Di Luigi Bartezaghi
Equipaggio: Paola navigatrice e cuoca - Luigi pilota
Mezzo: semintegrale Laika Kreos 3008
Quest’estate del 2008 porta a tutti gli europei problemi economici; a noi si
aggiungono problemi familiari e bisogno di vivere un periodo di vacanze
itineranti in completa tranquillità. Queste sono le motivazioni che ci hanno
spinto ancora una volta a programmare un viaggio in Francia alla scoperta di
quel poco che ancora non abbiamo visto e a rivisitare quel tanto che ci era
piaciuto. E questo è il nostro diario di bordo.
Lunedì, 4 agosto
Ci siamo presi tutto il week end per mettere ordine tra le nostre cose,
rilassarci e accertarci che i ragazzi siano arrivati a destinazione. Agitati
e con le palpitazioni come ragazzini alla prima estate di vacanze liberi da
vincoli familiari, a mezzogiorno ci mettiamo in marcia per la prima tappa di
trasferimento, dopo aver ritirato il camper dal deposito di Pero, caricato
le vettovaglie e riempito i serbatoi. Siamo dentro una bolla di calore, lo
stanno ripetendo spesso al telegiornale, e per fortuna abbiamo l’aria
condizionata in cabina. Caldo afoso per tutto il tragitto, rigorosamente
attraverso strade statali - Vigevano, Casale Monferrato, Asti, Bra, Cuneo -
mentre il paesaggio ci scorre accanto addormentato dalla calura.
Praticamente non ci siamo mai fermati, se escludiamo la sosta nel parcheggio
del centro commerciale di Mortara, dove pranziamo in piedi con un panino e
dell’uva bianca, e l’altra nel parcheggio della Maina a Fossano, dove
scopriamo che lo spaccio è chiuso ed il panettone ai frutti esotici di cui
siamo tanto golosi saranno messi in produzione solo a partire da ottobre.
Anche a Vinadio, prima tappa di trasferimento, il caldo è asfissiante. Erba
bruciata e sterpi secchi ci accolgono nell’area attrezzata e fatichiamo non
poco a trovare il modo di metterci in piano, per aprire subito tutti i
finestrini e gli oblò nel tentativo, vano, di trovare un p di refrigerio. È
dolce e tranquillizzante tornare a Vinadio, dove già altre volte abbiamo
iniziato i nostri tour, per rinfrescarci il sangue prima di iniziare le
vacanze vere e proprie. Conosciamo il paese ed è piacevole tornare a
rivisitarlo, scoprendolo piacevolmente ristrutturato e ripulito dall’ultima
volta, anche se procedendo a passi lenti e cadenzati secondo lo stile
locale. Saliamo sino alla parte alta del forte Albertino, dove scopriamo che
una comunità piemontese ha affittato i vecchi locali dell’infermeria per
attrezzare un campeggio estivo. In Italia capita anche questo… per noi è
incomprensibile che una struttura storica possa essere chiusa parzialmente
al pubblico per affittarne i locali.
NOVATE MILANESE - VINADIO - Km. 300
Area attrezzata € 10,00
Martedì, 5 agosto
Cercavamo un po’ di frescura, ma il caldo non attenua di molto la sua morsa
nella notte e al mattino siamo già rientrati nel forno, mentre il sole
ricomincia ad arroventare le strade. Facciamo il pieno di acqua, per noi la
migliore in assoluto, fresca e povera di sodio e affrontiamo il colle della
Maddalena, avendo come prima tappa programmata Barcellonette, dove oltre a
sgranchirci le gambe contiamo di acquistare la nostra prima baguette.
Purtroppo non riusciamo a trovare un buco dove parcheggiare. È giorno di
mercato ed il paese è straboccante di turisti e valligiani che hanno avuto
la nostra stessa idea. Così abbastanza incoscientemente imbocchiamo il col
d’Allos, ripromettendoci di fermarci al prossimo paese. Notiamo il cartello
che vieta il transito a mezzi superiori ai 35 quintali (e noi se non siamo
oltre, stiamo certamente al limite) ma decidiamo di ignorarlo. Mal ce ne
incoglie perché affrontiamo oltre 30 km di strada stretta di montagna, senza
guardrail né argine alcuno quando siamo nel lato a valle e a ridosso di
rocce sporgenti quando siamo a monte, che ci porterà oltre i 2000 metri,
obbligandoci ad una continua tensione. Le pendenze sono spesso in doppia
cifra ed anche il mezzo è messo alla prova. Sono chilometri massacranti, di
continui pericoli nell’incrociarsi con altri veicoli. Fortunatamente non
incrociamo camper che procedono in senso inverso e ne scorgiamo solo un paio
di piccole dimensioni in sosta al culmine. Noi tiriamo diritto senza
fermarci a fotografare e ci fermiamo solo ad Allos, dove sciogliamo i
muscoli e la tensione accumulata con una lunga passeggiata per il paese, in
cerca di baguette e croissant. Ci eravamo ripromessi, dopo l’esperienza
delle gole del Tarn, di non affrontare più percorsi così impegnativi e
subito all’inizio delle nostre vacanze ci imbattiamo in una strada se
possibile ancora più stretta e impegnativa, sconsigliata a mezzi della
nostra dimensione. Scherziamo sulla nostra propensione ad essere incoscienti
alla nostra età, mentre pranziamo nel parcheggio a fine paese. Avremmo
voluto anche rilassarci con un pisolino ma non avendo potuto posteggiare in
piano, decidiamo di portarci avanti, scendendo nella valle in cerca dei
campi di lavanda (una delle ragioni di questo nostro viaggio). Arriviamo
così a Colmars en Alp, che sarà una bellissima sorpresa di questo nostro
tour. Un intero paese racchiuso tra le mura fortificate, con tanto di porte
e camminamento sugli spalti. Una specie di ricetto come la nostra Candelo,
