La Quintana di Ascoli Piceno con il Camper Club il Bassotto

02/07/2024 - 02/07/2024

I Luoghi che visiteremo ad Ascoli Piceno
Pinacoteca
La Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, considerata tra le più importanti della regione Marche, si  trova nelle ali nord e ovest del primo e del secondo piano del Palazzo del Municipio nella Piazza Arringo L'allestimento ebbe inizio nell'anno 1861 per iniziativa di due ascolani: Giorgio Paci e Giulio Gabrielli, cui seguì un'ulteriore sistemazione, nel 1921, quando ebbero luogo la selezione e la scelta delle opere più rappresentative da custodire all'interno dell'esposizione Le opere presenti che arricchiscono il patrimonio artistico della pinacoteca provengono da conventi, chiese e da donazioni di privati, tra le più note si annoverano le collezioni di Antonio Ceci, Ernesto Verrucci e quella dei mobili della famiglia dei conti Sgariglia. Le attuali 15 sale espositive ospitano un ragguardevole numero di opere pittoriche su tela e su tavola, datate dal XIV al XX secolo, sculture, affreschi rimossi, raccolte numismatiche, ceramiche, grafiche costituite da stampe e disegni, strumenti musicali e miniature.Tra gli artisti più famosi presenti si citano: Tiziano, Tintoretto, Guido Reni, Carlo Crivelli, Pietro Alamanno, Cola dell'Amatrice, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Luca Giordano, Alessandro Magnasco detto il Lissandrino, Bernardo Bellotto detto il Secondo Canaletto, Ferdinando Cicconi, Bernardo Strozzi e altri. Tra gli artisti ascolani figurano le pitture di Nicola Cantalamessa, Giulio Gabrielli, Dino Ferrari e Giulia Centurelli. Le sculture di Ercole Rosa, Tenerani, Del Gobbo, Panichi, Ximenes, Ortenzi e altri ancora.
La pinacoteca custodisce anche un unicum magnifico e prezioso: il Piviale di manifattura inglese del XIII secolo, perfettamente conservato, che il papa ascolano Niccolò IV donò alla Cattedrale della città il 28 luglio 1288. Il paramento è realizzato in tessuto di tipo sciàmito, (tessitura di seta composta da due orditi, fondo e legatura, e da un numero minimo di due tramature legate in diagonale), misura cm 159X340, raro esempio di "opus anglicanum", arricchito di broccato a fili in oro e riccamente ornato da tre serie di figurazioni, ricamate in seta, racchiuse all'interno di clipei disposti in registri orizzontali. Nelle tre serie si mostrano 16 ovali e 4 semiovali che recano rappresentate figure istoriate di evangelisti, pontefici, una crocifissione nell'ovale centrale, e l'immagine della Madonna.In origine era decorato anche da perle e da gemme che furono poi rimosse e vendute per corrispondere la taglia imposta, nel periodo dell'invasione napoleonica, dal generale Rusca nel 1797.Il piviale fu rubato il 6 agosto 1902 dalla cattedrale ascolana e per due anni non se ne ebbero notizie. Nel 1904 ricomparve esposto all'interno del South Kensington Museum di Londra risultando di proprietà dal banchiere e filantropo statunitense John Pierpont Morgan, che lo aveva acquistato ignorandone la provenienza. Il banchiere conosciuta la storia e il furto del manufatto lo riconsegnò gratuitamente allo Stato Italiano il 28 luglio 1907. Da allora il Comune di Ascoli si occupa della sua custodia.
 
