Un itinerario che serpeggia fra piccoli borghi raccolti ai piedi di vetusti castelli fra le Marche e la Romagna. Dove si narra di amori galeotti, di leggendari fantasmi e di liti fra regnanti. Andiamo insieme, a ritroso nel tempo, in Valconca, un territorio dai confini indefinibili
Terre di antiche dispute, dai confini incerti e variabili, limite fra i nobili ducati dei Malatesta e del Montefeltro, addossato a sua volta su quello che fu lo Stato Pontificio. Così sono le Marche e la Romagna, dove si confondono le usanze, le tradizioni e la gastronomia. Luoghi dove il Medioevo e il Rinascimento hanno ridefinito spesso l’estensione dei territori assoggettati al potente di turno. Per questo si sono mescolate le leggende, i matrimoni, le battaglie, le culture e le mentalità. A testimonianza di un passato denso di vicende storiche, ci sono i tanti borghi accastellati che punteggiano le colline retrostanti il bel mare del medio Adriatico. Filo conduttore di questo itinerario è il Conca, fiume che nasce nel Montefeltro, sulle pendici del monte Carpegna, e che poi si getta in mare sul litorale fra Riccione e Cattolica. Seguendo la sua valle, le tappe saranno piccoli paesi arrotolati intorno a colline e monticelli su cui spesso svetta la torre di un castello, come quello di Gradara, Montegridolfo, Mondaino, Saludecio, Montefiore Conca. La ricchezza di torri, rocche e nobili edifici, che ancor oggi caratterizza la valle del Conca, è dovuta alle contese tra le famiglie vicine e rivali dei Malatesta e dei Montefeltro, che costrinsero a fortificare tutti i villaggi e i punti strategici.
Che sia una nobile dimora abitata da dame e cavalieri, o una fortezza infestata da fantasmi, il castello racchiude in sé un senso di mistero e magia alla cui attrazione difficilmente si sfugge. Luogo di delizie e di terrore, scenario di amori e di congiure, il castello, e tutta la sua corte di personaggi illustri, continua tutt’oggi ad affascinarci.
GRADARA, LA ROCCA DI PAOLO E FRANCESCA
“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse”. Così Dante, nel quinto Canto dell’Inferno della Divina Commedia, presenta la scintilla che fece sbocciare la passione fra Paolo e Francesca, ovvero la lettura di un libro: “Quel giorno più non vi leggemmo avante”. Francesca da Rimini e il cognato Paolo Malatesta divennero amanti ma furono scoperti e puniti con la morte dal marito tradito, Gianciotto Malatesta. La leggenda vuole che fosse il castello di Gradara la suggestiva cornice della storia d’amore fra i due giovani, ma il luogo del tradimento e del delitto finale è rivendicato anche da Pesaro e da Santarcangelo. Fatto sta che è plausibile che in questo borgo merlato si sia consumata una storia d’amore: Gradara ispira infatti romanticismo e ben predispone all’innamoramento. Le sue vedute panoramiche sull’orizzonte del mare, i vicoli medievali, la passeggiata sulle mura, rasserenano lo spirito e lasciano spazio alle emozioni. Il borgo è un grande castello che univa la funzione difensiva a quella di sontuosa residenza delle potenti famiglie che si susseguirono nella dominazione del territorio: i Malatesta, gli Sforza, i Della Rovere. Sulla parte più alta del colle si erge la Rocca (info: www.castellodigradara.org), in buono stato di conservazione e con molte parti autentiche, nonostante i numerosi ampliamenti e restauri. Originarie e affascinanti sono alcune delle sue decorazioni rinascimentali ad affresco, con eroi, battaglie e putti. Ricostruita è la cosiddetta camera di Francesca, creata ad arte per ambientare la tragedia dei due amanti, con letto, leggio, manichini sontuosamente vestiti. Intrigante, nonostante tutto.
IL BORGO MERLATO
Come la Rocca anche le mura sono di origine malatestiana. La prima cinta è a ridosso della fortezza con merli guelfi e ghibellini. La seconda cerchia è più estesa e racchiude anche il borgo storico. La cortina muraria è intervallata da quattordici torri e da una porta fortificata con le insegne e gli stemmi degli Sforza, dei Della Rovere e dei Farnese. I cammini di ronda sono in parte percorribili e offrono un grandioso panorama sulle colline dell’entroterra marchigiano e sulla costa fino a Rimini. Altra bella e breve camminata è quella che attraversa il boschetto del Monte delle Bugie, ai piedi delle mura esterne: è la Passeggiata degli Innamorati. Vicino alla Rocca si trova invece il Teatro dell’Aria, un centro di falconeria e parco ornitologico. Qui si può assistere ad esibizioni di volo di falchi, avvoltoi, gufi e apprendere i segreti di questa nobile arte. Fra le antiche case del borgo vi è il Museo Storico, dove sono esposte armi e strumenti di tortura e ricostruzioni di momenti di vita quotidiana medievale, popolare e nobile. Contestualmente si può visitare una “grotta”, un passaggio sotterraneo d’epoca medievale scavato nella roccia tufacea. Tutto quello che la nostra immaginazione medievale desidera, a Gradara c’è. Per questo e per altri motivi, Gradara appartiene al circuito dei Borghi più Belli d’Italia e al club Bandiere Arancioni del Touring.
