SCOZIA E QUALCHE ASSAGGIO DI INGHILTERRA
Estate 2008
Equipaggio: Ciccio & Ale con le figlie di 13 e 14 anni e il pastore tedescoZelda (6 anni)
Periodo: 30 luglio 2008 - 23 agosto 2008
Veicolo: mansardato Elnagh Super D 112G - 2800 jtd, anno 2005 - lunghezza 7mt.
Km percorsi: 7.000 circa
Spesa totale carburante: 1.300 euro circa
Spesa totale pedaggi autostradali: 150 euro circa (compreso il bollino per la Svizzera)
Spesa totale campeggi: 400 euro circa considerando un equipaggio di 4 persone, 1 cane e l’elettricità
CONSIDERAZIONI GENERALI
Abbiamo iniziato a pianificare il viaggio in Scozia quando ci ha colpito il
“Mal di Norvegia” (meno conosciuto del più famoso “Mal d’Africa” ma
altrettanto persistente) di ritorno, appunto, da NordKapp. Abbiamo allora
sentito la necessità di cercare un altro Nord, sperando di ritrovarvi quella
magia che chi ha visitato la penisola Scandinava ben conosce.
In realtà abbiamo trovato un Nord del tutto diverso, non meno interessante
anche se quell’atmosfera particolare non c’era…
BELLEZZE NATURALI E ARTISTICHE: Straordinariamente bella è la zona delle
Highlands Nord-Occidentali ed in particolare quella che va da John O’ Groats
all’isola di Skye. Qui la natura fa da padrona: ci sono delle coste e delle
spiagge veramente meravigliose, tra le più belle che io abbia mai visto in
Europa; non ci hanno entusiasmato le isole Orcadi o meglio la Mainland, l’
unica visitata, che pur essendo piacevole si è rivelata al di sotto delle
nostre aspettative, come ho raccontato nel diario.
Anche i paesaggi di montagna sono immensamente affascinanti e molto diversi
da quelli a cui ci ha abituato la nostra terra. Molti i siti archeologici
per chi ne è un cultore e ovviamente i castelli e le cattedrali gotiche,
maestose e bellissime.
COSTO DELLA VITA: indubbiamente è tutto abbastanza costoso soprattutto in
Inghilterra comprese le entrate ai castelli, nelle cattedrali piuttosto che
in altri luoghi, anche se un po’ si risparmia con i family ticket, spendendo
mediamente tra le 20 e le 25 sterline. So che in alcuni luoghi è possibile
acquistare biglietti che comprendono la visita a più siti di interesse
storico risparmiando parecchio e comunque è sempre tutto ben pubblicizzato e
visibile in loco.
Il costo del gasolio è più alto che in Italia e aumenta ancor più nelle
Highlands Occidentali dove costa tutto un po’ di più. Londra è un caso a
parte in quanto particolarmente costosa, ma questo forse lo si sa già.
STRADE: la guida a sinistra non crea alcun problema dopo il primo quarto d’
ora e le prime due rotatorie. Le strade nell’ 80% dei casi sono ottime e la
segnaletica è buona, l’abbiamo trovata un po’ carente solo nelle isole
Orcadi. Le single track non creano alcun problema perché le passing place
sono frequenti e in generale gli automobilisti scozzesi sono cortesissimi e
molto e prudenti nella guida.
Attenzione agli specchi laterali! Noi ci abbiamo rimesso quello destro ma
abbiamo visto molti altri camperisti nelle stesse condizioni. Fate
attenzione nei passaggi delle strade strette quando incontrate un altro
camper o un mezzo di grosse dimensioni: al di là del danno che non è
eccessivo, diventa complicata la guida a sinistra in assenza dello specchio
destro…
Le autostrade sono gratuite e con una segnaletica ottima; il fair play degli
automobilisti locali è notevole!
Nelle cittadine dell’Inghilterra è consigliabile utilizzare il Park&Ride per
avvicinarsi al centro storico, che fa perdere forse un po’ più tempo ma è
comodissimo ed economico. Il parcheggio è sempre gratuito, mentre costa poco
meno o poco più di 2 sterline il biglietto di andata e ritorno per gli
adulti che si acquista direttamente sull’autobus; i ragazzi fino ai 16 anni
viaggiano invece gratuitamente. Le navette solitamente partono ogni dieci
minuti circa e si riprendono alla stessa fermata in cui si scende.
CAMPEGGI: Le aree di sosta sono praticamente inesistenti ad accezione di
qualche area autostradale dove la sosta notturna è a pagamento.
I campeggi sono quasi ovunque, la rete è molto capillare, d’altra parte gli
stessi inglesi e scozzesi sono grandi campeggiatori. I camping site sono
abbastanza spartani, normalmente si tratta di prati erbosi con il blocco dei
servizi dove qualche volta (raramente) le docce sono a pagamento e quasi
sempre dotati di lavatrice ed asciugatrice in cui si usa il proprio
detersivo. Talvolta per accedere ai servizi viene consegnato alla reception
un codice numerico da inserire su di una tastiera esterna per poter aprire
la porta. I camper service raramente sono adeguati soprattutto per lo
scarico delle acque grigie che spesso manca o è inaccessibile. In alcuni
campeggi la piazzola è delimitata, ha il fondo di ghiaia o asfalto, e ci si
deve posizionare obbligatoriamente in una certa direzione che viene indicata
dal personale, per far fronte alle rigide (dicono loro) norme di sicurezza.
in altri ci si colloca liberamente sul manto erboso cosa che può creare
qualche problema se c’è molto fango perché si corre il rischio di rimanere
impantanati quando piove (e non è così infrequente!).
Mediamente abbiamo speso tra le 15 e le 18 sterline con l’elettricità,
quattro persone e il cane che peraltro non hanno mai conteggiato tranne che
in un caso (a Bath).
Normalmente non vengono richiesti documenti ma solo di compilare un format
con i dati del capofamiglia, la targa dell’automezzo e il pagamento è
anticipato. I campeggi che fanno capo al Caravan Club Site sono in genere
più costosi ma anche meglio tenuti; credo ci si possa associare e questo dà
diritto ad uno sconto sulle 29 sterline circa che in genere richiedono
(sempre considerando un nucleo familiare di quattro persone). Noi non lo
abbiamo fatto perché li abbiamo utilizzati solo un paio di volte.
La sosta libera non è consentita ma in alcuni casi è tollerata, in
particolare al nord della Scozia dove la situazione ambientale la favorisce.
Non esistono piazzole di sosta vere e proprie, occorre cercare un po’ il
luogo dove posizionarsi. Noi lo abbiamo fatto meno di quanto avremmo voluto.
Un consiglio: se possibile meglio prenotare il campeggio a Londra (Abbey
Wood o Cristal Palace) per evitare di trovarlo pieno e doverne utilizzare
uno troppo lontano dal centro come ci è capitato di dover fare.
METEO: per noi la nota dolente! Credo che nel programmare un viaggio in GB
ciascuno metta nel conto la pioggia: noi ne abbiamo presa tanta, forse
troppa e il tempo così uggioso e triste ha influito parecchio sul programma
delle giornate e conseguentemente sull’umore. Abbiamo avuto solo tre
giornate di sole con il cielo azzurro e molte in cui non li abbiamo visti
per nulla.. Se questa condizione pesa meno quando si visita una città,
diventa invece insopportabile quando il viaggio viene fatto nella natura per
cui poco si possono apprezzare i colori, le sfumature e i panorami nelle
giornate piovose o con le nuvole basse. Forse siamo stati sfortunati,
comunque il brutto tempo e l’ombrello qui fanno parte delle regole con cui
bisogna giocare e i cieli grigi e arrabbiati saranno il ricordo che serberò
vivo di questa terra.
CAMBIO: non abbiamo incontrato problemi nel cambiare valuta. Lo si fa in
prevalenza presso gli uffici postali (Post Office) che sono presenti ovunque
e applicano il cambio più conveniente. Solo in un caso abbiamo utilizzato la
banca poiché altre volte ci hanno risposto che è un servizio riservato alla
clientela. Nelle Highlands Occidentali abbiamo usufruito di un Tourist
Information (a Durness) perché non c’erano alternative, ma è decisamente
sconveniente.
ANIMALI: sono ben accetti ovunque, ma al momento dell’ingresso in GB occorre
avere tutti i documenti a posto. In Italia il veterinario privato mi aveva
fatto rilasciare un certificato anche dal veterinario ASL dopo una visita a
pagamento nella quale era stato accertato il funzionamento del microchip.
Alla frontiera, in realtà, mi hanno detto che è sufficiente il solo
passaporto che però deve essere in ordine, ossia riportare l’indicazione
della vaccinazione antirabbica la data e l’orario della sverminazione che
deve essere effettuata non oltre le 48 ore dall’arrivo in frontiera e il
certificato del tasso anticorpale (che noi avevamo fatto lo scorso anno per
andare in Norvegia e che una volta emesso è sempre valido se si rispettano
le date entro cui si deve fare la successiva vaccinazione antirabbica).
In GB sono moltissimi i proprietari di animali per cui, nei piccoli e nei
grandi centri si trovano delle cassettine rosse dove gettare le feci e
talvolta presso i campeggi ci sono a disposizione i sacchettini per
raccoglierle.
Nei traghetti gli animali devono rimanere in camper o nella vettura ma ho
visto proprietari di cani di piccola taglia viaggiare con loro in braccio o
con i gatti nel trasportino, assolutamente indisturbati.
MIDGES: sono dei piccolissimi moscerini che si incontrano nella zona delle
Highlands Occidentali che pungono e si infilano dappertutto: sotto i
vestiti, tra i capelli, nelle orecchie.. In loco vendono dei repellenti
appositi ma non mi sono sembrati così efficaci. Non si può fare molto,
tranne utilizzare le zanzariere in camper e sopportare.
MEDICINALI: ne parlo perché ci è capitato l’inconveniente della febbre di
mio marito e mi sono resa conto che è bene portare da casa tutti gli
antibiotici di cui si può necessitare e in generale tutti quei farmaci che
non sono da banco. Mentre questi ultimi sono reperibili in qualunque
supermercato, gli altri vanno acquistati nelle Surgery, direttamente dal
medico che bisogna pertanto reperire e contattare. Non ci sono infatti
farmacie e trovare un dottore in alcune zone come nelle Highlands Nord-
Occidentali che sono poco popolate, non è impresa banale.
GUIDE UTILIZZATE:
Lonely Planet Inghilterra
Lonely Planet Scozia
Meridiani nr. 141 Scozia
Meridiani nr. 155 Londra
Guida Londra Peugeot
Guida Londra De Agostini
Diari di viaggio reperiti sul sito e in particolare:
Livio&Daniela “Inghilterra e Scozia 2006”
che ringraziamo vivamente per i consigli e le utili indicazioni che ci hanno
fornito!
Cominciamo…
30 Luglio - 1° giorno
Km percorsi:455
Da dove partiamo:Mestre Venezia
Dove arriviamo:San Gottardo (CH)
Pernottamento:
area sosta
Tempo:nuvoloso
La giornata inizia presto! Dobbiamo caricare il camper per partire il prima
possibile. Zelda deve essere portata dal veterinario per l’ultimo
certificato necessario prima di passare la frontiera con la Gran Bretagna e
deve prendere la pastiglia per la sverminazione..
Ci dividiamo i compiti come sempre: io e mia figlia maggiore iniziamo a
caricare, Ciccio e mia figlia minore se ne vanno dal veterinario e a
sbrigare le ultime commissioni.
Dopo un panino, alle due l’equipaggio è ai nastri di partenza: VIA!!!
Finalmente! Come sempre sono alcuni mesi che leggo diari di bordo, consulto
carte e guide per preparare questo viaggio e sono stra felice di partire.
Il caldo di questi giorni si è fatto sentire e godo all’idea di un po’ di
fresco; speriamo di non dovermi pentire di quello che ho detto.. Come sempre
il traffico fino a Milano è infernale. Per fortuna appena imbocchiamo la
direzione Como-Chiasso diminuisce. Entriamo in Svizzera dopo aver acquistato
il bollino per l’autostrada.
In prossimità del tunnel del San Gottardo: coda! La partenza intelligente
non ha funzionato o è sempre così? (Propendo per la seconda ipotesi vista
l’esperienza fatta più voltei!)
Dopo il tunnel ci fermiamo nella grande area di sosta che incontriamo subito
dopo e decidiamo di cenare e restare a dormire lì. Partita e Scarabeo, mini
passeggiata e ci mettiamo a dormire cullati dal rumore di una pioggerellina
sottile: sarà la prima di una lunga serie!
31 Luglio - 2° giorno
Km percorsi:839
Da dove partiamo:San Gottardo
Dove arriviamo:100 km prima di Calais
Pernottamento:
area sosta in autostrada
Tempo:nuvoloso e pioggia
Sveglia alle otto e partenza un’ora dopo; le ragazze dormono e le lasciamo
fare. Sarà una giornata pesante dedicata al trasferimento perché dobbiamo
arrivare a Calais per prendere il traghetto che va a Dover.
C’è il sole e attraversare la Svizzera ci piace moltissimo: è un paese che
amiamo e che abbiamo visitato più volte. Il paesaggio che ci accoglie è
splendido e il lago di Lucerna visto dall’alto è veramente magnifico.
All’altezza di Basilea abbiamo il sospetto che il navigatore ci porti fuori
strada ma ci riprendiamo probabilmente senza grossi danni.
Verso le dodici e mezza, in una Francia che odora di mucche al pascolo, ci
fermiamo a pranzare e dopo un’ora riprendiamo la marcia. Fa molto caldo e
non si sente ancora differenza con il clima che abbiamo lasciato a casa:
appena un po’ meno umido ma è tutto.
La Francia non finisce più! Mi sembra un viaggio eterno. Scendiamo un paio
di volte all’autogrill per delle bibite e dei gelati e in una piazzola di
sosta per far correre Zelda con la palla. Verso le sei e mezza arriviamo a
Reims e proseguiamo verso Calais ormai sempre più vicina.
Sostiamo per cenare e fare qualche tiro a volano e poi riprendiamo ancora la
marcia. Verso le nove e mezza ci imbattiamo in un temporale che appare
sempre più minaccioso col procedere della strada sicché decidiamo di
fermarci a dormire. Siamo stanchi, accaldati e la prospettiva di
attraversare la Manica col buio e il brutto tempo non ci alletta. Detto,
fatto. Ci fermiamo in compagnia di molti camionisti, doccia, libro e nanna.
1 Agosto - 3° giorno
Km percorsi:246
Da dove partiamo:100 km prima di Calais
Dove arriviamo:Londra
Pernottamento:
Camping “Lee Valley Park”
Tempo:sole/nuvole
Ho dormito poco e male per il gran caldo. Pioveva e non ci fidavamo ad
aprire le finestre per ovvi motivi. Io e Zelda abbiamo rantolato tutta la
notte poi verso mattina quando ha rinfrescato, abbiamo preso sonno.
Alle sette sveglia, colazione e alle otto, via!
Partiamo con il sole e una temperatura più umana di quella di ieri. Alle
nove e mezza siamo alla biglietteria della Sea France dove acquistiamo un
biglietto andata e ritorno aperto che ci fa risparmiare circa 50 euro.
Spendiamo 306 euro di cui 45 solo per Zelda (considerando che manco può
scendere dal camper!!!).
Contrariamente alle esperienze vissute sino ad oggi, il controllo sugli
animali domestici qui è molto severo. Verificano il passaporto del cane
prima di emettere i biglietti e in particolare l’orario di arrivo in GB
perché sverminazione e trattamento contro i parassiti devono essere fatti
massimo 48 ore prima. Al momento dell’imbarco passiamo la dogana e
ricontrollano i documenti compresi i suoi e nuovamente allo sportello dove
viene rilasciata la carta d’imbarco, passano la macchinetta per rilevare la
presenza del microchip. Accertano la corrispondenza del numero di serie sul
passaporto, lo segnano e ci consegnano una carta con raffigurato un cane, da
esporre sul parabrezza. Eccoci schedati, la famiglia col cane!
Soddisfatti entriamo nel ventre dell’enorme traghetto perché tutti gli
sforzi profusi a fare vaccinazioni, sverminazioni, visite ecc.. sono andati
a buon fine!.
La nave impiega circa un’ora e mezza ad arrivare a Dover dove dovremo tirare
l’orologio indietro di un’ora. Il cielo è nuvoloso e c’è molto vento: con
piacere indossiamo i pantaloni lunghi e una felpa e respiriamo a pieni
polmoni l’aria frizzante e non più fitta d’umidità, dopo il caldo sopportato
in questi giorni. Dietro a noi vediamo l’enorme spiaggia di Calais piena di
camper anche se nella strada fatta sin qui non ne abbiamo incontrati molti,
c’erano soprattutto olandesi che rientravano in patria con la fida roulotte
al seguito.
Il traghetto non è nuovo, un po’ bruttarello e mancano le mitiche prese
elettriche tanto ricercate dalle mie figlie per ricaricare l’I-Pod. La
traversata è un po’ “mossa” e quando sbarchiamo non senza aver prima
ammirato le famigerate bianche scogliere, un’addetta ricontrolla il
passaporto di Zelda. Morale: hanno avuto cura molto più ai suoi documenti
che non dei nostri.
Arriviamo senza difficoltà a Canterbury e troviamo parcheggio in quello
degli autobus che è ben indicato. Con una passeggiata lungo un vialetto
pedonale si arriva velocemente al centro: è una cittadina vivace e colorata
con le tipiche case di graticcio e mattoni, alcune delle quali portano l’
insegna di abitazioni storiche del Kent (la contea nella quale ci troviamo).
E’ tutto curato e molta gente passeggia per le vie pedonali del centro.
Andiamo in banca a cambiare la valuta in sterline e poi verso la cattedrale
che è la vera attrazione del luogo e vale assolutamente la visita: è
imponente e magnifica e ci fa venire in mente il libro di Ken Follet “I
pilastri della terra” dove si narra appunto della costruzione di una
cattedrale che nel nostro immaginario è analoga a questa. Dopo aver
gironzolato per chiostro e cripta ritorniamo a passeggiare per le vie
centrali: compriamo dei lamponi, qualcosa da dare a Zelda da sgranocchiare e
delle decorazioni per le unghie che piacciono tanto alle mie figlie.
Tornati al camper ci mettiamo in cammino per il camping Abbey Wood di Londra
già segnalato in numerosi diari di viaggio, ma quando arriviamo dopo un’
oretta di strada, ci dicono che non c’è più posto e a nulla valgono le
nostre insistenze. Molto delusi proseguiamo per il Camping Lee Valley Park
ad Edmonton (Meridian Way N90AR) indicato in una guida.
Impieghiamo parecchio per arrivarci perché il navigatore (guai se non ci
fosse in queste situazioni!), ci fa attraversare la periferia di Londra che
è trafficata.
Il campeggio è in una zona tranquilla, con bagni puliti e una lavanderia con
lavatrici e asciugatrici, scarico delle acque grigie e nere molto comodo.
Insomma, benone. Le piazzole sono ampie, su un fondo erboso e qualcuna col
fondo in cemento. Siamo contenti della sistemazione perché ce l’eravamo
vista brutta.. Ci sono parecchi italiani e pare sia comodo raggiungere il
centro. Ci facciamo una mega doccia calda e una buona amatriciana e poi ci
dedichiamo alla visione di un telefilm dopo aver portato Zelda a
passeggiare.
Buona notte anzi, good night.
2 Agosto - 4° giorno
Km percorsi:0
Da dove partiamo:Londra
Dove arriviamo:Londra
Pernottamento:Camping “Lee Valley Park”
Tempo:nuvoloso/sole
Mi sveglio poco dopo le sette… Nuvoloso!!! Preparo la colazione e scarico
le foto sul PC aspettando che il resto dell’equipaggio si svegli. Alle nove
e mezza siamo pronti e andiamo alla reception ad acquistare i biglietti che
valgono su tutti i mezzi di trasporto per una giornata (7 sterline gli
adulti e 2 i bambini).
Effettivamente arrivare in centro è semplice ma richiede un’ora perché si
devono cambiare tre mezzi seppur tutti vicini tra loro: un autobus appena
fuori dal campeggio, poi il treno che interseca in un paio di stazioni la
linea rossa della metro.
Scendiamo a Piccadilly e iniziamo gironzolare in quella zona. Non è la prima
volta che veniamo a Londra, per cui non abbiamo la foga di dover visitare i
monumenti e i luoghi classici, ma decidiamo di concentrarci su alcune zone e
godere il tempo a nostra disposizione anche perdendone un po’. Occupiamo
gran parte della mattinata e del primo pomeriggio nella zona di Covent
Garden che battiamo palmo a palmo entrando ed uscendo dai negozi, fermandoci
ad applaudire gli artisti di strada che sono numerosissimi, curiosando tra
le bancarelle del famoso ex mercato della frutta. Il quartiere è bellissimo
e ricorda per qualche aspetto Soho a New York con i negozi particolari, di
tendenza e molto curati nel design.
Pranziamo da Mc Donald’s (a grande richiesta) e decidiamo nel tardo
pomeriggio di spostarci con la metro al Marble Arch dove prendiamo l’autobus
numero 15 che rappresenta una buonissima alternativa agli autobus turistici
scoperti poiché attraversa buona parte del centro di Londra sino ad arrivare
alla Tower.
Il tragitto dura circa un’ora e mentre ci riposiamo comodamente seduti al
piano superiore, scorre una Londra affollatissima e stupenda sotto i nostri
occhi.
Arrivati a destinazione facciamo il giro della Torre e andiamo ad ammirare e
fotografare il Tower Bridge. Nel frattempo è uscito il sole dopo le
pioggerelline (le “showers”) della giornata e il Tamigi ci appare sotto una
magnifica luce!
Si è fatto tardi e decidiamo di rincasare. Il rientro è difficoltoso perché
troviamo una stazione della metro chiusa e ci fanno camminare un bel po’
fino alla successiva. Poi sbagliamo percorso ed usciamo alla ricerca dell’
autobus anziché del treno; per finire il treno arriva in ritardo. Un
pasticcio, insomma. Arriviamo al campeggio esausti: effettivamente la
distanza dal centro è l’ handicap di questo posto (direi l’unico).
Ciccio trova ancora la forza per andare a passeggiare con Zelda e noi diamo
una ripulita veloce al camper prima di cena. Dopo il nostro dvd ci
accorgiamo che è quasi mezzanotte: spegniamo la luce e volentieri ci
abbandoniamo ad un sonno ristoratore.
3 Agosto - 5° giorno
Km percorsi:0
Da dove partiamo:Londra
Dove arriviamo:Londra
Pernottamento:
Camping “Lee Valley Park”
Tempo:pioggia
Sveglia alle otto e solito rituale. Piove!! Alle nove e mezza siamo sull’
autobus: la nostra meta è Westminster Abbey con il Big Ben e il Parlamento.
Arriviamo alla chiesa ma ci dicono che la domenica si entra solo per la
funzione. Peccato! Mi spiace soprattutto per le ragazze perché noi l’avevamo
vista altre volte. Ci incamminiamo lungo il ponte per andare ad ammirare le
Houses of Parliament dall’altra sponda. Dopo averne apprezzato la
magnificenza e visto che piove tanto davvero, prendiamo un autobus che ci
porta a Trafalgar Square. Pranziamo senza infamia e senza lode e ci
incamminiamo per le vie di Soho e Chinatown fino ad arrivare lungo la
Regents Street a Carnaby Street. Purtroppo il tempo è inclemente. Decidiamo
di prendere la metro ad Oxford Circus fino a Baker Street per andare al
museo delle cere, il Madame Toussouds. Quando arriviamo, la coda che si
presenta innanzi ai nostri occhi ci fa desistere immediatamente! Passeggiamo
un po’ e poi decidiamo di prendere un autobus fino a Liverpool Station da
dove il treno ci condurrà vicini al campeggio.
Il tragitto è piacevole perché vediamo una zona di Londra residenziale e
densa di uffici che probabilmente non si percorre facilmente a piedi perché
non è commerciale, ma che è piacevole e particolare.
Stasera siamo stanchi e la pioggia non ha certo contribuito a darci energia;
arriviamo al campeggio dopo una veloce spesa alla Lidl. Fatta la doccia mi
dedico alla lavatrice e infine preparo la cena. Dopo una delle figlie che
ieri sera ha perso l’apparecchio, stasera è la volta dell’altra che non
trova più gli occhiali da vista. Un trionfo! Finito di cenare ci vediamo il
nostro telefilm e poi… buonanotte!
4 Agosto - 6° giorno
Km percorsi:0
Da dove partiamo:Londra
Dove arriviamo:Londra
Pernottamento:
Camping “Lee Valley Park”
Tempo:nuvoloso/pioggia
Stamattina ci svegliamo un’ora più tardi e alle undici siamo a Buckingham
Palace. L’idea era quella di visitare gli appartamenti reali ma la coda, se
possibile ancor più “folta” di quella del museo delle cere di ieri, ci fa
cambiare ancora una volta idea. Non vedremo gli stupendi appartamenti della
regina ma ci pare di buttare via il tempo e preferiamo goderci la città.
Percorriamo a piedi il Mall e andiamo pranzare a St. Jame’s Park in un
localino molto grazioso e mangiamo bene. Nel frattempo inizia a piovere:
pensare che ci eravamo svegliati con un cielo azzurro senza una nuvola in
cielo e presi dall’entusiasmo ci siamo infilati i pantaloni corti..
Arriviamo a Trafalgar e con un autobus a St. Paul’s Cathedral: è un chiesone
enorme che personalmente non trovo nemmeno tanto bello, ma per i londinesi è
una vera istituzione. Entriamo a dare una sbirciatina ma dato che ci eravamo
già stati, non la visitiamo.
Sotto la pioggia prendiamo un altro autobus che ci lascia dall’altra parte
del Tamigi alla stazione di London Bridge. Passiamo il resto del pomeriggio
a girovagare nel Southwark: è una zona di sviluppo commerciale relativamente
nuova, con eleganti condomini e uffici moderni che affacciano sul Tamigi e
con una splendida vista sul Tower Bridge. Ci dirigiamo alla Hay’s Galleria
una volta sede di magazzini merci ed oggi area riconvertita con locali,
negozi, ristoranti. C’è anche il Museo del Design che avevamo in passato
visitato ed è interessante seppur piccolino. Molti uffici sono in stile Art
Déco tutti accuratamente rimessi a nuovo. Dopo una lunga e bellissima
camminata lungo il fiume e nelle stradine del quartiere, torniamo al London
Bridge dove l’autobus 149 ci riporta quasi al campeggio con un tragitto di
un’ora e mezza nella periferia londinese. E’ curioso vedere come cambiano le
etnie a seconda dell’area cittadina che attraversiamo: le persone di colore
lasciano il posto ai turchi e questi agli ebrei ortodossi. Più che un’unica
città sembrano tanti paesi in una soluzione di continuità, ma con
caratteristiche precise che li contraddistinguono.
Arriviamo sfiniti al camper e buona notizia della giornata, alla reception
ci sono gli occhiali di mia figlia che qualche buona anima ha trovato e
consegnato. Dopo una spaghettata in piena regola e il dvd di rito, ci
infiliamo sotto le coperte (ieri abbiamo inaugurato il piumone) e ci
prepariamo mentalmente a levare le tende domani. Good Bye Londra!
5 Agosto - 7° giorno
Km percorsi:342
Da dove partiamo:Londra
Dove arriviamo:York
Pernottamento:
Camping “Naburn Lock Caravan Park”
Tempo:pioggia
Verso le dieci salutiamo Londra. Piove ma proprio di brutto altro che
showers!! Imbocchiamo la M11 in direzione Cambridge dove arriviamo dopo un’
ora e mezza. Andiamo subito al Park&Ride molto ben indicato e comodo. Ci
facciamo dei panini in camper nella speranza che smetta di piovere ma non
c’è verso, per cui prendiamo il bus e affrontiamo l’acqua armati di ombrelli
e K-Way.
Il centro della cittadina è graziosissimo peccato davvero questo tempo! Ci
sono dei bei negozi e gli edifici sono maestosi. E’percorsa da strette vie
in gran parte pedonali; il fiume Cam la attraversa e ne offre degli scorci
molto belli. I College si trovano in centro e di tutti quelli esistenti
cinque sono aperti al pubblico e si possono visitare a pagamento. Noi ci
dirigiamo al King’s College che ha una cappella a dir poco straordinaria.
Vale la pena di entrare ad ammirarla: la volta a ventaglio è la più grande
esistente al mondo e le pareti laterali presentano delle immense vetrate
istoriate e luminosissime. Leggevo che si tratta di uno dei massimi
capolavori dell’architettura gotica in GB e c’è da crederci.
Dopo la visita alla cappella passeggiamo nel cortile anteriore e costeggiamo
gli edifici che ospitano la biblioteca, la sala mensa, la residenza del
Rettore, fino al prato posteriore da cui si gode una bella veduta d’insieme.
Lasciamo il College passeggiando lungo il fiume ma non possiamo fare il giro
con le imbarcazioni a remi condotte dagli studenti visto il brutto tempo.
Decidiamo di andare al Trinity College ed entriamo a vistarlo: è in stile
Tudor molto bello ma a mio parere meno suggestivo del precedente e in
particolare la cappella non è paragonabile di certo a quella appena vista.
Gironzoliamo anche qui nei cortili interni e non possiamo fare a meno di
pensare a come debba essere stimolante studiare circondati da tanta
bellezza, in un posto così ricco di fascino e storia.
Finalmente smette di piovere e dopo esserci rifocillati con un buon tea e
dei muffins all’arancia e limone, riprendiamo l’autobus per il parcheggio.
Alle quattro poco più siamo di nuovo in cammino con meta York. Proseguiamo
lungo l’autostrada sempre sotto lo pioggia battente e con un traffico
piuttosto intenso.
Verso le sette decidiamo di uscire sulla 19 verso York e incontriamo il
Naburn Lock Caravan Park (Naburn York YO194 RU) molto carino, su un
bellissimo prato con piazzole di ghiaia, immerso nella campagna, del tutto
tranquillo e con un comodo camper service. La proprietaria ci accoglie
volentieri anche se l’orario è tardo (spesso nei campeggi l’accettazione è
fino alle 18.30) e ci dà tutte le indicazioni per arrivare a York, sia
utilizzando il parcheggio che con l’alternativa del Park&Ride.
Dopo esserci sistemati Ciccio porta Zelda a passeggiare nel percorso
destinato ai cani (alla reception forniscono anche i sacchettini) e io
preparo la cena. Dopo aver mangiato tutti pronti per il dvd serale. Credo
riposeremo bene in questa oasi di pace. Notte!
6 Agosto - 8° giorno
Km percorsi:287
Da dove partiamo:York
Dove arriviamo:Long Horsley
Pernottamento:
Camping “Forget me not”
Tempo:nuvoloso
Alle dieci e mezza siamo pronti e ci accingiamo a vedere York. Optiamo per
il Park&Ride comodissimo tra l’altro e il bus ci lascia proprio in una
strada adiacente il centro pedonale.
La cittadina straripa di gente, moltissimi turisti; ci sono negozi carini
anche se prevalentemente di souvenirs. La cattedrale è sicuramente
splendida: la York Minster è la chiesa medievale più grande d’Inghilterra
anche se la piazza in cui è collocata non essendo spaziosa non ne esalta la
maestosità e la soffoca un po’. Possiede delle vetrate policrome enormi che
superano i 15 m. di altezza e il soffitto è in legno dipinto in modo da
sembrare di pietra; merita una visita all’interno
Terminato il giro andiamo a pranzare e poi ci rituffiamo nei vicoletti. Alle
due e mezza rientriamo al camper: vogliamo andare verso la costa per cui
impostiamo sul navigatore la rotta per Scarborough, principale cittadina
dello Yorkshire.
Puntiamo successivamente verso Whitby ed entriamo nel North York Moors
National Park. Sempre percorrendo la 171 attraversiamo pascoli e campi
ricoperti di erica viola. La strada è un saliscendi con qualche curva ed
offre delle belle visuali. Deviamo verso il mare a Robin Hood’s Bay, fino
all’800 ricco villaggio di pescatori, ora località turistica (dicono
balneare ma dove vanno al mare con questo tempo??). Ammiriamo il panorama
sulla baia e facciamo due passi guardando le scogliere del Mare del Nord.
Ritorniamo sulla strada principale e passiamo per Whitby: scorgiamo in
lontananza le rovine della cattedrale che domina la città con possenti
colonne e finestre ad arco prive delle vetrate: una bella cartolina.
Riprendiamo la 171 stavolta verso l’interno; ci agganciamo alla A1 che
conduce ad Alnwick.
Arrivati all’altezza di Morpeth usciamo sulla provinciale e a Long Horsley
sulla 697 troviamo le indicazioni per il Camping “Forget me not”. Purtroppo
siamo costretti a sistemarci nel parcheggio esterno che ha un fondo sassoso
in quanto il prato che ci avevano indicato è pieno di melma e temiamo che il
camper si impantani. Si dimostrano disponibili ad assecondare la nostra
richiesta e ci consentono di allacciarci alla corrente della reception. Per
fortuna non ci siamo lasciati convincere a metterci sull’erba perché poco
dopo il nostro arrivo inizia a piovere e non smette fino a tarda notte. Se
fossimo stati nel prato ci saremmo sicuramente trovati nei guai.
Cenetta tranquilla, dvd e nanna. Domani entreremo in Scozia.. le Highlands
si avvicinano!!
7 Agosto - 9° giorno
Km percorsi:238
Da dove partiamo:Long Horsley
Dove arriviamo:Kinross
Pernottamento:
Camping “Gallowhill”
Tempo:pioggia
Prima di partire qualche considerazione sul campeggio di ieri notte che
sconsigliamo: bagni puliti ma camper service inutilizzabile perché lo
scarico delle grigie non c’era ed era previsto solo quello per il wc
nautico. Il rubinetto dell’acqua era chiuso per cui dopo le nostre proteste
ci hanno caricato acqua dall’idrante: le bolle d’aria che si sono create
hanno mandato in tilt la pompa e per tutta la giornata il rubinetto
spruzzava acqua dappertutto ogni volta che lo aprivamo, fino a che non ne
abbiamo caricata di nuova.
Considerato che abbiamo dormito nel parcheggio delle auto… Comunque alle
dieci e mezza ci avviamo e poco dopo siamo al castello di Alnwick.
Piove e questo è un vero peccato perché mancano i colori di questa radiosa
campagna e la possibilità di apprezzare il panorama.
Il castello ci appare in tutta la sua maestosità! E’ una delle location del
film Harry Potter, in particolare delle scene in cui si giocano le partite
di quiddish. I duchi del Northumberland (la regione in cui ci troviamo)
vivono qui e le stanze che si visitano sono completamente arredate e colme
di suppellettili e foto (loro sono ricchi ma bruttini). C’è la stanza della
biblioteca che è favolosa, con tanto di cani imbalsamati seduti sulle
poltrone (ma saranno stati quelli di famiglia??), il telecomando del
televisore sul tavolino piuttosto che il mobile bar in bella vista. Insomma,
la sensazione è proprio quella di essere invitati in una abitazione privata:
c’è anche la tavola apparecchiata nella sala dei ricevimenti. Tutto intorno
dipinti, piatti, porcellane, vecchi libri, orologi preziosi e una magnifica
collezione di bastoni da passeggio che completano il quadro.
Il castello esternamente è bellissimo. In un cortile c’è uno spazio dedicato
ai bambini dove i più piccoli possono indossare costumi medievali, tirare
con l’arco, fare dei giochi e attraversare un labirinto di specchi al
termine del quale un enorme drago fa versi orrendi.
All’ una e un quarto nel cortile del castello c’è lo spettacolo dei rapaci:
gli addestratori dopo aver fatto indossare un guantone ad alcuni volontari
scelti tra il pubblico, fanno volare prima una civetta e poi un falcone
sulle loro braccia. Emozionante! Precedentemente sotto ad un tendone avevamo
avuto la possibilità di vedere molti uccelli predatori ed accarezzare alcune
piccole civette.
A parte il tempo orribile, la visita è piaciuta a tutta la famiglia e le
ragazze erano felici.
Alle due siamo rientrati al camper e partiti verso Edimburgo. Questo tempo
osceno non ci permette di vedere la campagna circostante né di fare alcuna
deviazione verso la costa perché la pioggia cade così fitta e sottile che
pare di essere immersi nella nebbia.
Arriviamo presto al campeggio di Edimburgo il Motornhall ma purtroppo il
primo inghippo vero della vacanza: sono tre giorni che piove e molte
piazzole sono fuori uso perché allagate. Stessa situazione per l’altro
campeggio cittadino a cui cortesemente telefonano e per altri tre nei
dintorni. Non ci lasciano nemmeno dormire nel parcheggio esterno e
sinceramente non capiamo perché. Conclusione: nulla da fare, sono
irremovibili e ci sconsigliano di pernottare per strada perché non è
consentito. Incrociamo un paio di camper italiani e speriamo di poter fare
gruppo comunque con loro da qualche parte, ma non ci sembrano interessati ed
ognuno se ne va col suo mezzo.
Decidiamo di lasciar perdere Edimburgo e ci dispiace per le ragazze in
quanto noi ci eravamo già stati ed io in particolare per diverso tempo;
eventualmente ci passeremo al ritorno.
Ci avviamo verso Perth con un umore non troppo buono. Lungo l’autostrada un
cartello propone una via turistica alternativa e decidiamo di seguirlo.
Svoltiamo in direzione Kinross e poco dopo l’abitato un cartello indica il
Camping “Gallowhill”, un campeggio fattoria. Proprio in mezzo alla campagna
infatti c’è un grande spiazzo verde molto ben tenuto a ridosso di una
fattoria con tanto di animali e trattori sull’aia.
La reception è dentro casa del fattore che ci conduce personalmente alla
piazzola.
Questo posto ci entra subito nel cuore: molto tranquillo, ordinato, pulito,
comunica un gran senso di pace. Ci sono parecchie roulotte inglesi e nessuno
“straniero”, solo noi. C’è addirittura una passeggiata per i cani che Zelda
sperimenta subito. Mia figlia piccola si dedica alla messa a punto del
camper (carico acqua, allaccio elettricità ecc..) mentre quella più grande,
con me, si dedica alla cucina: risotto di cozze, pomodori e fagioli, patate
con lo speck e per dessert frutti di bosco. Cenetta suprema.
Un bel tramonto con un cielo striato di rosa e rosso completa la giornata: a
volte basta così poco a rendere tutto più bello…
8 Agosto - 10° giorno
Km percorsi:308
Da dove partiamo:Kinross
Dove arriviamo:Cromarty
Pernottamento:
parcheggio in riva al mare
Tempo:nuvoloso/sole
Come sempre siamo pronti alle dieci e mezza e andiamo verso Inverness. Cielo
molto nuvoloso ma con qualche speranza d’azzurro e un pallido sole che a
tratti fa capolino.
Dopo Perth gradualmente il paesaggio cambia e siamo circondati da brughiere
e colline ricoperte di erica viola che fiorisce nel mese di agosto e colora
i prati intervallandosi a macchie di un verde intenso; ci sono distese di
pecore al pascolo e quasi nessuna abitazione a vista. Molto bello! Verso l’
ora di pranzo sostiamo vicino ad un corso d’acqua e ammirando le colline
lilla ci mangiamo dei panini mentre Zelda gioca con la palla.. Fa fresco e
il cielo è ancora arrabbiato.
Arriviamo a Inverness e andiamo all’ufficio postale per cambiare la valuta
approfittandone per camminare nel centro della cittadina e comprare del
pesce fresco. Dopo poco torniamo al camper e ci dirigiamo verso il Loch Ness
a Drumnadrochit. Lungo il fiume che poi si getta nel lago, vi sono numerosi
punti da cui partono mini crociere fluviali. Costeggiamo la sponda nord
occidentale lungo la 82 e il paesaggio è molto gradevole. La vegetazione è
rigogliosa con alberi, prati, un bel campo da golf (notoriamente In Scozia
ce ne sono e ne vedremo parecchi) e le onnipresenti pecore. Il lago è lungo,
stretto e molto scuro: di Nessie nemmeno l’ombra!
Facciamo marcia indietro arrivati al Visitor Centre e ci dirigiamo alla
Black Isle che in realtà è una penisola in cui si trovano vari punti di
osservazione perché di qui passano i delfini. L’addetta del Tourist
Information che c’è subito dopo il ponte di accesso, ci dice che il momento
è buono perché sta salendo la marea e ci consiglia di dirigerci al Chanonry
Point che è uno stretto canale. Arriviamo ammirando il paesaggio della costa
(è uscito pure il sole!!) e ci sono già diverse persone appostate con
binocoli e teleobiettivi. Io, Ciccio e Zelda andiamo a camminare sulla
spiaggia e ci sediamo su una panchina “vista mare”: nulla. Dopo un po’ la
gente comincia a scemare e ce ne andiamo pure noi un po’ delusi.
Arriviamo a Cromarty, il paesino che si trova sulla punta estrema della
penisola e parcheggiamo alla fine del paese, in riva al mare, vicini ad un
camper inglese. Chiediamo a delle signore che sono nel loro giardino se è
possibile pernottare e ci rispondono che molte persone lo fanno e che per
loro non è affatto un problema.
Preparo degli spaghetti con il granchio e le mazzancolle bollite e ceniamo
in riva al mare. Offriamo un assaggio alla coppia di camperisti inglesi e
lui molto riconoscente viene a chiacchierare con noi: ci racconta che vive
in Scozia a sta facendo una breve vacanza. Ci informa che la costa West è
molto molto bella e ci sono i famigerati midges di cui ho tanto letto. Ci
raccomanda di fare il pieno di gasolio prima di doppiare John O’ Groats e ci
consiglia di percorrere il periplo della penisola in cui ci troviamo anche
se la strada è un po’ stretta. Mentre parliamo le ragazze avvistano i
delfini!! Dopo cena facciamo giocare Zelda sul prato e dopo la visione di un
dvd andiamo a dormire, cullati dal rumore del mare.
9 Agosto - 11° giorno
Km percorsi:252
Da dove partiamo:Cromarty
Dove arriviamo:Dunnet Bay
Pernottamento:
Campeggio del Caravan Club Site
Tempo:pioggia
Incredibile ma vero, alle nove e mezza siamo già pronti. Piove fitto fitto
e pare senza speranza. Mentre facevamo colazione stamattina, anche Ciccio ha
scorto un delfino passare al seguito di un peschereccio, sicché sono rimasta
l’unica della famiglia a non averli avvistati..
Compiamo il giro della penisola di Black Isle con dei paesaggi piacevoli
dove vediamo lunghi tratti di spiaggia scoperti dalla bassa marea con le
barche in secca.
Imbocchiamo la 9 che ci porterà a John O’ Groats e il tempo è veramente
orribile. Dopo l’abitato di Golspie arriviamo al Dunrobin Castle e decidiamo
di fermarci a dare un’occhiata. L’ingresso in un viale alberato e la vista
del castello sono così accattivanti che decidiamo di entrare. E’ un edificio
in stile francese della metà 800 ed è una delle residenze dei duchi di
Sutherland.
E’ arredato riccamente ci sono molte stanze da visitare (la biblioteca, la
sala da pranzo, della colazione, le camere da letto, la stanza dei giochi
dei bambini ecc..) e ci si fa l’idea di come doveva essere la vita
quotidiana della famiglia all’epoca. Le tavole perfettamente apparecchiate,
la camicia da notte in pizzo stesa sul letto, i libri lasciati in giro e le
foto sui mobili, hanno fatto sembrare il nostro giro una visita privata. Una
bella sensazione e molto coinvolgente anche per le nostre figlie. In ogni
stanza tra l’altro, c’è una spiegazione di ciò che si vede anche in italiano
(devo dire che questo servizio lo abbiamo trovato quasi dappertutto).
Ammiriamo i meravigliosi giardini sul mare dalle finestre perché piove a
secchi rovesci e rinunciamo all’esibizione dei falconi per il medesimo
motivo. Peccato!
Torniamo al camper e proseguiamo la strada costiera cercando di immaginare
questi posti col sole.. Decidiamo che le pecore stanno alla Scozia come le
renne alla Norvegia! Infatti il terreno che degrada verso il mare è adibito
a pascolo e le pecore (anche qualche mucca ad onor del vero) sono
numerosissime e per nulla disturbate dall’acqua che gli scende addosso.
Muretti a secco o palizzate dividono i terreni lungo questa strada che sale
e scende tra le curve con qualche tratto in lieve pendenza, scoprendo scorci
di costa affascinanti e campi d’orzo a perdita d’occhio con intorno tante
piccole fattorie e casette isolate.
Ci fermiamo a mangiare e preparo una minestra calda perché la temperatura è
scesa notevolmente e tira un vento gelido. Dopo mangiato Ciccio e le ragazze
giocano a domino provando a perdere un po’ di tempo per vedere se le
condizioni del tempo migliorano: come non detto.
Alle tre ci rimettiamo in moto. Arrivati a Wick facciamo spesa alla Lidl. Ci
sono un paio di grossi supermercati in questa zona e cerchiamo di occupare
del tempo sempre nella speranza che sballi..
Negli ultimi chilometri che ci separano dalla “punta”scozzese, vediamo la
vegetazione cambiare radicalmente: solo campi coltivati a foraggio con le
balle di fieno arrotolate e l’erica viola che dipinge la brughiera. Gli
ultimi chilometri di strada dopo Wick, sono particolarmente belli e il tempo
rende l’atmosfera surreale trasformando i colori.
Arriviamo a John O’ Groats con un forte vento: ci sono un grande piazzale,
un campeggio piccolino e le solite attrazioni turistiche: negozi di
souvenirs, una cafeteria e un Tourist Information. Cielo e mare sono
arrabbiati; l’atmosfera è particolare e devo dire che ha un suo fascino;
andiamo a bere qualcosa di caldo al bar e Ciccio si va a comprare un
berretto di lana e pile; scattiamo giusto qualche foto e ripartiamo per
Gills Bay alla ricerca di un traghetto per le Orcadi.
Quando arriviamo ci informano che c’è posto solo per domani sera. Decidiamo
allora di andare a Scrabster da dove fa servizio per Stromness la Northlink
Ferries per vedere se è possibile anticipare la partenza.
Incredibile ma vero, qualche squarcio di azzurro decide di accompagnarci e
dei raggi di sole sbucano dal cielo plumbeo. La strada per arrivare a
Scrabster passa vicino a Dunnet Bay e riusciamo a vedere la splendida
spiaggia (sarà solo la prima di una serie) e il campeggio che la domina.
Arrivati al paese ci dicono che il primo ferry disponibile è per mezzogiorno
di domani e lo prenotiamo.
Ritorniamo immediatamente al campeggio visto poc’anzi e ci sistemiamo sul
prato. E’ un piccolissimo campeggio con servizi pulitissimi che fa parte del
Caravan Club Site, in una posizione invidiabile.
Ceniamo dopo una generosa doccia calda e poi andiamo sulla spiaggia a
passeggiare: il cielo nero e carico di pioggia ha uno squarcio di azzurro da
cui fuoriescono i raggi del sole che sta tramontando ed è un’emozione
inestimabile. Anche il cattivo tempo sa regalare colori veramente speciali
alla natura!
Rientriamo al camper e un po’ intirizziti e ci scaldiamo bevendo del tea.
Ciccio si sente un po’ costipato per cui prende un antinfiammatorio e se ne
va a letto. Io scarico le foto sul PC, aggiorno il diario e finalmente
spengo la luce.
10 Agosto - 12° giorno
Km percorsi:143
Da dove partiamo:Dunnet Bay
Dove arriviamo:Stromness
Pernottamento:
Camping “Ness”
Tempo:nuvoloso/pioggia
Nuvoloso stamattina! Almeno non piove, mettiamola così..
Alle dieci siamo pronti per andare a Dunnet Head che è il punto più a nord
della GB. C’è un piazzale accanto al faro e da lì si dipartono una serie di
viottoli che conducono a punti panoramici. Molto bello: colline di erica,
specchi d’acqua, scogliere, il Mare del Nord e in lontananza campi d’ orzo e
prati verdi.
Riprendiamo il camper e arriviamo a Scrabster dove ci aspetta il ferry per
Mainland.
Partiamo in orario con un unico problema: Ciccio non si sente bene, ha la
tosse e la sua sinusite col freddo e l’umidità di questi giorni grida
vendetta. Antibiotico e antinfiammatorio subito e incrociamo le dita. Anche
la piccola starnutisce… sicuramente il clima non è il punto forte di una
vacanza qui!
Puntualissimo parte il traghetto e dopo un’ora e mezza arriva a destinazione
(nel frattempo pranziamo al self service della nave). Siamo nella Mainland,
la maggiore delle circa 70 isole che compongono l’arcipelago, di cui solo 17
sono quelle abitate e piallate dal vento ad eccezione di Hoy che sembra fare
da protezione alle altre con le sue scogliere scoscese che si vedono sul
lato ovest.
Ci dirigiamo nel West e North Mainland dove il territorio è completamente
privo di alberi, con una vegetazione bassa a causa delle forti brezze che ne
spazzano le coste: ci sono terreni a pascolo ricoperti di mucche, campi
coltivati ad orzo e molto foraggio.
Ci portiamo a Skara Brae un sito archeologico situato nei pressi di una baia
di sabbia molto grande, la baia di Skaill. Visitiamo i resti di un villaggio
preistorico di 5000 anni fa che si trova in una posizione geografica
incantevole e la visita è interessante. Entriamo anche nella Skaill House
ossia l’abitazione del proprietario terriero che nel 1850 scoprì Skara Brae
quando una tempesta di sabbia strappò l’erba dall’alta duna conosciuta con
questo nome e venne alla luce un immenso mucchio di rifiuti che risultarono
poi essere le rovine del villaggio preistorico.
Terminata la visita riprendiamo la strada verso nord: alcuni luoghi sono
veramente belli ma nel complesso il paesaggio ci appare monotono e noioso.
Avevamo altre aspettative, complice un tempo avverso che ci nega la luce per
cui non possiamo vedere le sfumature del mare, ma certamente ci aspettavamo
una natura più forte. La costa andando verso ovest si abbassa e diviene
quasi insignificante. Compiamo tutto il tragitto fino a Kirkwall la città
più grande, deviando nelle single track alla ricerca di punti panoramici.
Parcheggiamo infine vicino al molo e andiamo a fare un giro nella via
principale; la delusione ci assale di nuovo, forse perché è domenica ed è
tutto chiuso senza un’anima in giro. Unica cosa che ci è parsa veramente
meritevole è la cattedrale St. Magnus, tutta in pietra di arenaria rossa del
1100, che è un gioiello anche all’interno.
Riprendiamo il camper e decidiamo di tornare a Stromness per la 964 per
cercare di prenotare il ferry per domani: i nostri propositi di andare a
visitare anche altre isole sono archiviati. Temiamo di trovare situazioni
analoghe a questa e preferiamo soprassedere. Arriviamo velocemente al
traghetto ma l’ufficio è chiuso (sono le sei e mezza ed è domenica) ma
riaprirà alle otto e mezza.
Ciccio nel frattempo si misura la febbre e scopre di averne un po’ per cui
decidiamo di parcheggiare nel piazzale e vedere con calma il da farsi dando
a lui la possibilità di riposare.
Purtroppo la febbre sale velocemente oltre i 38 e così quando l’ufficio
riapre prenotiamo il ferry per dopodomani alle undici e andiamo a sistemarci
al Camping Ness che si trova lì vicino. E’ un’area che affaccia direttamente
sul mare e ad una spiaggia dove si sono già sistemati tanti altri camper.
Troviamo un posto senza elettricità ma proprio in riva, molto bello.
Ammiriamo lo splendido tramonto e speriamo che Ciccio si rimetta in forze
presto.. Lo imbottisco di antibiotico, antinfiammatorio, antipiretico e dopo
una parca cena tutti a letto per solidarietà..
11 Agosto - 13° giorno
Km percorsi:110
Da dove partiamo:Stromness
Dove arriviamo:Stromness
Pernottamento:
Camping “Ness”
Tempo:sole/nuvoloso/pioggia
Stamattina le cose vanno meglio. Dormiamo un po’ di più e quando ci alziamo
ci sono degli sprazzi d’azzurro che scaldano il cuore.. Sono italiana, ho
bisogno di sole!!
Devo ammettere che con la luce tutto assume un aspetto diverso e questo
posto mi appare molto bello. Ciccio si sente in forze anche se ha ancora
qualche linea di febbre. Decidiamo di prenderci una giornata di semi riposo;
mi dedico alla lavatrice e diamo una ripulita al camper.
Andiamo a fare una passeggiata lungo il mare in un sentiero che parte
proprio dal campeggio e lo costeggia, mentre dall’altro lato c’è uno
stupendo campo da golf. Scattiamo delle foto e ad un certo punto troviamo
una famiglia toscana che ci chiama dalla spiaggia e ci fa vedere poco
distante da noi , su alcuni massi che affiorano dall’acqua, una colonia di
foche con tanto di cuccioli!!!! Che emozione..
Sono veramente tante e per nulla impaurite: infatti qualcuna nuota proprio
vicina alla riva con fare curioso. Corriamo a chiamare le ragazze che
arrivano in gran velocità e ci scateniamo a fotografare le foche, entusiasti
e sorpresi per quanto ci sta capitando. Restiamo a chiacchierare con queste
persone scambiandoci opinioni sul viaggio e su questo cattivo tempo che oggi
sembra concedere una tregua. Torniamo al camper perché si è fatta ora di
pranzo mentre le ragazze rimangono in spiaggia a giocare a volano; poco dopo
una foca le raggiunge, mi chiamano ed esco nuovamente ad ammirarla. Meno
male che non ce ne siamo andati da qui e che tutti i mali non vengono per
nuocere… Non avremmo preso parte ad una meraviglia simile.
Dopo la seconda lavatrice e relativa asciugatrice, pranziamo e verso le due
ci dirigiamo col camper verso la parte sud della Mainland: tante fattorie
tutte uguali e apparentemente deserte (si vede poca gente del luogo in giro)
che spingono i loro recinti per il bestiame fin sul bordo degli scogli.
Questa è un’isola impregnata di mare perché le onde dell’Atlantico arrivano
fin nelle pieghe delle rocce, ma con un’anima fortemente contadina, legata
alla terra e fanno spicco più le tradizioni agricole di quelle marinare. A
perdita d’occhio si avvistano poderi e i trattori sono sicuramente più
numerosi dei pescherecci o delle barche ormeggiate nei porti.
Arriviamo all’isolotto di Lamb Holm dove si trova l’Italian Chapel,
costruita dai soldati italiani impiegati nella costruzione delle Churchill
Barriers durante la guerra, all’interno di quello che era un campo di
prigionia. I nostri connazionali fabbricarono questa cappella usando delle
baracche militari, rottami di ferro e quanto riuscirono a reperire durante
il tempo a loro disposizione, ed uno di loro ne decorò e ne dipinse l’
interno.
E’ graziosa soprattutto per quello che rappresenta e mi ha colpito vedere
con quanto interesse e deferenza i turisti di altre nazionalità entravano a
renderle omaggio.
Lì accanto ci sono le barriere che Churchill appunto fece costruire a scopo
difensivo e lungo le quali fece affondare alcuni vecchi piroscafi per
bloccare i canali tra le isole e i relitti si vedono ancora oggi vicini alla
riva, affiorare dal mare.
Giungiamo al termine della South Mainland e a Burwick facciamo marcia
indietro. Ritorniamo In prossimità delle barriere dove ci sono delle belle
spiagge di sabbia chiara e scendiamo a passeggiare; la luce del sole che
penetra dal cielo screziato di tutte le tonalità del grigio, ci permette di
apprezzare le sfumature azzurre dell’acqua.
Immediatamente dopo ricomincia a piovere e dato che Ciccio non si sente
ancora bene, decidiamo di rientrare al campeggio. Ci riposiamo, rivediamo le
foto, pieghiamo la biancheria lavata e ognuno si prende un po’ di tempo per
sé. Ciccio va a dormire. Nel frattempo esce il sole che scalda e riempie
ogni cosa di luce. Arcobaleno sul mare ed è perfetto!
Purtroppo la febbre sale tanto e quindi antipiretico… e avanti… Ceniamo
guardando il mare ed è ormai tardi quando ci mettiamo a dormire con Ciccio
che brucia ancora..
12 Agosto - 14° giorno
Km percorsi:128
Da dove partiamo:Stromness
Dove arriviamo:Durness
Pernottamento:
Camping “Sango Sands Oasis”
Tempo:sole
Sole! Un sole pazzesco, sconvolgente. Il paesaggio è tutto a tinte forti:
verde, azzurro e le tonalità brune degli scogli.
Soffia un vento forte ma non freddo, dall’aria pulita e secca che non porta
il ricordo della pioggia. Mi sento come un pannello solare che ha bisogno di
essere ricaricato.
Ciccio però ha ancora la febbre alta ed è molto abbacchiato.
Esco con Zelda e mai passeggiata mattutina è stata più gradita. Percorriamo
il sentiero che costeggia il campo da golf e il mare, e le foche sono
proprio laggiù ad aspettarmi: ce ne sono cinque stamattina, quattro ferme al
sole e una che nuotando gli gira intorno. Che spettacolo! Che colori! Alle
dieci e mezza dobbiamo essere al ferry per cui con le ragazze mi affretto a
fare i soliti lavoretti mattutini e poi vado a scattare ancora foto. Penso
che il campeggio che si trova a Kirkewall sia probabilmente più pulito di
questo (qui i bagni lasciano tanto a desiderare e le docce sono a pagamento)
ma la posizione è impagabile ed è tra l’altro vicinissimo al centro del
paese che si raggiunge comodamente a piedi dalla stradina che passa accanto
al campo da golf.
Arriviamo al ferry puntuali e ci imbarchiamo; non appena lasciati gli
ormeggi mi catapulto sul ponte assieme a molti altri a salutare Stromness
baciata dal sole. E’ un panorama che conquista e non fa per nulla freddo.
Con il mio I-Pod mi accomodo sulle sedie fuori (le ragazze assistono il papà
e scrivono cartoline) e con la giusta colonna sonora mi gusto la visione
degli scogli altissimi dell’isola di Hoy sino al tanto fotografato Old Man
Hoy che ho visto nelle guide. E’ uno spettacolo. Sicuramente quest’isola è
particolare rispetto alle altre per le alte scogliere e la natura più
selvaggia.
Penso che la Northfolkline rispetto alla Pentland, ha il vantaggio di
costeggiare la parte ovest dell’isola di Hoy che è la più sorprendente e
permette di ammirare il famoso faraglione difficilmente raggiungibile anche
da terra; sono contenta della nostra scelta anche se è la meno economica ma
la consiglierei.
Sbarchiamo in orario alle dodici e mezza e prendiamo la 836 verso Durness
dove vogliamo arrivare, Ciccio permettendo.
Occorre spalancare bene gli occhi perché da qui in avanti si preannuncia una
strada imperdibile. Troviamo subito Reay con la sua baia blu e un
porticciolo che si raggiungono con una single track ben segnalata, dove ci
fermiamo a mangiare. Che colori!
Poi riprendiamo la strada e sostiamo a Strathy dove una strada di tre
chilometri conduce ad un piccolo piazzale da cui si prosegue a piedi per un
chilometro e mezzo circa, fino ad un faro. Passeggiandovi intorno si ammira
un panorama di scogliere a picco sul mare e di prati color smeraldo. Vale la
pena!
Arriviamo a Bettyhill incrociando altre insenature da cartolina e da qui in
poi la strada alterna tratti di brughiera lilla e viola a prati verdi.
Superiamo Tongue con una lingua di sabbia bianchissima e costeggiamo il Loch
Eriboll (in realtà un fiordo) un’insenatura profonda dove ci fermiamo più
volte a riempirci gli occhi di bello.
Avvicinandoci alla zona di Durness riprendono le baie con spiagge caraibiche
e con un mare azzurro che invita ad entrarci se non fosse per la
consapevolezza che l’acqua è gelata.
Arriviamo a Durness e Ciccio sente che la febbre sta salendo ancora per cui
ci fermiamo al Camping Sango Sands Oasis. Il campeggio ha dei servizi molto
discutibili ma è in posizione scenografica. E’ imperativo fermarsi.
C’è un parcheggio in corrispondenza del Tourist Information adiacente al
campeggio dal quale si vedono tre spiagge immense, di sabbia chiara e rocce:
una visione come poche.
Porto Zelda a passeggiare e mi godo questa eccezionale rappresentazione
della natura. La giornata di oggi, complice il sole, è stata la più bella
trascorsa in Scozia, quella che ci ha regalato i panorami più intensi,
quelli che sognavamo quando abbiamo progettato il viaggio.
Se non fosse per Ciccio che ha ancora la febbre alta sarebbe perfetto…Domani
cercheremo di procurarci le medicine perché abbiamo terminato gli
antibiotici.
Pastasciutta, dvd e buonanotte!
13 Agosto - 15° giorno
Km percorsi:176
Da dove partiamo:Durness
Dove arriviamo:dopo Dundonell
Pernottamento:
Camping “Gruinard Bay Caravan Park”
Tempo:sole
Sveglia alle dieci dopo una notte di mal di schiena per me e di febbre per
Ciccio. Evviva! Stamattina ha ancora un po’ di alterazione ma dice di
sentirsi meglio. Vado con Zelda a passeggiare e respirando a pieni polmoni
mi riempio gli occhi di colori, di sole e di queste spiagge incontaminate e
bellissime.
Vado a fare qualche spesa al vicino supermercato e trovo dei farmaci da
banco. Per gli antibiotici invece, il proprietario gentilissimo mi fornisce
il numero di telefono del medico: lo chiamo e mi dice che posso andare a
prenderli subito. Il proprietario del negozio mi accompagna con l’auto dal
dottore che mi stava aspettando, questi mi consegna le pastiglie e quando
legge nella scheda che mi fa compilare che Ciccio è un collega, gentilissimo
non vuole nemmeno farmele pagare.
Torno al campeggio e dopo aver mangiato dei panini (pane fresco e caldo
acquistato stamattina!) Ciccio non resiste alla tentazione e va ad ammirare
il panorama delle tre spiagge. Dice di stare meglio e vuole che facciamo un
po’ di strada anche oggi, così alle due partiamo dopo aver cambiato degli
euro al Tourist Information adiacente al campeggio.
Immediatamente dopo Durness, la strada costeggia una sorta di fiordo dalle
sponde poco elevate e siamo molto fortunati perché essendoci bassa marea,
enormi lingue di sabbia bianca affiorano dall’acqua creando un effetto
scenico molto particolare.
Si giunge poi in una zona di brughiera con piccoli laghetti e la solita
erica viola a colorare tutto. La strada è prevalentemente (e da tempo) una
single track ma la cortesia degli automobilisti e l’asfalto in perfette
condizioni, rendono la guida molto agevole.
Attraversiamo vaste pianure completamente disabitate interrotte da laghi,
ruscelli ed enormi affioramenti rocciosi.
Nei pressi di Kylesku il panorama è quasi alpino e costeggiamo l’enorme lago
Glencoe su cui si possono effettuare escursioni in barca a vedere foche e
cascate.
Arriviamo a Ullapol e ci fermiamo per sgranchire le gambe. Una serie di case
bianche lungo il porto ma nulla di particolare a mio avviso, se non fosse
per “Chippy” il fish and chips che ha vinto un premio qualche tempo fa come
miglior take away della GB. Gustiamo pesce e patate, tutto fritto al
momento, sui tavoli che sono all’aperto fuori del locale. Alle cinque e
mezza ripartiamo in direzione Gairloch per cui abbandoniamo la 835 per
immetterci nella 832 che va nuovamente verso il mare. Subito dopo l’incrocio
ci fermiamo alla Corrieshalloch Gorge un orrido stretto e profondo che si
attraversa su di un ponte sospeso abbastanza traballante. Unico problema i
midges che ci attaccano lungo tutto il tragitto e ce li ritroviamo pure
dentro il camper..
Arrivati a Dundonnel troviamo un’altra profonda insenatura ed una visione
stupenda! Poi ancora spiagge! Continuiamo a salire e scendere dal camper a
fotografare ed ammirare i panorami.
Troviamo per caso lungo la strada un piccolo campeggio e ci fermiamo: è il
Gruinard Bay Caravan Park. Prendiamo posto proprio davanti alla spiaggia e
andiamo a passeggiare e a far giocare Zelda.
E’ un luogo incantevole, camminando lungo l’arenile la sabbia è rosa.
Incontriamo una famiglia della provincia di Bergamo che va verso nord e
reciprocamente ci raccontiamo dei favolosi paesaggi che ci aspettano l’
indomani e ci auguriamo buon viaggio. Ceniamo guardando il mare e dopo cena
il falso avvistamento di una foca ci fa tornare verso gli scogli.. Nulla!
Non mettiamo gli oscuranti al vetro anteriore perché domattina vogliamo
svegliarci e vedere subito il mare.
Andiamo a dormire stra felici anche perché la temperatura di Ciccio non si è
più alzata e quindi è in via di guarigione. Mi addormento cullata dalle onde
sognando un’altra giornata di sole..
14 Agosto - 16° giorno
Km percorsi:216
Da dove partiamo:dopo Dundonell
Dove arriviamo:Carbost
Pernottamento:
parcheggio accanto alla distilleria Talisker
Tempo:sole
Dogno esaudito! Sole, sole, sole: non ci posso credere! Apro le tende ed
ecco il mare azzurro e bellissimo.
C’è parecchio vento e l’aria è fresca ma si sta benone con una felpa
leggera. Mia figlia euforica indossa i pantaloni corti! Dopo le solite
operazioni di carico e scarico acqua (non è il massimo come campeggio) siamo
pronti ad andare.
Manca poco a Gairloch che avevamo impostato come destinazione finale ieri
sul navigatore. Ci arriviamo dopo aver fracassato lo specchio destro del
camper contro quello di uno svizzero che viaggiava leggermente in centro
strada… Deviamo verso il centro del paese e lo superiamo sino a giungere,
dopo circa quattro chilometri, alla Big Sand dove ci accolgono due spiagge,
di cui una veramente immensa. C’è anche un campeggio molto grande
preferibile al primo che si incontra immediatamente a ridosso del centro
dell’abitato. La deviazione merita lo sforzo. Andiamo al Pier, il molo, per
poter fare un’escursione al largo, ma tutte le crociere sono piene. Peccato
ma era prevedibile vista la giornata di sole.
Ripartiamo e costeggiamo tutto il Loch Maree (Loch Ness a confronto non è
nulla…) e pranziamo in uno spiazzo lungo la strada. Il lago è punteggiato da
piccoli isolotti e ci sono tante spiaggette alcune anche di sabbia. Dopo una
partita a volano e con una temperatura più che mite, ci rimettiamo in
cammino e imbocchiamo la 896. Il tratto che va sino a Torridon è in single
track e attraversa una zona montuosa con picchi che arrivano poco oltre i
1000 m. (che per gli scozzesi è molto!) per degradare poi fino al mare.
E’ incredibile come nel giro di pochi chilometri si passi da un ambiente
marino ad uno lacustre, ad uno alpino.
Un grazioso torrente dalle pietre scure ci affianca lungo il tragitto per
sfociare in un laghetto, cui ne seguono molti altri. Bellissimo il
paesaggio, senza l’ombra di insediamento umano anche se la zona è un’
attrazione turistica per i locali.
La strada continua con questo alternarsi di scenari, sino ad immettersi
nella 890 che conduce a Dornie dove si trova il famoso e affollatissimo
(troppo!!) Eilean Donan Castle, location del film Highlander. Se posso dire
una cosa impopolare, non è il caso di visitarlo all’interno. E’ sufficiente
ammirarlo dalla strada dove il colpo d’occhio è notevole: è un castello
piccolo, compatto, con un bel ponte ad archi che lo collega alla terraferma
dato che è edificato su di un minuscolo isolotto. Ma stop. L’interno è
frequentato da quintali di turisti che sbarcano dai pullman riempiendo tutti
gli spazi disponibili e onestamente le sale interne non sono un granché
compreso il finto allestimento delle cucine con tanto di manichini al posto
dei cuochi e le pietanze di plastica nelle pentole. Rispetto agli altri
castelli visitati risulta innaturale e assembla una serie di pezzi di
arredamento che non hanno molto in comune e sembrano messi lì a caso.
Terminato il giro ci dirigiamo verso l’isola di Skye.
Attraversiamo un ponte di grande impatto e superata Broadford andiamo in
direzione di Carbost dove si trova la distilleria Talisker, meta agognata da
Ciccio che da mesi desidera entrare esattamente qui dove si produce il suo
whisky preferito. Deviamo dalla strada principale che conduce a Dunvegan e
arriviamo a Carbost e poi alla distilleria, in tempo per vedere che la prima
visita è alle nove e mezza del mattino. Appena oltrepassata la fabbrica,
sulla destra, c’è un piazzale di ghiaia sul Loch Harport e c’è un camper
scozzese già parcheggiato. Il tipo, armato di canne da pesca, ci fa sapere
che dorme qui, che non ci sono problemi a sostare e comunque che non gliene
importa nulla! Ha un camper Pilote tutto decorato: sul fianco una mucca di
quelle “cappellone” che si vedono in Scozia, uno scozzese in kilt che suona
la cornamusa, un castello, uno squalo, una cartina geografica della Scozia,
tutto in delicate tinte pastello! A completarlo delle bandiere scozzesi che
sventolano e lui parla gaelico suppongo, perché il suo inglese è
didascalico.. un po’ nazionalista!
Anche un camper francese arriva poco dopo e si sistema accanto a noi.
Facciamo due passi per questo minuscolo borgo, tutto affacciato sul Loch
(che lago non è) e ci accorgiamo di un altrettanto minuscolo pub dove
servono anche la cena e decidiamo di andarci.
Mentre aspettiamo che arrivi l’ora giusta, facciamo giocare Zelda nel prato
accanto al piazzale. Alle otto andiamo a mangiare: il pub è piccolo, si
ordina al bancone e la cameriera viene a portare le pietanze al tavolo.
Gustiamo cibi buoni, uno stufato super e del salmone. Rientriamo al camper
con la luce del sole ancora alta, ma i midges ci convincono a battere
ritirata all’interno. Stasera mia figlia maggiore dorme con me e la più
piccola col papà per gentile richiesta. Quindi, scambio delle coppie e poi a
nanna..
15 Agosto - 17° giorno
Km percorsi:220
Da dove partiamo:Carbost
Dove arriviamo:Morvich
Pernottamento:
Camping “Morvich”
Tempo:nuvoloso/pioggia
Notte molto tranquilla e risveglio con la pioggia. Alle nove e mezza un sole
timido timido buca le nuvole e ci incoraggia ad uscire; ci avviamo subito
alla distilleria Talisker dove appena entrati Ciccio si fa un ottimo whisky
così, di prima mattina!
La visita guidata anche se unicamente in inglese, è interessante soprattutto
per chi apprezza questo marchio che è singolare ed unico nel suo genere e
viene accompagnata da un inconfondibile e particolare profumo di torba.
Ritornati al camper andiamo verso il Castello di Dunvegan per andare a
vedere la colonia di foche che alberga da quelle parti. Quando arriviamo ci
informano che fino alle due non ci sono posti disponibili nelle barche, così
pranziamo in camper e poi entriamo al castello facendo il biglietto
unicamente per la visita ai giardini (pessima scelta perché piove) cosa
possibile da evitare andando direttamente al pontile di imbarco e
utilizzando l’entrata che si trova prima del cancello principale. Non siamo
interessati a visitare l’interno del castello per cui ci dirigiamo subito al
piccolo molo a fare i biglietti per la barca.
Le imbarcazioni caricano un massimo di sette persone ed il giro dura 20
minuti. Quando arriva il nostro turno, indossiamo il giubbotto salvagente e
in un battibaleno arriviamo a destinazione. Davanti ai nostri occhi una
scena meravigliosa: ci sono quattro o cinque isolotti di scoglio fasciati di
alghe e su ciascuno una moltitudine di foche, alcune con i cuccioli che sono
tenerissimi. Essendo piccola, la barca si avvicina molto agli animali e la
distanza tra noi e loro sarà stata massimo di 7-8 metri. Abbiamo potuto
vederle in tutte le loro buffe espressioni! La barca è andata lentamente ed
è passata e ripassata più volte accanto agli isolotti. Le ragazze erano
estasiate così come tutti coloro che abbiamo incrociato una volta sbarcati;
esperienza da fare assolutamente se si passa di qui.
Alle tre e un quarto siamo risaliti in camper per continuare il giro dell’
isola andando verso Uig. Il tempo si è fatto molto nuvoloso ma almeno ha
smesso di piovere. Da Uig la strada diventa una single track fino a Staffin
con dei bellissimi panorami che hanno toccato l’apice proprio sulla punta
della penisola di Trotternish. A Staffin c’è una grandissima spiaggia di
sassi che si scorge dall’altro. Dopo qualche curva si vede sulla sinistra il
parcheggio del belvedere sul Kilt Rock, una maestosa rupe di basalto con
delle venature verticali a forma di colonne che ricordano per l’appunto, le
pieghe di un kilt.
Scendiamo curiosi a vederlo e inizia a piovere.. Decidiamo di percorrere la
strada senza più fermarci; ammiriamo Protree dall’alto col suo piccolo
porticciolo, le case colorate e parecchia gente che va a spasso.
Consideriamo concluso il nostro giro di Skye e torniamo verso il ponte che
riporta alla terraferma.
Sono ormai le sette e decidiamo di fermarci a dormire in campeggio perché
agogniamo un’abbondante doccia. Superato l’Eilean Donan Castle troviamo le
indicazioni per il Camping Morvich del Caravan Club Site e ci andiamo. Ci
piazziamo e immediatamente, ci infiliamo al caldo della doccia e poi
“studiamo” la carta stradale perché la Scozia sta “finendo” e dobbiamo
decidere le prossime tappe.
Intanto la pioggia cade fitta giusto per ricordarci che era stata solo una
tregua temporanea la sua, nel caso l’avessimo scordato. Dall’Italia arrivano
messaggi di belle giornate e di tanto caldo.. Beh, però lì le foche non le
vede nessuno!
Buona Notte!
16 Agosto - 18° giorno
Km percorsi:375
Da dove partiamo:Morvich
Dove arriviamo:Moffat
Pernottamento:
parcheggio prima del centro
Tempo:nuvoloso
Purtroppo, o forse dovrei dire naturalmente, il cielo è molto nuvoloso.
Guardando la carta ieri sera abbiamo deciso di navigare a vista e decidere
la giornata sulla base del tempo: se sarà inclemente tireremo diritto,
altrimenti faremo delle soste.
Alle dieci partiamo e percorriamo la 87 fino a Invegarry dove ci immettiamo
sulla 82 per Fort William: la strada è molto panoramica e attraversa laghi e
boschi punteggiati dal viola dell’erica. Non capisco come gli scozzesi
considerino il cardo il fiore nazionale con tutta questa erica che riempie
colline e prati e che sarà uno dei ricordi più vivi che serberò di questa
terra: non credo potrò più vedere una pianta di erica senza pensare a questi
luoghi.
Costeggiamo il Loch Lochy scuro e profondo dalla solita forma stretta e
allungata dei laghi glaciali. Arriviamo a Fort William e dovremmo vedere il
Ben Nevis la vetta più alta della GB con i suoi 1343 m., ma il condizionale
è d’obbligo in quanto le nuvole sono basse e non ce lo permettono.
Andiamo a camminare per il paese lungo la via principale che è pedonale ed
ricca di negozi di souvenir e di articoli da montagna. E’ un posto molto
turistico e piacevole. Pranziamo e acquistiamo qualche regalo da portare a
casa e delle bistecche in una macelleria ben fornita.
Alle due e mezza ripartiamo. Visto che il tempo non accenna a migliorare non
facciamo la strada costiera ma proseguiamo per la 82 lungo la vallata di
Glencoe.
Qualche raggio di sole ci aiuta ad oltrepassare questa splendida valle
totalmente priva di alberi e insediamenti umani che ad un certo punto si
apre su grandi spazi; è particolare e bellissima soprattutto per noi che
quando diciamo montagna intendiamo Dolomiti, ambiente diametralmente opposto
a questo. Nel procedere si incontrano degli specchi d’acqua e il bel lago
Tulla; è una strada incantevole che mi sento di consigliare.
Prima di arrivare a Glasgow la 82 fiancheggia il Loch Lomond che è il più
grande lago della GB: nella parte settentrionale è abbastanza affilato e
circondato da rilievi; anche la strada non è comoda perché stretta e piena
di curve con un asfalto non ben tenuto. Il tutto dura poco per fortuna;
questa zona è una grande meta turistica in particolare per gli abitanti di
Glasgow e il traffico è sostenuto. Il lago segna il confine con le Highlands
e nella parte sud cambia aspetto diventando più largo e con vari isolotti ed
è circondato da boschi e prati.
Arriviamo a Glasgow che ci rallenta molto la marcia per via del traffico che
ci costringe in alcuni tratti ad andare a passo d’uomo. Finalmente la coda
si sblocca ma abbiamo perso forse più di un’ora.
Imbocchiamo la 74 e verso le sette usciamo a Moffat sulla 701. Proviamo ad
andare in un campeggio segnalato appena fuori dall’autostrada ma ci dicono
che per il week end è pieno.
Arriviamo al paese dove, subito prima del centro, vediamo un parcheggio in
cui sostano già quattro camper e ci fermiamo anche noi. Chiediamo ad un
inglese se secondo lui si può pernottare e ci risponde che crede non ci
siano problemi anche se lui è solo di passaggio. Immediatamente dopo arriva
un tedesco e gli chiediamo se lui rimane: certo che si anche perché ha
trovato tutti i campeggi completi. Ottimo. Non saremo soli.
Andiamo a fare una passeggiata nel centro che sembra molto dinamico: ci sono
degli alberghi, dei ristoranti e siccome notiamo un take away ci prendiamo
la pizza e andiamo a mangiarla in camper.
Nel frattempo il tedesco di Monaco ha posizionato un tavolino nel bel mezzo
del parcheggio, lo ha apparecchiato di tutto punto e con la famiglia si sta
gustando un’abbondante spaghettata! Pure la nostra pizza era buona
considerato che siamo a molti chilometri da casa e soddisfatti ci prepariamo
per la notte.
Inizia a cadere una pioggia insistente e sottile che non ci lascerà fino al
mattino anche se devo dire che quando mi addormento è l’unico momento della
giornata in cui la gradisco e da lei mi faccio cullare..
17 Agosto - 19° giorno
Km percorsi:435
Da dove partiamo:Moffat
Dove arriviamo:Ludlow
Pernottamento:
Park&Ride
Tempo:pioggia/nuvoloso
Stamattina piove! Ma che novità! Il nostro amico tedesco non potrà fare
colazione all’ aperto sul piazzale…
Alle nove prendiamo l’autostrada e ci dirigiamo verso Chester dove contiamo
di arrivare per l’ora di pranzo.
Dopo un tentativo mal riuscito di parcheggiare fuori delle mura, andiamo al
solito Park&Ride che si rivela come sempre la scelta migliore e in un
battibaleno siamo in centro.
Questa cittadina è una vera chicca, probabilmente la più bella di quelle
visitate. Si trova nella contea di Cheshire una regione agricola piuttosto
ricca, è tutta racchiusa da mura di arenaria rossa di epoca romana e
possiede degli edifici Tudor alcuni dei quali veramente antichi. Nel centro
la cosa più insolita sono i “rows” ossia dei portici costruiti su due
livelli che ospitano un’infinità di negozi; nonostante fosse domenica erano
tutti aperti e le strade pullulavano di gente.
Per prima cosa siamo andati a pranzo al “The Coach House” in Northgate
Street mangiando bene; addirittura ci hanno offerto il dessert per scusarsi
del fatto che, a causa di un disguido in cucina, lo abbiamo atteso più di
mezz’ora!
Più tardi ci siamo saliti sulle mura e ne abbiamo percorso quasi tutto il
perimetro per poi andare a passeggiare lungo il fiume Dee dove c’erano delle
famigliole che facevano una gita in barca, un’orchestrina suonava, altre
persone chiacchieravano sedute sulle panchine o si intrattenevano nei bar a
mangiare il gelato.
Abbiamo visitato la cattedrale che è meravigliosa anche questa di pietra
rossa, i resti (poca cosa) di un anfiteatro romano e la ricostruzione di una
antica via romana.
Verso le cinque siamo rientrati al parcheggio e deciso di continuare per la
49 anziché prendere l’autostrada.
Abbiamo attraversato delle belle campagne e dei piccoli paesi; avremmo
voluto fermarci a Shrewsbury, ma le nuvole grigie e le strade quasi deserte
ci hanno fatto desistere dal proposito. Intanto ovviamente ha iniziato a
piovere in modo insistente. Non abbiamo notato indicazioni di campeggi né
aree che invitassero alla sosta; siamo arrivati perciò a Ludlow dove, dopo
aver girato un po’ senza risultati in cerca di un posto che ci ispirasse per
fermarci la notte, ci siamo convinti ad andare al Park&Ride in cui
stranamente non c’erano le solite sbarre né cartelli intimidatori e pertanto
ci siamo piazzati. Adesso speriamo che nessuno venga a mandarci via, siamo
in un’area commerciale dove non ci sono abitazioni e non dovremmo dare
fastidio.
Cenetta leggera e visto che siamo “scarichi” niente dvd; la stanchezza si fa
sentire e in previsione del fatto che dovremmo alzarci presto alle dieci
siamo sotto le coperte.
La notte passa tranquilla e dormiamo soddisfatti di questa sistemazione un
po’ penata.
18 Agosto - 20° giorno
Km percorsi:153
Da dove partiamo:Ludlow
Dove arriviamo:
Bath
Pernottamento:
Camping “Newton Mill”
Tempo:pioggia/nuvoloso
Piove! Che novità… Alle nove siamo pronti e prendiamo l’autobus per il
centro visto che è proprio lì e pare solo aspettare noi. Ludlow è un paesino
molto grazioso nella contea di Shropshire e viene considerato la capitale
gastronomica del nord ovest inglese. Non ha l’apparenza di una meta
turistica sebbene ci sia proprio nel centro un bel castello normanno. Quello
che ci colpisce è la presenza di moltissimi negozi di generi alimentari. Si
respira l’aria quotidiana delle massaie inglesi che corrono qui e là con i
sacchetti della spesa e i bimbi per mano. Gli anziani invece sono seduti ai
tavolini dei caffè a parlare o leggere il giornale. Su indicazione di un
nonno conosciuto sull’autobus entriamo in un locale che credo si chiami
Grey’s, molto bello, dove alla cameriera con tanto di grembiulino e crestina
in testa, chiediamo se è possibile avere l’afternoon tea al mattino e
veniamo subito accontentati: ci porta dell’ottimo tea, degli skones con la
marmellata e il burro, della crema da urlo, una serie di dolcetti e quattro
piattini con dei sandwiches al salmone, al tonno, al pomodoro, al formaggio
e infine al salame e mostarda. Pareva un banchetto di nozze! Le ragazze
avevano gli occhi fuori della testa ed erano rapite oltre che dalla
raffinatezza con cui erano preparati i piatti, anche dall’eleganza con cui
venivano serviti. Abbiamo mangiato fino a non poterne più. A quel punto la
cameriera ha portato al tavolo una scatola di cartone dove ha infilato
quello che era avanzato e ci ha detto di portarcela via.
Con qualche milione di calorie in corpo abbiamo continuato il nostro giro
per il paese, siamo entrati nella cattedrale come sempre molto bella, tutta
in pietra rossa e dopo una breve occhiata al mercato cittadino siamo
risaliti sull’autobus e rientrati al parcheggio.
Abbiamo preso la 49 verso Hereford e superato questo centro che ci è parso
abbastanza trafficato, ci siamo immessi nella 466 che sconfina nel Galles e
attraversa una bella zona di campagna costeggiando il fiume Wye nell’omonima
valle. Peccato che il colore dell’acqua fosse marrone e questo toglieva un
po’ di poesia..
A Tintern, davanti a noi sono apparse le rovine delle Tintern Abbey che sono
una meravigliosa visione e meritano una breve sosta e a Chepston siamo
entrati in autostrada con meta finale Bath.
Siamo arrivati verso le tre e mezza e ci siamo diretti al Park&Ride che era
stracolmo di macchine ed utilizza infatti autobus a due piani (questo la
dice lunga su come sia complicato anche per i locali parcheggiare in
centro..). E’ raccomandabile usare questo servizio perché Bath si sviluppa
su dei colli per cui ha molte strade in salita, non è agevole parcheggiare e
gli spazi dove farlo sono esigui.
Bath è stupenda; completamente diversa dalle città viste fino ad ora perché
costruita in stile Georgiano e non Tudor con delle case a schiera signorili
ed è tutta di un caldo colore ambrato; l’intera città è sotto la tutela
dell’UNESCO.
E’ decisamente raffinata e lo si nota immediatamente dal tenore dei negozi e
dalla presenza di un turismo di elite. Anche alberghi e ristoranti sono
eleganti.
Andiamo a vedere l’Abbazia che è un enorme chiesone medievale con una
bellissima navata a ventaglio; di fronte ci sono le antiche terme romane.
Entriamo a visitarle: si tratta di un complesso termale molto grande in
parte ricostruito, per cui non occorre utilizzare molta immaginazione (come
invece accade nei complessi termali che ci sono ad esempio a Roma) e ci si
rende conto dell’importanza e dell’uso che si faceva delle terme in epoca
romana e successivamente nel medioevo. Le abbiamo trovate stupende, davvero
interessanti e meritano la visita.
Una volta usciti abbiamo passeggiato sino a Royal Crescent una struttura
semicircolare di case a schiera lussuose che risalgono alla metà del 700
circa, destinate a personaggi dell’alta società e tuttora dimore esclusive:
al centro della piazza uno spazio verde con grandi alberi la rende proprio
carina.
Dopo qualche altro giro per le vie affollate, verso le sei siamo giunti al
Camping Newton Mill nel villaggio di Newton St. Loe in Newton Road, con dei
bei servizi e ampie piazzole dal fondo ghiaioso e addirittura un centro
massaggi, un ristorante, un Tourist Information e l’autobus che porta a Bath
centro.
Ne approfittiamo per dare una generosa ripulita al camper e farci una super
doccia calda.
Risotto di pesce, insalata e frutti di bosco e purtroppo ultimo dvd della
serie! Terminata la visione aggiornamento del diario. Per la cronaca: oggi
ci sono stati tutti i tipi di tempo tranne la neve, ma cielo azzurro…MAI!
19 Agosto - 21° giorno
Km percorsi:389
Da dove partiamo:Bath
Dove arriviamo:autostrada A26 (Francia)
Pernottamento:
piazzola di sosta
Tempo:pioggia/nuvoloso
Stamattina si va a Stonehenge! Sono le ragazze in particolare che ci tengono
perché ne hanno parlato diffusamente a scuola e noi le accontentiamo
volentieri perché è un sito famoso di cui tanto abbiamo sentito e letto e ci
incuriosisce vederlo.
Partiamo verso le dieci sotto una pioggerellina sottile che iniziamo o
meglio continuiamo a detestare. Verso le undici e mezza arriviamo al sito
che è visibile già dalla strada 303, infatti molte persone lo fotografano
restando fuori stipate attorno alla rete di protezione.
Noi entriamo e un raggio di sole benevolo decide di illuminare ben dieci
minuti della nostra visita.
E’un’emozione enorme pensare che stiamo ammirando una costruzione eretta
5000 anni fa e tra i siti preistorici più conosciuti e importanti al mondo.
Non si può entrare nel cerchio di monoliti ma anche avvicinarsi al
terrapieno è una grande cosa. Facciamo il giro completo ascoltando l’
audioguida; bello, bello, bello.
