MAROCCO 2005-2006 SOTTO IL TROPICO DEL CANCRO

17 giorni Km 9342



Premessa..



Non si fa certo un viaggio simile, con camper e famiglia, a meno che non si sia fortemente motivati a voler raggiungere il tropico del cancro.

In Marocco per l’ottava volta, ormai avevo gia’ visto le oasi,le citta’ imperiali,il deserto e quanto altro ci fosse. Restava dunque quella linea immaginaria,il tropico del cancro che avrei oltrepassato lungo mare nei pressi di Dakhla, in quella nazione dimenticata da tutti che si chiama Sahara occidentale e che il Marocco ha annesso da molti anni.

Avevo provato a raggiungere il tropico,vent’anni fa,con macchina e tenda ma la strada asfaltata terminava a 500 chilometri e non me la sentii di continuare.

Poi è arrivata la famiglia,i bambini e quando sono cresciuti ci ho riprovato.

L’anno scorso rimasi bloccato a Gibilterra,due giorni, per il mare mosso e persi troppo tempo.Quest’ anno si è ripetuto l’inconveniente ma ormai dovevo arrivare fin laggiu’ .

Partecipanti al viaggio: Marco 45 anni pilota ; Gina 46 anni moglie ; Giammarco 15 anni aspirante navigatore ; Valentina 9 anni. Un ringraziamento particolare merita mia figlia Valentina. L’unica non motivata alla meta,data la giovane eta’,che con il suo comportamento responsabile e paziente ha sopportato i lunghi giorni di viaggio.

Il tutto perche’ il babbo,voleva andare sotto quella linea immaginaria che “ non si è nemmeno vista.”

Un viaggio simile non richiede una particolare attrezzatura , a parte l’esperienza in Africa.

Unica cosa che avevo con me era una pala , due piastre antisabbia , un filtro dell’aria e del gasolio,10 litri di gasolio .Non ho pensato alla doppia ruota di scorta in quanto viaggiavo su un gemellato.

Ormai ho all’attivo almeno una quindicina di viaggi in Africa e una volta presa confidenza con i luoghi e con il deserto, tutto va da se’ .Basta non pensare ..: “ e se si ferma il camper, come faccio ?”

Il Camper adoperato è uno Start 401 della 2 R montato su Ford transit gemellato,con 70.000 km e 6 anni di vita. La cifra spesa per il viaggio si aggira intorno ai &euro 2200.



19-12-2005

Partenza da Larciano,provincia di Pistoia, nel pomeriggio e sosta all’area per camper di San Remo.

Km percorsi 361



20-12

Partenza dall’area di sosta alle 5 ,direzione Francia, l’autostrada scorre bene senza troppo traffico, sosta per pranzo nel parcheggio di un centro commerciale e pieno di carburante al distributore annesso. In Francia si risparmia anche 10 centesimi al litro rispetto all’autostrada. Ingresso in Spagna nel pomeriggio e sosta per la cena e il pernottamento in un campeggio vicino l’autostrada a Vinaroz nei pressi di Tarragona.

Km percorsi 975



21-12

Partenza dal campeggio di Vinaroz alle 7 (prima non si poteva uscire) Direzione Gibilterra, anzi Algeciras, porto di imbarco per il Marocco.

Tutto l’itinerario si svolge in autostrada; da segnalare il tratto interno Lorca-Granada-Malaga , valida alternativa a quello lungomare che passa per Almeria e che non si svolge tutto in autostrada.

Arrivati nei pressi di Malaga si alza un forte vento, il porto di Algeciras dista un paio di ore,speriamo in bene.

Sosta in un campeggio nei pressi di punta Tarifa (26 euro!)forte vento tutta la notte.