UN BORGO MALATESTIANO SULLA LINEA GOTICA
Il borgo murato di Montegridolfo, che ora ammiriamo, è quello riedificato da Galeotto Malatesta a metà del 1300, dopo il rovinoso saccheggio in seguito a lotte intestine alla famiglia. Il borgo-castello è minuto, con poche vie strette e piccole case. E’ un gioiello minore del club dei Borghi più Belli d’Italia, ben conservato e con carattere. L’accesso avviene attraverso un’unica porta sormontata dalla torre dell’orologio, il Municipio si trova lì accanto mentre dall’altra parte del borgo si trova Palazzo Viviani, antica dimora signorile divenuta oggi hotel. L’impianto urbanistico è ancora quello medievale, il terrapieno è circondato da forti mura fiancheggiate da torrioni e dentro le mura si svolge ben protetta la vita degli abitanti. L’atmosfera, oltre che medievale, è tranquilla, quasi sonnacchiosa. All’ingresso del borgo, ma esternamente alle mura, si trova il Museo della Linea dei Goti (info: tel. 0541/855320, www.museolineadeigoti.altervista.org), dalla particolare forma che ricorda quella di un bunker. E’ stato costruito nel punto in cui era stata predisposta dai tedeschi una postazione di avvistamento durante la Seconda guerra mondiale. Il museo ricorda in particolare la battaglia che si svolse a Montegridolfo il 31 agosto 1944.
IL MONTE DEL DAINO E IL FORMAGGIO DI FOSSA
A pochi chilometri di distanza da Montegridolfo si eleva Mondaino, su di un colle a 420 metri di altitudine. E’ il Monte del Daino ma anche il Monte di Diana, la dea della caccia, che la leggenda sussurra qui avesse un tempio a lei dedicato. Le mura di cinta, la porta settentrionale e l’antica Rocca – ora palazzo del Municipio – poggiano su di un massiccio basamento inclinato che ne accentuano il carattere difensivo. Scenografica è Piazza Maggiore, interamente porticata e dalla particolare forma a semicerchio. E’ il punto di partenza per la visita al piccolo nucleo storico. La via centrale, acciottolata, è punteggiata da macchie verdi, di erba e di muschio. Le case ai due lati si susseguono ininterrotte, alte e basse come i denti rotti di un pettine, fino all’altro capo del borgo. Qui si trova il Mulino della Porta di Sotto, punto vendita di un’azienda locale che produce Formaggio di Fossa (info tel. 0541/981550,
, www.portadisotto.it). I migliori pecorini locali vengono calati e chiusi nelle fosse (grandi e antiche cisterne scavate nell’arenaria) in agosto durante le giornate del “Palio del Daino”, rievocazione storica dell’epoca medievale e rinascimentale. I formaggi sono poi recuperati in occasione di “Fossa, Tartufo e Venere”, in novembre, appuntamento enogastronomico e vetrina dei migliori prodotti del territorio.
SALUDECIO, IL BORGO DEI MURALES
Percorsi pochi chilometri ci si ferma nuovamente, a Saludecio. Qui la maggiore delle attrazioni, insolita e particolare in un contesto di borgo medievale, sono i tanti murales che decorano le facciate dei palazzi. Si tratta di un policromo percorso artistico all’aperto che si snoda fra vicoli e piazzette del centro storico. Il tema di ogni singola opera è la valorizzazione di un’invenzione avvenuta nell’Ottocento, da quelle più note e importanti a quelle più curiose. Dal cinema, alla lampadina alla radio ma anche alla carta igienica, alla lametta e al tutù delle ballerine. Per questa caratteristica, Saludecio appartiene al circuito delle Città dei Muri Dipinti. Dell’epoca medievale rimangono pochi resti, l’antica Rocca è incorporata nell’ottocentesco Palazzo Comunale, la cui ala esterna è decorata da uno stemma malatestiano trecentesco. Il borgo, lungo e stretto, è racchiuso dalle mura rinascimentali ed è ricco di alti palazzi. Porta Montanara e Porta Marina definiscono le due estremità del borgo e le rispettive direzioni.