Duomo
All’interno, in una cappella è custodito il polittico del Crivelli
“Polittico del duomo di Ascoli” è un complesso pittorico autografo di Carlo Crivelli, realizzato con tecnica a tempera su tavola intorno al 1472-73, misura 270 x 270 cm. ed è custodito nella Cattedrale di Sant’Emidio ad Ascoli.  Il Polittico in esame fu commissionato  per la cattedrale di Sant’Emidio dal vescovo Prospero Caffarelli nel 1472. Attualmente è conservato nella cappella del Santissimo Sacramento della stessa chiesa.L’opera conserva in pieno la sua originalità, ornata nella sua meravigliosa cornice gotico-veneta che ne mette in risalto il pulito cromatismo e le decise forme, talora scheggiate, talora levigate in delicate modulazioni curvilinee, colpite sempre obliquamente dalle fonti luminose, che richiamano la pittura fiamminga. Il complesso pittorico di Ascoli porta a termine il periodo più fecondo del Crivelli.La firma e la data sono state scritte sul gradino del trono nel pannello raffigurante la “Madonna col Bambino” (centro del registro centrale).Nonostante le grandi lodi pervenute al polittico dai più antichi studiosi, tra i quali il Ricci (1834), la critica del tardo Ottocento non risparmiò invece aspri attacchi, considerandolo sgradevole, sfigurato, “plasticamente debole e privo di grazia” (Lionello Venturi, 1907, “grottesco” (Cavalcaselle, 1871): un complesso pittorico che  si sottraeva, soprattutto nei suoi valori essenziali, agli schemi toscani e classicheggianti. Agli inizi del Novecento i criteri di valutazione incominciarono a cambiare ed il complesso ascolano, anno dopo anno, fu giustamente rivalutato nella sua vera dimensione pittorica, dal primo elogio del “substrato mantegnesco” (Adolfo Venturi, 1914), all’accostamento alle opere del Giambellino (Drey, 1927). Il valore dell’opera crivelliana, soprattutto per la “originalità e la coerenza assoluta dello stile” (Zampetti, 1952), viene oggi riconosciuto all’unanimità dalla critica ufficiale. L’opera fu sottoposta negli anni Settanta dello scorso secolo ad un accurato restauro a Urbino.
 
Piazza del Popolo
Piazza del Popolo, con la sua prospettiva d’insieme, racchiude in sè tutta la storia di Ascoli Piceno. In stile rinascimentale è una delle più belle e suggestive d'Italia, definita spesso salotto cittadino per la sua armoniosità ed eleganza, è per gli ascolani il luogo dove si compie il rituale serale del “passeggio a vasca” ed il posto per eccellenza in cui si incontrano tutti.
Ma la piazza è anche il luogo di manifestazioni culturali come la Quintana, rievocazione storica con sbandieratori, dame, arcieri e musici che sfilano in piazza prima dell’inizio del torneo.La piazza, di forma rettangolare si apre all'incrocio del cardine e del decumano dell'impianto stradale cittadino, precisamente tra corso Giuseppe Mazzini e via del Trivio. Il suo spazio è circoscritto dalla possente facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, dal Caffè Meletti, dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, cui è addossata l'edicola di Lazzaro Morelli. Tutto il resto del perimetro è incorniciato da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali movimentati da portici e merlature. Lastre di travertino compongono la pavimentazione della piazza, che in caso di pioggia assumono un suggestivo effetto a specchio.
La piazza assunse la configurazione architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo, quando il governatore Raniero de' Ranieri si occupò della sua sistemazione, finanziata con spesa pubblica nel 1507. Ultimata la costruzione del colonnato nel 1509, si dette la possibilità ai privati di costruire e sopraelevare i fabbricati seguendo gli spazi della proprietà preesistente. Ogni proprietario dovette attenersi alle regole fissate che prevedavano: l'elevazione di un solo piano, oltre il colonnato, mantenendo l'uniformità dell'altezza dei fabbricati; l'utilizzo degli stessi materiali edili, travertino per le finestre e mattoni rossicci per le volte e le case; fu disegnata da Bernardino di Pietro da Carona il modello di finestra, di gusto lombardo, definita: riquadrata con timpani tondi e decorazioni a palmette. Successivamente furono aggiunti i merli alla ghibellina. Piazza del Popolo deve la sua denominazione al Palazzo dei Capitani del Popolo, uno dei principali edifici storici che, con la sua medioevale torre merlata, a fianco dello storico Caffè Meletti, ne contorna l'area.
Lo storico Antonio Rodilossi la descrive come «una delle piazze più armoniose d'Italia, isola pedonale e cuore del centro storico.» È spesso definita come il salotto cittadino ed è il luogo per eccellenza dove gli ascolani s'incontrano e passeggiano
 
La chiesa di San Francesco
La chiesa di San Francesco è tra i monumenti che, insieme al palazzo dei Capitani, allo storico Caffè Meletti ed alle logge, delimitano piazza del Popolo, cuore della città di Ascoli Piceno.
Antonio Rodilossi la descrive come uno dei più interessanti esempi italiani di architettura francescana, nonché la chiesa francescana più rappresentativa della regione Marche. Essa costituisce il centro di un complesso monumentale composto anche dai due chiostri annessi: il Chiostro Maggiore ed il Chiostro Minore. La chiesa nasce per ricordare la visita di san Francesco ad Ascoli Piceno nell'anno 1215 e del santo ne conserva il nome, pur essendo stata dedicata e consacrata, il 24 giugno 1371, a san Giovanni Battista dal vescovo Giovanni Acquaviva.
 