Km percorsi 992



22-12

Partenza alle 7 dal campeggio ,il proprietario mi dice che lo stretto dovrebbe essere chiuso per il forte vento,infatti…

Arriviamo ad Algeciras e alla biglietteria ci comunicano che nessun traghetto parte ne’ arriva a causa del forte vento laterale.Ci viene detto che non succede mai ma io replico che,esattamente un anno fa, siamo stati di nuovo fermi 36 ore per il mare mosso…

Le previsioni del tempo sembrano non esistere e di ora in ora vengono cancellati tutti i traghetti in partenza fino alla sera: nessuno sa niente..

L’Africa è vicina e volenti o nolenti ci adattiamo ai ritmi e i tempi del sud. Sosta nel parcheggio del centro commerciale di Algeciras con altri camper che aspettano l’imbarco come noi.

Km percorsi 50



23-12

Sveglia verso le 7 ,il vento sembra diminuire,andiamo al porto e verso le 9 ci viene detto di imbarcarci. Scelgo la rotta piu’ corta : Algeciras-Ceuta , di un ora e mezza. Costo del biglietto A/R &euro 310.

Sconsiglio vivamente di fidarsi di una delle tante guide presenti in porto , il loro scopo è solo quello di portare clienti ,dietro percentuale,alle varie compagnie marittime.

Conviene fare il giro delle biglietterie presenti e poi scegliere di testa propria.

Quando siamo dentro il porto ,alla fila per l’imbarco ,ci viene detto che a causa del mare ancora mosso,i camper vangono caricati su un traghetto piu’ grande,in partenza alle 13…

Arriviamo a Ceuta ,colonia spagnola in terra d’Africa,per le 15 e mettiamo un ora avanti l’orologio. Comincia il caos della frontiera Marocchina molto simile a quello di altre frontiere africane.

Ormai esperto delle procedure,comincio le solite formalità, senza alcuna persona o cartello che mi dia indicazioni ma con molte “guide improvvisate” che si offrono di farti passare la dogana in fretta dietro il pagamento di decine di euro. Io rifiuto l’aiuto non disinteressato e in poco tempo ,grazie anche al fatto che c’era poca gente ,le pratiche doganali vengono sbrigate.

Usciti dalla frontiera ci dirigiamo a Larache , dove un’ area attrezzata per camper ci ospita per la notte insieme a molti altri equipaggi.

Km percorsi 205



24-12

La stanchezza delle lunghe tappe autostradali e lo stress dell’attesa all’imbarco si fanno sentire , comincio a dubitare sulla riuscita dell’impresa ma alle 6 del mattino riparto dall’area di sosta , destinazione Agadir.

L’autostrada mi portera’ fino a sud di Casablanca , da lì una scorrevole strada , deserta e poco transitata , porta veloce fino ad Agadir .

Due anni fa , passando per Marrakech , ero rimasto sbalordito di quanto fosse cambiata rispetto a come l’avevo vista vent’anni prima. La periferia si è ingrandita a dismisura ed il traffico è diventato caotico come nelle grandi citta’.

Il cammino procede bene , neanche un lancio di sassi da parte di qualche ragazzino , cosa gia’ successa nei precedenti viaggi.

Arriviamo ad Agadir nel pomeriggio e subito ho la conferma di quanto mi avevano detto: la zona lungomare di Taghazoute a pochi chilometri da Agadir , in cui decine di camper trascorrevano l’inverno in campeggio libero , era stata chiusa . Nei pressi è stato aperto un nuovo campeggio che ricorda vagamente quelli dell’Andalusia in cui i tedeschi vanno a svernare. Ci fermiamo lì per la notte .

Km percorsi 799.



25-12

Il giorno di Natale , mosso a compassione dalle richieste di mia figlia che non voleva trascorrere in viaggio tutta la giornata , decido di restare in zona e mi reco al centro Commerciale di Agadir : il Marjanne.

