costosi e rifiniti, sono vari gli accorgimenti per evitare questa seccante situazione. La più diffusa consiste nel posizionare una grossa bacinella sotto lo scarico, lasciando aperta la valvola, in modo che l’acqua di scarico finisca direttamente nel contenitore esterno senza sostare nel serbatoio o bloccare la valvola congelando. Ovviamente la bacinella andrà svuotata spesso nelle apposite griglie del campeggio prima che congeli oppure, una volta congelata, andrà portata la “scultura” di ghiaccio sul pozzetto delle acque grigie dell’area di sosta. Un’altra soluzione, molto più comoda ma che prevede dei costi non trascurabili se usata in grande quantità, è l’additivazione nello scarico di specifici prodotti antigelo, da versare nel lavandino in ragione di circa un litro di additivo ogni 50/100 di acqua, ma la quantità dipende dalle temperature, più sono basse maggiore sarà quella necessaria. Da sconsigliare, ancorché molto efficaci, i liquidi antigelo del radiatore che sembrano simili: sono molto inquinanti se dispersi senza il dovuto trattamento. Ultima chance, un po’ rozza ma sicuramente efficace, è quella di far sciogliere un bel pacco di sale, noto per abbassare il punto di congelamento, nella prima acqua di scarico dopo aver svuotato il serbatoio, in modo che raggiunga bene anche la valvola. Una soluzione semplice ed economica ma da usare solo in emergenza: il sale è altamente corrosivo e certo non fa bene al nostro impianto di scarico, specie se ci fossero parti in metallo. Una volta usato, al ritorno a casa sarà bene provvedere a una bella sciacquata con acqua dolce.
Serrature
Come dicevamo, tenere fuori il freddo è già il primo passo decisivo: per le serrature, che hanno il brutto vizio di congelare bloccandosi, è di fondamentale importanza. In pratica, di fatto si congela il velo di umidità o acqua che ristagna all’interno, impedendo ai “dentini” della serratura di scorrere e girare. Un inconveniente molto semplice da prevenire: una leggera spruzzata di spray lubrificante, meglio se di tipo siliconico, previene il deposito del velo d’acqua e la serratura farà il suo dovere anche al freddo. Discorso simile per le guarnizioni di gomma di porte e portelloni, specie quelle più vecchie e ormai un po’ porose: la differenza di temperatura tra dentro e fuori può formare un velo di condensa che nelle ore più fredde si gelerà, facendo “incollare” la guarnizione: anche qui, una delicata spruzzata di spray lubrificante siliconico, meglio se ben distribuita con un panno o un pennellino, impedirà al velo acquoso di fermarsi e congelare, lasciando in forma e morbida la guarnizione.
Preingressi
Simili concettualmente alle verande vere e proprie, che sono molto più grandi e complesse, si tratta di piccole tende, veloci da montare, che proteggono l’ingresso della cellula come una piccola anticamera, riducendo anche il freddo che entra ogni volta che apriamo la porta. Creano un piccolo spazio utilissimo specie quando siamo in montagna, magari a sciare, per togliersi l’attrezzatura bagnata senza portarla a bordo e sporcare tutto. Inoltre, riparano da eventuali nevicate in corso, pioggia o vento. Tra l’altro, una delle più conosciute vie in cui si insinua il freddo è proprio l’ingresso, con i suoi gradini che nella maggioranza dei casi non sono coibentati, anche per veicoli di un certo pregio e costo, tanto che spesso l’isolamento termico di questa parte è da chiedere separatamene con i pacchetti “Winter”.
Occhio alla guida
Guidare in presenza di neve sulla strada è qualcosa di non facile e che richiede grande perizia ed una certa esperienza. L’aderenza degli pneumatici al suolo è ridotta drasticamente o praticamente annullata in molte condizioni se montiamo gomme estive, va già molto meglio con i pneumatici invernali che garantiscono un grip molto superiore. Ma non dimentichiamo che anche con le cosiddette gomme “termiche” i miracoli non si possono avere. La regola fondamentale di base per la guida in condizioni di scarsa aderenza è sempre una: agire su sterzo, acceleratore e freni con la massima dolcezza, ossia in modo che il poco grip che abbiamo a disposizione non venga superato dalle forze innescate dal repentino azionamento degli organi della meccanica appena citati. Tutto questo viene amplificato dalla notevole massa dei camper, che complica non poco il problema, anche perché riprendere un autocaravan che ha innescato una sbandata o un pattinamento delle ruote è operazione da piloti esperti e dal grande sangue freddo. Ma andiamo per gradi. Innanzitutto è bene conoscere a fondo le reazioni del proprio veicolo, ed una enorme differenza sta nel tipo di trazione. Quella anteriore, più diffusa e automobilistica, ci aiuta nella direzionalità ma perde più facilmente aderenza in salita (situazione tipica delle strade di montagna), e ancora peggio nei tornanti dove la ruota interna anteriore è alleggerita al massimo, a causa dello spostamento dei carichi gravanti sugli assi al posteriore, per cui sarà difficile procedere e praticamente impossibile ripartire se non siamo in piano o non montiamo gomme invernali o catene. La trazione posteriore invece aiuta molto in salita, appunto per lo spostamento del carico che, gravando sull’asse posteriore per la maggior parte, aiuta a trovare aderenza e a procedere; viceversa, specie in discesa, la direzionalità può risentirne perché le ruote sterzanti “mordono” meno perché prive di trazione. Ovviamente, fin qui abbiamo parlato di situazioni assolutamente al limite, ossia trovarsi in situazioni di emergenza, dato che ogni camperista di buon senso avrà provveduto a montare le gomme invernali o a portare con sé le classiche e salvifiche catene. Relativamente agli pneumatici invernali, diciamo subito che si tratta di una soluzione egregia, sicuramente la migliore, che garantisce un'ottima tenuta, un buon grip e, nella maggior parte dei casi, può evitarci di montare le catene. Comporta però un costo non indifferente: non meno di 500/600 euro il treno completo di gomme, più le eventuali spese per un secondo set di cerchi completo, oltre alle difficoltà di rimessaggio estivo di questi ingombranti accessori. Per un uso occasionale del camper su strade innevate conviene quindi comprare un buon paio di catene, preferendo quelle con maglia a rombi e con profili quadrati che garantiscono il massimo grip, oltre a scegliere prodotti di marca nota e qualificata. Mai come in questo caso il risparmio di qualche decina di euro può diventare una maledizione: una catena rotta nel mezzo di una strada sotto una tormenta di neve o anche solo innevata può diventare una piccola tragedia. Un modo un po’ empirico ma dalla sua efficacia per scegliere tra catene di misura simile e prezzo molto diverso è banalmente quello di soppesarle con le mani: scoprirete che quelle di buon marchio peseranno molto di più perché le maglie sono costruite con materiale più robusto e spesso. Nello scegliere le catene attenzione poi alle misure – si montano solo per quelle riportate sulla confezione e non su altre anche se molto simili – e verificate la “catenabilità”, ossia che nei passaruota possano essere montate catene e di quale spessore, in modo che non urtino contro sospensioni o organi dello sterzo: ma questo è generalmente un problema che riguarda solo le autovetture, specie quelle sportive.