La Quintana di Ascoli Piceno
I colori, i suoni e le emozioni di Ascoli medievale: in una parola la Quintana. Il secondo sabato di luglio e la prima domenica di agosto il tempo sembra fermarsi e la città delle Cento Torri torna indietro di sei secoli per rivivere la magnificenza e l'opulenza del libero comune e per rievocare le feste patronali che si tenevano a cavallo tra luglio ed agosto in onore di Sant’Emidio. Ascoli si immerge con entusiasmo nel suo passato per regalare un sogno a chi la visita. La rievocazione storica è nata nel 1955 per volontà di alcuni maggiorenti i quali intuirono che attraverso tale manifestazione l’immagine di Ascoli potesse essere rilanciata e veicolata a livello nazionale. Nello storico Caffè Meletti che si affaccia sulla monumentale piazza del Popolo fu partorita l'idea che si consolidò e si concretizzò in poco tempo. Il 5 agosto 1955, giorno di Sant'Emidio, la rievocazione storica della Quintana vide la luce. Ci fu grande attesa per il debutto e gli ascolani la seguirono più con curiosità che con passione. Per anni, la rievocazione rappresentò il vero canale promozionale di Ascoli. Nel 1960, in occasione delle Olimpiadi di Roma, fu organizzata una partecipata ed applaudita Giostra all'interno del Circo Massimo. La Quintana ha girato ogni angolo della penisola, da Sondrio ad Agrigento, ha varcato le Alpi per recarsi in Svizzera, Austria, Francia e Germania, ha sorvolato l'Atlantico. Nel 1972 fu ospite a Monaco per le Olimpiadi e nel 1976 fu invitata all’Expo di Montreal nel corso della giornata italiana. Negli anni Ottanta, la Quintana ha esaurito il suo compito promozionale per diventare quella partecipata “guerra intestina” che tuttora anima gli ascolani. Al turista che arriva in città nel giorno della Giostra Ascoli offre il meglio di sé. Il visitatore resta ammaliato dal sontuoso corteo di 1.500 personaggi in costume rinascimentale, che attraversa le piazze e le vie più suggestive. Le magistrature, guidate dal magnifico messere, il sindaco in carica, aprono la passeggiata storica e dopo il gruppo comunale incedono i nove Castelli soggetti al Comune di Ascoli ed i sei Sestieri con la splendida dama, gli eleganti nobili e anziani, i granitici armati, musici e sbandieratori ed ovviamente il cavaliere. I costumi sono ben curati e modelli involontari sono i personaggi ritratti dai grandi artisti che hanno operato nel Piceno nel Quattrocento, in particolare Carlo Crivelli; alcuni di essi sono stati firmati da affermati stilisti come Pizzi, Guidetti, Martini. La dama di Sestiere è il personaggio più ammirato ed il suo abito è ricchissimo ed elaborato. Alcuni dei costumi più famosi sono oggi conservati nella sede dell'Ente Quintana in piazza Arringo, aperta al pubblico durante il periodo estivo.
La Quintana non è solo la ricca sfilata e l'entusiasmante Giostra al campo dei giochi di Ponte Majore. La rievocazione storica vive di momenti e tempi diversi, che ricalcano il percorso rituale delle antiche celebrazioni cittadine, puntualmente descritte negli Statuti del 1377. L’atto che formalmente invita i Sestieri a sfidarsi è costituito dalla lettura del bando. La cerimonia avviene nello stesso giorno della presentazione del Palio e cioè il primo sabato di luglio ed il 26 luglio, giorno in cui tradizionalmente iniziano i festeggiamenti in onore di Sant'Emidio. Un personaggio a cavallo, detto banditore, attraversa le via e le piazze della città vecchia, scortato da alcuni figuranti che recano il Palio, per dare notizia che è indetta la Giostra. Il bando che viene “urlato” è scritto in lingua volgare e spiega le modalità della Giostra. La vigilia della sfida è caratterizzata da una solenne cerimonia religiosa che culmina con la benedizione dei cavalieri e l'estrazione dell'ordine degli assalti. Il torneo cavalleresco di luglio è preceduto dall’omaggio alla Madonna della Pace sul sagrato della chiesa di Sant’Agostino, all'interno della quale è custodita l'icona. La Madonna della Pace è un dipinto eseguito da Francesco Ghissi, originariamente denominato “Madonna del latte” o “dell’umiltà”. L'opera è stata così ribattezzata perché a tale effigie fu attribuito il merito della prodigiosa riconciliazione delle facinorose fazioni cittadine in perenne lotta che, nel Medioevo, al repentino suono della campana della chiesa di Sant’Agostino, deposero le armi. L'intercessione della Madonna della Pace viene invocata nei terremoti. A Lei si rivolgevano le mamme, specialmente nel periodo della gestazione e dell'allattamento. Nella primavera del 1944, con la città in apprensione per le incursioni aeree, la popolazione depose sull'altare della Madonna della Pace fiori, ceri, fotografie di soldati feriti, dispersi o prigionieri. La Giostra di agosto ha come prologo la cerimonia dell'Offerta dei Ceri, che si celebra dinanzi al Duomo. Si legge negli statuti del 1377 che era usanza da parte dei rappresentanti delle arti e delle corporazioni donare al vescovo della città un cero votivo per accattivarsi la benevolenza di Sant’Emidio, il patrono della città. Le arti e le corporazioni cittadine erano complessivamente dodici e ciascuna offriva il proprio omaggio. Il Comune di Ascoli non era da meno, contribuendo all’offerta di un cero di maggiori dimensione (il “ciro grande”) alla presenza di tutto il popolo della città. Oggi, sono i Sestieri ed i Castelli che si sostituiscono ai rappresentanti delle arti e delle corporazioni. Nel corso della cerimonia, il vescovo di Ascoli legge un celebre brano tratto dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi.
Il Torneo Cavalleresco della Quintana di Ascoli Piceno, una autentica pagina di medioevo che riaccende ogni anno la passione negli animi degli ascolani,  proponendosi all’ammirata attenzione di migliaia e migliaia di turisti, rappresenta uno dei molteplici aspetti della storia, del costume e del folklore italiano, e come tale ha spesso rappresentato questi valori anche all’estero in particolari occasioni, come all’ultima Esposizione Mondiale di Montréal, dove una sintesi della manifestazione è stata presentata al pubblico cosmopolita in occasione della giornata Nazionale Italiana.
Ha ancora rappresentato l’Italia a Les Fetes Internationnelles de Genève, e l’ha rappresentata in decine e decine di altre occasioni in quasi tutta l’Europa.
 