Soltanto qualche camper nel parcheggio e un infinita’ di polizia dentro e fuori.Tutti vengono controllati all’entrata e ,solo in quel momento ripenso al fondamentalismo islamico e tutti i rischi che potevamo correre in un giorno simile. Facciamo velocemente i nostri acquisti e ci rimettiamo in viaggio , direzione Aglou Plage,non troppo distante e sosta nel campeggio vicino al mare.

Non ho menzionato le tariffe relative ai “campeggi “ marocchini ma sono veramente irrisorie e oscillano tra i 3 e i 6 euro per notte.

Il clima primaverile ci fa trascorrere una giornata di mare. La temperatura oscilla intorno ai 22-24 gradi; come spesso accade in questi periodi il sole è quasi sempre presente.

Km percorsi 133



26-12

Sveglia prima dell’alba , il bello dei campeggi marocchini è che si parte quando si vuole , non è mai troppo presto ed il guardiano è sempre pronto ad aprire. Direzione Tan Tan plage oppure come si chiama adesso El Quatia , dove c’è un campeggio.

Cominciano le zone desertiche e le case ,per non parlare dei villaggi, si fanno sempre piu’ rade. Lo sguardo attento sull’asfalto , in agguato grosse buche che anni prima mi avevano procurato lo scoppio di entrambi i pneumatici anteriori . L’occhio controlla la vegetazione circostante (solo palme ); il terrore che si alzi il vento assilla la mia mente perche’ da adesso il vento porterebbe la tempesta di sabbia ed io non sono certo su un fuoristrada. Negli anni scorsi ,durante le soste nei campeggi delle oasi marocchine , avevo parlato con altri camperisti

sfortunati o imprudenti e mi avevano raccontato di essere tornati indietro da Tan Tan,dopo due giorni di forte vento mentre un altro sosteneva di aver dovuto cambiare il radiatore per la troppa sabbia entrata durante una tempesta. Io avevo gia’ esperienza di guida nel deserto,fatta in Algeria quando era aperta al turismo libero , ma con una macchina e due adulti tutto è molto piu’ facile rispetto ad un normale camper con due bambini…

Importante avvisaglia del vento di sabbia puo’ essere l’avvistamento di un taxi proveniente in direzione opposta con un cartone davanti al radiatore… segno premonitore.

La strada scorre veloce,incrociando qualche camion ogni tanto; ad un posto di blocco della polizia ci avvisano che la strada dopo Tan Tan è chiusa per una inondazione: spero che sia una cosa da niente e continuo.All’arrivo a Tan Tan l’amara verita’: decine e decine di camion in fila aspettano la riapertura della strada verso il sud chiusa non si sa da quanto né per quanto. Un posto di polizia blocca l’accesso ed io chiedo di passare per recarmi sulla spiaggia a dormire,mentre assisto alla scena di un poliziotto che minaccia con la pistola un camionista che voleva proseguire…

Arrivo ad El Quatia , vent’anni fa si chiamava Tan Tan Plage ,c’è una specie di area attrezzata sul mare e tante villette in cui i Marocchini vengono a trascorrere le vacanze. Il cielo è sereno come sempre,il vento mantiene costante la temperatura con scarse oscillazioni tra estate ed inverno.

Capisco che dovro’ tornare indietro , ho i giorni contati e non posso certo aspettare che riapra la strada. Ci fermiamo un po’ sul mare con un clima piacevole e dopo cena andiamo a dormire con la convinzione che il giorno dopo saremmo tornati verso Agadir , dopo l’ennesima sconfitta…

Km percorsi 292



27-12

La notte passa , ma non in fretta,tanti i pensieri anche perche' nel parcheggio c’è stato un certo movimento, sia in arrivo che in partenza. Comincia a venirmi in mente che la strada potrebbe essere riaperta e dopo aver fatto colazione in fretta, vado a vedere.

