Santa Maria della Salute, a Viterbo

04/07/2024 - 04/07/2024

Mostra - Presentazione sino al 30/09/2011, presso il Tribunale di Viterbo dei lavori di restauro effettuati presso l’antica Chiesa di Santa Maria della Salute di proprietà dell’ ORDINE DEGLI AVVOCATI .




Mastro Fardo di Ugolino della corporazione dei notai iniziò la costruzione della Chiesa di Santa Maria della Salute nel 1320. Era un uomo profondamente generoso e caritatevole, impegnato per tutta la sua vita ad aiutare le donne povere e sole con bambini, alle quali, oltre aver già dato ospitalità nelle case fatte erigere nelle immediate vicinanze della chiesa, volle dar loro anche un luogo ove pregare. Non soddisfatto dei risultati, dopo alcuni anni decise di trasferirsi sui Monti Cimini, ove realizzò un ospizio per i pellegrini ed un’altra chiesetta (siti ritrovati da Archeotuscia recentemente). Alla sua morte volle essere sepolto nella chiesa di Santa Maria e c’è una lapide in peperino che lo ricorda.

La Chiesa rappresenta per la città di Viterbo uno splendido esempio di architettura gotica italiana del XIV secolo. La parte più  importante è il suo magnifico portale, opera molto probabilmente del Maitani o dei suoi allievi, delimitato da una teoria di colonnine e pilastrini in marmo e pietre umbre di diverso colore; sugli stipiti si sviluppa un elegante tralcio di vite che circonda alcuni medaglioni in marmo illustranti le opere di misericordia, a sinistra quelle corporali e a destra quelle spirituali.




L’Associazione ha provveduto, grazie ai contributi ricevuti dai privati ed in particolare  dalla Fondazione Carivit, al restauro del portale, delle scale, del portone di accesso e delle due porticine interne, della sacrestia e del campanile, ripristinando anche l’antica cancellata di protezione.



Infine, dopo la sistemazione del tetto, è stato provveduto al restauro dell’edicola esterna in peperino, mancante per oltre la sua metà, ricorrendo all’artista Giovanni Funari. I lavori di restauro dovranno continuare, in quanto dal pavimento trasuda molta umidità attribuibile all’antica consuetudine di seppellire i morti nelle chiese. Gli esami chimici effettuati propendono per questa tesi, per cui dovranno essere fatti dei saggi per verificare l’attuale stato ed hanno già dato l’assenso tutte le Soprintendenze interessate. Le ricerche bibliografiche per la realizzazione delle tabelle oggi in mostra, sono dei nostri soci Emanuele Ioppolo, Gustavo Guarnieri, Luciano Proietti ed Eugenio Gentili.




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