A chi possiamo lasciare il nostro amico a quattro zampe se non possiamo portarlo in vacanza con noi? Oltre alle classiche pensioni, è di recente nata la figura del pet sitter. Che deve essere qualificato e saper gestire Fido con amore e competenza
Il cane è un nostro compagno di vita da moltissimo tempo e da oltre 40.000 anni, “addomesticandoci” a vicenda, ci siamo evoluti insieme. L’uomo si è poi sempre più distaccato dalla natura e dall’ambiente condiviso prima con il lupo e poi con il cane, che ha dovuto ad esempio imparare a vivere in casa e a uscire a determinati orari. I tempi concessi per soddisfare le sue esigenze sono purtroppo spesso brevi in rapporto a quello che la sua indole richiederebbe. Quasi sempre costretto al guinzaglio, ha poche occasioni per sfogarsi correndo, annusando, esplorando. Il cane relegato da solo in casa o in giardino per la maggior parte del tempo, non socializza aspettando magari per molte ore il rientro dei proprietari ed è un cane infelice. Non c’è peggior cosa che lasciare solo per lungo tempo il nostro amico a quattro zampe che, essendo un animale sociale, se si trova nell’impossibilità di incontrare i suoi simili, fare attività fisica e partecipare alla vita del “branco-famiglia”, avrà delle ripercussioni non solo fisiche ma anche psichiche. Queste privazioni, se vissute dal cane come una punizione, possono sfociare in comportamenti aggressivi, depressione o ansia. Fondamentale per il suo benessere è quindi non solo garantirgli riparo, cibo, acqua, cure e affetto ma anche coinvolgerlo il più possibile in tutto quello che facciamo approfittando dell’estate e del bel tempo per stare insieme all’aperto a passeggiare e condividere dei momenti di relax e di svago. In molti casi però risulta difficile portare con noi Fido in occasione di viaggi o gite fuori porta. Organizzandosi con anticipo, ci sono delle soluzioni perché possa essere lasciato in buone mani durante la nostra assenza. In primis, qualora non ci fossero impedimenti oggettivi a che il cane ci accompagni in viaggio, dobbiamo chiederci se per lui l’itinerario studiato sia davvero fattibile. Se ragioniamo a mente fredda, senza lasciarci coinvolgere troppo dai nostri sentimenti e pensando solo al benessere del cane, la risposta potrebbe essere diversa da quella che ci immaginiamo agendo di primo acchito o comunque sull’onda delle emozioni. Incidono sulla decisione la tipologia del viaggio, la destinazione, la durata e naturalmente la possibilità di godere della compagnia del nostro cane durante tutta la vacanza. Buona parte delle persone stentano a lasciare le chiavi di casa in mano a persone che non conoscono anche se referenziate e se nessun familiare o amico può occuparsi del cane, sarebbero disposte a rinunciare alla vacanza. Se si opta invece per la pensione per cani, nonostante ve ne siano di veramente ottime, è opportuno per evitare brutte sorprese visitarla con un certo anticipo per accertarsi di come i cani vengono gestiti, per verificare la dimensione dei box e per capire quanti momenti di svago hanno durante la giornata. Per limitare l’ansia da separazione e lo stress nel cane è importante infatti selezionare la struttura e programmare, come avviene per i bambini che devono andare all’asilo per la prima volta, un inserimento graduale per farlo abituare al nuovo contesto. Alle classiche pensioni negli ultimi anni anche in Italia sono nate delle alternative come il dog hosting: persone che ospitano i cani e li gestiscono come fossero i propri a casa loro o in strutture idonee dotate di grandi spazi. Nei Paesi più progrediti e civili esiste una precisa regolamentazione della figura del pet sitter che deve avere un diploma ad-hoc ed essere un educatore o istruttore cinofilo professionista. Per far sentire il più possibile “a casa“ l’animale, è sicuramente utile portare nella struttura che lo ospiterà degli oggetti a lui familiari come il cuscino o il tappetino dove solitamente dorme, la sua ciotola o il suo gioco preferito. Anche il cibo sarebbe meglio se fosse fornito dal proprietario così da non cambiare l’alimentazione del cane, che sarà tra l’altro importante alimentare nel rispetto dei suoi tradizionali orari. Personalmente come istruttore e spesso dog sitter posso affermare che se il cane viene tenuto con amore e competenza vivrà l’esperienza di essere lontano per qualche giorno dai suoi proprietari senza stress. Anzi per molti il trascorrere del tempo a contatto con altri cani in grandi spazi ricchi di stimoli nuovi e di giochi dove possa correre, socializzare e divertirsi verrà vissuto come una piacevole parentesi dalla magari più monotona routine cittadina. Concludo dicendo che per esperienza personale vengono affidati soprattutto cani anziani perché il viaggio che Fido “un po’ ingrigito“ dovrebbe affrontare potrebbe rivelarsi troppo pesante o addirittura pericoloso per la sua salute e la sua età. Saperli felici o vederli riposare sereni condividendo magari la stessa cuccia con un nuovo amico durante l’assenza dei familiari, dimostra al proprietario di aver fatto la scelta giusta e a chi si è preso cura di Fido di aver arricchito in modo positivo il suo bagaglio di esperienze.
Lo sapevi che...
Per la Legge Italiana la responsabilità è a carico del proprietario o di chi detiene il cane anche per un tempo limitato come può avvenire nel caso del dog sitter. Insieme al proprietario il dog sitter ha la responsabilità del cane sia per il suo benessere sia nei confronti delle persone e di altri animali in caso di morsi, aggressioni o incidenti.
L’Art. 2052 del Codice Civile recita infatti: “il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo che ne ha in uso è responsabile dei danni cagionati dall’animale. Ciò sia che quest’ultimo fosse sotto sua custodia sia che fosse smarrito o fuggitivo, salvo che si provi il caso fortuito”.
NOTIZIE E CURIOSITÀ: Take your cat to the vet
Royal Canin ha indetto una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’importanza della visita veterinaria. Secondo l’indagine “La propensione degli italiani a portare cani e gatti dal Medico Veterinario” commissionata da Royal Canin alla società di ricerca Squadrati, i proprietari di gatti sarebbero quelli più disattenti nei confronti della visita veterinaria: il 24% di chi ha un gatto ha infatti dichiarato di non aver mai portato il proprio amico a 4 zampe dal Medico Veterinario negli ultimi 12 mesi (rispetto al 10% dei proprietari di cani). Una tendenza nei proprietari di gatti che viene confermata anche dalla frequenza delle visite di controllo periodiche dal Medico Veterinario: in media i proprietari italiani portano i propri pet dal Veterinario 1,9 volte l’anno. La Campagna di sensibilizzazione Royal Canin, partita lo scorso aprile, sta coinvolgendo 5.000 ambulatori veterinari in tutta Italia in cui sono stati distribuiti materiali informativi. royalcanin.it