Nessuna traccia del posto di blocco di ieri , il transito è libero , si parte per Layoun . La strada scorre bene,deserta come al solito ma dopo un centinaio di chilometri ,in un piccolo paese la polizia ci ferma. Siamo in colonna con una decina di macchine davanti ,vado a sentire perche’ e la causa è sempre la solita: strada bloccata. Si procede in senso alterno. Nessuno che sappia dirci ogni quanto tempo facciano passare macchine , non resta che aspettare. Intanto la colonna aumenta e arrivano anche dei fuoristrada Italiani in convoglio, quasi dispiaciuti di vedere un camper da quelle parti .Dopo 6 ore di attesa si riparte e non vedo l’ora di superare l’interruzione stradale per capire cosa abbia fatto tanti danni. I fuoristrada italiani tentando di eludere la fila ,passano davanti a tutti creando il caos: che vergogna!.. Ma perche’ aver fretta anche quaggiu’?! Una quarantina di chilometri e mi trovo davanti alla realtà: un fiume ha travolto la strada e scorre tranquillamente davanti a noi, le macchine vengono fatte passare una per volta con l’acqua che arriva in certi tratti agli sportelli e gli automezzi che sobbalzano passando sopra la ghiaia gettata nel fiume da alcuni camion. Ai lati del “guado” qualche automezzo fermo che non ce l’aveva fatta, trascinato dalla corrente…

Non erano presenti nessuna unita’ di soccorso, ne’ di polizia o altro.

La mia paura era quella di urtare, tra una buca e l’altra sotto l’acqua, qualche sporgenza sotto il camper e di rovinare i serbatoi o peggio.

Tocca a me e mia moglie si rende conto della gravita’ quando vede tirarmi su i pantaloni, pronto a scendere per spingere.

Il camper procede a sbalzi ma deciso, non c’era certo il tempo per fermarsi e controllare la profondita’ del guado. In pochi secondi ne sono fuori ed il primo pensiero è…Come sara’ al ritorno…?

E’ ormai sera quando arriviamo a Layuon , capitale del Sahara Occidentale e ci dirigiamo verso Layoun Plage , alla ricerca del campeggio. Lo troviamo quasi subito ma non è altro che un luogo completamente deserto e senza sorveglianza. Decidiamo allora di dormire sulla spiaggia, vicino a un camper tedesco.

Km percorsi 323



28-12

La notte piove e tira vento: mi rendo conto che sarebbe un’ imprudenza mettersi in cammino per gli ultimi 800 chilometri con vento di sabbia e mentre mia moglie è in bagno, decido con mio figlio di tornare indietro. Facciamo colazione, poi domando: “dove andiamo..?”

Risponde lei: “dopo tutta questa strada,dove vuoi andare? Si parte per il tropico!” non me lo faccio ripetere due volte ne’ le faccio presente che c’è vento , metto in moto e parto.

Gli 800 chilometri che ci separano da Dakla scorrono senza intoppi. Il vento cala lentamente e c’ è sempre sole.

Lungo la strada niente, solo due paesi con pompe di benzina, mio figlio controlla con il cronometro e verifichiamo che ogni 5-10 minuti incrociamo almeno un altro autoveicolo, vent’anni fa arrivai a 500 chilometri da Dakla ma il traffico era decisamente piu’ scarso.

Verso le 4 del pomeriggio arriviamo a Dakla e ci fermiamo a 20 chilometri dalla citta’ in un grosso piazzale sul mare dove c’erano molti camper in sosta. Il paesaggio è mozzafiato, tutto intorno deserto e un mare splendido con una spiaggia infinita resa libera dalla bassa marea. Capisco che è valsa la pena fare tanta strada per arrivare quaggiu’. Mangiamo un boccone e si riparte, il tropico dista pochi chilometri e secondo la nostra cartina Michelin lo attraverseremo subito dopo l’abitato di El’ Arguob. Cerchiamo invano il cartello del tropico ma niente da fare - come pensavo - non mi resta che fare la foto al cartello del paese e me ne torno all’area di sosta.

