Montenero festeggia i maccheroni a fezze
Acqua, uova e farina: ingredienti semplici e genuini, come i valori che caratterizzano la cultura contadina della bassa Sabina. Prodotti che, sapientemente lavorati dalle mani esperte delle massaie, danno vita a un piatto dal sapore unico, i “maccheroni a fezze”. Sabato 19 luglio il pittoresco borgo di Montenero Sabino celebra questa specialità insieme ad altre ricette tipiche di questo tratto del reatino, per la 14esima edizione di una Sagra nella quale lo spettacolo e il piacere del palato sono assicurati.
Da queste parti la ricetta originale dei “maccheroni a fezze” si tramanda di madre in figlia da tantissimi anni: l’impasto viene a lungo lavorato e quindi trasformato in un unico, lungo filo di pasta; poi viene raccolto nella fatidica matassa (dal nome dialettale di fezza) e successivamente cotto e condito con sugo di carni miste o con un pesto a base di olio extravergine, aglio (crudo e intero) e maggiorana. Dalle 19 in poi, nella piazza centrale del paese si potranno gustare i “maccheroni a fezze” insieme ad altri piatti della tradizione come il dolce tipico della festa, la “ciambella all’anice di Montenero”, il tutto accompagnato dall’ottimo vino locale e dagli spettacoli di musica dal vivo. In occasione della Sagra sarà anche organizzata una mostra di pittura nel cortile del Castello Orsini, e si potranno visitare gli spazi interni della rocca medievale, ammirando il suggestivo panorama sul paese e sulle campagne che lo circondano.
Situato su un costone dei Monti Sabini e racchiuso tra i torrenti Riella e Petraro, l’abitato di Montenero Sabino ha la tipica struttura a spina di pesce, con una doppia fila di case intervallate da angusti vicoli e disposte ai lati di un’unica strada, l’attuale Via Roma, che collega le due estremità del borgo, la Chiesa parrocchiale in basso e la poderosa mole del Castello in alto. La Chiesa dedicata al Patrono del paese, San Cataldo Vescovo, fu ristrutturata nel 1735 ma conserva ancora tracce della struttura medievale; al suo interno si possono ammirare gli splendidi stucchi, gli affreschi barocchi e la statua della Madonna, una scultura lignea del ‘800 a cui gli abitanti di Montenero diedero il nome di “Madonna della Maternità” per le dolci sembianze del volto. I più antichi documenti provenienti dall’Abbazia di Farfa, in cui viene menzionato il Castrum Montis Nigri, risalgono al 1023; il nome Montenero sembra possa derivare dalla presenza della pietra focaia in questo territorio, ma anche dai folti e oscuri boschi che lo circondano. Già, un’altra caratteristica di questo borgo è quella di essere immerso in un paesaggio dal sapore antico, in cui la presenza dell’uomo non è invadente e dove si può godere del benessere che donano ettari e ettari di montagne ricoperte di lecci e querce.
Montenero - Rieti
19 luglio