IL MONOLITE SURREALE DI MONTEFIORE CONCA
Eccoci all’ultimo borgo di questo itinerario lungo la valle del fiume Conca. Montefiore, come anche Gradara, fu oltre che rocca pressoché imprendibile anche sontuosa residenza temporanea dei signori di turno. Anch’esso appartiene al circuito dei Borghi più Belli d’Italia e al club Bandiere Arancioni del Touring. Ciò che immediatamente colpisce lo sguardo del visitatore è l’alta e severa Rocca: un monolite alto e squadrato piantato sul colle che accoglie il borgo. Pare l’emblematico e inquietante obelisco nero del film “2001 Odissea nello Spazio”. Si intravede già da molto lontano, simile a un grattacielo incombente sulle antiche case sottostanti. La Rocca (info: www.castellomontefioreconca.it) venne edificata nel corso del XIV secolo dalla famiglia Malatesta. La sua posizione è strategica ed oltremodo panoramica: dall’alto della sua ampia terrazza si ammira uno spettacolare veduta a 360 gradi, che spazia dal mare al Montefeltro. Presso alcune sale della Rocca sono esposte le testimonianze archeologiche – ceramiche, oggetti in vetro e metallo – che consentono di ricostruire la vita quotidiana nel castello durante il regno dei Malatesta e successivamente dei Montefeltro. Come tutti i castelli che si rispettino, anche questo racchiude un mistero e forse un fantasma: la storia d’amore fra Costanza Malatesta e il cavaliere Ormanno.
Una gradevole passeggiata, la Camminata di Donna Costanza, conduce tutt’intorno alla base esterna della cinta muraria. Alcune targhe poste lungo il percorso illustrano la vita leggendaria di Costanza Malatesta, rimasta vedova a soli vent’anni. Tornata a Montefiore, vive col padre fino alla sua morte poi, un bel giorno, conosce un giovane cavaliere d’oltralpe, Ormanno, di cui si innamora. La loro storia d’amore è però osteggiata dal di lei zio, che decide di assoldare un sicario e di ucciderli. E così fu. Il mito narra che il fantasma di Costanza ancora vaghi fra le stanze del castello, dove tutto si è consumato. Terminata la passeggiata, si può apprezzare la fisionomia medievale del breve semicerchio di case addossate alla Rocca, con mura e antiche torri. Oltre si trova il piccolo borgo, con le case strette e allineate, vicine le une alle altre, distese lungo poche strade e una piazzetta. Nel centro storico, da vedere anche la chiesa parrocchiale di S. Paolo, con un crocifisso di scuola riminese del Trecento, e la piccola chiesa dell’Ospedale. Dai boschi che circondano l’abitato scende la regina dei frutti dell’autunno, la castagna, a cui tutti gli anni in ottobre è dedicata una sagra. Altra specialità è il Bustreng, tipico dolce della bassa Romagna, noto come dessert “svuota dispensa”: nella preparazione infatti si usa tutto ciò che si trova a disposizione, senza buttare via niente.
APPUNTI DI VIAGGIO
Per arrivare
Il nostro punto di partenza, Gradara, è facilmente raggiungibile dall’autostrada A14. Se si proviene da sud, uscire al casello di Pesaro-Urbino e proseguire in direzione Rimini, se si arriva da nord uscire al casello di Cattolica-Gabicce e continuare in direzione Pesaro.
Per la sosta
Gradara. AA comunale nel piazzale del Parcheggio 1, in piazza Paolo e Francesca, a pagamento, promiscua con auto e pullman, comoda per la visita. Stalli camper in leggera pendenza. GPS: Lat. 43.940933 – Long. 12.7712. Info: Polizia Municipale tel. 0541/823938. PS nel parcheggio privato Dei Cipressi, via Mancini, accanto alle mura della cittadina, a pagamento. E’ fornito di colonnine per l’allaccio elettrico e per il rifornimento d’acqua ma non dispone di camper service. GPS: Lat. 43.941596 – Long. 12.774653. Info: tel. 348/6044100,
, www.gradara.org/parcheggio-dei-cipressi.
Saludecio. AA a pagamento presso la Fattoria Eby, via Tassinara 81, tel. 0541/987847, 339/2423644, www.fattoriaeby.it. L’area dispone di allaccio acqua, luce e camper service. Si trova in aperta campagna, lontana dal borgo. Se si consuma un pasto in agriturismo la sosta è gratis. GPS: Lat. 43.896767 – Long. 12.723493.
Montefiore Conca. AA comunale in via Europa, a pagamento, comoda per la visita al borgo. Stalli su autobloccanti, in pari. L’area è chiusa da una sbarra, azionabile con tessera magnetica disponibile in Comune o presso il bar Caffè del Borgo, nella piazzetta a qualche centinaia di metri dopo l’area. GPS: Lat. 43.886266 – Long. 12.612546. Info: URP Comune tel. 0541/980035,
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Informazioni utili
Gradara. Ufficio IAT tel. 0541/964673,
, www.gradarainnova.it. Pro Loco tel. 0541/964115,
, www.gradara.org. Comune www.comune.gradara.pu.it.
Montegridolfo. Comune tel. 0541/855054,
, www.montegridolfo.eu, www.prolocomontegridolfo.altervista.org.
Mondaino. Comune tel. 0541/981674, www.mondaino.com. Pro Loco tel. 0541/869046 – 393/3604498,
Saludecio. Comune tel. 0541/869701, www.comunesaludecio.it. Ufficio Turistico tel. 0541/869731 (stagionale).
Montefiore Conca. Comune tel. 0541/980035,
, www.comune.montefiore-conca.rm.it.
Durata viaggio: 4-5 giorni
Chilometri percorsi: da Gradara a Montefiore Conca sono circa 40 chilometri di strade lente e raramente rettilinee