Guardo il contachilometri del mio camper e faccio due conti..4774 chilometri ci separano da casa, 7 giorni di tempo per tornare indietro,pura follia, si, ma ora so che ne è valsa la pena!

Km percorsi 641.



29-12

Il cielo stellato illumina la notte, è ancora buio quando metto in moto, il rientro comincia. Con amara tristezza riparto da quel paradiso tropicale che ho appena avuto il tempo di vedere in fretta ma adesso so dove andro’ a svernare in pensione.

La meta prefissata per la sera è Tan Tan,il pensiero al guado che avevo fatto il giorno prima , sperando che l’acqua sia abbassata.

Ci fermiamo per strada a mangiare ma decido di non spengere il motore, l’oasi piu’ vicina dista 100 Km, sono solo, non si sa mai e penso…

“ vent’anni fa non avevo simili paure”. Si riparte subito dopo e la strada, se pur stretta ad una sola corsia, scorre veloce. Quando si incrocia un altro veicolo si deve per forza uscire dall’asfalto con due ruote, altrettanto fa il veicolo che si incrocia. Per evitare che i sassi sollevati dalle ruote vadano a infrangere il vetro anteriore, si mette una mano sopra di esso ammortizzando cosi’ in caso di urto, il colpo del sasso.

Siamo a Layoun nel primo pomeriggio, mentre si alza un forte vento laterale e la paura comincia a salire. Nei pressi della citta’ la strada scorre in mezzo alle dune e la sabbia vola alta, per fortuna la bassa temperatura esterna non crea problemi nel tenere tutte le prese d’aria chiuse.

Ci fermiamo in un centro commerciale per fare acquisti ed io propongo a mia moglie di fermarsi lì per la notte invece di proseguire per altri 320 chilometri con il rischio che la tempesta aumenti. Lei non esita e risponde “a dormire dove? Non ci sono campeggi !” Allora mi faccio coraggio e prima di ripartire comincio a prendere le prime precauzioni per il transito con tempesta di sabbia.

Esco dal camper e comincio a coprire la mascherina del radiatore con un grosso cartone che fermo con del nastro adesivo. Durante la marcia mi assicurero’ che la temperatura dell’acqua non salga troppo altrimenti dovro’ fare dei fori, diminuendo cosi’ la protezione al radiatore. Poi, sempre con il nastro adesivo copro il vetro dei fari: non sarebbe la prima volta che li ritrovo smerigliati dopo una tempesta. Infine tappo tutti i fori di ingresso delle varie serrature esterne, sempre per evitare che queste vengano ostruite dalla sabbia.

Certo, dalla presa d’aria del frigo ne sarebbe entrata di sabbia ma quella non avrebbe creato problemi.

Appena poco dopo Layoun entriamo con il camper in una grossa nuvola gialla: ci siamo, sarebbe stata cosi’ per 300 chilometri.

Siamo in prossimita’ del guado che è ormai notte, l’acqua è diminuita di molto e non è un problema attraversare. Il vento continua forte e quando si incrociano altri automezzi, quasi sempre camion,ci sfioriamo barcollando paurosamente. Tenere il camper in strada è sempre piu’ difficile, certo, se andassi a 50 all’ora sarebbe tutto piu’ semplice ma a che ora arriverei..?

Arriviamo a Tan Tan per le 20, distrutti come non mai, certamente la tappa di oggi restera’ impressa nella memoria di tutti.

Km percorsi 821



30-12

Partenza , come al solito, verso le 7 . La meta prevista è Agadir.

Dovremmo arrivare poco dopo pranzo e riposarci un po’.

Lascio a malincuore questo lembo d’Africa cosi’ sconosciuto e faccio l’ultimo pieno a prezzo ridotto (0.70 cent di euro): d’ora in poi tornano i prezzi ufficiali del Marocco 0.90 cent al litro. Arriviamo al centro commerciale di Agadir poco dopo le tredici e dopo gli acquisti ci dirigiamo al campeggio di Taghazoute e facciamo mezza giornata di mare. Disteso al sole, comincio a pensare che se non avessi fatto tutti quei chilometri sarei potuto stare qualche giorno al mare in questa eterna primavera ma poi sarebbe rimasto in me il desiderio di quella meta mancata ,il tropico.

