Praga e Berlino

Praga e Berlino Agosto 2007 di Trevisani Michele



Tutte le vacanze, e a maggior ragione quelle fatte con un camper, si devono programmare qualche mese prima. Siamo a metà Aprile; il caldo della primavera avanzata sembra voler lasciare il posto alla stagione estiva. Il desiderio di prendersi una pausa dal lavoro inizia a farsi sentire sempre più intenso; la lettura della stampa di settore, poi, enfatizza questa voglia di mollare tutto e partire. Tutto ha inizio sfogliando un mensile, sul quale troviamo la realizzazione di un itinerario che si snoda lungo il corso dei fiumi Reno e Mosella. Le fotografie suggestive e la presenza di molti castelli e paesini dall’aria un po’ fiabesca, fanno scattare subito la voglia d’essere lontani da casa, dalla solita routine.


Poiché la maggior parte dei nostri amici durante il periodo estivo lavora, rimaniamo solo in due ad organizzare questo viaggio. Non avendo ancora un mezzo di proprietà, decidiamo di noleggiarlo. Il camper più piccolo che troviamo è un Rimor Sailer 667 tc, rigorosamente con garage visto che abbiamo intenzione di portare con noi le bici.


A questo punto inizia l’organizzazione vera e propria del viaggio; la ricerca in internet delle aree di sosta, dei campeggi, d’informazioni circa i paesi e tutto quello che c’è da visitare nei dintorni. Le settimane passano, l’estate è ormai arrivata e con lei anche il periodo delle sagre paesane. A Giugno, parlando della nostra idea con altri amici camperisti, veniamo a conoscenza della loro probabile meta: Praga e Berlino. Il pensiero di trovare altre persone conosciute all’estero è stuzzicante e le variazioni all’itinerario base iniziano ad essere elaborate. Alla fine troviamo una coincidenza di date per le ferie e quindi decidiamo di partire tutti assieme il venerdì pomeriggio.


VENERDÌ 10 AGOSTO (330 KM)


Ci siamo! Le ultime ore di lavoro e poi si parte per la vacanza tanto attesa. La giornata inizia nel migliore dei modi; il sole alto in un cielo limpidissimo riscalda ben presto l’aria. Verso mezzogiorno ci troviamo alla Nuova Maril di San Pietro di Legnago per ritirare il camper. Stefano lo porta a casa e inizia a sistemarlo, mentre io torno al lavoro. L’ora fissata per la partenza è alle 18, ma alla fine partiamo da Castel d’Azzano quando mancano una decina di minuti alle 19. L’attesa fa inevitabilmente salire la voglia di partire e l’emozione di vivere una nuova esperienza. Il pensiero è già proiettato verso l’Austria, la Repubblica Ceca e la Germania. Quando anche lo sguardo prende la direzione del nord, la gioia inizia a diminuire; il cielo sta cambiando colore, l’azzurro lascia spazio a molteplici tonalità di grigio, i raggi del sole timidamente scompaiono come inghiottiti dalle nubi che avanzano e, al loro posto, iniziano a lambire il parabrezza del camper alcune gocce d’acqua.


Non ci scoraggiamo! Appena i tre camper sono pronti puntiamo dritti al casello di Verona nord. Qui inizia la lunga trasferta autostradale che ci porterà a Praga. Alle 21 abbiamo da poco passato Bolzano e decidiamo di fermarci per una rapida “sosta cena”. Dopo aver consumato i nostri panini ed esserci dati il turno alla guida, ripartiamo fin tanto che uno dei tre autisti non sarà stanco. Passiamo il confine con l’Austria e il ponte Europa. Poco dopo Innsbruck qualcuno (Mauro) inizia a sentire la necessità di dormire qualche ora. Ci fermiamo e ci diamo appuntamento per le 7 del giorno seguente.


SABATO 11 AGOSTO (500 KM)