La Quintana, ripresa nel 1955 nasce dal desiderio di alcuni illuminati cittadini che, desiderosi di riportare vitalità in una città di provincia appena ricostruita dopo i grandi conflitti mondiali, si diedero da fare per riscoprire quelle che erano le tradizioni ascolane per i festeggiamenti del Santo Patrono.
Questi uomini e donne lungimiranti cominciarono a riunirsi e ad individuare i punti cardine della manifetsazione. C’era chi si dedicò alla ricerca delle fonti, chi puntò al reperimento dei fondi,  chi buttò le basi per la coreografia e costumi e  chi si occupò della divisione della città.
Per questo venne ripresa la divisione presente nel catasto urbano del 1381 divisa in quartieri e poi in sestieri.. Si scelse di privilegiare le quattro porte di accesso alla città, il sestiere del cuore cittadino dedicato al patrono e quello situato nella parte alta della città. Da qui l’origine dei sestieri di Piazzarola, Porta Maggiore, Porta Romama, Porta Solestà, Porta Tufilla e Sant’Emidio. Ma nella prima edizione del 1955 non parteciparono Piazzarola e Maggiore.
La prima edizione fu segnata dalla imponente partecipazione di una rappresentaza del Calcio Storico Fiorentino che fu di grande aiuto nella fase di costituzione della manifestazione. Il corteo che per la prima volta sfilò lungo le piazze e vie principali della città era aperto dall’indimenticato sindaco della ricostriuzione , Serafino Orlini che, come sancito, quel giorno diviene Magnifico Messere. Nel corteo oltre ai sestieri, c’era già la presenza del primo castello partecipante alla quintana, quello di Arquata, al quale negli anni se ne sono aggiunti altri. Dietro al Magnifico Messere c’erano gli altri amministratori della città, gli assessori, a testimoniare l’importanza dela manifestazione per la città.
I Sestieri erano guidati dal console, così come oggi, e dai valletti e gonfalonieri che portano il gonfalone.
 
