Marmolada: in ricordo della Grande Guerra

Marmolada: tutto ciò che devi sapere!

La Marmolada è il museo più alto di Europa, situato nel Trentino-Alto-Adige (di cui avevamo parlato anche in questo articolo) e ha la capacità di mettere d’accordo amanti della storia ed appassionati delle grandi vette: è il Museo “Marmolada Grande Guerra 3000 m”, un progetto pionieristico dedicato al primo conflitto mondiale, raggiungibile con la funivia “Marmolada - Move To The Top”, che ormai da oltre trent’anni anni suggerisce riflessioni e insegnamenti di vita sempre attuali. Una meta ambita dai camperisti, grazie alla tranquillità e ai meravigliosi scorci che solo il complesso della Marmolada è in grado di regalare.
 

UN PRIMATO... DA VERTIGINI

Situato nel luogo in cui gli eserciti d’Austria-Ungheria e d’Italia si affrontarono tra il 1916 e il 1917, il Marmolada Grande Guerra 3000 M come detto detiene l’importante primato di museo più alto d’Europa e si sviluppa attraverso un approccio narrativo che descrive il conflitto raccontato dal punto di vista delle persone coinvolte. Nell’iconica stazione funiviaria di Serauta, facilmente raggiungibile in pochi minuti con la funivia Marmolada - Move To The Top, propone un’esposizione realizzata nel 1990, tutta ampliata e rinnovata nel 2015. Il tutto immerso nella magnifica cornice del gruppo montuoso della Marmolada che, con la sua maestosità, bellezza e asprezza, è stata testimone delle sofferenze e delle speranze di uomini che hanno combattuto durante la Grande Guerra. Esperienze di solitudine e isolamento capaci di ritornare attuali anche in questo particolare periodo della storia mondiale. Uno spazio espositivo unico nel suo genere, frutto di un importante percorso di valorizzazione del concetto di pace fra i popoli che l’associazione e la società Marmolada tutelano da sempre.
 

UN ARCHIVIO VIVENTE DELLA GRANDE GUERRA

A ricordare, imparzialmente e al di sopra di ogni ideologia politica e di confine, tutti gli uomini che combatterono tra il ghiacciaio e le rocce, il Museo apre nel 1990, frutto della collaborazione tra Mario Bartoli e Bruno Vascellari. Una sinergia che ha condotto ad un percorso multimediale e multidisciplinare, che avvicina ogni anno migliaia di persone ad aspetti legati alla Grande Guerra che non si possono apprendere sui libri di storia. Qui sono infatti esposti cimeli personali e di guerra appartenuti a soldati italiani e austro-ungarici, rinvenuti in zona, assieme a foto e documenti d’epoca, mentre dagli ampi finestroni si possono osservare le vicine postazioni di guerra e i camminamenti che le collegano. Nel 2015, su volere del “Centro Studi e Ricerche” che ne aveva promosso la nascita, il museo è stato ristrutturato ex novo, ampliando l’esposizione su 300 mq, allestiti con moderne tecnologie. Nella nuova veste, racconta la guerra dal punto di vista delle persone coinvolte e segue un filo conduttore rappresentato da stralci di diario che aprono una finestra sull’interiorità dei soldati e sui loro stati d’animo.

 

 

 

 

 

 

TRA MEMORIA E ATTUALITÀ: IL PERCORSO MUSEALE

Il percorso si sviluppa in una serie di ambienti che affrontano le principali tematiche della guerra in alta montagna, attraverso soluzioni architettoniche e un allestimento di grande impatto, pensato per trasmettere al visitatore emozioni e sensazioni, immedesimandolo nella quotidianità della guerra condotta tra i ghiacci. Si parte da un ponte in legno fra vetrate frastagliate e colorate di blu e azzurro, per ricordare il ventre del ghiacciaio in cui si rifugiarono gli Austro-Ungarici, proseguendo con un’introduzione visiva storica fra testi, immagini, mappe, testimonianze e video esplicativi, per arrivare infine all’esposizione stessa dei reperti.