ma più grande, meglio tenuto e mantenuto vivo. Saliamo anche al forte che
dall’alto di una rupe, all’esterno del paese fortificato, controllava e
difendeva la valle dalle scorribande dei banditi piemontesi (come sta
spiegato sui cartelloni illustrativi che punteggiano i vari punti
interessanti di Colmars). Ci riesce difficile crederlo, stante la distanza e
le difficoltà di percorso per arrivare sin qui dall’Italia, soprattutto nei
secoli scorsi, coi mezzi di allora, ma la nostra ignoranza in merito ci
obbliga a credere che probabilmente proprio così fosse. Oggi una bella area
attrezzata, con tavolini in legno per picnic sotto la pineta, è a
disposizione dei visitatori, che da qui partono per una simpatica camminata
verso una cascata che attira molti turisti. Noi invece ci rimettiamo in
marcia sotto un sole implacabile per arrivare a Castellane, costeggiando il
Verdon che qui viene sbarrato da un’alta ed imponente diga. Foto di rito e
via. Sulla nostra guida la strada è segnalata bianca, mentre in realtà è
nuova, ampia e scorrevole, con molti slarghi per consentire la sosta nei
punti più panoramici. A sorpresa incontriamo i primi campi di lavanda di un
intenso colore che spiccano in modo mirabile nel contesto bruciato dei campi
che il circondano. Superata Castellane invece altri chilometri di strada
tortuosa e di percorrenza impegnativa lungo le Gorges de Verdon. Anche qui,
come per le gole del Tarn e il col d’Allos, strettoie, rocce appuntite e
gravanti sulla strada, curve a ripetizione in un saliscendi stancante,
specie dopo una giornata di trasferimento come questa. Non riusciamo nemmeno
a fermarci al Pointe Sublime - uno degli obiettivi della tappa - dal grande
flusso di autovetture e camper che affollano i pochi spazi disponibili. Non
c’è modo di fermarsi e, concentrato come sono nella guida, riesco solo ad
avere fuggevoli visioni degli squarci di orridi che si susseguono lungo la
via. Solo qualche chilometro prima di Moustiers St. Marie - porto d’arrivo
di questa tappa - riusciamo a fermarci a fotografare dall’alto il Verdon che
dopo essere stato costretto a correre nelle gole - con flotte di gommoni che
fanno rafting a riempirlo in rigorosa fila indiana come ad agosto ai caselli
autostradali - si apre a formare un largo bacino di acque calme e di un
azzurro così intenso da sembrare artefatto. Sulle sponde in tutti gli spazi
disponibili sono presenti camping o strutture per il noleggio di canoe,
gommoni, pedalò e tutto quello che può stare a galla. Quando arriviamo
nell’area attrezzata, a valle del paese, ben segnalata e su sterrato
polveroso, siamo cotti. Nel camper ci sono 37° e dopo aver fatto buio e
aperto tutto quello che era possibile aprire, ci stendiamo a riposare.
Usciremo solo dopo cena e aver pagato la sosta all’addetto comunale. Col
buio è arrivato un po’ di refrigerio e ne approfittiamo per attardarci in
paese, fotografando la famosa stella, che la leggenda dice essere stata
messa da un crociato di ritorno dalla Terrasanta a coronamento di un voto e
che collega i due picchi che incombono sul paese. La leggenda è a uso e
consumo dei turisti, davvero tanti, ma è indubbiamente un modo simpatico di
far ricordare il paese. Noi saliamo sino al santuario che domina le case, ma
gli ultimi gradini ci stremano. Il sentiero è lastricato con pietre
arrotondate e la salita è molto faticosa; la discesa non lo è di meno.
Fortuna che hanno previsto un mancorrente a cui attaccarsi.
VINADIO - MOUSTIERS ST. MARIE Km.194
AA nel parcheggio 5 a € 6,00
Mercoledì, 6 agosto
Paola ha proposto un cambio d’itinerario, così subito dopo Riez- saltando
Sainte-Croix de Verdon e la visita al suo museo e Quinson dove avevamo
previsto di visitare il museo della preistoria - ci siamo diretti a Greoux
les Bains, città termale molto chic e costosa, dove per una baguette ed un
sacrestaine (che si riveleranno tra i meno buoni di tutto il viaggio) ci
hanno chiesto € 4,00. Girando per il paese ci disorientiamo e così arriviamo
a Manosque. Qui giunti correggiamo ancora la rotta ed in breve siamo a
Roussilon. Una sorpresa totale. Ci aspettavamo di trovare altri campi di
lavanda, invece scopriamo il paese della creta. Un meraviglioso percorso tra
la natura rossa e selvaggia delle terre lavorate dal vento e dalla mano
dell’uomo. Ci godiamo questa piacevole sorpresa, ridendo del nostro
viaggiare senza alcuna pianificazione, come solo il camper può consentire.
Ritorniamo al camper che abbiamo parcheggiato all’ingresso del paese stanchi
ma felici, e dopo esserci rifocillati, ci concediamo anche un pisolino
ristoratore. Quando ripartiamo il sole picchia forte e dobbiamo accendere
l’aria condizionata. Arriviamo a Gordes: meravigliosamente arroccata sulla
collina. Il parcheggio costa € 5,00 ed è in pendenza, ma ci rifacciamo al
relais gratuito, dove svuotiamo le acque nere e grigie, rabboccando l’acqua
chiara. Poi andiamo a visitare il paese che prometteva di più e che invece
tutto il suo fascino lo racchiude nel giacere sulla collina in posizione
estremamente panoramica. Paola per rifarsi entra in un negozio della catena
Blanc du Nil - che troveremo in tutti i centri turistici - ad acquistare un
paio di pantaloni bianchi che col caldo che ci assilla sono necessari.