Sono le 7 e la sveglia suona. Timidamente apriamo gli occhi e guardiamo fuori. Qualcuno del nostro equipaggio è già in piedi (Agostino). La notte trascorsa nel parcheggio di un’area di servizio autostradale non è stata delle più silenziose, ma tutto sommato siamo riusciti a riposare abbastanza bene. Il cielo coperto che ci aveva accompagnato il giorno prima, e che durante la notte aveva lasciato posto alle stelle, questa mattina si ripresenta in tutta la sua moltitudine di variegati grigi. Il tempo per un “caro” caffè espresso e poco prima delle 7:30 siamo già in viaggio. I cartelli indicano che siamo a 100 km da Monaco. Il paesaggio circostante è tutt’altro che banale; ogni tanto incontriamo qualche paesino che timido fuoriesce dalla rigogliosa vegetazione. Il colore dominante sembra essere il verde; non un verde anonimo, di una singola tonalità, ma una commistione di verdi, come si vede nei documentari delle foreste vergini. Iniziamo quasi a pensare di essere in una foresta pluviale! La pioggia che ci accompagna da quando siamo ripartiti si fa sempre più insistente. Entrati in territorio tedesco iniziamo a vedere le famose piantagioni di luppolo, dal quale si ricava la bevanda simbolo della Germania. Verso le 10:00, quando tutti si sono più o meno svegliati, ci fermiamo in un’area di servizio autostradale per la colazione. Il comparto femminile ci mette un po’ a prepararsi e allora la parte maschile si riunisce attorno al tavolo del Sailer per la scelta del campeggio dove pernottare a Praga. Impostata la meta sul nostro navigatore ripartiamo con ancora la pioggia come fedele compagna. Verso le 13 varchiamo la frontiera con la Repubblica Ceca e subito i cartelli ci ricordano di munirsi della vignetta autostradale; fortunatamente la frontiera rientra tra quei pochi posti dove i pagamenti sono accettati anche in euro. Sono da poco passate le 15 quando la voce del navigatore annuncia: “Si prepari ad arrivare a destinazione”; siamo in località Troja. Qui notiamo la presenza di 6 campeggi. Il DANA e il SOKOL, che erano le nostre due opzioni in questa zona, sono già pieni e quindi non ci resta che ripiegare su uno degli altri presenti. Alla fine riusciamo a trovare tre posti al CAMP HERZOG. Abituati alle dimensioni dei nostri campeggi, questo lo si può paragonare al giardino di una casa. La mancanza di un qualsiasi rudimentale camper service poi, non fa altro che confermare il nostro giudizio.
Una volta sistemati i camper siamo pronti per quello che potremo considerare il pranzo-cena visto che sono ormai le 16. Il pomeriggio trascorre tra un sopralluogo della zona circostante e la contemplazione della pioggia che sembra proprio non volerci abbandonare.
Già da un po’ le luci dei lampioni hanno iniziato a rischiarare la fresca notte e a noi non resta che farci una bella doccia e una sana dormita dopo questa lunga trasferta.