Da qui si può quindi proseguire su due percorsi comunicanti, dedicati l’uno alla vita nelle baracche e l’altro a quella in trincea.I due percorsi si permeano, proprio come nella vita del soldato in guerra, che viveva momenti di conflitto in prima linea e di pausa nelle retrovie. Nella parte in baracca si incontrano prima le divise, sistemate in un armadio italiano e uno austriaco, che simboleggiano il momento della partenza, quando il soldato prendeva dall’appendiabiti la divisa e la indossava, per poi passare agli attrezzi che maneggiava nella quotidianità, fino ad arrivare alla ricostruzione della baracca italiana.
Si prosegue poi nella sezione dedicata alla sanità, all’inverno con la Città di Ghiaccio e alla ricostruzione della baracca Austro-Ungarica. Nel percorso dedicato alla vita di trincea, invece, si incontrano le armi utilizzate all’epoca, con spiegazioni tramite schede interattive, un simulatore dei suoni, cannocchiali grazie ai quali osservare le gallerie della Grande Guerra ancora presenti a Serauta, e un simulatore del freddo. La parte finale dell’esposizione è dedicata a una collezione di reperti, conservati in cassetti tutti da scoprire, alla conclusione del conflitto e alle tre figure protagoniste della Grande Guerra sulla Marmolada: Arturo Andreoletti, Leo Handl e Flavio Rosso. Il percorso, infine, si chiude con la sezione dedicata ai volontari, che si occuparono della manutenzione della Zona Monumentale Sacra e della raccolta dei reperti.

UN’ICONICA FUNIVIA

Il primo approccio nel viaggio verso il museo è con la funivia che conduce in cima: con tre arditi tronchi, l’impianto porta dalla località di Malga Ciapèla (1.450 m/slm), passando per le stazioni intermedie di Coston d’Antermoja (2.350 m/ slm) e di Serauta (2.950 m/slm), dov’è la sede del museo, per proseguire fino alla stazione sommitale di Punta Rocca (3.265 m/slm) proprio di fronte a Punta Penìa, la vetta più alta delle Dolomiti (3.342 m/slm) dove si staglia nitida la croce che la domina. Come detto, nel 2015 l’impianto è stato modernizzato con l’apertura del nuovo museo presso la stazione di Serauta, sostituendo il precedente e diventando così l’impianto espositivo più alto d’Europa. Tra il 2017 e il 2018, ecco l’ultima serie di interventi, con il rinnovo della stazione di Punta Rocca con due nuovi ascensori, Rocca e Penia, e la mostra fotografica per celebrare i primi cinquant’anni di attività della funivia.

Per info: www.funiviemarmolada.com

SUA MAESTÀ LA MARMOLADA

Patrimonio dell’Unesco dal 2009, la Marmolada è la Regina delle Dolomiti.
Da una parte si stagliano alte pareti di roccia verticali, che a guardarle dal basso sembrano tuffarsi direttamente nell’azzurro del cielo; dall’altra, un dolce pendio candido, ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio, che ancora oggi cela misteri e segreti intatti nel tempo.
All’alba e al tramonto è il ghiacciaio a dare spettacolo, riflettendo con i suoi cristalli i colori che assume il cielo, mentre il sole va a nascondersi dietro le altre vette intorno. Uno spettacolo di cui si può godere facilmente in inverno, quando il sole sorge verso le 8 e tramonta alle 17; in estate invece è solo per i prodi, che hanno il coraggio di alzarsi molto presto al mattino, o per i nottambuli, poiché il sole cala piuttosto tardi. Ma anche durante il giorno lo spettacolo è garantito. Nelle giornate limpide, salendo in cima alla Marmolada, si possono ammirare vette italiane e straniere, che si perdono all’orizzonte, e seguire l’alternarsi di cime, colline, pianure fino giù, al mare, alla laguna di Venezia. Qui la natura ha molto da regalare, con i gracchi che si rincorrono, qualche falco e i più fortunati forse riusciranno ad avvistare anche un’aquila. Intorno ammirerete invece pendii verdeggianti, che innalzandosi perdono colore e si trasformano in rocce, più rosse verso le Crepe Rosse e più scure via via che si procede verso il Passo Padon e la Mesola, il vecchio vulcano ormai spento, che ha però conservato il nero caldo tipico della terra eruttiva. Uno spettacolo di cui tutti possono godere, grazie alla funivia Marmolada - Move To The Top.
 