Programma
Venerdì 8 luglio 2016
Arrivo possibilmente per le ore 16,00 presso area assegnata.
Ore 18,00 P.za S. Agostino, Quintana di Ascoli Piceno, saluto alla Madonna della Pace, Durante la cerimonia, nella quale il rettore del tempio impartisce la benedizione solenne ai cavalieri giostranti, viene sorteggiato l'ordine in base al quale giostreranno la sera del sabato i cavalieri in rappresentanza dei Sestieri cittadini
A seguire piccolo giro per la città.
Ore 20,30 taverna Sestiere di Porta Tufilla presso il chiostro di S. Antonio Abate cena propiziatoria,
saluto al cavalier giostrante, alla dama. A seguire balli e musica.
Al termine ritorno ai camper

Sabato 9 luglio 2016
Ore 9,00 partenza per la Pinacoteca (costo del biglietto 5 euro a persona comprensivo di guida)
Al termine un giro per la città: visiteremo il Duomo - Cattedrale intitolata al santo patrono della città S.Emidio.
Andremo poi nel salotto cittadino, Piazza del popolo e visiteremo anche la chiesa di S. Francesco
Sempre a piedi vedremo altri scorci caratteristici della città e un laboratorio di lavorazione delle ceramiche.
Ore 13,00 pranzo presso  la taverna del sestiere di Porta Tufilla come da menù allegato in fondo al programma.
Ore 20,00 ingresso al campo dei giochi per assistere al torneo cavalleresco della quintana edizione di luglio
( costo del biglietto 18 euro a persona compresi i bambini )
Al termine della manifestazione ore 24,00 circa rientro ai camper o partecipazione ai festeggiamenti del sestriere vincitore.

Domenica 10 luglio 2016
Mattinata libera per continuare il giro della città, eventualmente pranzo per chi lo volesse presso un locale convenzionato.
Fine raduno
 
Pasti facoltativi da prenotare comunque in anticipo
Cena di Venerdì 8 Luglio presso taverna Sestiere di Porta Tufilla
penne all’arrabbiata; panino con porchetta; un bicchiere di vino costo di 6 Euro a persona
Pranzo di Sabato 9 Luglio presso taverna Sestiere di Porta Tufilla
antipasto - primo - secondo - contorno - acqua vino caffè : 18,00 Euro a persona, non mancheranno di sicuro le olive rigorosamente artigianali.
 
Dove sosteremo
 
Ascoli Piceno
L’area di sosta è in fase di definizione. Verrà comunicata a breve ma sarà comunque un’area che ci consentirà di arrivare comodamente a piedi in centro città.
 
Costi di partecipazione
Per questo raduno è previsto solo un contributo spese per coprire i costi di segreteria e la visita guidata oltre alle spese per la sosta dei Camper.
Contributo camper  20 euro
Costo a persona (adulti e bambini):    23 euro complessivi per ingresso alla Pinacoteca con visita guidata e biglietto di ingresso allo stadio per assistere alla Quintana
Costo sosta: Ascoli Piceno sosta gratuita presso area appositamente adibita
La quota indicata comprende:
- Sosta camper per le notti di partecipazione
- Visita guidata di Ascoli Piceno
- Biglietti di ingresso allo stadio per assistere alla quintana
 
La quota non comprende
- Tutto quanto non compreso ne "La quota comprende"
- i pasti facoltativi
 
N.B per i non soci e simpatizzanti del Club, alle cifre  indicate nei due prospetti,  sommare la cifra di 30 Euro che comprende tessera del CLUB e Camping Card International.

Iscrizione alla vacanza
Nota
Il Camper Club il Bassotto non è da ritenersi responsabile di eventuali variazioni di programma per cause non imputabili alla nostra organizzazione ma per eventi particolari che esulano da tutto quanto indicato nel programma e di questo ne daremo immediato riscontro.
 
Il raduno verrà confermato al raggiungimento di 10 equipaggi confermati.

Attenzione
Le prenotazioni saranno aperte per i non soci il 30 Aprile 2016 telefonando al numero 335203019 e lasciando i vostri dati anagrafici compresi di numero telefonico oppure scrivendo all’indirizzo email riportata nel box contatti: