Tutto ciò che serve per questo viaggio, fra i monti solitari dell’Appennino centrale, sono un paio di scarponcini da trekking, tanta voglia di camminare e un camper dove far ritorno la sera.
Benvenuti nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Into the wild
Stiamo per entrare nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, fra i rilievi dell’Appennino centrale. Lo facciamo in punta di piedi: qui sono presenti antichi borghi e vestigia del passato, ma senza dubbio la natura regna sovrana. Sbalordisce per la sua bellezza e per la sua immensità. Per le guglie granitiche che non ti aspetti, per i sovrumani silenzi, per la varietà dei paesaggi, per il brillìo delle stelle la notte. Istituito nel 1991, il Parco è uno dei più grandi d’Italia per estensione: coinvolge tre regioni (Abruzzo, Lazio, Marche), cinque province e numerosissimi comuni. Tre sono i gruppi montuosi racchiusi nel suo territorio: la catena del Gran Sasso d’Italia, il massiccio della Laga e i Monti Gemelli. Si caratterizza per la presenza della vetta più alta di tutto l’Appennino, il Corno Grande del Gran Sasso, che raggiunge i 2.912 metri di altezza. Il Parco è percorso da una fitta rete di sentieri escursionistici da percorrere a piedi, in mountain bike, a cavallo. Per cui, prima di partire, si consiglia di documentarsi e di acquisire il materiale necessario per pianificare la scelta degli itinerari da effettuare una volta giunti sul posto. Il sito ufficiale www.gransassolagapark.it offre abbondanza di guide e carte.
L’Oasi del camoscio
Giungendo dal versante adriatico, porta d’ingresso al Parco è Farindola (www.comune.farindola.pe.it), piccolo paese a 530 metri s.l.m. Nel suo albo storico ricorda con precisione una data: 29 luglio 1992, giorno dell’introduzione dei primi esemplari di camoscio nella neonata Oasi del Camoscio. Dopo cento anni esatti dalla scomparsa dell’ultimo camoscio sul Gran Sasso, ucciso nel 1892, la creazione dell’Oasi a Farindola è stato un gesto di riconciliazione con la natura e un’operazione scientifica riuscitissima: i camosci si sono ambientati perfettamente nel nuovo habitat e nel corso degli anni si sono riprodotti. Quelli che oggi popolano i pendii rocciosi del Gran Sasso sono i discendenti dei camosci di Farindola, progressivamente rimessi in libertà. Nel centro storico del paese si trova il Polo Scientifico del Parco (tel. 085/823100), dotato di laboratori e attrezzature per la ricerca. La struttura ospita l’Osservatorio Geologico e il Museo interattivo sul Camoscio d’Abruzzo (tel. 085/823133). Tutta la parte antica della cittadina è aggrappata a un colle affacciato sulla vallata del fiume Tavo. Le vie sono tortuose e in forte pendenza, percorse da strette scalinate, ricche di scorci di tetti, comignoli e gatti. Sullo sfondo del paese c’è il monte S. Vito e il gruppo montuoso del Camicia con le sue vertiginose balze.
Gioielli storici
Seguendo la Strada Statale 17 bis si sale a Castel del Monte (www.comune.casteldelmonte.aq.it), centro fortificato incastonato tra le montagne. Le case sono addossate le une alle altre, le viuzze interne sono strette e le piazzette esigue, il paese non ha mura ma tutto l’abitato è come chiuso a pugno in perenne stato difensivo. La storia del borgo è legata alla pastorizia e alla tradizione della transumanza, la migrazione stagionale delle greggi dai pascoli montani alle pianure pugliesi. Dopo circa otto chilometri lungo la SP 7 ecco apparire Calascio (www.comune.calascio.aq.it), un piccolissimo comune che riserva grandi sorprese. Il borgo appartiene all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, costituita da piccoli e medi comuni che condividono percorsi di sviluppo locale. Il centro storico conserva un nucleo di origine altomedievale, in cui si distinguono la chiesa di San Francesco, nota anche come Convento di Santa Maria delle Grazie, la chiesa di Santa Maria della Pietà e la chiesa dedicata a San Nicola. Calascio è una meta di grande richiamo principalmente per la Rocca. Inserita in uno scenario naturale di suggestiva bellezza e costruita in posizione dominante su una sottile cresta rocciosa, Rocca Calascio con i suoi quasi 1.500 metri di altitudine è il castello più alto d’Italia e uno dei più alti d’Europa. Da quassù la vista è mozzafiato: lo sguardo spazia a 360° dalle vette del Gran Sasso a quelle della Maiella e del Sirente, dalla valle del Tirino alla piana di Navelli. L’insieme è talmente affascinante che la Rocca è stata diverse volte location di set cinematografici fra cui “Lady Hawke” e “Il nome della rosa”. La strada prosegue fino a Santo Stefano di Sessanio (www.comunesantostefanodisessanio.aq.it), la patria della lenticchia. Quella che si produce a Santo Stefano appartiene a una qualità rara e antica che viene coltivata soltanto nei terreni di alta quota tra i 1.200 e i 1.450 metri. Oltre che per il sapore, viene apprezzata per la facilità di conservazione e di cottura. Anche se il nucleo storico del paese purtroppo è stato gravemente danneggiato dal terremoto del 2009, che ha fatto crollare il bel torrione mediceo simbolo del paese, vale la pena farvi due passi e osservare la struttura urbanistica estremamente movimentata, con archi e porticati, scale e ripide discese. La strada ora torna indietro fino a Campo Imperatore.
