Settimana Santa a Sessa Aurunca
Processioni penitenziali Lunedi, Martedi, Mercoledi:
La Settimana santa di Sessa Aurunca si apre ufficialmente con le processioni penitenziali delle confraternite cittadine, che dalle rispettive chiese si recano in cattedrale per l'esposizione e l'adorazione del Santissimo sacramento.
I confratelli indossano un saio bianco tenuto in vita da un cinto, solitamente dello stesso colore della mantellina di raso; sopra la mantellina portano la mozzetta, di colore diverso per ogni confraternita, sulla quale è posto uno stemma; unica eccezione è il saio dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso, interamente nero come il cappuccio, con cinto dello stesso colore e privo di mozzetta. In segno di penitenza i fratelli portano il volto coperto da un cappuccio bucato all'altezza degli occhi e così vestiti, disposti dietro lo stendardo aperto al vento e tenuto dai due confratelli più giovani della congrega, procedono in fila per due.
Nel mezzo del corteo avanza la croce con l'assistente spirituale; seguono i dignitari della confraternita, priore ed assistenti, i quali precedono i fedeli che partecipano al rito cantando. Andando verso la cattedrale, dopo l'intonazione del parroco assistente che accenna le prime note del versetto, i confratelli cantano il Benedictus o Cantico di Zaccaria (Vangelo di Luca 1,68-79), più volte ripetuto durante il percorso. Giunti in cattedrale accolti dal suono delle campane, i confratelli dopo la benedizione eucaristica ascoltano un breve pensiero del sacerdote che li ha accompagnati (o partecipano alla celebrazione della messa per le processioni del pomeriggio), quindi fanno ritorno alla loro sede cantando questa volta l'inno Te Deum.
La Settimana santa di Sessa Aurunca si apre ufficialmente con le processioni penitenziali delle confraternite cittadine, che dalle rispettive chiese si recano in cattedrale per l'esposizione e l'adorazione del Santissimo sacramento.
I confratelli indossano un saio bianco tenuto in vita da un cinto, solitamente dello stesso colore della mantellina di raso; sopra la mantellina portano la mozzetta, di colore diverso per ogni confraternita, sulla quale è posto uno stemma; unica eccezione è il saio dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso, interamente nero come il cappuccio, con cinto dello stesso colore e privo di mozzetta. In segno di penitenza i fratelli portano il volto coperto da un cappuccio bucato all'altezza degli occhi e così vestiti, disposti dietro lo stendardo aperto al vento e tenuto dai due confratelli più giovani della congrega, procedono in fila per due.
Nel mezzo del corteo avanza la croce con l'assistente spirituale; seguono i dignitari della confraternita, priore ed assistenti, i quali precedono i fedeli che partecipano al rito cantando. Andando verso la cattedrale, dopo l'intonazione del parroco assistente che accenna le prime note del versetto, i confratelli cantano il Benedictus o Cantico di Zaccaria (Vangelo di Luca 1,68-79), più volte ripetuto durante il percorso. Giunti in cattedrale accolti dal suono delle campane, i confratelli dopo la benedizione eucaristica ascoltano un breve pensiero del sacerdote che li ha accompagnati (o partecipano alla celebrazione della messa per le processioni del pomeriggio), quindi fanno ritorno alla loro sede cantando questa volta l'inno Te Deum.
Giovedi Santo: i Sepolcri
Venerdi Santo: Mentre lo stendardo nero dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso comincia a far capolino dal portale della Chiesa e la banda intona le prime note della Marcia Funebre Lugete Veneres, gli incappucciati escono disponendosi in fila per due, tra le note della marcia funebre. Verso le diciannove ha inizio la cerimonia: le statue vengono sollevate e portate a spalla e già dai primi passi, dentro la Chiesa, ha inizio la caratteristica "cunnulella", movimento dondolante e sincrono delle spalle e di tutta la persona. Il nero stendardo, con le insegne della confraternita, fa capolino alla porta della chiesa, avvolto in senso di lutto per la morte di Cristo. Seguono altri confratelli incappucciati, disposti in fila e con le fiaccole accese. Dalla Chiesa iniziano ad uscire i Misteri con la caratteristica cunnulella.
Sabato Santo: La processione del gruppo della Deposizione e della Pietà, che occupa la mattina di questo giorno, è forse quella emotivamente più intensa, certamente suggestiva è la partecipazione di tantissime donne alluttate. Il gruppo della Deposizione noto a Sessa Aurunca col nome di Mistero di San Carlo, ripropone l'immagine scenica del Calvario:Giuseppe D'Arimatea e Nicodemo tolgono il corpo di Cristo dalla Croce e lo consegnano alla Madre, che insieme alla Maddalena e ad un altro personaggio completa la scena. L'altro gruppo, portato in processione dai confratelli della confraternita del SS. Rifugio è quello della Pietà, chiamato semplicemente l'Addolorata e rievoca l'abbraccio della Vergine che raccoglie il corpo di Gesù. La statua del Cristo, a differenza di tutte le altre, non è di cartapesta: è ricavata da un unico tronco d'olivo la cui lavorazione è attribuita dalla tradizione alla mano di un ergastolano pentito.