In viaggio sul lago d’Orta…

Il racconto della prima uscita in camper dopo la pandemia: si ritorna a viaggiare, andando alla scoperta di luoghi poco affollati, ma ricchi di bellezze naturali, storiche e culturali: il lago d'Orta

Solo pochi giorni, ma hanno spezzato le catene e lasciata alle spalle tutte le mestizie della pandemia: anche se con le strutture turistiche non tutte riaperte, a fine aprile finalmente dopo quasi tre mesi di chiusura in casa abbiamo potuto riprendere il camper e concederci una piccola vacanza. Ci siamo diretti inizialmente al lago d’Orta, con una puntata su quello Maggiore e chiusura a Soncino. Partiamo da Mantova nel tardo pomeriggio del 30 aprile: purtroppo, verso Brescia numerose code ritardano notevolmente il viaggio e raggiungiamo Orta solo a sera. Per la sosta, scegliamo l’area vicino al lago e a villa Crespi.

1° MAGGIO: NOTTE TRANQUILLA

Malgrado la vicinanza con la strada, grazie al coprifuoco non c’è traffico. Dopo aver ammirato (purtroppo solo all’esterno) la bella Villa Crespi dallo stile moresco, ci incamminiamo lungo il lago fino al centro del paese, superando altre belle dimore. Ad affascinare non è l’eclettica delle costruzioni quanto i giardini fioriti di bungavillee, glicini, gardenie, rododendri: una vera esplosione di colori per gli occhi! In piazza, prendiamo il traghetto che con 4,5 euro ci porta alla piccola isola di San Giulio, giusto al centro del lago. Per causa della giornata incerta che alterna uscite di sole a scrosci di pioggia, in giro troviamo pochissima gente. Si sbarca davanti alla scalinata che conduce alla Basilica, dall’interno ben affrescato ed attorno ad essa si snoda il vicolo detto “del silenzio”, ed oggi il nome è davvero appropriato! Tra antiche case, vicoli stretti e scorci del lago si crea veramente un’atmosfera di quiete e tranquillità spirituale. Il giro richiede poco tempo e ritorniamo sulla terraferma passeggiando per il centro di Orta: curiosiamo nel giardino di villa Bossi, sede del Comune, che presenta un bellissimo pergolato di glicine che arriva fino al lago; sbirciamo in qualche negozio e poi facciamo ritorno al camper dirigendoci al Sacro Monte di Orta, località patrimonio Unesco. Parcheggio camper ai piedi di un’altura dove sorgono numerose cappelle devozionali immerse nella vegetazione, che con sculture a grandezza naturale ricordano la vita di S.Francesco.

Purtroppo sono tutte chiuse causa covid, ma qualcosa si intravede dalle grate delle porte, ma vederle così fa un effetto strano: per fortuna, è aperta la chiesa, che offre un’emozionante belvedere sul lago e sull’isoletta di San Giulio. Al ritorno in camper, con la pioggia che si è scatenata, non resta che preparare il pranzo: non essendo possibile allestire la classica grigliata del 1° maggio, il menù si concentra su un gustoso risotto col puntel (classica ricetta mantovana). Dopo un breve riposo, ripartiamo in direzione Omegna, che raggiungiamo parcheggiando nell’area sosta che si è presenta molto bella e ben attrezzata, con colonnina luce e acqua. Anche se basta solo una mezz’ora di passeggiata per arrivare in paese, la pioggia non concede tregua per tutto il pomeriggio e ci costringe a restare rintanati in camper tra partite a carte e letture.