Laggiù nella valle
Ecco aprirsi l’immensità di Campo Imperatore. Un grandioso altipiano di alta quota, tra i 1.500 e i 1.900 metri di altitudine, modellato dalle alluvioni e dai ghiacciai, un paesaggio vasto, enorme e inusuale.
Anche qui sono stati allestiti vari set cinematografici. Alte e severe cime proteggono ad anfiteatro la piana ondulata, dove cresce solo erba e qualche cespuglio e dove le folate di vento profumato non incontrano mai tralicci elettrici, case, insegne. Oltre che dal vento, in estate la vallata è percorsa da greggi di pecore in perenne movimento, da mandrie di mucche e di cavalli che pascolano alla stato brado, apparentemente senza padrone. Le cime che delimitano i pascoli sono tra le più alte dell’Appennino: il monte Camicia, il Corno Grande del Gran Sasso, il monte Prena, il Brancastello, percorsi da sentieri escursionistici molto panoramici e di ogni difficoltà. In primavera Campo Imperatore diventa un’immensa prateria fiorita mentre durante la stagione invernale è meta degli amanti dello sci. Nella bella stagione non è da mancare una sosta a Fonte Vetica. Lì si trovano a poca distanza l’uno dall’altro due ristori con vendita di prodotti tipici abruzzesi come formaggi e carni: Ristoro Mucciante (tel. 339/8855751) e Macelleria Giuliani (tel. 329/4903045). La particolarità è che le carni acquistate, come arrosticini e salsicce, possono essere immediatamente cotte su grandi bracieri appositamente allestiti per i clienti e quindi mangiate accomodandosi su panche e tavoli disposti proprio intorno ai ristori. Una sorta di street food in modalità pic-nic!
Il lago e la foresta
Attraversato molto lentamente tutto Campo Imperatore, superato Assergi e il Passo delle Capannelle, siamo in vista del Lago di Campotosto e dell’omonimo borgo (www.comune.campotosto.aq.it). Il lago è un bacino artificiale che ben si presta a spensierate giornate di relax e di quiete. Nelle sue acque cristalline si praticano la pesca sportiva e la pesca professionale. In estate si colora delle vele dei windsurf, è percorribile in canoa e le sue sponde vengono usate come spiagge di mare. È invece vietata la navigazione a motore. Un bell’itinerario in bicicletta permette di percorrere e visitare tutto il perimetro del lago, dall’insolita forma a V: sono circa 40 km su strada a basso traffico lungo le rive del più grande lago artificiale d’Abruzzo. Una delle frazioni di Campotosto è Ortolano, la più piccola, nei pressi della diga di Provvidenza. Ortolano può essere il punto di partenza per una bellissima escursione nella Valle del Chiarino, a piedi o in mountain bike. La valle segue il gorgogliare del torrente Chiarino e si presenta inizialmente rigogliosa di faggete con aree pic-nic, poi si apre in un ampio vallone erboso circondato da alte cime calcaree. È la parte sommitale della valle con praterie d’altitudine sfruttate dai pastori per i pascoli estivi delle greggi. Volgendo lo sguardo verso l’imbocco della valle si scorge il Lago di Campotosto e poi una fuga di cime in sequenza che portano lontano i pensieri.
Ai piedi del gran sasso
Da Ortolano si prosegue in salita e seguendo la contorta SP 43 si fa tappa a Pietracamela (www.comune.pietracamela.te.it). Il piccolo borgo di origine medievale è abbarbicato alla montagna e le sue case in pietra a vista sembrano il prolungamento della roccia su cui poggiano. I vicoli lastricati, i saliscendi sormontati da archetti e le vecchie fontane silenziose ingentiliscono il borgo che ha visto le sue case spopolarsi per l’emigrazione degli abitanti. Il turismo di montagna sembra portare un po’ di speranza e a Prati di Tivo (www.pratiditivo.it) sembra sia proprio così.
