Non solo carnevale, Bologna e Imola da scoprire

Il Carnevale dei Fantaveicoli di Imola è un evento goliardico conosciuto in tutta Italia, un appuntamento annuale atteso e frequentatissimo che si appresta a festeggiare il suo 22° compleanno: la manifestazione nel 2019 si svolgerà domenica 3 marzo. In queste pagine vi proponiamo “una fuga” dalla città che abbraccia l’intero weekend. Partiamo dunque due giorni prima del carnevale e facciamo tappa a Bologna.

Bologna la vivace

Il capoluogo dell’omonima città metropolitana, a sua volta capoluogo dell’Emilia Romagna, è il settimo comune più popolato d’Italia e ospita numerosi studenti per la sua caratteristica di essere antichissima città universitaria. Se decidiamo di trascorrere in città il primo giorno del nostro weekend fuori porta, per forza di cose dovremmo fare una cernita e selezionare le attrazioni da vedere. Affidandoci anche a guide turistiche, potremmo concentrarci sulle "10 cose da non perdere", a partire dal Voltone del Podestà ovvero un crocevia coperto che collega da un lato Piazza Maggiore con via Rizzoli e dall’altro Piazza del Nettuno con Piazza Re Enzo. Qui si può assistere ad un fenomeno acustico particolare: la trasmissione del suono da un angolo all’altro del crocevia. Questo è reso possibile dalla particolare struttura ad archi situata sotto la Torre dell’Arengo del Palazzo del Podestà, che un tempo ospitava i banchi dei notai e, a due passi, le forche ancora visibili per le impiccagioni. Si dice che qui i sacerdoti venissero a confessare i malati di peste, collocandosi agli angoli opposti della struttura e, sfruttando il “telefono senza fili”, potevano parlare senza entrare in contatto con gli ammalati. Belli anche i canali nascosti: sino alla metà del secolo scorso le strade della città erano disseminate dai canali costruiti a partire dal XII secolo sia per scopi commerciali, che per azionare i mulini da seta. In seguito ai rinnovamenti urbanistici, essi sono stati in gran parte interrati, ma è ancora possibile ammirare uno di questi scorci in via Piella, dove al centro del portico si apre una finestrella che offre una veduta sul Canale delle Moline.

Chi vuole ammirare la meridiana solare più grande al mondo dovrà invece entrare all’interno della Basilica di San Petronio. La linea meridiana, visibile sul pavimento della navata sinistra, fu costruita dall’astronomo Giandomenico Cassini nel 1657 ed è lunga 67 metri, pari alla seicentomillesima parte del meridiano terrestre. Proseguendo, suggeriamo di visitare la Chiesa di Santa Maria della Vita, al cui interno troviamo il Compianto su Cristo Morto realizzato nel 1463 da Nicolò dell’Arca. Il gruppo scultoreo, composto da sette figure a grandezza quasi naturale realizzate in terracotta policroma, colpisce ancora per il grande naturalismo, tanto che D’Annunzio lo definì “l’urlo di pietra”. 

Il podio degli imperdibili

Se volessimo stilare una classifica delle cose da vedere categoricamente girando per Bologna, troveremmo sul terzo gradino del podio il portico di San Luca: i portici di Bologna sono i più lunghi al mondo e arrivano a ben 38 km all'interno del centro storico e 15 km al di fuori della cerchia delle antiche mura. Fra questi, il Portico che inerpicandosi sulle colline a sud della città la collega con il Santuario della Madonna di S. Luca, di per sé il più lungo al mondo (3,8 km e pendenza fino al 18%). Vi consigliamo di percorrerlo e raggiungere il Santuario, per godere di un colpo d'occhio straordinario sulla città. Per chi lo volesse c’è anche la possibilità di salire sulla cupola per poter ammirare le cime degli Appennini emiliani e, nelle giornate più serene, anche le Alpi.

Da non perdere anche la Fontana del Nettuno che è tra i monumenti più importanti della città. È un’imponente scultura alta 3,20 metri e pesante 22 quintali completata da Giambologna a partire dal 1564 per volere del papa Pio IV. Il re dei mari è rappresentato mentre col tridente fa gesto di calmare le acque marine, circondato da putti, tritoni, sirene e zampilli d’acqua che creano un’architettura spettacolare e movimentata. Sul primo gradino del podio troviamo la Torre degli Asinelli con la vicina Torre Garisenda. Sono le cosiddette Due Torri, costruite tra il 1109 e il 1119. Salire a piedi i 498 gradini e i 97,20 metri della Torre degli Asinelli è un’esperienza immancabile per chi visita la città e dall’alto sarete ripagati dalla vista su tutta Bologna e sui colli. A proposito di punti panoramici, bellissimi anche gli scorci che offrono il sagrato della Chiesa di San Michele in Bosco (di fronte alla facciata rinascimentale il visitatore può ammirare le varie torri medievali di Bologna e scorgere il retro della Basilica di San Petronio e la cupola di Santa Maria della Vita) e la Cattedrale Metropolitana di San Pietro, in via Indipendenza 9, che offre ai visitatori la possibilità di salire in cima al campanile il sabato pomeriggio. 

