Una coppia con tante primavere sulle spalle ma con ancora una voglia indomita di viaggiare in libertà, ci narra del Cammino di Santiago. Percorso in camper e per brevi tratti a piedi, in compagnia dei tanti viandanti provenienti da tutto il mondo
Ci sono vari motivi per giungere a Santiago, perciò ci siamo tornati diverse volte, da soli e in compagnia. Il viaggio, come lo intendiamo noi, è sempre conoscenza: di luoghi, persone, usanze e costumi, ma in questo caso anche della curiosa e saporita varietà culinaria iberica.
La decisione è ricaduta di nuovo sul Camino di Santiago lo scorso inverno, scaturita dal desiderio di rivivere l’emozione sperimentando nuovi itinerari e nuove esperienze.
Spesso, nei precedenti viaggi, la vista di giovani con il sacco in spalla e il bastone in mano, aveva suscitato il nostro interesse e la curiosità; soprattutto quando procedevano in colonna sui sentieri impervi e a volte sotto la pioggia, noi ragionavamo sulle motivazioni della fatica del lungo cammino.
Ma subito la strada veloce e i paesaggi distraevano lo sguardo, immerso nell’evolversi del continuo mutamento ambientale.
Carte, libri alla mano, guide recenti, documentari e qualche buon film, ci siamo organizzati ben consapevoli di dover affrontare un lungo viaggio in una condizione fisica cambiata che avrebbe potuto condizionare soste e spostamenti nei numerosi giorni di passaggio all’estero. Ma, conoscendo le nostre forze, l’ottima prestazione del nostro mezzo di trasporto e la consapevolezza che non ci saremmo trovati in un deserto, siamo partiti.
Bon Cammino!
Il nostro Camino de Santiago comincia a Logrono, lasciando le autostrade provenienti da Barcellona ci siamo immessi in normali carretere, percorse anche da altri pellegrini in viaggio. Il Camino si snoda in lunghi sentieri nei campi, tra le vigne (nella Rioja), sulle colline che superano dislivelli importanti, su ponticelli e ponti, dove i viaggiatori spesso intersecano la nostra strada.
Incontrandoli e percorrendo poche centinaia di metri insieme si scambia qualche parola, quel tanto sufficiente a comprendere la loro provenienza: inglesi, danesi, francesi, spagnoli, sempre con il sorriso, rivolgono a noi il consueto augurio: “Bon camino!”, accorgendosi tuttavia della nostra fragilità nel camminare loro accanto. Più tardi, il camper ci aspetta per la tappa successiva.
Questo tratto di strada attraversa Najera, che si percorre a piedi seguendo le conchiglie fino alla chiesa con la cappella scavata nella roccia. I pellegrini arrivano stanchi, cercano una sistemazione per la cena e per la notte, si liberano dello zaino e si riuniscono man mano che altri si avvicinano. È una lunga conversazione, le parlate si sovrappongono, qualcuno traduce, qualcuno sonnecchia. Noi siamo lì, pellegrini informali, ma con lo stesso spirito dei viaggiatori giovani, dei bambini e di quelli più anziani come noi con alle spalle ore di cammino e di fatica.
Il miracolo di Santo Domingo
A Santo Domingo de la Calzada, gli scatti fotografici si susseguono alla vista della coppia del gallo e della gallina, che zampettano nella grande gabbia posta all’interno dell’imponente cattedrale, a testimonianza del miracolo del santo. Gli altri pellegrini formano il loro album di ricordi, ma dopo alcuni attimi di raccoglimento e di preghiera, riprendono il Camino, diretti a Burgos.
Anche noi, nonostante l'ausilio del camper, siamo partecipi del Camino, ci pare di essere accanto ai viandanti con uno spirito adeguato, come durante i brevi tratti di strada percorsi insieme, o nei caffè a Redecilla, oppure aspettando il turno per bere da una fontana. E questa sensazione si ripropone anche pranzando insieme, guardandoli mentre camminano nel sentiero parallelo alla carretera, o tra il verde intenso dei campi.
In un locale adibito all’accoglienza, i viaggiatori ricevono indicazioni e timbri del percorso effettuato, e tra i fogli spicca l’intero itinerario fino a Santiago, con i sentieri, le strade da percorrere e le quote da superare, che spesso segnano centinaia di metri di altitudine.