DOMENICA 12 AGOSTO


Sono le 8, l’ora della sveglia. Ogni giorno di questa vacanza ci siamo alzati a quell’ora. Potrebbe sembrare troppo presto per dei giorni di ferie, ma tra preparativi e mezzi di trasporto non siamo mai arrivati in città prima delle 10:30!
Come primo giorno di visita a Praga ci rechiamo al Castello (Pražský Hrad). Il complesso viene considerato una città nella città. All’interno delle sue mura trovano infatti spazio il Palazzo reale, la Cattedrale di San Vito, la Basilica di San Giorgio, i Giardini reali, il Vicolo d’oro e la Torre delle polveri, oltre a Mostre permanenti sulla storia del castello, la Pinacoteca del castello e la Galleria nazionale. Ad eccezione dei giardini e della Cattedrale di San Vito, il cui accesso è gratuito, tutte le altre attrazioni storico-religioso-turistiche sono visitabili a pagamento, sia singolarmente che con un biglietto cumulativo. Già ad un primo sguardo si può apprezzare il fatto che l’intero complesso non è frutto di un’unica mente e di un’unica mano. La mescolanza di stili architettonici rispecchia infatti la modalità di sviluppo del castello stesso; le basi furono poste nel lontano nono secolo dal principe Borivoj e fino al 1920, data dell’ultimo importante restauro, ogni regnante che succedeva al trono faceva apportare delle modifiche o edificare nuove costruzioni.
Tipico esempio di come gli edifici si arricchissero di stili differenti nel corso degli anni è la Cattedrale di San Vito, costruita con tecniche che spaziano dal gotico all’art nouveau passando attraverso il tardo gotico, il rinascimentale e il barocco. Meritano sicuramente una sosta più prolungata all’interno della basilica la terza vetrata del lato settentrionale (a sinistra dell’ingresso) riguardante la vita dei Santi Cirillo e Metodio per opera dell’artista Alfons Mucha, la vetrata del transetto meridionale che tratta il Giudizio Universale, l’altorilievo in legno del 1630 sul lato settentrionale dell’ambulacro raffigurante la fuga di Federico del Palatinato da Praga a seguito della vittoria dei cattolici sui protestanti nella battaglia di Bílá Hora, la tomba di San Giovanni Nepomuceno sul lato meridionale dell’ambulacro realizzata con due tonnellate d’argento e la cappella di San Venceslao, patrono dei cechi, sul lato meridionale della chiesa decorata con affreschi del cinquecento raffiguranti scene della vita del santo e di Gesù Cristo.
Contrapposta alla maestosa e sontuosa Cattedrale di San Vito, sul lato opposto della piazza di San Giorgio, si trova l’omonima basilica dalla facciata di mattoni rossi. Quest’edificio, iniziato a cavallo del decimo secolo, risulta essere la chiesa romanica meglio conservata di tutta la repubblica ceca. All’austera semplicità della navata centrale si aggiunge un’abside di derivazione barocca costituita da una doppia scalinata la quale ha anche la funzione di creare una cripta sottostante l’altare.
Una terza chiesa la possiamo ritrovare all’interno del Vecchio Palazzo Reale. L’intero edificio ruota attorno all’importanza dell’enorme Sala di Vladislao, il cui utilizzo era riservato alle grandi occasioni quali banchetti, consigli di stato e cerimonie d’incoronazione. Al suo interno si svolgevano anche tornei al coperto ai quali i cavalieri, in sella ai loro cavalli, accedevano dalla Scala dei Cavalieri. In tempi più recenti, invece, viene utilizzata per il giuramento del nuovo presidente della repubblica. All’estremità orientale della sala possiamo trovare un balcone interno che si apre sulla Cappella di Tutti i Santi. Il lato destro della sala è dominato da enormi vetrate rinascimentali che danno su un balcone esterno dal quale si può godere una bella vista sulla città di Praga. Sul lato sinistro invece, una scala a chiocciola porta alla Nuova Sala delle Mappe, l’antico deposito dei titoli fondiari. Varcando una porta all’angolo sud-occidentale si entra negli ex-uffici della Cancelleria Boema, dalle cui finestre si compì quella che viene ricordata come la “seconda defenestrazione di Praga”, l’evento scatenante la guerra dei Trent’anni. La Torre delle Polveri si trova invece sul lato settentrionale del castello; costruita alla fine del quindicesimo secolo come parte integrante del sistema di difesa, venne utilizzata come officina per la costruzione di cannoni e campane tra le quali anche quelle della Cattedrale di San Vito. Attualmente al suo interno si può ammirare una mostra sulle armi del diciassettesimo e diciottesimo secolo.
Nel settore orientale del castello si apre invece quello che viene da tutti conosciuto come Vicolo d’Oro. Le sue casette colorate, dall’ingresso basso, furono costruite nel sedicesimo secolo per ospitare i tiratori scelti della guardia del castello, ma in seguito furono utilizzate dagli orafi e ancor più tardi da artisti e letterati, tra i quali anche Franz Kafka. Oggi queste case sono occupate da numerosi negozi.
La nostra rapida visita al castello si conclude nel primo pomeriggio e verso le 15 ci troviamo seduti ad un ristorante a metà strada tra il Castello e il Ponte Carlo (Karluv Most) per degustare il tanto rinomato prosciutto di Praga.
Sono quasi le 17 quando imbocchiamo il Ponte Carlo, anello di giunzione tra il quartiere di Malá Strana (Parte Piccola) ai piedi del Castello e il quartiere di Staré Mesto (Città Vecchia); edificato intorno al 1400 nel tratto di fiume dove prima dell’inondazione del 1342 potevamo trovare il Ponte Giuditta, è diventato uno dei monumenti simbolo della città stessa. Non si può visitare Praga senza concedersi una passeggiata lungo i suoi 500 metri, fermarsi vicino ad una delle sue innumerevoli statue per rubare una foto, assaporare la Moldava che scorre tranquilla sotto di lui e gustarsi la musica e il canto che alcuni improvvisati artisti di strada eseguono. Il ponte è riconoscibile già da lontano, con il suo caratteristico colore nero e le torri che lo controllano dall’alto da entrambe le rive.
Una volta attraversatolo, siamo proiettati nel quartiere della Città Vecchia; la folla di gente è decisamente aumentata rispetto alla quantità che avevamo trovato nella parte del Castello. Forse è solo una sensazione che viene amplificata dalle stradine pedonali più strette di quanto non lo siano nei quartieri più recenti di Praga. Poco prima delle 18 facciamo il nostro ingesso nella Piazza della Città Vecchia (Staromestské námestí), appena in tempo per goderci lo spettacolo che allo scoccare d’ogni ora l’Orologio Astronomico regala a chi si trova lì di passaggio.
Il meccanismo che muove il tutto, creato nel 1490, è in grado di indicare oltre all’ora anche le fasi solari, quelle lunari e il calendario. I due anelli sono poi affiancati ai lati dell’orologio superiore da alcune statue che simboleggiano le 4 profonde angosce dei praghesi del quindicesimo secolo (vanità, avidità, morte e invasione dei pagani), mentre ai lati di quello inferiore troviamo un cronista, un angelo, un astronomo e un filosofo. Allo scoccare d’ogni ora la morte suona la campana e gira la clessidra, nel contempo dalle due finestre superiori sfilano i dodici apostoli affacciandosi e chinando il capo.
La bellezza della piazza della Città Vecchia la si può cogliere, comportandosi come molti turisti e praghesi, seduti per terra, rimanendo in contemplazione di ciò che ci circonda. L’ora del tramonto si avvicina e gli ultimi raggi che filtrano attraverso la cupola e le torri della facciata della Chiesa di San Nicola, all’angolo nord-occidentale della piazza, aumentano quella sensazione di tranquillità e pace che si può respirare in questo luogo. Spostandosi quindi in senso orario, il nostro sguardo viene catturato da un bell’edificio d’epoca che ad oggi è la sede del municipio della città. Questo palazzo è però parzialmente coperto dalla Statua di Jan Hus, in restauro al momento della nostra visita. Proseguendo sempre in senso orario, ormai di fronte alla torre dell’orologio, notiamo la presenza di un edificio a quattro piani, la Scuola di Tyn; al suo interno trovano spesso posto mostre temporanee come quelle di Alfons Mucha e Salvador Dalì allestite nel periodo del nostro viaggio. Il palazzo è sovrastato da due torri coperte di guglie; appartengono alla Chiesa della Vergine Maria davanti a Tyn. La piazza è poi chiusa sul lato meridionale da numerose case in stile che ben si armonizzano al contesto architettonico; oggi quasi tutte sono adibite a ristorante, pub o negozio.
Il sole ci ha ormai abbandonati e il chiaro inizia pian piano a lasciarci quando ci avviamo verso la Casa Civica (Obecní dum) per un rapido sguardo. Quest’edificio è di costruzione abbastanza recente dal momento che i lavori che hanno portato alla sua realizzazione sono stati ultimati nel 1912. Divenne presto un polo culturale molto importante poiché per la sua realizzazione furono coinvolti una trentina di artisti. Gratuitamente si possono visitare l’ingresso e il bar di questo palazzo costruito interamente in stile art nouveau, mentre partecipando a visite guidate si avrà il piacere di passare nelle stanze al piano superiore, in una delle quali venne proclamata la Repubblica Cecoslovacca indipendente nel 1918. A fianco di questa costruzione trova posto la Porta delle Polveri (Prašná brána), costruita nel 1475 come ingresso cerimoniale alla città e utilizzata come polveriera nel diciottesimo secolo.
Ormai è buio, le luci dei lampioni ci stanno accompagnando già da un po’ di tempo; poco prima delle 22 siamo di ritorno al nostro campeggio per una rapida cena, una doccia e quella che diventerà un’abitudine di ogni sera, la “riunione foto”, prima di andare a letto.


LUNEDÌ 13 AGOSTO


La nostra guida privata (Monica) per oggi ha pianificato la visita al quartiere ebraico di Praga. La temperatura è ideale per una bella passeggiata cittadina, né troppo calda, né troppo fredda. Solo il sole non si riesce a capire cosa voglia fare; sembra essere lì a chiedere: -Esco? Non esco? Siamo comunque fiduciosi e, visto che il giorno prima ci siamo portati appresso gli ombrelli per niente, decidiamo di lasciarli a casa, facendo affidamento solo su degli spolverini. La scelta sembra vincente, il sole fa la sua comparsa poco dopo il nostro arrivo nel quartiere ebraico. Con l’acquisto di un unico biglietto si ha il diritto di visitare una serie di sinagoghe ed il vecchio cimitero. L’ingresso alla Sinagoga Vecchio-Nuova lo si paga a parte. La nostra visita comincia dalla Sinagoga Maisel che ospita una mostra permanente di tessuti, argenti e libri. Ci spostiamo di qualche centinaia di metri e ci troviamo davanti all’anonimo ingresso della Sinagoga Spagnola. Il suo interno è invece l’esatto opposto di quanto si può osservare esternamente; le pareti riflettono una moltitudine di colori che si mescolano a tre tinte predominanti quali il rosso, l’oro e il blu. Ci spostiamo solo di un altro centinaio di metri e raggiungiamo la Sinagoga Klaus e la vicina Sala delle Cerimonie.
Entrambi questi luoghi hanno al loro interno una mostra permanente che raccoglie una serie di oggetti da cerimonia utilizzati dagli ebrei durante le varie ricorrenze. Ci dirigiamo poi alla Sinagoga Pinkas, un toccante luogo della memoria; sulle sue pareti trovano posto i nomi dei 77297 cechi vittime del nazismo e i disegni dei bambini deportati nel campo di concentramento di Terezin.
Da questo luogo si ha accesso al Vecchio Cimitero Ebraico, fondato nel quindicesimo secolo e chiuso nel 1787; al suo interno si possono ammirare circa 12000 lapidi tombali in rovina ma, al di sotto di esse trovano posto forse 100000 tombe ammassate una sopra l’altra per mancanza di spazio. Sono ormai passate le 13 quando terminiamo la visita a questo quartiere e ci dirigiamo verso un tipico pub ceco per la pausa pranzo (U Fleku), nel quale entriamo con il sole e usciamo che il tempo è cambiato.
Poco prima delle 16 ci avviamo sotto una leggera pioggerella verso la Casa Danzante (Tancící dum), un edificio di recentissima costruzione, costituito da una torre in vetro che si restringe verso l’alto e un elemento in muratura dalla sommità nettamente più larga rispetto la base d’appoggio. La struttura, vista nel suo complesso, ricorda una coppia di ballerini (Fred Astaire e Ginger Rogers). Davanti a quest’edificio il gruppo di nove persone si divide in due parti: una si reca al Museo Mucha e l’altra a fare un giro per la città. L’appuntamento è per le 18:30 in piazza della Città Vecchia. Ricompattato il gruppo decidiamo velocemente il da farsi per la serata. Subito qualcuno propone un interessantissimo “Praga by night” per scattare qualche foto, e così ci dirigiamo al primo Mc Donald’s per aspettare che le luci della sera facciano la loro timida comparsa. Siamo in Piazza Venceslao (Václavské námestí) e di fronte a noi abbiamo il Museo Nazionale (Národní muzeum), il nostro primo soggetto. Ripercorriamo alcune vie e piazze del giorno precedente e finalmente arriviamo alla nostra seconda tappa: il Ponte Carlo e il Castello. Ormai ci possiamo ritenere soddisfatti dei nostri scatti notturni e così ci dirigiamo verso il campeggio, dove arriviamo verso mezzanotte.



MARTEDÌ 14 AGOSTO (413 KM)


Giornata particolare quella odierna. Una notevole quantità di sensazioni si mescolano tra loro. Alla nostalgia di lasciare una città si aggiunge il desiderio di scoprirne un’altra, la voglia di viaggiare per chilometri e chilometri, di vedere il paesaggio che cambia in continuazione e rapido scorre alle nostre spalle.
Sono circa le 10:30 quando finiamo di sistemare il camper ed usciamo dal campeggio. Dopo aver consumato le ultime corone per la spesa, ci dirigiamo verso l’aeroporto di Praga, dove aspettiamo l’arrivo di Laura e Luca al rientro dalle loro ferie romane. L’allegra compagnia di nove persone acquisisce quindi altri due elementi.
Dopo i saluti di rito si punta dritti su Berlino.
Poco dopo le 21 arriviamo al Camping DCC di Kladow, uno dei campeggi che avevamo trovato nei dintorni di Berlino, circa a metà strada tra Potsdam e il centro della capitale tedesca.


MERCOLEDÌ 15 AGOSTO


È il nostro primo giorno a Berlino, siamo ancora indecisi su come raggiungere il centro cittadino: bici o mezzi pubblici? Alla fine optiamo per l’autobus fino allo Zoo e da qui la metro fino ad Alexander Platz. Così facendo arriviamo sotto la Torre della televisione (Fernsehturm) poco dopo le 12. Dall’alto dei suoi 365 metri si può godere una splendida vista su tutta la città, ma noi ci limitiamo ad apprezzarne la sua maestosità dal basso, anche perché la coda per salire si presenta un po’ lunga. Passiamo oltre e arriviamo alla Fontana di Nettuno (Neptunbrunnen), al centro della piazza verso la quale si affacciano anche la Marienkirche e il Municipio Rosso (Rotes Rathaus), così chiamato per il colore dei mattoni con i quali è costruito.



L’elemento più importante della zona è tuttavia il Berliner Dom, sull’isola formata dal fiume Sprea. Il Duomo fu edificato per volere degli Hohenzollern in epoca abbastanza recente ma non fu mai terminato, tanto che i lavori al suo interno furono sospesi nel 1905. Nell’idea originale del re questa doveva diventare la più grande tra le chiese protestanti di Germania e, in qualche modo, contrapporsi al simbolo del cattolicesimo tedesco rappresentato dalla Cattedrale di Colonia. Anche per questo motivo fu costruita prendendo come immagine San Pietro in Roma.
Al suo interno si possono ammirare le splendide vetrate dell’abside, che raffigurano i tre momenti essenziali della vita di Gesù Cristo, la nascita, la morte e la risurrezione; prive di ogni sistema artificiale di illuminazione, si possono osservare in tutta la loro raggiante bellezza solo grazie al riflesso del sole sul fiume Sprea, che scorre proprio dietro l’abside. Immediatamente alla sinistra dell’altare si trova il grande pulpito in legno, totalmente intatto dopo i bombardamenti che sconvolsero Berlino sul finire della Seconda Guerra Mondiale.
Poco oltre, procedendo in senso antiorario, si può apprezzare la maestosità di uno dei più grandi organi della Germania; costituito di 7269 canne, viene tuttora utilizzato per l’esecuzione di concerti di musica classica.
Il nostro giro prosegue poi verso l’alto, fin sulla cupola, dalla quale si può apprezzare una magnifica vista sulla città, e quindi verso il basso, nella cripta per vedere le tombe dei regnanti tedeschi che qui trovarono dimora dopo la loro morte.
Verso le 16 siamo all’esterno del duomo e ci dirigiamo verso l’Unter Den Linden, il viale più elegante di Berlino. Lungo il suo chilometro e mezzo trovano spazio edifici ricchi di storia accanto ad altri di costruzione e sapore più moderni. Qui c’è infatti la famosa Humboldt Univerität (1753) dove insegnarono nomi illustri, quali Hegel e Einstein, e studiarono Marx ed Engels. Poco più avanti, verso la Porta di Brandeburgo, oltrepassando un porticato si può trovare l’Alte Staatsbibliothek, l’Antica Biblioteca Nazionale del 1661, la quale conserva al suo interno lo spartito originale della nona sinfonia di Beethoven.
Dopo una passeggiata di poco più di un’ora arriviamo alla Pariser Platz, la piazza sulla quale domina la Brandenburger Tor, ossia la famosa Porta di Brandeburgo, voluta da Federico Guglielmo I nel diciottesimo secolo. Questa opera muraria, nata come monumento alla pace, per uno scherzo della storia divenne presto un simbolo prima della guerra durante il dominio di Hitler e poi della divisione della Germania durante gli anni della Guerra Fredda.
Verso le 18:30 siamo davanti all’ingresso della metro per compiere il tragitto della mattina a ritroso. Arriviamo così in campeggio poco dopo le 20 e il sereno che ci aveva accompagnato per buona parte della giornata lascia spazio a delle nuvole cariche di acqua. Per cena avevamo deciso di fare una bella grigliata. Bastano un telone e i tendalini dei camper ed ecco che la tavolata è pronta!


GIOVEDÌ 16 AGOSTO


La notte è trascorsa con la pioggia che ha continuato incessantemente a scendere e il cielo mattutino non sembra scostarsi tanto da quello notturno. Con il passare del tempo però, pare che le nuvole abbiano intenzione di lasciare il posto al sereno e questo ci invoglia ad affrontare una trentina di chilometri in bici per raggiungere il centro cittadino. Poco lontano dalla stazione di Heerstrasse inizia a scendere qualche goccia d’acqua e così decidiamo di prendere il treno che ci porterà fino in prossimità del nostro obbiettivo, il Pergamon Museum.
Poco dopo mezzogiorno siamo in coda per entrare al museo sotto una bella pioggia; al suo interno si possono ammirare oggetti d’arte e di architettura classica greca, babilonese, islamica, romana e mediorientale. L’attrattiva principale, da cui inizia il viaggio all’interno del museo, è il maestoso Altare di Pergamo. Tra le altre opere si possono ammirare la Porta di Mileto, in restauro al momento della nostra visita, e poco oltre la Porta Ishtar, facente parte dell’antica cinta muraria di Babilonia. Usciamo dal museo poco prima delle 16; nel frattempo è uscito un bel sole che filtra attraverso dei grossi nuvoloni grigi. Ci avviamo verso il Parlamento (Reichstag) dove troviamo ad attenderci un’altra coda per salire fin sulla cupola, dalla quale si ha una vista abbastanza ampia sulla città e sull’antistante Parco del Tiergarten, un immenso polmone verde nel cuore urbano. L’edificio si presenta come un mix di stili, classico per la maggior parte della sua estensione e moderno nella costruzione della cupola centrale in vetro.
Come ultima meta della giornata ci dirigiamo verso il Sony Center, un grande centro commerciale costruito in uno stile molto moderno quasi a simboleggiare una nave che viaggia nel centro città. Sono da poco passate le 18, ora in cui in Germania i negozi iniziano a chiudere. A noi non resta altro da fare che prepararci per i 15 chilometri che ci separano dal campeggio, da fare rigorosamente con la bici. Usciamo dalla stazione ferroviaria quando il sole sta tramontando. Una pattuglia della locale “polizei” ci ferma e ci fa notare che è obbligatorio l’uso del fanale anteriore e posteriore, così in fila indiana facciamo rotta su Kladow, dove arriviamo dopo le 21.


VENERDÌ 17 AGOSTO


La sveglia suona alla solita ora e questa mattina il sole è già alto in cielo quando usciamo dal camper. Dopo i vari preparativi arriviamo nel quartiere di Kreuzberg poco prima delle 12. Il gruppo si è già diviso tra chi vuole visitare il Museo di Arte Contemporanea e chi (la parte più consistente) invece si reca a vedere il Deutsches Technikmuseum (Museo della scienza e della tecnica). Al suo interno si può ammirare tutta la tecnologia prodotta dall’uomo nel corso degli anni: la sezione sulla mobilità con treni, aerei, barche e biciclette; quella sull’immagine e la comunicazione che comprende la fotografia, il cinema, la televisione, la radio e l’informatica; una sezione dedicata alla stampa e produzione della carta; una sul settore del tessile e altro ancora. Usciti dal museo ci dirigiamo verso il Checkpoint Charlie, dove ci dobbiamo trovare con l’altra parte del gruppo alle 16. Lungo il tragitto si possono trovare quelli che ormai sono solo dei memoriali della recente storia di Berlino (la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti e la Guerra Fredda).
Passiamo velocemente vicino alle rovine restaurate della Anhalter Bahnhof mentre ci fermiamo per una visita più lunga di ciò che rimane del Muro di Berlino. In tutto un paio di chilometri di pannelli di cemento armato transennati, al di sotto dei quali trova posto una mostra fotografica permanente denominata Topografia del Terrore.
Arriviamo con qualche minuto di ritardo all’appuntamento e subito entriamo alla Haus am Checkpoint Charlie, un museo che raccoglie immagini, testimonianze e oggetti dei tentativi di fuga della popolazione di Berlino est al di là del muro. All’uscita da questo luogo ci assale un po’ di tristezza per non riuscire a comprendere come la brutalità umana possa manifestarsi in tutta la sua cattiveria contro propri simili. Dopo questa toccante visita decidiamo di dedicarci a qualcosa di più leggero; ci dirigiamo verso la Kunfürstendamm per una tranquilla passeggiata nella via dello shopping cittadino. Appena arrivati ciò che ci colpisce è la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, una chiesa che porta ancora i segni dei bombardamenti alleati visibili soprattutto nel campanile e nel rosone. Ai lati opposti dei resti della costruzione neo-romanica trovano posto la nuova chiesa a base ottagonale e il campanile a base esagonale in stile nettamente diverso, dal sapore molto moderno.
Dopo una veloce cena, verso le 21:30 prendiamo l’autobus numero 100; molte guide lo consigliano perché il percorso che compie tocca i luoghi e i monumenti più importanti e famosi di Berlino. Inizia così il “Berlino By night”, come già avevamo fatto a Praga. Scendiamo nel nuovo quartiere governativo da dove riusciamo a fotografare la Torre della Televisione in lontananza, con le luci che si riflettono sul fiume Sprea, il Reichstag e la Brandenburger Tor. Il tempo è tiranno e sono già le 23, per cui ci avviamo sulla strada del ritorno e alle 1:30 arriviamo al nostro campeggio


SABATO 18 AGOSTO


Il rientro a tarda ora della sera prima si fa inevitabilmente sentire il giorno dopo. Pur essendoci alzati alla solita ora, tutto quello che facciamo sembra essere più lento delle mattine precedenti, per cui in poco tempo si avvicina mezzogiorno. Decidiamo così di andare a fare un po’ di spesa e di rimanere in campeggio a pranzare e riposare un po’,...in fondo le ferie sono fatte anche per oziare ogni tanto! C’è chi però prende alla lettera questa affermazione e non intende muoversi dalla sedia tutto il giorno, così rimaniamo in quattro a prendere la bici e dirigerci verso la vicina Potsdam (35 km andata e ritorno).
Forse prendiamo una strada più lunga ma decidiamo di costeggiare il Großer Wannsee, uno dei tanti laghi che il fiume Havel forma durante il suo percorso. Sulle sue sponde cresce una rigogliosa vegetazione, e subito si iniziano a sentire gli odori tipici del sottobosco. Sono le 17 e noi stiamo già passeggiando per il centro della città più importante del Brandeburgo.
Peccato non avere più tempo perché la cittadina merita sicuramente una visita più accurata di quella che noi le abbiamo dedicato. Poco prima delle 19:30 siamo all’ingresso di Kladow perché questa sera ci aspetta la seconda grigliata della vacanza.


DOMENICA 19 AGOSTO


Il cielo è azzurro sopra Berlino!...nel vero senso della parola, perché non ci sono nuvole all’orizzonte. Oggi si va dove la nazionale italiana di calcio è stata incoronata campione del mondo l’estate scorsa, l’Olympia Stadion. Oltre alla nuova struttura del campo da calcio si può visitare l’intero complesso fatto edificare da Hitler nel 1936 per i giochi olimpici. Il pomeriggio non prevede monumenti particolari da visitare e così facciamo due passi per le vie della città; camminando abbiamo modo di apprezzare come trascorre la vita a Berlino. Pur essendo una città molto grande, il traffico è quasi assente, probabilmente perché la rete di trasporto pubblico è molto efficiente e capillare. Alle 14 ci troviamo davanti all’ingresso dello Schloss Charlottenburg, che ci limitiamo ad apprezzare da fuori dal momento che la visita al suo interno richiederebbe almeno una giornata di tempo.
Con l’autobus approdiamo alla Zoologischer Garten Bahnhof, da dove il gruppo si divide in vari gruppetti più piccoli; chi si dirige alla Torre della Televisione(Stefano ed io), chi a visitare il Cimitero Ebraico(Agostino e Roberta), chi a fare dello shopping (Laura, Luca, Paola, Valentina e Michele) e chi a vedere il Museo di arte contemporanea(Mauro e Monica).
Una volta giunti sotto la torre ci aspetta un’amara sorpresa...:“Ci scusiamo con i turisti ma oggi la torre rimarrà chiusa per urgenti lavori”. Peccato che proprio nel giorno di maggior afflusso di visitatori non fosse aperta. A noi non resta che tornare verso lo Zoo, dove ci si trova con gli altri per tornare al campeggio.
Sono le 19 quando scendiamo dall’autobus e prendiamo le bici per il ritorno. Arrivati al Groß Glienicker See, uno dei tre laghetti che circondano Kladow, Mauro, Michele e Valentina decidono di fare il bagno mentre gli altri ammirano il paesaggio circostante e il tramonto che ben presto colora il cielo e il lago di sfumature che vanno dal rosa, all’arancione, all’azzurro.



LUNEDÌ 20 AGOSTO (1020 KM)


Ultima giornata di ferie per me e Stefano...tutta dedicata al viaggio di rientro. Dopo aver portato a termine gli ultimi preparativi, verso le 11 siamo per strada. Per rendere meno pesante la lunga trasferta abbiamo deciso di darci il cambio alla guida ogni 100 chilometri. Dopo i primi due turni, verso le 13, ci fermiamo per il pranzo 80 km a nord di Bayreuth.
La strada scorre via veloce, il traffico è quasi assente e fino a Norimberga ci accompagna il sole. Da questa città in poi il tempo cambia nettamente, si annuvola; dapprima inizia una leggera pioggerella che poi si trasformerà in violenti temporali. Un’altra breve sosta per il rifornimento di gasolio la facciamo nei pressi di Ingolstadt.
Sono quasi le 20 e già da un po’ siamo in territorio austriaco; nei pressi di Innsbruck decidiamo di lasciare l’autostrada ed entrare in città per cercare un Mc Donald’s per l’ultima sosta e una rapida cena.


Ripartiamo a stomaco pieno per compiere gli ultimi tratti di strada che ci separano dal confine. Iniziamo a trovare indicazioni stradali più familiari; siamo entrati in territorio italiano. In rapida successione passiamo Vipiteno, Bolzano e Trento. Entriamo in Veneto, ormai ci sentiamo già a casa anche se c’è ancora lo spazio per trovare un temporale per strada prima di togliere definitivamente le chiavi dal cruscotto.
Alle 23:30 il camper è regolarmente parcheggiato davanti a casa; 12 ore e mezza comprese le soste per percorrere i 1020 km che separano Berlino da Castel d’Azzano, una media degna dei migliori viaggiatori se si considera che abbiamo sempre rispettato i limiti di velocità che, a dispetto di quanto si crede, in Germania sono spesso di 120 km/h in autostrada, e possono essere abbassati a 100 km/h o addirittura 80 km/h in caso di pioggia. Infatti solo in un paio di tratti di alcune decine di chilometri non c’era alcun limite di velocità.