Il nostro lettore ci chiede aiuto per il ripristino di un VAS vintage
Ho acquistato da un privato un motorhome Vas New Line Europ 650 del 1991 su Iveco che vorrei far revisionare da personale specializzato. Ho cercato i riferimenti del costruttore ma senza risultato. Mi potete aiutare? Cosa ne pensate del mio acquisto? Grazie.
Antonio L.
VAS: ovvero “Valorizzazione Arredi Speciali”. È con queste credenziali che per quasi quarant’anni l’allestitore fiorentino ha realizzato esclusivamente veicoli a progettazione globale, ai vertici per stile e innovazione.
Determinante nella scelta, oltre al personalissimo design, al lusso e alla robustezza delle realizzazioni, la disponibilità nell’esaudire, per quanto riguarda le disposizioni interne e la dotazione, le più diverse richieste del cliente.
Oggi l’azienda ha chiuso i battenti, ma al suo posto ex dipendenti hanno creato una nuova società dove penso possa trovare quello che cerca: Professione Camper, via Baldanzese 251, 50041 Calenzano (FI), tel/fax 055/8824909, info@professionecamper.it, www.professionecamper.it.
In merito al suo Vas New Line Europ, tornando indietro negli anni è indubbiamente il motorhome che più di tutti ha accresciuto la conoscenza del marchio Vas.
Presentato nel 1987 su meccanica Iveco 35.10 e su specifica richiesta anche su Ducato 18, nel corso degli anni ha avuto modifiche sostanziali. A partire dall’89 il frontale, all’inizio in alluminio, fu realizzato in vetroresina come il resto della scocca. Due anni dopo, col passaggio alla meccanica Iveco 35.12 con più portata e potenza, è stata ridisegnata completamente la calandra. Infine il successivo New Line Star, caratterizzato dal restyling del frontale, della parete posteriore e degli interni con forme più morbide e stondate.
Ma torniamo al New Line Europ su Iveco 35.12 turbodiesel da Lei acquistato.
La carrozzeria monolitica in vetroresina lunga sei metri e cinquanta poggia su un controtelaio in acciaio, ancorato allo chassis Iveco.
Nel sottoscocca, sempre in vetroresina, sono applicati sportelli in alluminio che permettono l’accesso ai due gavoni laterali, al vano per le batterie, a quello previsto per l’eventuale generatore, al serbatoio del carburante e alla ruota di scorta. Ad aumentare la capacità di stivaggio, nella parete posteriore per tutta la larghezza della scocca c’è la grande bauliera. Il frontale dall’ampia finestratura ripropone il gruppo ottico e la mascherina originali dell’Iveco.
La porta lato guida ha un predellino interno e, sull’altro lato, quella della parte abitativa uno scalino interno e un predellino manuale con comando all’interno.
Quattro le disposizioni interne “base” proposte per l’Europ, suscettibili di cambiamenti in base alle esigenze della clientela. Su tutte le versioni era previsto il matrimoniale basculante in cabina o, in alternativa, una serie di pensili.
I mobili erano realizzati in multistrato di pioppo e ricoperti in laminato.
Tra i tanti plus, ricordo nella toilette, per esempio, il wc nautico in porcellana, il lavabo incassato in un piano di marmo, mentre il vano doccia separato ha il fondo in acciaio inox.
E, ancora, l’impiantistica decisamente “professionale” con l’impianto idrico che ha le tubazioni in retilene e raccordi in parinox e i serbatoi di recupero con sonde per i livelli a LED.
Oltre all’impianto del gas con bombola del gpl e quello elettrico completo di batteria da 100 AH.
A seconda delle richieste, il riscaldamento poteva essere il classico Truma a gas con canalizzazione dell’aria calda, come con termoconvettori su tutto il perimetro della scocca. Insomma, un usato decisamente raffinato, che non giurerei però fosse in regola con i pesi se omologato con portata 3.500 kg per patente B.
Unico appunto, il “beccheggio” su fondo ondulato tipico della meccanica di quel periodo, tanto che in molti appena acquistato preventivavano la sostituzione degli ammortizzatori.