Km percorsi 434



31-12

Partiamo prima dell’alba, devo fare il maggior numero di chilometri

possibile e avvicinarmi al traghetto. La strada che percorro è la stessa che ho fatto all’andata e tranne il tratto che separa Agadir da Marrakech, pieno di lavori in corso, tutto scorre bene tranne la prima sassata di quest’ anno…Mi trovavo a pochi chilometri dall’inizio dell’autostrada,vicino Casablanca, quando un ragazzino, vedendo arrivare il mio camper , raccoglie un sasso e lo lancia verso di me.

Quando mi rendo conto che era un pastore e che non sarebbe potuto fuggire tanto lontano a causa delle pecore, faccio retromarcia e una volta arrivato vicino a lui comincio a gridare tutte le imprecazioni possibili in tutte le lingue che conoscevo. Cosa si prova nel diventare bersaglio di un lanciatore di sassi..? Non si puo’ descrivere bisogna provare. Il ragazzo meravigliato dal fatto che sono tornato indietro si allontana un po’ dalle pecore ma non troppo. La mia famiglia mi osserva temendo il peggio ma non avevo certo intenzione di venire alle mani. Dopo lo sfogo con urla e gesti, salgo sopra il mio camper e riparto.

Non era certo la prima volta che venivo bersagliato da lanci di sassi in Marocco o in altre nazioni africane, ma questa volta credevo di averla fatta franca, invece…Arriviamo a Larache e ci dirigiamo all’area di sosta per camper , avremmo passato lì l’ultimo dell’anno. Con sorpresa vediamo che è quasi al completo, almeno una cinquantina di mezzi, tutti camper e in prevalenza pensionati, fermatisi lì per festeggiare l’ultimo dell’anno. Alle 22 sono già a letto, non ho mai tenuto in modo particolare ai festeggiamenti dell’ultimo dell’anno.

Km percorsi 799



1-01-06

Partenza verso le 6, sapevo di avere un traghetto per le 9.30 e la dogana è imprevedibile. Dopo poco piu’ di due ore arrivo alla frontiera: è deserta e in pochi minuti sbrighiamo le formalita’, facciamo colazione e subito sul traghetto. Il mare è calmo e la traversata piacevole. Sbarchiamo in Spagna e prendiamo l’autostrada, ci aspettano 2200 chilometri di autostrada prima di arrivare a casa.

Ci fermiamo per la sosta notturna in un campeggio ad Aguilas, vicino Cartagena.

Km percorsi 656.



2-01

Partiamo dal campeggio dopo colazione e ci fermiamo sul mare, senza fretta a mangiare, il clima nel sud della Spagna è davvero piacevole e il ritorno a casa è ancora piu’ triste. Arriviamo nei pressi di Tarragona e ci fermiamo in campeggio per la notte.

Km percorsi 615.



3-01

Giornata noiosa oggi, ci aspetta una tappa lunga, interamente su autostrada, per arrivare a San Remo. Partenza all’alba direzione Francia ma le sorprese non sono finite. Poco prima del confine tra Spagna e Francia, un forte vento che ci sposta di qualche metro in diverse occasioni, ci costringe ad uscire dall’autostrada e facciamo una cinquantina di chilometri su strada. Poi la riprendiamo e arriviamo verso le 20 a San Remo ma… SORPRESA!.. L’ area di sosta è completa e non ci fanno entrare. Ci dirigiamo allora verso quella di Imperia, dove passiamo la notte.

Km percorsi 900.



4-01

Partenza all’alba direzione Pistoia e poi Larciano. Km percorsi 350.



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