Per molti di noi, il camper è sinonimo di vacanza, viaggi e divertimento, ma sempre più persone lo utilizzano come abitazione o ufficio, vera alternativa alle quattro mura.
Il Covid-19 ha cambiato molte cose ed in questa annata particolare anche il settore dei veicoli ricreazionale ha subito notevoli mutamenti: ora è visto in maniera diversa pure dai più scettici verso questa scelta alternativa di vacanza, riscoprendo un modo differente di godersi il tempo libero, perché le ferie non sono solo occasioni last minute in villaggi turistici e voli low cost verso destinazioni esotiche.
Il camper offre la possibilità di avere una propria casa su ruote, con la sicurezza ed igiene che solo un “oggetto” personale può dare, con la certezza di evitare assembramenti: insomma, come abbiamo tutti appreso negli ultimi mesi, proprio le regole base per contrastare la pandemia. Un altro punto dei provvedimenti più utilizzati per contrastare il virus: lo smart-working, una modalità operativa molto praticata all’estero, ma che rappresenta una novità per il mondo lavorativo italiano.
La pandemia ha poi acceso i riflettori su un fenomeno in crescita nel mondo dei camperisti, ovvero l’uso del veicolo in maniera diversa rispetto a quello propriamente turistico: in camper si vive e si lavora, e spesso si fanno entrambe le cose insieme. Una scelta di vita, in verità piuttosto comune in Europa, che in Italia finora è stata vista come possibilità riservata alle persone più estrose o ai più facoltosi, che possono permettersi di girovagare senza lavorare, oppure ai pensionati.
Negli ultimi tempi, quindi, la comunità di chi ha scelto il camper come ufficio o abitazione è in costante aumento grazie anche alla spinta dovuta all’attuale situazione sociale.
CHI USA IL CAMPER COME ABITAZIONE?
Partiamo da chi in camper ci lavora: da sempre ci sono persone che si spostano per le loro attività, come gli stagionali dei settori del turismo, agricoltura e spettacolo; altre categorie di lavoratori che utilizzano il camper sono gli artisti e gli artigiani, che partecipano a fiere in tutta Europa, dove trovano per la sosta appositi spazi attrezzati.
In molti hanno sperimentato - e capito - che il camper sostituisce un’abitazione senza nessun problema, e che tra uno spostamento e l’altro dai luoghi di lavoro può anche rivelarsi lo strumento migliore per godersi qualche giorno di vacanza. A questo punto, il passo tra l’utilizzo lavorativo del camper e la scelta di viverci dentro è molto breve. Ma oltre a chi esercita lavori particolari, ci sono professionisti itineranti più classici per i quali questo veicolo è un ottimo strumento: gli agenti di commercio, per esempio, invece di dormire ogni sera in un letto diverso continuando a disfare valigie, durante la settimana di lavoro si spostano con il camper, che di giorno si trasforma con poche operazioni in un funzionale ufficio mobile, prima di rientrare al proprio domicilio nel week end.
Poi c’è la categoria più invidiata, i pensionati itineranti, che magari non vivono tutto l’anno in camper, ma si spostano inseguendo le belle stagioni ed il clima migliore, mantenendo ancora un’abitazione come base perché magari sono ancora legati a degli affetti in zona.
Si ritrovano spesso in gruppo e scelgono aree calde ed economiche per svernare, come il Marocco o l’Andalusia, ma quest’anno con le problematiche degli spostamenti è tornata in voga anche la Sicilia.
Perché lo fanno? Una domanda che viene posta spesso e che anche io da curioso mi sono trovato a fare, la cui risposta è semplice e logica: per benessere ed economia.
D’altronde, a chi non piacerebbe trascorrere l’inverno in pantaloncini e maglietta, invece che infagottati in maglioni e piumini, con la salute che si giova del clima caldo evitando tanti malanni?
Dal punto di vista economico, il risparmio non è banale: pensate solo al costo del riscaldamento di un’abitazione in zone fredde, dove occorre accendere i termosifoni a settembre e spegnerli a maggio.
Fu questo il ragionamento che mi fece con un sorriso una simpatica coppia, precisando che nelle stagioni
intermedie passavano per casa per il cambio degli armadi: dopo l’inverno al caldo, con l’arrivo dell’estate puntavano le ruote al fresco del Nord Europa.
Esiste poi una categoria di persone che vive in camper stabilmente, pensionati o lavoratori, che un’abitazione proprio non ce l’hanno e sono fieri di questa scelta: sono i Fulltimer.
Ce ne sono moltissimi in giro per l’Europa, che si concedono qualche escursione in altri continenti e spesso raccontano storie ed avventure sui social. Occorre anche qui fare una distinzione: nella cultura di altri popoli, come francesi, tedeschi, olandesi, è normale che dopo aver sistemato i figli si rivenda l’abitazione per acquistare un camper di un certo livello, utile a girovagare senza problemi fino a che la salute lo permette. Lo stesso dicasi per famigliole complete, con genitori che lavorano in smartworking e figli che seguono la scuola a distanza (quella che da noi è stata scoperta con il lockdown), che troverete in giro per l’Europa.
Oltre a queste due categorie ci sono le giovani coppie, che preferiscono richiedere un prestito per acquistare un camper piuttosto che accollarsi un mutuo per la casa: di solito sono lavoratori digitali, che si occupano di grafica, web, traduzioni ed altro ancora, tutte attività che necessitano solo di un computer ed una connessione all’altezza per essere svolte. Li possiamo definire nomadi digitali. E se per noi italiani questo genere di soluzioni di vita possono ancora sembrare strane, un po' curiose se non viste addirittura con sospetto per retaggi di tradizioni e cultura, altrove sono modalità esistenziali ormai sdoganate.
Negli Stati Uniti, per esempio, ci sono addirittura città con quartieri formati esclusivamente da roulotte o case mobili, anche di notevoli dimensioni.
VIVERE STABILMENTE IN CAMPER
Ma se si vuole andare a vivere in camper, cosa dice la legge? Per la normativa il camper non è considerato una residenza: averne una valida, che non vi faccia perdere i vostri diritti, diritti, dall'assistenza sanitaria al voto, fino alla possibilità di chiedere documenti e partita IVA, è fondamentale. Per ottenere la residenza, il Comune può registrarvi in una via fittizia, come quelle riservate ai “senza fissa dimora”: questo non significa essere dei vagabondi senza tetto, ma è la procedura prevista per potersi muovere a tempo indeterminato ed essere al contempo in regola. Per l’obbligatorietà di avere un indirizzo dove essere reperibili, nel caso di notifiche amministrative e tante altre formalità burocratiche, ci si può appoggiare da parenti ed amici, ma anche, grazie alla tecnologia, disporre una casella di posta elettronica certificata, come previsto dalla pubblica amministrazione.
Quindi, visto che anche la legge lo permette, la scelta dipende solo da noi.
Crediamo che il pensiero sia venuto in mente almeno una volta ad ogni camperista, ma le variabili per farne una scelta di vita sono tante. Un solo consiglio: se incontrate un fulltimer, fermatevi a scambiarci due chiacchiere. Vi si aprirà davanti agli occhi un mondo intero!