Dopo un’oretta riprendiamo il camper e ci dirigiamo a Salisbury sempre nel
Wiltshire. Anche qui utilizziamo il Park&Ride ma solo uno dei quattro
esistenti non ha la sbarra e consente perciò l’accesso ai camper ed quello
che si trova a Britford sulla Downtown Street. Prepariamo dei panini, li
mangiamo nel camper in attesa che il sole si faccia un giro dalle nostre
parti e veniamo accontentati.
Arriviamo con l’autobus in centro città: l’impatto è piacevole, ci sono i
soliti edifici Tudor con le case di graticcio affiancate ad altre più
recenti. Andiamo in Market Square dove il martedì si tiene un grande
mercato. Girovaghiamo nell’isola pedonale e ci avviamo alla cattedrale che è
sorprendentemente maestosa, un vero capolavoro del gotico e ancor più
imponente, se possibile, di quelle già viste. E’ circondata da un vasto
prato .anziché trovarsi nel cuore della città e la particolarità è l’enorme
guglia che la sovrasta che è la più alta d’Inghilterra e si scorge da ogni
luogo nei dintorni. All’interno la cattedrale secondo me non è bella,
quello che colpisce è l’altezza delle navate ma per il resto è austera e un
po’ triste.
Mi è piaciuto tanto il chiostro spazioso e addirittura con una cafeteria (se
la potevano risparmiare..).
Sempre nella cattedrale si può vedere una delle quattro copie rimaste della
Magna Charta un documento antico che fu alla base di tante costituzioni tra
cui quella americana e che per tutti è una vecchia reminescenza scolastica.
Attorno alla cattedrale si trova un “close” ossia un terreno recintato che
racchiude delle abitazioni private di epoca medievale circondate da mura e
qualcuna può essere visitata.
Dopo aver fatto ancora un giretto e gli ultimi acquisti, torniamo al camper
sotto un violento acquazzone. Il gran finale!
L’amara sorpresa e che il navigatore è morto! Ha dato forfait , ha smesso di
funzionare per cui, abbandonati a noi stessi, ci costruiamo un itinerario
per il ritorno: da Winchester seguiamo la 31 fino a Dorking e poi con l’
autostrada 25 e la 20 arriviamo a destinazione. Verso le otto ci fermiamo in
una piazzola di sosta a mangiare e riposare poi riprendiamo la strada con
una grande tensione perché viaggiare col buio, senza navigatore, ma
soprattutto senza l’ausilio delle specchio destro non è facile..
Arrivati a Dover occorre seguire le indicazioni per il check in e poi si
trovano le linee di imbarco delle varie compagnie di navigazione: noi
avevamo già acquistato il biglietto aperto per il ritorno e abbiamo avuto la
fortuna che il ferry era in partenza. Ci siamo quindi imbarcati subito e
alle dieci e mezza siamo salpati verso Calais. Primo acquisto saliti sulla
nave: una carta stradale dettagliata della Francia. La prossima tappa sarà
Eurodisney con grande sorpresa delle ragazze che non se lo aspettavano.
Mettiamo l’orologio avanti di un’ora e aspettiamo felici di sbarcare sul
continente. Arriviamo all’una ora locale puntualissimi e sbagliamo subito
strada perché anziché uscire per il centro città proseguiamo e ci ritroviamo
in autostrada (ma com’è che senza navigatore diventiamo tutti imbranati??)
Al primo casello della A26 in direzione Arras, ci fermiamo nell’area di
sosta che si trova subito dopo, dove Zelda scopre una colonia di lepri (ce
ne saranno state almeno una cinquantina) e inizia ad abbaiare come una pazza
mettendole in fuga. Vista l’ora tarda e la stanchezza, dal canto nostro ci
tuffiamo tutti tra le braccia di Morfeo che ci accoglie velocemente.
20 Agosto - 22° giorno
Km percorsi:581
Da dove partiamo:autostrada A26
Dove arriviamo:Marne la Vallé
Pernottamento:
Eurodisney
Tempo:nuvoloso/sole
Sveglia alle dieci perché prima gli occhi rifiutano di aprirsi. Non ci
crederà nessuno ma piove! Ci stiamo convincendo che qualche nuvolone
inglese sia rimasto aggrappato al nostro camper e ci segua ovunque come un
cane fedele.
Confidiamo nel sud.. Almeno con la guida a destra i problemi di Ciccio per
lo specchio rotto sono parzialmente risolti. Il navigatore invece è andato
del tutto… Pazienza, la destinazione è semplice: Eurodisney -Parigi. Verso
le undici andiamo. Dopo una pausa per il pranzo prendiamo la direzione Marne
la Vallé ed il parco è ben indicato. Arriviamo alle tre e andiamo a fare
camper service nella zona dedicata agli autobus. Il parcheggio dei camper è
super affollato ma troviamo posto anche noi abbastanza vicino al tapìs
roulant che porta all’ingresso.
Andiamo a prendere informazioni per i due parchi e decidiamo di suddividerli
in due giornate distinte e di non fare il biglietto cumulativo. Acquistiamo
subito i biglietti in modo da evitare la prevedibile coda di domani
mattina.. mia figlia minore non sta più nella pelle.. Sono le quattro e
decidiamo di prendere la RER per andare in centro a Parigi. Ci procuriamo i
biglietti validi su tutti i mezzi e alle cinque e mezza scendiamo a Les
Halles. Ci incamminiamo verso il Centre Pompidou fino all’Ile de laCité ad
ammirare Notre Dame e a Saint German de Près nel quartiere latino. Parigi
l’abbiamo vista tante volte, l’ultima di recente con le nostre figlie, ma
tornarci per noi è sempre un regalo e una gioia grande perché questa città
che amiamo profondamente è stata presente in tanti momenti importanti della
nostra vita. Anche le ragazze se ne sono innamorate e la grande nutre un’
autentica passione per la Tour Eiffel.
Camminiamo rapiti dalla bellezza delle sue strade, dei monumenti, dei colori
delle persone, dalla quantità di gente che la popola e passeggiando in
Boulevard St. Michel, Ciccio seleziona un ristorantino greco e ci sediamo a
cenare. L’ambiente è allegro e mangiamo bene. Alle otto prendiamo un paio di
metropolitane e andiamo a esaudire il desiderio di nostra figlia, ma nemmeno
tanto segretamente anche il nostro, di vedere la Tour Eiffel illuminata.
Arriviamo al Trocadero e si staglia di fronte a noi: bella, per me
bellissima.
Sono in funzione le fontane e la piazza è gremita di gente, di pubblico
vorrei dire, e tutti attendono lo spettacolo del calar del sole quando mano
a mano che la luce diminuisce inizia a colorarsi di blu. E’ stupenda!
Nella piazza del Trocadero si trovano grandi, piccini, anziani, innamorati e
persone sole tutti a guardarla e fotografarla per immortalarne lo splendore.
Comprendo mia figlia che ne è affascinata perché lo sono anch’io forse anche
per ciò che rappresenta questo monumento speciale nei miei ricordi.
Rimaniamo lì quasi un’ora e poi arriva il momento del rientro. Riprendiamo
la metro e in Charles De Grulle, la RER che ci riporta a Disneyland
impiegando circa 40 minuti.
Siamo in molti a rientrare ai camper e agli alberghi del Village dove
ristoranti e locali sono ancora in piena attività. Studiamo un po’ la
piantina del parco e nel frattempo intravediamo dalla finestra i fuochi d’
artificio che ne segnano la chiusura. Tutti a letto allora con nostra figlia
piccola agitatissima, perché domani ci aspetta una maratona del
divertimento. Buona notte anzi, Bonne Nuit!
21 Agosto - 23° giorno
Km percorsi:0
Da dove partiamo:Marne la Vallé
Dove arriviamo:Marne la Vallé
Pernottamento:
Eurodisney
Tempo:nuvoloso/pioggia
Stamattina la sveglia l’hanno tenuta le nostre figlie che ci hanno preparato
la colazione purché ci alzassimo presto. Che bellezza alzarsi col profumo
del caffè e il tavolo apparecchiato! Alle dieci, orario di apertura del
parco, eravamo ai tornelli. Inutile dire che scenograficamente parlando è
magnifico. La Disney è la Disney e non ce n’è per nessuno. Passiamo al
giornata da un’attrazione all’altra; il giudizio generale positivo ma
Gardaland a nostro avviso ha delle “giostre” più adatte agli adulti, mentre
queste sono a dimensione bambino. Spettacoli non ce n’erano molti è il
cinema tridimensionale è uno solo con un filmato né attuale né molto bello.
Quello che è notevole è il contesto, la cura del particolare, la ricchezza
delle scenografie come la Main Street con i suoi negozi.
Alle sette e mezza abbiamo assistito alla sfilata dei carri animati con i
personaggi Disney, festosa e colorata. Dopo cena siamo rientrati per lo
spettacolo finale che consiste in un’altra parata simile alla precedente ma
con i carri illuminati e i personaggi vestiti con costumi sfavillanti e che
si conclude con lo spettacolo pirotecnico sullo sfondo del castello della
Bella Addormentata che cambiava colore, si accendeva di luci e brillava. Un
finale col botto!
A mezzanotte come Cenerentola, tutti a letto..
22 Agosto - 24° giorno
Km percorsi:0
Da dove partiamo:Marne la Vallé
Dove arriviamo:Marne la Vallé
Pernottamento:Eurodisney
Tempo:pioggia
Stamattina non piove, diluvia. Ininterrottamente. Mia figlia spegne la
sveglia per cui ci svegliamo tardi. Anche Zelda si rifiuta di uscire e
affaccia solo per un attimo il muso alla porta per poi decidere di tornare a
dormire. Velocissimi ci prepariamo e sfidiamo l’acqua (tanto non abbiamo
fatto altro per tutta la vacanza) e verso le undici entriamo agli Studios.
Questo parco non è d’impatto come quello di ieri a ha dimensioni più
contenute. Secondo noi sembra rivolto più agli adulti anche se i bambini
sono numerosissimi. I negozi sono concentrati nel grande spazio coperto che
si attraversa all’ingresso, uno studio appunto, e vendono tutti le stesse
cose. Le ragazze vanno subito sulle montagne russe coperte e mentre loro si
fanno sbatacchiare di qua e di là io e Ciccio facciamo un giro. Soprattutto
due le cose ci hanno colpito: uno spettacolo interattivo con il cartone
animato Stich come protagonista che dialogava, lui cartone, con noi
pubblico! Strabiliante , chissà come fanno…La seconda lo spettacolo degli
stuntmen che si svolge in un’arena e dura quasi un’ora, in cui si assiste ad
inseguimenti tra auto, moto, incidenti, scoppi, incendi, cadute ecc..
Veramente ben concepito e di grande effetto.
Passando da un’attrazione all’altra sono arrivate le sei e mezza e dopo aver
spiluccato qualcosa siamo tornati al camper per una cena calda, perché l’
umidità ci ha invaso anche le ossa ormai! Mentre le ragazze giocano a carte
io sistemo il diario di viaggio e le foto sul PC: domani si levano le tende
e stavolta la meta finale è casa!
Buona notte allora, per l’ultima volta.
23 Agosto - 25°ed ultimo giorno
Km percorsi:1200
Da dove partiamo:Marne la Vallé
Dove arriviamo:Mestre - Venezia
Pernottamento:
a casa!
Tempo:pioggia
Alle otto e mezza siamo pronti, direzione Reims -Metz - Strasburgo. Il tempo
è pessimo, una persecuzione. Arriviamo a St. Avold dopo Metz e usciamo nella
statale in cerca di una trattoria dove pranzare. Siamo in Alsazia regione
della Francia che non conosciamo e questa è l’occasione per darle una
sbirciatina. Proseguiamo per la 656 ma troviamo tutti i locali chiusi. Alla
fine scoviamo un posto, il Bellevue, e ci fermiamo: ci sono moglie, marito,
suocera e bambini che stanno pranzando, ci fanno accomodare e ci informano
che hanno solo polpette al sugo ed insalata. Accettiamo e mangiamo un piatto
favoloso! Pensare che eravamo scettici sulla proposta.. Ovviamente mentre
mangiamo piove sempre più forte ragione per cui quando riprendiamo la
marcia, Ciccio decide che vuole arrivare a casa in giornata. I nostri
propositi di un’eventuale sosta a Basilea o Lucerna se ne vanno in fumo.
Dopo tante ore di viaggio all’una di notte arriviamo e in quel mentre
scoppia un tremendo temporale! Sarà una maledizione..
La vacanza è finita e come sempre il rimpianto si mescola alla felicità di
ritrovare la propria casa, i genitori, gli amici a cui raccontare l’
esperienza fatta. E’questa sensazione particolare che ci piace e ci fa
tornare volentieri anche se la mente è già impegnata a programmare il
prossimo viaggio, certamente…al sole!