La frazione, posta al termine della SP 43 e ai piedi del versante settentrionale del Corno Piccolo, è una località turistica invernale ed estiva con alberghi, ristoranti e qualche negozietto. Gli impianti di risalita servono gli sciatori come gli escursionisti, arricchendo le proposte di itinerari. Un classico percorso trekking, da non perdere, è la salita al rifugio Franchetti e oltre, fino a giungere al cospetto di sua altezza, la vetta del Corno Grande del Gran Sasso, un diamante di granito bianco che graffia il cielo. L’itinerario porta in vista del ghiacciaio del Calderone, il più meridionale d’Europa e purtroppo in gran sofferenza. Il rifugio Franchetti (www.rifugiofranchetti.it), posto a 2.433 metri, è aperto da giugno a settembre ed è uno straordinario belvedere. A volte da qui si scorge anche il mare Adriatico. Da quassù, da questa altezza, in questa quiete, tutto sembra a portata di mano. Anche la felicità.
Durata viaggio: 14 giorni - Chilometri percorsi: 215 circa
Informazioni utili per il camperista
Come arrivare in camper al Parco Nazionale del Gran Sasso
Dall’autostrada A14 provenendo da nord uscire al casello Pescara Nord-Città S. Angelo e proseguire sulla SS 151 in direzione Montesilvano-Penne e poi Farindola. Provenendo da sud, uscire al casello Pescara Ovest-Chieti e continuare sulla SS 81 verso Cepegatti-Penne.
Cosa vedere e cosa non perdere
Il Giardino Botanico Alpino di Campo Imperatore è uno dei pochissimi giardini di altitudine degli Appennini. Fu fondato nel 1952 e si trova ad una quota di 2.117 metri nei pressi della stazione di arrivo della funivia e dell’osservatorio astronomico, all’estremità ovest dell’altipiano di Campo Imperatore, nel cuore del Parco del Gran Sasso. Nel giardino vengono coltivate le piante degli habitat altitudinali che vivono oltre il limite del bosco, specialmente bassi arbusti e fiori locali. Apertura al pubblico da metà giugno a metà settembre.
Info: www.giardinocampoimperatore.it.
Terra di pascoli e di transumanza, il territorio del Parco è un variegato e ricco giacimento di prodotti tipici e tradizioni agroalimentari. Nel paniere ci sono anche alcuni Presìdi Slow Food che l’Ente Parco ha deciso di sostenere (www.slowfoodabruzzo.it). Fra questi ricordiamo il Pecorino Canestrato di Castel del Monte, la Mortadella di Campotosto e la Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio. Ugualmente rappresentativi di queste terre sono il Pecorino di Farindola tutelato da un apposito consorzio (www.pecorinodifarindola.it), il formaggio Caciocavallo Abruzzese a pasta tenera e il Miele dell’Appennino aquilano.
Dove sostare in camper al Parco Nazionale del Gran Sasso
Le strutture di seguito elencate si trovano a un’altitudine di media e di alta montagna pertanto alcune sono soggette ad apertura stagionale dettata dall’andamento delle condizioni climatiche. Prima di partire si consiglia di telefonare.
Penne: Agriturismo il Portico, contrada Colle Serangelo 26, apertura annuale, tel. 0858/210775, GPS: Lat. 42.45601 – Long. 13.95160.
Campo Imperatore: punto sosta nell’ampio parcheggio del Rifugio Campo Imperatore all’estremità ovest dell’altopiano, all’arrivo degli impianti della funivia che sale da Assergi, GPS: Lat. 42.443216 – Long. 13.559163.
Santo Stefano di Sessanio: Campeggio Gran Sasso, località Collicello, 13 posti camper, apertura annuale, tel. 334/9002230, GPS: Lat. 42.346932 – Long. 13.6398.
Assergi: Campeggio Funivia del Gran Sasso, località Fonte del Cerreto, tel. 0862/606163 – 348/0312329, GPS: Lat. 42.41194 – Long. 13.50528.
Capitignano: Agricampeggio Cardito, via Del Lago, posto a 1.430 metri di quota con bel panorama sul vicino Lago di Campotosto, tel. 347.0046838, GPS: Lat. 42.3110243 – Long. 13.1943446.
Campotosto: Intorno al Lago di Campotosto sono presenti diversi parcheggi a pagamento adatti alla sosta, riscuotono la quota gli addetti comunali sul posto. In località Mascioni, affacciata sul lago, c'è un'area di parcheggio, gratuita, comunale, gestita dall'attività adiacente (La Chioscheria), GPS: Lat. 42.527594 - Long. 13.368900.
Pietracamela: In località Prati di Tivo, punto sosta nel parcheggio degli impianti di risalita, GPS: Lat. 42.499647 – Long. 13.558338.
Info turistiche
Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Ufficio Relazioni con il Pubblico: tel. 0862/6052205, Assergi – L’Aquila, www.gransassolagapark.it.
Turismo Regione Abruzzo: tel. 800/502520, www.abruzzoturismo.it.
Associazione Borghi Autentici d’Italia: tel. 0524/587185, Salsomaggiore Terme – Parma, www.borghiautenticiditalia.it.