Riprendiamo la strada ed invece di andare all’abbazia di Venasque a vedere i
campi di lavanda (che qua in pianura è già stata raccolta) ci dirigiamo
verso Fontaine la Vaucluse. Strada facendo deviamo brevemente per andare a
visitare il museo della lavanda, dove oltre ad avere una breve spiegazione
su come viene lavorata e sulla differenza tra lavanda e lavandine, ci
lasciamo coinvolgere nella boutique e acquistiamo una crema miracolosa per
il corpo ed una tisana, il tutto con ingredienti a base di lavanda. Fontaine
de Vaucluse è vicina e senza difficoltà troviamo l’AA all’ingresso del paese
e parcheggiamo all’ombra, anche se siamo sempre oltre i 32°. Questa sarà
senza alcun dubbio la migliore area di sosta di tutto il nostro viaggio, con
un rapporto qualità prezzo estremamente favorevole. Fontaine è bella, anche
se a forte vocazione turistica e la passeggiata, che dal parcheggio porta in
paese e alla sorgente correndo lungo il fiume, da sola valeva il viaggio. Le
acque sono davvero chiare e fresche (non so se anche dolci perché non l’ho
assaggiata) come le ha cantate Petrarca e così trasparenti da vedere il
fondo e leggere nitidamente il chiaroscuro del sole che filtra tra i rami
degli alberi che punteggiano le rive. Sembra incredibile la portata d’acqua
in rapporto alla sorgente, molto vicina, che è in una forra sotto una rupe
scoscesa che contiene il paese come in un cirque. Ovviamente ci sono molti
turisti, ma non è difficile immaginare il poeta che qui si rifugiava a
meditare sulle rive del fiume, dedicando i suoi pensieri a Laura. Rientrando
al parcheggio dopo aver visitato l’antica fabbrica di carta ci capita di
incontrare gente che si bagna nel fiume, mentre altri stanno già cenando
nello spiazzo erboso che divide il fiume dalla zona di parcheggio. Una
coppia di italiani seduta sulla panchina sta leggendo un libro, il cui
titolo ci sembra essere la vita di Petrarca. Ci fermiamo per informarci sul
periodo in cui Petrarca visse qui e invece scopriamo che non ne sanno nulla
e stanno leggendo un libro che s’intitola “Vita pratica” e non “Vita del
Petrarca”. Sono dei religiosi praticanti disturbati nella loro meditazione e
noi, trattenendo a stento un sorriso che non sarebbe capito, ci scusiamo e
torniamo al camper. Una doccia ristoratrice e cena all’aperto in pigiama. È
liberatorio poter vivere in totale libertà senza doversi preoccupare dell’
etichetta. Siamo tra una coppia giovane francese che intrattiene la
figlioletta nel passeggino ed una famiglia allargata olandese che cena a
base di spaghetti annegati in un sugo di pomodoro sintetico raccogliendoli
da una bacinella, bevendo birra in quantità industriale. A chiudere una
bellissima giornata riceviamo la telefonata di Sara, la nostra nipotina, che
ci racconta le sue avventure al mare, invitandoci ancora una volta ad andare
a trovarla.
MOUSTIERS ST. MARIE - FONTAINE DU VAUCLUSE km. 136 -
AA all’ingresso del paese € 3,00
Giovedì, 7 agosto
Al risveglio ci concediamo un’ultima passeggiata lungo il fiume, tornando a
vedere il paese con il museo dedicato a Petrarca e cercando la casa di Laura
che non troviamo. Nel silenzio e la tranquillità delle prime luci dell’alba
il paese ha un aspetto fatato e prima che il mercato delle vacanze riapra
riusciamo a rituffarci nel medio evo a cui Fontaine appartiene. Ci
stacchiamo controvoglia da quest’angolo meraviglioso e ci dirigiamo ad
Avignone dove con qualche difficoltà troviamo il parcheggio Il Piot
(indirizzati da un cortese inserviente del Parking des Italien a cui ci
eravamo indirizzati, ma non accessibile ai camper) e con la navetta gratuita
ci portano, attraverso il ponte sul Rodano, alle porte della città,
racchiusa tra mura molto ben conservate. Dopo tanto sole e afa, il cielo è
grigio e ogni tanto cade qualche goccia di pioggia, per cui facciamo la coda
senza particolari sofferenze per entrare a visitare il palazzo dei papi,
sontuoso e bellissimo nella sua pietra beige all’esterno tanto quanto è
cupo, spoglio, caotico e brutto l’interno. Il tutto per la modica cifra di €
10,50 a testa, compreso il noleggio del telefono portatile per la
spiegazione dei vari ambienti in italiano. Usciamo stanchi e annoiati, ma
con ancora la forza di tornare a piedi al parcheggio per poter scattare
qualche foto dal ponte alle mura della città che da qui splendono in tutta
la loro imponenza. Arrivati stremati al camper pranziamo a base di
prosciutto e melone, per poi crollare addormentati. Riprendiamo la strada
rinvigoriti per arrivare al Pont du Gard. Seguendo un camper belga ci
fermiamo in un parcheggio, vicino a Remoulins sul fiume per sciropparci
oltre tre chilometri di strada a piedi per andare a fotografare questa
meraviglia romana. Il tutto per risparmiare € 5,00 di parcheggio (lato
destro del fiume) dove ci dicono non sia possibile pernottare. Ma
soprattutto per mettere alla prova noi stessi. Prova brillantemente
superata, anche se rientriamo stremati, dopo aver tentato invano di rifarci
una scorta di zuccheri prendendo un gelato francese, costoso ma di qualità
molto scadente. Resterà il ricordo di questa camminata nel bosco e la
visione di questo meraviglioso e ardito ponte, che da secoli sta li a
testimoniare le incredibili capacità ingegneristiche dell’uomo romano.
Tornati in strada e incanalati uscendo dal parcheggio sulla direttrice
dell’autostrada, decidiamo di imboccarla per abbreviare i tempi di
percorrenza con una voglia di mare che ci sta soffocando. La meta è Sete,
poi strada facendo cambiamo idea e ci dirigiamo verso La Grau du Roi, dove è
segnalata un’area di sosta, che ci permetterebbe di visitarla con calma, dal
momento che ci siamo sempre e solo passati di corsa nel passato. Invece una
manifestazione attira una moltitudine di visitatori e ci troviamo bloccati
in una coda chilometrica che ci sconsiglia di proseguire. Ripieghiamo su
Aigues Mortes, che conosciamo molto bene e che personalmente amo molto.
Inoltre ci è facile ritrovare l’area di sosta ed essendo ormai sera
inoltrata non corriamo il rischio di trovarci per strada in cerca di un
posto tranquillo dove trascorrere la notte. La fortuna vuole che troviamo
l’ultimo posto disponibile e che entriamo anche gratuitamente in quanto la
sbarra è aperta e si chiuderà solo al nostro passaggio. Quando si dice il
destino… Dopo cena indugiamo per le strade squadrate del villaggio
vagabondando tra i vari negozi di souvenir.
FONTAINE LA VAUCLUSE - AIGUES MORTES Km. 138
AA sul fiume a € 12,00 (teorici)
Venerdì, 8 agosto
Oggi è il giorno dedicato al mare. Ho trascorso, al contrario di Paola, una
notte tranquilla e riposante (possibile che in una vita precedente abbia
vissuto qui?) e ci rimettiamo in strada con rinnovato entusiasmo.
Attraversiamo anche questa volta La Grau du Roi e saltiamo Palavas les Flots
(suggeritaci da nostro figlio Davide) perché anche se molto bella e
frequentata, l’area di sosta camper è distante dal mare e a bordo strada,
per approdare a quell’angolo di sogno che ci è sempre apparso essere il
litorale tra Sete e Agde. Tra qualche anno non sarà più disponibile ai
camper - che d’estate riempiono tutti gli spazi disponibili a bordo strada -
in quanto lo stanno impreziosendo con parcheggi e protezioni di canne, ma
per ora è possibile realizzare il nostro sogno, negatoci in passato dalla
grande affluenza di camperisti. Ma la realtà a volte non coincide con i
sogni: superata una disagevole massicciata messa a protezione della strada
sopraelevata, veniamo accolti da un soffice tappeto di morbida sabbia
sollevata in continuazione da un vento freddo come l’acqua che non invita a
bagnarsi. Resistiamo un paio d’ore, poi incipriati e innervositi dal vento e
dalla sabbia che si infila in ogni meato, ci arrendiamo. Una veloce doccia
per levarci la sabbia di dosso, un pasto veloce e frugale e riprendiamo la
marcia verso est. Sulla mappa individuiamo una zona poco esplorata dai
nostri precedenti viaggi e subito la puntiamo. Superata Narbonne riprendiamo
la via del mare, dirigendoci a Gruissan, nella speranza di poterci
permettere qualche bagno. Il vento però non cala e l’area attrezzata non si
affaccia sul mare, ma su di uno stagno alle spalle di un’altra striscia di
terra che lambisce il mediterraneo, così ne approfittiamo per lavare i panni
e sdraiarci a prendere il sole sulle nostre sdraio. Ci consoliamo non
percependo il calore dei 30° grazie al vento e godendoci la tranquillità di
questa bella AA, dove la distanza minima tra un camper e l’altro è stabilità
in 2,5 metri, consentendoci così una buona privacy. Una completa
attrezzatura a livello campeggio (docce, lavatoi e spazi) valorizza il buon
rapporto qualità-prezzo che dovrebbe essere preso d’esempio anche nel nostro
Paese. Dopo cena usciamo a visitare Gruissan, godendoci un tramonto
spettacolare. Mentre il paese vecchio è arroccato su di un poggio dominato
dai resti di un castello diroccato e inflazionato da trattorie, che piazzano
i tavolini al centro delle strette stradine, dove la gente mangia
prevalentemente frutti di mare, la parte nuova, pulita e illuminata, è un
villaggio vacanze costruito attorno al porto pieno di yacht dove i nuovi
ricchi mangiano alla berlina sulla tolda delle navi o nei ristoranti che si
fanno concorrenza l’un l’altro. Permane però la sensazione di una crisi
strisciante che si avverte nella desolazione di negozi aperti e frequentati
solo da curiosi come noi.
AIGUES MORTES - GRUISSAN Km. 147
AA Les 4 vents € 6,10
Sabato, 9 agosto
Il vento ha fatto vibrare il camper per tutta la notte e il nostro sogno di
dedicarci a bagni di mare deve essere riposto. Nuovo cambio di rotta alle
nostre vacanze. Decidiamo di costeggiare i Pirenei per attraversare la
Francia occidentale e approfittarne per andare a visitare Rennes les
Chateau, che raggiungiamo a mezzogiorno a causa della tortuosità delle
strade. Siamo nella terra dei Catari, con una natura aspra che ricorda
alcune parti del nostro Appennino. Lunghi chilometri di saliscendi tortuosi
nella totale solitudne, poi qualche paesino di casa vecchie e malandate e
non una presenza umana per strada. Rennes, sorprendentemente poco segnalata,
ruota tutta attorno all’abate Sauniere e al suo mistero, tornato di moda con
il successo mondiale de Il codice da Vinci. Templari, santo Graal, Maria
Maddalena e la dinastia dei Merovingi, il priorato di Sion: dopo aver tanto
letto, sono lieto di esserci venuto e visto coi miei occhi ciò che finora
avevo affidato alla fantasia, anche se la tanto decantata forza magnetica
del luogo non ci ha affatto conquistati. Terribilis est locus iste: la
scritta campeggia all’ingresso della chiesa e una volta entrati, subito
sulla sinistra, una statua del diavolo regge l’acquasantiera; ma il fascino
del mistero che mi sarei aspettato di provare non mi coglie. Visitiamo la
sacrestia, la villa di Betania, i giardini, la balconata e la torre di
Magdala, in cerca di un’emozione che tarda a venire. Viaggiatori scettici
che non sanno più sognare e farsi conquistare dall’armonia dei luoghi?
Forse, ma hanno saputo trasmettermi molte più emozioni Aigues Mortes o
Fontaine la Vaucluse o Roussillon, solo per citare luoghi visitati in questo
viaggio. Il resto del viaggio è solo trasferimento attraverso paesaggi poco
affascinanti sin a quando, per spezzare la monotonia del viaggio sotto un
sole caldo, non arriviamo a la Bastide de Serou, dove ci dirigiamo al
campeggio per poter ricaricare tutte le attrezzature elettroniche e
scaricare il primo blocco di fotografie sin qui scattate. Ne approfittiamo
per concederci una ricca e calda doccia, provvedere ai lavaggi necessari e
riposarci in tranquillità nell’accogliente piazzola messaci a disposizione.
A sera prima di andare a letto ci gustiamo la visione di Matrimonio all’
italiana sul computer.
GRUISSAN - La Bastide de Serou km. 219
Camping L’arize **** € 24,30
Domenica, 10 agosto
Ricaricate tutte le batterie (telefonini, PC, video DVD, etc) e dopo avere
fatto colazione al caldo del camper (nella notte la temperatura è scesa dai
30° dell’arrivo a 13°) sospirando alla vista del vicino spagnolo che ieri
sera cenava al freddo e avrà dormito al freddo nella tenda, ripartiamo per
il Mas d’Azil. Parcheggiamo prima dell’ingresso alla grotta e ci
avventuriamo a piedi. È un antro spaventoso per il viaggiatore che qui
arriva impreparato, con la strada carrabile ed il fiume che le scorre a
fianco. Il rumore dell’acqua è amplificato dall’alta volta della caverna,
ricoperta di argilla impermeabile. Dopo esserci premuniti con dei golf -
utili per lo sbalzo di temperatura tra fuori e dentro - acquistiamo i
biglietti per visitare le grotte (€ 6,10 a persona) e ci sorbiamo le
spiegazioni in francese sui nostri
progenitori preistorici che in queste grotte, insieme ad orsi e altri
animali, trovarono rifugio. Ma l’impressione più forte del Mas d’Azil,
rimane quella che si ha arrivando; quando la strada s’imbuca nella caverna,
subito girando a destra per sprofondare nelle viscere della terra, passando
dalla luce piena del sole al buio più profondo. Avrei pagato per
attraversarla in camper; ma il nostro percorso prevede che s’inverta la
rotta e Paola…. ha già sopportato tanto in questo viaggio.
Sotto un caldo asfissiante torniamo a Lourdes, ancora più affollata di
quanto la ricordassimo, forse perché quest’anno ricorre il 150° anniversario
della prima apparizione della Madonna. Visitiamo le due chiese, la cappella
e la cripta prima di incamminarci verso la grotta e tornare a scavalcare la
Grave, per ammirare il coraggio dei fedeli che si inginocchiano in preghiera
o in coda vanno ad offrire le candele. Anche stavolta sono scettico e resto
colpito da due fattori eclatanti: la sofferenza dei molti che si trascinano
qui (spesso accompagnati da persone vecchie e giovani di buona volontà e
sconvolgente allegria e serenità) ed il mercato della fede. Hotel e botteghe
di souvenir sono l’essenza di questa città che ha ragione di essere e di
esistere solo a seguito di una visione di tanto tempo fa. Anche la casa
natale di Bernadette - oggi museo - è stata circondata e quasi relegata in
un angolo nascosto del centro, mentre tutt’intorno si è sviluppato il tumore
del mercato della fede. Ma a chi viene in pellegrinaggio tutto ciò
probabilmente non da fastidio e quando dopo cena usciamo per una visita,
siamo impressionati dalla folla che partecipa alla processione. Ognuno, in
carrozzina o a piedi, con la sua candela votiva. Un mare di gente,
proveniente da ogni parte del mondo in una babele di lingue, che partecipa
ad un evento festoso, pregando e cantando. Un velo di tristezza ci coglie
nel vedere tanti infelici accorsi qui nella speranza di un miracolo, ma
forse sono felici per il solo fatto di essere qui. A fine cerimonia,
stanchi, torniamo anche noi al camper, circondati dalle voci dei pellegrini
di tutto il mondo che si fermano nei bar, nei negozi o si infilano nei
lussuosi e sfavillanti hotel. Una coppia di anziani come noi, incuranti
della folla, si abbracciano e baciano come ragazzini, ansiosi di rifugiarsi
in hotel. Da scettici quali siamo, scherziamo sul fatto che forse loro il
miracolo l’hanno ottenuto.
È la terza volta che vengo a Lourdes e anche stavolta non è mancata la
pioggia. Che sia un segno?
La Bastide de Serou - LOURDES Km 179
PS parking ARROUZA € 10,00
Lunedì, 11 agosto
Ripartiamo sotto un cielo grigio e per una strada prevalentemente monotona.
Abbandonata l’idea di visitare i Pirenei - zona inesplorata per noi e con
varie attrattive - ci dirigiamo verso l’oceano. Attraverso Pontocq, Pau e
Orthez raggiungiamo Dax dove contiamo di sostare per il pranzo e fare
quattro passi per visitare il paese. Invece dopo aver faticato a trovare l’
AA segnalataci riusciamo solo a cambiare le acque, gratuitamente, perché il
parcheggio riservato ai camper è molto piccolo (solo una decina di posti) e
sono tutti occupati. Altri parcheggi idonei non ne troviamo sino a Castets,
dove ci arrendiamo fermandoci nel parking dell’Intermarché. Anche ad occhi
inesperti come i nostri appare chiaro che la natura dei luoghi cambia. Si
avverte la vicinanza dell’oceano e gli ultimi kilometri sono un filare
diritto tra i pini che svettano sani a bonificare tutta la zona, in boschi
curati con ricchezza di felci grandi e sane. Purtroppo il tempo non ci
assiste. Nuvole oscurano il cielo e non c’è vento a spazzarle via.
Raggiungiamo la nostra meta: Comtis Plage, dove ci parcheggiamo nell’AA ben
indicata. È poco più di una spianata racchiusa tra le dune e la pineta, su
sterrato, dove i camper si affollano in cerca di un posto. Il pomeriggio lo
trascorriamo in spiaggia, dove imperversano i surfisti che qui sono di casa.
Le onde, molto alte per i nostri parametri, ma normali per un oceano, si
frangono a riva con rumore emettendo un forte afrore marino. Non potendo
bagnarci, ne approfittiamo per lunghe passeggiate sul bagnasciuga,
camminando su di una sabbia morbida, per a grana grossa. Pochi temerari ben
concentrati in un’area sorvegliata si avventurano nell’acqua gelida. I più
si riposano su stuoini di paglia, cercando di godersi i pochi raggi di sole
che saltuariamente filtrano tra le nuvole, mentre alcuni temerari imbottiti
nelle nere tute da sub si avventurano sulle onde con il surf. Rientrando
dalla spiaggia ne approfittiamo per fare due passi in paese - un confuso
agglomerato di case estive da vacanze - ricavandone l’impressione di una
zona riservata a gente spocchiosa e falsamente democratica, dove si ha l’
impressione di stare in un club esclusivo che fa a gara ad esternare la
propria ricchezza attraverso SUV e auto di gran costo degnandosi di vivere
in modo popolare e falsamente spartano.
LOURDES - COMTIS PLAGE Km. 188
AA rue del faro € 8,00 (da inserire in moneta nella gettoniera che rilascia
il biglietto)
Martedì, 12 agosto
Durante la notte il cielo si è completamente ricoperto di nuvole e al
mattina ci sveglia una pioggerella sottile e finissima. Ci spostiamo
consapevoli che la programmata giornata di bagni di sole e mare è saltata.
Tutto l’orizzonte visibile è coperto così che non potendo inseguire il sole,
ci atteniamo al programma originale e facciamo rotta verso nord,
costeggiando, laddove possibile, l’oceano. Mentre il cielo ci rovescia
addosso acqua a secchi attraversiamo Mimizan e Biscarosse, soste
programmate, scoprendole molto belle, ben attrezzate e da rivedere se
possibile col sole. Anche per scattare qualche foto ricordo, aprendo per un
attimo il finestrino, ci bagneremo da strizzare. Proseguendo nel nostro
viaggio superiamo la dune de Pila ed il campeggio in cui sostammo anni fa,
rievocando i bei momenti vissuti ed il caldo giorno di sole in cui demmo la
scalata all’immensa duna di sabbia. Che differenza con oggi! Solo toni grigi
ci accolgono e ad Arcachon, volendo seguire la strada che costeggia il
bacino, ci imbuchiamo in città che attraverseremo a passo d’uomo, scoprendo
poi di aver sbagliato direzione e di dover rifare un lungo tratto di strada,
convogliati sulla superstrada per Bordeaux che stanno allargando. Riusciamo
a trovare parcheggio nel solito piazzale di un supermercato, dove poi
andiamo a fare spesa, anche per camminare un poco, visto che sin qui abbiamo
solo viaggiato. Nel frattempo smette di piovere e riprendiamo la strada
costiera del bacino di Arcachon, ma senza mai riuscire a vedere l’acqua. Una
delusione. Tanti paesi, case e camping, ma nemmeno un tratto panoramico. Per
vedere il bacino siamo costretti ad entrare in paese ad Andernos les Bains,
dove in un parcheggio per auto ci fermiamo qualche minuto prima che ci
invitino ad andarcene. Per un lungo rettilineo raggiungiamo Lacanau ocean e
la sua area di sosta, vicina all’eliporto. Dopo qualche ripensamento
riusciamo a trovare una piazzola ben livellata, con acqua e luce a
disposizione nostra e quindi ci mettiamo in marcia per andare a visitare il
paese. L’area attrezzata sorge a oltre 3 km dal centro del paese ed una
bellissima pista ciclabile e pedonale la collega al paese. Sotto i pini, in
un sottobosco molto curato e pulito, è un piacere camminare e torneremo
stanchissimi, ma appagati. Il villaggio è molto bello e ben attrezzato, ma
stare sul mare è impossibile. Un vento teso e freddo obbliga a camminare
piegati e dopo le obbligatorie foto ricordo - coi pullover che svolazzano
sui nostri colli - torniamo al riparo delle case, frastornati da tanto
vento. La sera, in camper, metteremo ordine tra i ricordi e dopo aver
rimesso ordine andremo a letto, vedendoci un film sul nostro DVD portatile.
Spegnendo la luce penso che sarebbe bello fare un pacchetto regalo di questi
giorni felici da riaprire durante i giorni lunghi e pieni di preoccupazioni
a venire
COMTIS PLAGE - LACANAU OCEAN Km. 200
AA dell’eliporto a € 9,00 con elettricità e acqua collegate (pagabili in
moneta alla gettoniera).
Mercoledì, 13 agosto
Il tempo non migliora ed il vento trasporta sempre nuove nuvole, spirando
teso e freddo dall’oceano. Ci spostiamo sperando migliori. Passiamo a dare
uno sguardo all’etang di Lacanau e poi su diritti sino a Verdon sur mer. La
strada che taglia tutta la penisola della Gironda è monotona, in un
paesaggio tranquillo ed agreste, per nulla panoramica. Lungo la via tante
segnalazioni di campeggi per naturisti che evidentemente in questa zona
hanno un loro feudo. Non riusciamo nemmeno a dare uno sguardo all’etang d’
Hourtin e Carcans che viene reclamizzato come il più grande lago francese.
L’area attrezzata di Verdon è un piccolo gioiello, alle spalle della
spiaggia, gratuita e per un po’ speriamo di poterci godere una giornata di
sole. Il tempo di fare una ricognizione in spiaggia e poi in paese, all’
ufficio informazioni del turismo, e scuri nuvoloni tornano a ricoprire il
cielo, mentre il vento che era calato, torna a spirare con intensità.
Pranziamo chiusi nel nostro nido sperando sia un evento passeggero, invece
il tempo peggiora. Addio ai sogni di un pomeriggio in spiaggia e magari una
passeggiata a piedi al faro di Cordouan approfittando della bassa marea,
spostandoci nel parcheggio sulla Plage de Saint Nicolas. Siamo così irritati
che raccogliamo le nostre cose e decidiamo di lasciare la Gironda e
traghettare per Royan. È un grosso ferry, molto carico di mezzi, su cui
balliamo per mezzora. Il forte vento accentua il rollio della nave che
attraversa l’estuario formato dalla confluenza dei fiumi Dordogna e Garonna,
dove le acque dolci si scontrano con quelle salate dell’oceano. Appena
sbarcati siamo accolti da uno scroscio di pioggia che ci induce a separarci
da questa zona in cui non abbiamo avuto fortuna col tempo e si una
superstrada nuova e molto scorrevole raggiungiamo Saintes, dove ci
sistemiamo nel parcheggio gratuito all’esterno del campeggio comunale e poi
ci allunghiamo in città per una rilassante passeggiata lungo le rive della
Carente. La città che ha dato i natali a messieur Guillotin, inventore della
ghigliottina, è ricca di monumenti romani e di almeno due splendide chiese:
l’abbaye du Dames e la cattedrale di Saint Pierre.
LACANAU OCEAN - SAINTES Km 128
PS all’esterno del camping municipale gratuita
Giovedì, 14 agosto
Il silenzio e la giornata grigia ci inducono a poltrire sin oltre le 9; poi
una calda e tonificante doccia ci rimette in pista. La strada è scorrevole e
presto raggiungiamo Cognac con le sue famose vigne. Per chi ama il liquore
che da qui prende il nome è disponibile la visita guidata alle cantine
Corvoisier, con annessa degustazione. Noi astemi tireremo avanti. Oggi non
troviamo boulangerie sulla nostra strada, così ci fermiamo ad un Carrefour
per fare gasolio e le solite spesucce. Per il pranzo troviamo una piazzola
molto ben organizzata a bordo strada, dove ci fermiamo con altri colleghi
camperisti, approfittandone per una passeggiata digestiva. Finalmente
entriamo nel Perigord verde e per me è un po’ come tornare a casa, per l’
amore che mi lega a questa zona di Francia. sulla nostra strada incontriamo
Brantome: la Venezia del Perigord e decidiamo di fermarci a visitarla. Hanno
organizzato due grandi parcheggi su prato per accogliere i visitatori -
tanti - e noi ci parcheggiamo in quello meno fangoso. Ha piovuto, fa freddo
tanto che per la prima volta da quando siamo partiti ci rimettiamo i
pantaloni lunghi e i pile, poi ci dirigiamo in paese che abbiamo intravisto
arrivando. Sarà una piacevolissima sorpresa. L’abbazia e la chiesa sono
racchiuse tra il fiume e la collinetta, nelle cui viscere sono state
scoperte tracce dell’uomo preistorico. Ovviamente è possibile visitare tutto
con guide in francese (evidentemente gli italiani che tanto girano per le
strade francesi qui non fanno tappa) ma noi preferiamo camminare senza meta
sotto la pioggerella sottile tra le vie medioevali del villaggio,
interamente circondato dall’acqua e nel passato ovviamente racchiuso tra le
mura, oggi parzialmente riattate ad abitazioni private. Sarebbe anche
meritevole di una sosta, ma ho programmato la visita di Perigeux - il
capoluogo di questa regione a me così cara e mai visitato prima. La città è
molto estesa e trafficata. Fatichiamo molto a girarla in cerca dell’AA
segnalata dalla guida, ma di cui non troviamo traccia. Altri camper come noi
sono alla ricerca e proviamo ad accodarci, finché completato il perimetro
della città vecchia, scorgiamo alcuni camper parcheggiati sulla riva del
fiume ed il tanto agognato cartello indicatore. Entrarci è molto disagevole
e complicato, ma dopo tanto faticare non abbiamo nemmeno la soddisfazione di
trovare uno stallo disponibile, affollato com’è da tante auto in sosta e
camper in attesa che si liberi un posto, per di più sconnesso. Così
rinunciamo a visitare Perigeux e riprendiamo la strada con rotta La Bugue,
dove ci hanno segnalato un simpatico museo all’aperto. Ci informiamo da
alcuni camperisti francesi che ci assicurano di poter sostare senza problemi
sul prato/parcheggio di fronte al museo, sulle rive della Vezere.
Sistemazione fantastica - e gratuita - che ci consentirà attraverso una
bella passeggiata sulle rive del fiume, di andare a visitare il paese, un
classico della zona con le sue case d’epoca e le strade strette e tortuose,
dove è tutto un fiorire di negozietti reclamizzanti i prodotti locali (a cui
nemmeno noi resisteremo)
SAINTES - LA BUGUE Km 207
Parcheggio libero e gratuito sulle rive della Vezere
Venerdì, 15 agosto
Al risveglio dopo una notte tranquilla trascorsa nel silenzio più profondo,
il tempo è incerto come già accade da qualche giorno. Attendiamo che alle 10
apra il villaggio museo di Le Bournat e iniziamo la visita. Trascorriamo due
ore gradevoli, passando in rivista le varie attività di una volta e facendo
acquisti estemporanei: delle confetture lavorate davanti a noi, così come la
farina appena macinata nel mulino a vento ed un portafortuna di spighe di
grano lavorate ed intrecciate a mano da un abile artigiano. Ci divertiamo
anche come ragazzini a correre su cavalli di legno che scorrono su rotaie.
Volendo ci si potrebbe fermare a pranzo e trascorrere anche il pomeriggio,
ma abbiamo programmato di visitare i giardini sospesi di Merqueyssac, che si
riveleranno essere una scelta molto azzeccata. Passeggiamo a lungo nel
verde, godendo di un paesaggio sulla Dordogna eccezionale. Il tempo poi ci
aiuta; non fa caldo ma nemmeno freddo ed è gradevole camminare nella
ventilazione appena apprezzabile che assicura la collina. Squarci di sole
illuminano la campagna sottostante verdissima, il nastro del fiume su cui
scorrono silenziose le canoe, i castelli di Castelnaud e Beynac-et-Cazenac
arroccati sulle loro falesie a dominare la valle. Da una terrazza panoramica
a sbalzo sulla vertigine raccogliamo un’immagine bellissima di La Roque
Gageac in cui sostammo anni addietro. Una giornata magnifica che cerchiamo
di completare tentando, senza successo, di fermarci a Sarlat La Caneda,
piena di camper all’inverosimile. Così ripieghiamo su Les Eyzies de Tayac
Sireuil che ci appare molto cambiato dall’ultima volta in cui venimmo;
rinnovato nelle strutture e affollato da turisti, attirati prevalentemente
dal museo della preistoria, costruito e attrezzato completamente, in una
bella e nuova struttura moderna di mattoni beige, perfettamente inserita nel
contesto della falesia. Ho un ricordo molto vivido di les Eyzies e della
sosta che avemmo, parcheggiati da soli nel prato sotto la falesia e
illuminati solo dal chiarore della luna. Questa volta non sarà così
coinvolgente: siamo una folla e decentrati oltre la ferrovia. Inoltre uno
squallido mercatino di paccottiglia tenuto da persone chiaramente
provenienti da centri sociali avvilisce il centro e rende stridente il
contrasto con i turisti che cenano a due passi.
LA BUGUE - LES EYZIES Km. 61
AA a fianco della Vezere € 4,00
Sabato 16 agosto
Notte fredda e umida per la vicinanza col fiume. I dolori ci tengono svegli
e nella notte mi alzo ad accendere la stufa per eliminare un poco di umidità
così da poterci riaddormentare e riposare. Da oggi iniziamo il ritorno verso
casa, direzione est e questa è una tappa di trasferimento. Montignac è
bella, Brive la Gaillarde incasinata , Tulle, Ussel e ST. Angel graziose;
tutto come ricordavamo. A Egletons sfruttiamo il CS per cambiare le acque.
Ma è solo viaggio e verso sera decidiamo per una seconda sosta in campeggio
per ricaricare le batterie, lavare quattro panni e concederci una lunga e
gratificante doccia calda. La scelta cade su Pontgibaud che in realtà
prometteva più di quanto in realtà offre. Il castello Dauphin è abbastanza
anonimo con un aspetto austero ed il paese offre ben poco d’altro. Ottima
scelta invece il campeggio con ampie piazzuole erbose, racchiuse da siepi
curate, tranquillo, silenzioso e pulito. Inoltre è una comoda base d’
appoggio per la visita ai vulcani che abbiamo programmato per l’indomani.
LES EYZIES - PONTGIBAUD Km 228
camping municipal € 11,80 avec electricité
Domenica, 17 agosto
Abbiamo dormito col riscaldamento acceso per vincere l’umidità (di notte
ogni tanto uno scroscio d’acqua) ed il freddo che in montagna si fa sentire.
Anche qui al risveglio apprezzo molto la possibilità di vivere le vacanze in
camper invece che in una tenda, adatta ai giovani forse, ma non in queste
condizioni. Dopo aver scaricato le fotografie e ricaricato le batterie,
sistemiamo per bene anche le taniche del camper prima di ripartire e far
rotta su Vulcania. Il cielo incerto ed il vento teso ci illudono, invece le
nuvole torneranno ad oscurare il sole raffreddando l’aria. Su consiglio del
gestore del camping, invece di Vulcania (molto costosa e pensata per i
bambini secondo lui) andiamo a visitare il vulcano di Lemptegy (più
scientifico ed economico) proprio sul lato opposto della strada. Iniziamo la
visita alle 10,30 con un documentario e per oltre due ore camminiamo sui
bordi e all’interno del vulcano (spento da tempo) seguendo le spiegazioni
della guida in francese e aiutandoci con un opuscolo dove in italiano
sintetizzano quanto viene spiegato. È decisamente interessante, ma il freddo
patito (ottimisticamente ci eravamo portati solo un golfino di cotone) ci ha
molto condizionato. Al termine pranziamo in camper nel parcheggio del museo,
scaldandoci con una buona minestra e decidiamo di tornare a casa da sud,
nella speranza di trovare un po’ di sole che ultimamente ci sta mancando.
