Mi sono accorto che molti amici sono a digiuno completo per quanto riguarda il campo "elettrico", perciò metto a disposizione la mia esperienza ed inizio con una semplice realizzazione alla portata di tutti: uno sdoppiatore per prese elettriche “CEI” che vi trarrà d’impaccio qualora vi doveste trovare ad aver bisogno di energia elettrica quando le colonnine erogatrici sono tutte occupate.
Il risultato è duplice: prima di tutto permettono la chiusura dello sportello, a differenza di quelle acquistate e fatti ad Y od a T e si risparmia qualcosa in termini economici; si acquisiscono inoltre anche alcune nozioni (quanto segue è diretto a gente normale, professionisti e specialisti esclusi). Ultimo risultato: inoltre il gusto di FAI DA TE.. non ha prezzo!!
Cominciamo procurandoci due prese (femmine) ed una spina (maschio), circa un metro di cavo tripolare (2+N) da 2,5 mmq, meglio con guaina morbida, al silicone o neoprene..
Preparato il materiale occorrente predisporre ora gli attrezzi necessari:
- ==>cacciavite a taglio piccolo ed a stella,
- ==>pinze spelafili
- ==>cutter,
- ==>tronchesine (oppure forbici da elettricista)
- ==>se possibile un saldatore e relativo stagno (io ne uso uno portatile a gas , pasta salda in aggiunta, )
- ==>nastro isolante;
Smontare ora le prese e la spina. Osservare bene per capire la lunghezza delle spellature del cavo che avremo tagliato in due parti uguali. Tagliare quindi il portaguaina del cavo a misura del diametro del cavo ed inserirlo (aiutandosi con sapone liquido e poca acqua.
Inserire i cavi spellati a misura, dopo avere allentato le viti che li fisseranno ed avere stagnato i fili di rame, dopo averli leggermente attorcigliati per stabilizzare il diametro.
Si dovrebbero usare dei capicorda appositi, ma vedremo che è utilissima la stagnatura, egualmente legale ed evita l’ossidazione. Io la preferisco.
Prestare attenzione all’inserimento corretto: il cavo di terra è giallo verde e va inserito nell’alveolo di dimensioni maggiori - sempre - come si nota nella foto qui a sinistra
Pronti per riassemblare la presa col suo cavo: notare indicato dal cacciavite rosso la tacca di posizionamento, per inserirla correttamente, dopo avere infilato le viti. Sono visibili a terra alcune gocce di sapone che agevolano l’operazione di scorrimento del cavo, una mano santa!
Dopo avere eseguito l’operazione anche con l’altra presa, tagliare abbondante il passacavo della spina e prepararsi ad un’operazione un poco più complessa.
Io ho preferito due cavi di colore diverso per meglio identificare dove mi allaccerò, li avevo e li ho usati...
Accoppiare i due cavi, usando un pezzetto di nastro per tenerli in posizione. Dimezzare - circa - la sezione dei fili di rame (altrimenti non entrano negli alveoli a vite. Infine tagliarli accuratamente vicino alla guaina.
Dopo averli uniti alla stessa lunghezza(nastro) prepararsi a stagnare i terminali (saldatore molto caldo).
L’immagine è un po’ sfocata, ma rende l’idea.
A questo punto ripetere le operazioni descritte sopra per gli altri cavi. Vi consiglio di fare alcune prove per la lunghezza delle spellature.Assemblare quindi anche la spina, ed il gioco è quasi fatto. Se fate fatica a far passare i due cavi in contemporanea, allargate pure il foro del passacavo, poi vedremo come ripararlo.
Tocco finale, io ho sigillato tutto con nastro autoagglomerante, che andrebbe poi protetto con normale nastro in pvc.
In realtà va benissimo anche se non si ricopre, è ottimo ed ormai si trova (anche se non è il tipo professionale)
anche nel reparto elettricità dei supermercati .