A due passi dalla città

A pochi chilometri da Bologna c’è il bellissimo Parco dei Gessi Bolognesi per cui il sabato, terminata una visita alla città, possiamo pensare di fare una digressione verso questo parco carsico. Situato sulle prime colline bolognesi, comprende una fascia di affioramenti gessosi, che hanno dato vita ad un complesso carsico di estremo interesse, e i suggestivi Calanchi dell’Abbadessa. Per quanto intaccati dalle passate attività estrattive, i gessi bolognesi rappresentano una delle principali emergenze naturalistiche della regione, con doline, altipiani, valli cieche e rupi che modellano il paesaggio e ospitano una vegetazione caratterizzata da presenze mediterranee e specie legate a fasce altitudinali più elevate. Vari sono gli itinerari tracciati, che sono per lo più percorsi escursionistici che si sviluppano nei vari settori dell’area protetta e avvicinano alle sue principali emergenze, spesso ripercorrendo tratti significativi della viabilità storica del territorio. In alcuni casi, negli itinerari caratterizzati da una maggiore lunghezza e da uno sviluppo in prevalenza su strade asfaltate di scarso traffico e strade bianche, è possibile l’utilizzo di mountain bike o biciclette. Gli itinerari del Parco, immersi nel rassicurante silenzio delle colline, sono accomunati da un livello di difficoltà mai eccessivo e da una discreta varietà di ambienti.

Tra i percorsi più affascinanti (da verificare però la fattibilità nel periodo invernale) c’è l’escursione speleologica nella Grotta della Spipola. Si tratta di una visita guidata con punto di partenza dall’area di sosta in via Benassi a San Lazzaro di Savena, è effettuabile in 2 o 3 ore con difficoltà media e dislivello di 10 metri. La protezione della grotta resistette sino al 1940. Da allora, per più di cinquant’anni, la Spipola subì continue deturpazioni, in parte dovute anche al suo impiego come rifugio nel corso dell’ultima guerra, ma provocate soprattutto da visitatori occasionali. L’attuale chiusura è stata realizzata nel 1995 dal GSB-USB per conto del Parco, che ha curato la bonifica e qualche modesto adattamento dell’intero percorso. Lungo il tracciato, e in generale in tutte le cavità del parco, è presente una fauna ipogea di grande interesse scientifico costituita, in particolar modo, da varie specie di pipistrelli e di invertebrati che si sono evoluti e specializzati per la vita in assenza di luce. Il percorso in grotta si sviluppa per circa 700m con un dislivello minimo e quindi è adatto a tutti, ma, muovendosi in un ambiente particolare, ricco di umidità e con temperature comprese tra i 10°C e i 12°C. Bello anche il sentiero natura tra i calanchi dell’Abbadessa, con partenza da Sant’Andrea (raggiungibile in auto o a piedi dall’abitato di Ozzano) e tempo di percorrenza 1 ora e mezza per un totale di 2,5 km. Il percorso può presentarsi particolarmente fangoso dopo piogge recenti e durante il periodo invernale, ma è decisamente affascinante: si inoltra tra vecchi coltivi abbandonati alla base dell’imponente formazione dei calanchi dell’Abbadessa e, salendo di quota, è possibile ammirare l’intero bacino calanchivo il cui paesaggio è in continua e costante evoluzione. 

Domenica a Imola

Ciliegina sulla torta, l’ultimo giorno del nostro weekend lo dedichiamo alla 22° edizione del Carnevale dei Fantaveicoli, cui tutti possono partecipare. Il Fantaveicolo mescola fantasia, creatività, ingegnosità, colore, stravaganza, ironia. Può essere creato in modo originale ed unico, come pure essere realizzato assemblando biciclette, carriole o altri veicoli d'uso comune. Importante è che sia caratterizzato anche in modo tematico, con un soggetto, un mascheramento ed un abbellimento a scelta. Altro elemento indispensabile: il movimento del veicolo non può utilizzare motori inquinanti. Quindi qualsiasi soluzione senza motori va bene (a spinta, a pedali, a traino, a vela, ad elica, etc) oppure con motori ad emissione zero (ad energia elettrica, a pannelli solari, ad aria compressa, ecc). L’anima della manifestazione è proprio la grande sfilata che dal 2013 parte dall’Autodromo Enzo e Dino Ferrari (quest’anno proseguirà per viale Dante e via Mazzini per poi terminare in piazza Matteotti). A programma anche il Carnevale dei Bambini e dei Ragazzi, i laboratori per i più piccoli e le mostre fotografiche che negli anni hanno contribuito a incrementare la popolarità di questo evento, che supera sempre le 20mila presenze. Quest’anno, il gruppo Campeggiatori dell’Imolese organizza il 13° raduno per camper che si svolgerà nei giorni 1, 2 e 3 marzo in occasione del Carnevale, per cui, qualora preferiste un weekend in compagnia di altri camperisti piuttosto che questo da noi proposto, potrete trovare maggiori informazioni nella rubrica "Vita di Club" di questo numero. 

Di Monica Viganò

Per le foto di Bologna si ringrazia bolognawelcome.com

Redazione Camperlife