L'evento coinvolge tutto il paese e prevede sfilate di carri allegorici, gruppi mascherati e la tradizionale processione de “Lì Moccule”, lanterne colorate costruite dagli artigiani locali su una canna ancora verde che termina a forma di rombi a più facce rivestite da carta velina. Un lato viete lasiato aperto per posizionare all'interno una candela che verrà accesa prima di partire per la processione.
L'apertura della manifestazione è il pomeriggio di giovedì Grasso quando la Proloco offre a tutti le “pizzaonte” innaffiate dal buon vino castignanese mentre il falò celebra la fine del Carnevale. .
Secondo alcune fonti storiche la sfilata dei Moccoli avveniva già nella Roma papalina per mettere fine al Carnevale.
Dopo l'unità d’Italia questa usanza si è persa e Castignano ora è l'unico comune in Italia ad aver conservato questa tradizione ininterrottamente almeno sin dal 1861.
I primi Moccoli si ritrovano per le vie del borgo al suono della “Catubba” ed invitano tutti ad uscire di casa per accodarsi alla sfilata al richiamo “Fora fora li moccule!”. L'illuminazione pubblica del paese viene spenta e la processione si svolge alla sola luce emanata dai Moccoli riversando nelle strade un affascinante scia di colori che proietta tutti in un'atmosfera di allegria e che riporta ad un mondo antico e fantastico.
La processione termina in Piazza San Pietro per la tradizionale battaglia, da cui scaturisce il falò purificatore. Lo spegnersi del falò ed i fuochi d’artificio segnano la fine del carnevale e l’inizio della Quaresima, ma i castagnesi chiudono in bellezza con il veglione di fine carnevale, presso il teatro comunale.
Programma:
Giovedì 27 Febbraio: Castignano, Pizza onta;
Sabato 1 Marzo: teatro Comunale - Veglione di Carnevale;
Martedì 4 Marzo: pomeriggio, sfilata allegorica di carri e gruppi mascherati. La sera, processione de lì Moccule e il veglione di fine Carnevale.
Castignano, arroccato sul Monte dell'Ascensione, con le sue chiese romaniche, risulta un museo all'aperto. Imperdibile il suggestivo panorama offerto dalla medioevale piazza San Matteo dalla quale si possono gli Appennini, il mare ed i caratteristici calanchi.
Tappa obbligatoria per i visitatori sono inoltre la chiesa di Santa Maria del Borgo, dove sono conservate le tracce della presenza dei cavalieri Templari ed il borgo rinascimentale di Ripaberarda dove, nel perimetro del vecchio castello, sono racchiuse molte case rinascimentali. Al centro si erge il campanile romanico-rinascimentale, costruzione risalente al 1518 di 52 metri ed attribuita ad Antonio da Lodi.