2 MAGGIO: TEMPO DECISAMENTE MIGLIORE

Visitiamo il paese di Omegna, con una bella passeggiata sul lungolago ed in centro. L’unico emissario del lago d’Orta, il canale Nigoglia, ha la particolarità di scorrere verso nord, cioè apparentemente verso le montagne anziché la pianura. Poco più in là sorge il Forum, centro culturale della città dov’è esposta una collezione permanente di oggetti del di uso casalingo, ovviamente di produzione locale. All’interno dell’area si trova anche il “parco della fantasia” dedicato a Gianni Rodari, nativo proprio di Omegna: purtroppo è tutto chiuso, ma forse quando leggerete queste righe la situazione dovrebbe essere per fortuna cambiata. Non ci resta che tornare al camper e ripartire in direzione Mergozzo, dove ci attende un piccolissimo lago circondato da monti coperti da boschi, le cui acque ci dicono essere pulitissime. Il parcheggio per i camper alle porte del paese: il centro antico è molto caratteristico, dagli stretti vicoli e case edificate con la tipica pietra ossolana. Addirittura, come ci racconta il signore che la abita, una risale al 1400! Prendiamo l’aperitivo nella piazzetta di fronte al lago (che proprio pulitissimo non è) godendoci finalmente un po' di sole seduti al tavolo. Dopo pranzo ripartiamo con direzione Cannobio ultimo paese prima del confine svizzero. Anche qui troviamo un’area sosta alle porte del paese e senza indugio ci muoviamo verso il centro storico, che si presenta con le caratteristiche stradine acciottolate e vicoli stretti tra salite e discese. Ci concediamo il primo gelato della stagione seduti davanti la distesa d’acqua, ammirando la costa del lago lombarda tra paesini sparsi tra montagne boscose e vette innevate.

Al rientro, poco prima dell’area di sosta, il torrente Cannobino è attraversato da un caratteristico ponte (quasi) tibetano, chiamato “ponte Ballerino” per il caratteristico dondolio che crea quando lo si attraversa.

3 MAGGIO: VERSO L’ORRIDO DI SANT’ANNA

Volendo può essere raggiunto direttamente dall’area sosta con un percorso a piedi di circa mezz’ora. La gola è stretta e in basso scorre con molta violenza il Cannobino, il tutto sormontato dal piccolo ponte medievale a schiena d’asino, che però è chiuso al transito pedonale per evidenti motivi di sicurezza. Prossima meta, le isole Borromee: con una barca di una compagnia privata (prezzo di poco superiore rispetto a quelle di linea) raggiungiamo velocemente l’Isola Bella, in maggior parte occupata dal palazzo Borromeo e dai suoi giardini. Essendo l’edificio ed i giardini ancora chiusi, dopo un breve giro ripartiamo verso l’isola dei Pescatori: è ormai mezzogiorno e ovviamente decidiamo di fermarci al ristorante. Antipasto di pesce di lago, per secondo coregone (pesce tipico del lago) con patate, il tutto innaffiato da un buon bianco: tutto buonissimo! Per smaltire le abbondanti libagioni, si impone una passeggiata tra i vicoli stretti e le case dei pescatori:un giro breve, essendo il borgo davvero piccolo. Ritorno all’imbarco e partenza per Stresa: parcheggiamo nell’area vicino alla stazione dei treni e ci incamminiamo verso il lago. Dal lungolago si possono vedere distintamente le tre le isole Borromee, i monti soprastanti e a lato dimore storiche e lussuosi hotel in stile liberty immersi nel verde. Rinunciamo alla visita di villa Pallavicino (errore! merita davvero) e ci dirigiamo ad Arona: qui scopriamo che sia il San Carlone che la chiesa sono chiusi e quindi ripartiamo per il viaggio di ritorno. Arriviamo a Soncino, uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Cremona, su consiglio di un amico.

4 MAGGIO: COMODO PARCHEGGIO

Sotto le mura accanto alla rocca viscontea, ben conservata, purtroppo aperta solo sabato e domenica; quindi ci accontentiamo di ammirarla dall’esterno. Gironzoliamo per il paese ammirando le decorazioni in terracotta raffiguranti festoni, ghirlande o medaglioni presenti sugli edifici più importanti. Due chiese sono veramente notevoli: la Pieve di Santa Maria Assunta, all’interno davvero notevole in stile neobizantino, caratterizzata da un soffitto dipinto a cielo stellato; l’altra chiesa è appena fuori paese, immersa nella campagna: è quella di S. Maria delle Grazie, che dall’esterno appare molto decadente ma una volta entrati si resta stupiti dalla bellezza dei numerosissimi affreschi che ricoprono pareti e soffitto. Il Museo della stampa e quello della seta sono chiusi quindi non ci resta che riprendere il camper e fare ritorno a casa. Le aree sosta erano tutte ben tenute, con servizi spartani e allacci luce, e tutte vicine ai centri da visitare; la migliore ci è sembrata quella di Omegna. Malgrado il tempo capriccioso e le diverse chiusure di monumenti, musei e luoghi d’interesse culturale, abbiamo trascorso piacevolmente i pochi giorni di vacanza. Savvero un buon inizio, dopo mesi di ferma.

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