Per la sosta dirigiamo su Puy en Velay, sistemandoci, in mancanza della
vecchia area di sosta soppressa, nel campeggio municipale. Sotto un cielo
che ogni tanto ci offre qualche scorcio di sereno tra tanto grigiore,
trascorriamo il pomeriggio visitando Puy, stancandoci sulla salita alla
cattedrale e per le vie a saliscendi del centro storico. Lungo la via ci
lasciamo tentare dall’acquisto di lenticchie verdi della zona che
assaggeremo a casa e di una birra particolare sempre con estratto di
lenticchie per cui ci rapineranno € 2,50 per 33 cl. Bevendola a cena ci
convinceremo che avremmo fatto meglio a risparmiare i soldi.
PONTGIBAUD - LE PUY EN VELAY Km 160
camping municipal € 13,15 avec electricité
Lunedì, 18 agosto
Finalmente sembra che il sole sia tornato. Ci rimettiamo i calzoni corti con
i sandali e ci rimettiamo in marcia. La strada per Aubenas è panoramica e
scorrevole, ma sale oltre i 1000 metri e poi scende in picchiata con
pendenze del 10% che costringono ad usare il freno motore per scendere più
lentamente di come siamo saliti. Purtroppo a Paola questi sbalzi d’
altitudine riacutizzano il dolore all’orecchio per cui quando riusciamo, con
difficoltà, a trovare l’AA di Vallon Pont d’arc, mangiamo velocemente e deve
subito stendersi per riposarsi e cercare di riprendersi. Fa caldo e l’aria è
immobile. Appena possibile passeggiamo per le vie del paese, che l’altra
volta non avevamo nemmeno attraversato, curiosando tra le vetrine che si
ripetono proponendo tutti gli stessi articoli, nello stesso modo. L’Ardeche
è lontana da qui e la mia sognata passeggiata in canoa salta. Un nuvolone
scuro si avvicina velocemente e ci induce a tornare al camper nel timore di
un improvviso acquazzone che ci farebbe danni dal momento che siamo usciti
senza chiudere gli oblò. Decidiamo di affrontare le gole dell’Ardeche
rimandando a domani la decisione se rientrare come previsto per il
Monginevro o stare bassi e tornare via mare. Appena usciti da Vallon ci
troviamo in coda ad affrontare il primo tratto delle gorges, non ravvisando
nulla di quanto già visto sino al ponte naturale che scavalca il fiume. Per
tutto il tratto panoramico ci stupiamo di come il ricordo sia falsato dalla
mente e di quanto diverso sia il panorama percorrendo la strada in senso
opposto. Stavolta abbiamo lo strapiombo dalla nostra parte, spesso senza
parapetto e la visione saltuaria del fiume laggiù in fondo è come la vista
di un orrido. Lungo la via deviamo per andare a vedere un altro museo della
lavanda, a Saint-Remèze, dove ovviamente siamo tentati e vinti dalla voglia
di acquistare altri saponi, profumo e miele. Dopo le rituali foto delle gole
dall’alto, ci dirigiamo a Bollene in cerca dell’AA riportata dalla guida e
che ovviamente non esiste, per poi dirottarci - con qualche difficoltà di
localizzazione - al campeggio municipale, dove ci parcheggiamo in una grande
piazzuola su terra e ci concediamo una corroborante doccia ristoratrice.
PUY EN VELAY - BOLLENE Km. 205
camping municipal du Lez a € 12,70 con elettricità
Martedì, 19 agosto
Per il rientro Paola sente di potercela fare ad affrontare le montagne, così
lungo la route des vins panoramica, gradevole e scorrevole attraverso Nyons,
Serres, Veynes e Gap a mezzogiorno raggiungiamo Chorges, dove ci fermiamo a
mangiare nell’AA. C’è un bel sole caldo e dopo pranzo ci mettiamo sulle
sdraio cercando di ripristinare quel poco di abbronzatura che avevamo nei
primi giorni. Ma le nuvole che ci hanno costantemente inseguito durante
questo viaggio tornano ad oscurare il sole e ci obbligano a riporre di nuovo
le nostre speranze. Proviamo a fare un giro per il paese che però offre ben
poco (solo la notizia del Milan sulla Juve nel trofeo Berlusconi, che
apprendiamo dalla Gazzetta che ovviamente acquistiamo). Alquanto irritati
per non poter coronare il nostro sogno di goderci l’ultimo giorno nel riposo
sotto il sole e preoccupati per l’orecchio di Paola che potrebbe risentire
nuovamente dello sbalzo d’altezza, decidiamo di toglierci subito il pensiero
anticipando il rientro. Fortunatamente va tutto bene e attraverso Briancon e
Cesana che conosciamo già, atterriamo a Susa senza problemi, parcheggiando
di fianco ad un Kreos gemello del nostro. Visitiamo la città - davvero
bruttina e anche squallida - facendoci tentare dalla focaccia locale (con
ripieno di mele) che faremo scaldare in forno (senza apprezzarla più di
tanto) e ce ne andiamo a letto mentre inizia a piovviginare.
BOLLENE - SUSA Km. 189
PS nel piazzale antistante la caserma.
Mercoledì, 20 agosto
Dopo avere conversato con i vicini toscani scambiandoci le opinioni sui
nostri camper gemelli, rientriamo per la val di Susa e a Torino imbocchiamo
l’autostrada per tornare a casa, fermandoci come da tradizione a pranzare da
Spizzico.
SUSA - NOVATE MILANESE Km. 190
In sintesi:
percorsi km. 3.069
costo gasolio € 476,46
campeggi e AA : € 130,05
varie (spese, musei, traghetti) € 500,00 circa
adieu douce France, sei stata accogliente come al solito e per qualche anno
ti snobberemo per altri lidi, ma rimarrai sempre nei nostri cuori come il
Paese ideale per i camperisti.