Seduti ad un tavolino, studiamo anche noi gli spostamenti solo però per accompagnare con un pensiero affettuoso coloro che affrontano i disagi di percorsi tanto impegnativi. Dal canto nostro, in previsione di improvvisi cambiamenti climatici, c'è un comodo sacco che contiene anche un leggero mantello impermeabile e una piccola tenda.
Arrivati a Burgos
A Burgos si intrecciano diversi camini e la sosta si fa più lunga. La cattedrale è un punto d’incontro per prendere contatto con altri pellegrini e per acquisire ulteriori informazioni. Infine si gira per vedere l’enorme chiesa e riempire gli occhi di armonia, di bellezza, e per raccogliersi in un momento di riflessione e di contemplazione.
Il camper continua a compiere il suo dovere e, dopo il dovuto riposo, riprende le strade segnate, a volte inerpicandosi ma spesso trottando tranquillo nelle belle e levigate carretere.
È un susseguirsi di dolci paesaggi, piccoli borghi, infinite pianure animate dalla improvvisa comparsa del possente toro nero, diventato ormai l’appuntamento simpatico delle nostre escursioni spagnole.
Vicino ai boschi compaiono anche le cicogne, appollaiate nell’ampio nido sui piloni della linea elettrica, sui fumaioli o albergate su ruderi, chiese e campanili. Volteggiano le cicogne, cercano cibo, controllano i nuovi nati con i viveri pronti in gola, e noi curiosi, con la testa per aria, ne osserviamo le evoluzioni nel cielo.
Alcuni italiani in bicicletta, pellegrini come noi, ci hanno rivolto la parola a Castrojeriz raccontandoci che trasportano in spalla i loro mezzi quando il percorso diventa più accidentato e difficoltoso. Si pranza vicini, accanto al solitario monastero, dove arrivano piccoli gruppi di viaggiatori, stanchi e desiderosi di una breve pausa di riposo e ristoro.
Si arriva a Santiago
Nel mercato settimanale di Sahagun c’è movimento, la merce è varia, abbondante, frutta fresca e verdure riempiono zaini e sacche. Poi ci sono angoli accoglienti per sostare in compagnia e brindare a nuovi incontri, mentre noi, in sordina, siamo partecipi all’entusiasmo e all’allegria generale.
L’arrivo a Santiago ci fa sentire a casa, infine giunti alla meta tanto sospirata, desiderata e cercata. Intanto le ore della sera lentamente vanno verso l’oscurità, ci riposiamo riflettendo sul lungo Camino percorso e aspettando impazienti la conclusione del nostro insolito viaggio.
Entriamo in cattedrale, dove sull’altare maggiore il sacerdote parla ai pellegrini in lingua spagnola, ma non importa, siamo lì insieme ad una folla immensa, e si ascolta fino alla fine il rito sacro con un'inaspettata commozione.
Le parlate di diverse lingue riempiono le navate, e tanti giovani e anziani incontrano nuovi e vecchi compagni di viaggio, con gli occhi lucenti di gioia e di qualche lacrima, e già si fa cenno a un prossimo Camino.
Nella piazza altri viaggiatori tendono felici le braccia a San Giacomo, quelli in partenza sono ormai diretti a ritirare il loro attestato di partecipazione e noi, pellegrini nell’animo, abbracciamo con uno sguardo riconoscente tutto e tutti, riprendiamo così la via del ritorno con il nostro fedele amico motorizzato, il camper.
SCHEDA DI VIAGGIO
Viaggio effettuato nel 2018
Gli AUTORI
Cassandra Tamponi di anni 79 – già docente di matematica e scienze e appassionata fotografa
Augusto Carta di anni 84 – già docente di Lettere e preside. Presidente della Associazione Camperisti nord Sardegna, dal 1998 al 2017. Ora presidente onorario.
IL VEICOLO
Camper Wingamm/M Oasi 620 su Ducato Maxi 2.8 TD – (acquistato in fabbrica nel 1999) - Km. totali percorsi 141.000. Super attrezzato anche per sosta libera. I coniugi Carta si alternano alla guida.
LE TAPPE
da Logrono a Santiago, per un totale di 820 km percorsi in 12 giorni
Info utili