LE SOSTE DA NON PERDERE

Punta Rocca

La stazione funiviaria di Punta Rocca, a 3.265 m/ slm, è il luogo migliore per iniziare la visita. Raggiungibile in poco più di dieci minuti da Malga Ciapela (1.450 m/slm), offre una terrazza panoramica a 360°, che regala gli scorci migliori per perfetti scatti d’artista, ma anche per divertenti selfie fra amici. Questa stazione è rappresentativa non solo della bellezza naturale della Marmolada, ma anche della sua importanza storica.

Da Giovanni Paolo II a oggi

Scendendo di due piani si visita la mostra sui cinquant’anni della funivia e una grotta in cui è conservata dagli anni Ottanta una particolare statua della Madonna, consacrata il 26 agosto 1979 da Papa Giovanni Paolo II, che salì a Punta Rocca in mezzo a una forte bufera di neve, in occasione del viaggio nei luoghi natii del suo predecessore, Papa Giovanni Paolo I.

Papa Wojtyla aveva infatti voluto omaggiare Albino Luciani, scomparso prematuramente, visitando la sua terra e la sua gente e arrivò in cima alla Marmolada, dove fu posata in ricordo dell’evento la statua realizzata da Franco Fiabane, artista bellunese, ed indicata dal Papa durante la cerimonia, “Regina delle Dolomiti”.

Ancora oggi, percorrendo i corridoi della stazione, si ha la sensazione che nell’aria ci sia qualcosa di speciale ed entrando nella grotta, lo spirito mistico del luogo permea l’intera stanza.

L’archivio fotografico

Sullo stesso piano della grotta si incontrano altre foto, antecedenti la visita del Papa, e risalenti al periodo di costruzione dell’impianto stesso.
Con scatti simpatici e architettonicamente rappresentativi, si percorrono gli anni di attività di questa storica funivia, dove proprio in occasione del mezzo secolo di attività, a dicembre 2018, furono realizzati i due ascensori panoramici, che dal piano d’imbarco dell’impianto portano alla grotta e poi direttamente al ghiacciaio, ancora oggi il più esteso di tutte le Dolomiti.

Zona Monumentale Sacra

La Zona Monumentale di Punta Serauta ricorda ed onora gli uomini che combatterono sulla Marmolada durante la Prima Guerra Mondiale, negli anni 1915-1917. Qui sorge silenzioso il Monumento con il quale la città di Perugia ricorda il Ten. Flavio Rosso e i quattordici fanti del 51° e 52° Reggimento che parteciparono alla presa di Forcella Vu.

 

4 PROPOSTE DI ITINERARI

1. FORTILIZIO ITALIANO E GROTTE DI PUNTA SERAUTA

Punti strategici che testimoniano la Grande Guerra: grotte, anfratti, postazioni e osservatori. Sull’ammasso roccioso di Punta Serauta i soldati italiani scavarono grotte e camminamenti, di recente riattivate e visitabili nei mesi estivi seguendo l’itinerario consigliato nella planimetria. Tempo di percorrenza: 1-2 ore

Difficoltà: nessuna; si raccomanda attrezzatura da via ferrata.

2. FORCELLA VU - PUNTA ROCCA

Si ammirano i resti della Ferrata del Btg. Valcordevole, tracciata in verticale dalla Forcella a 3.153 m)/slm, per l’attacco e la conquista di tale quota (poi abbandonata per l’ordine di ritirarsi dopo la “Caporetto”).

Tempo di percorrenza: 2-4 ore
Difficoltà: consigliati guanti, casco, cordino e moschettone, lampada e ramponi da ghiaccio al seguito.

3. MALGA CIAPELA - OMBRETTA DI MARMOLADA – OMBRETTOLA

Qui è possibile ammirare i segni della guerra tra il 1915 e il 1917: sono ovunque, per occhi esperti e co- noscitori della storia.
Tempo di percorrenza: 3-4 ore

Difficoltà: nessuna; si consiglia attrezzatura d’alta montagna.

4. DIGONERA – LASTE - COL TORONT

Le gallerie che ospitavano le truppe italiane son numerose, rivolte verso il Col di Lana; al riparo di Col Toront erano posizionate nel 1916 alcune batterie di cannoni da 149 mm, che sparavano sul colle tenuto dagli Austriaci.

Tempo di percorrenza: 1-2 ore
Difficoltà: nessuna - Dislivello da quota 1.500 a 2.000 m/slm circa.

Paolo Frascarolo