Se in camper ci portiamo i gatti | In camper con Fido

Prima lettera da parte di una nostra lettrice per questa rubrica, che da subito sta riscuotendo grandi consensi. Ci scrive Graziella, che ci chiede consigli per un viaggio sereno in camper insieme ai suoi amati gatti

Buongiorno, sono amante di viaggi ma anche di animali, per cui ho letto con piacere la nuova rubrica “In camper con Fido”. Raccolgo l’invito a contattarla in caso di dubbi o curiosità per farle una domanda. Ho due gatti e vorrei qualche consiglio su come muovermi per andare in vacanza con loro: quali documenti e vaccinazioni sono necessari? Grazie.
Graziella da Novi Ligure
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Cara Graziella, ti ringraziamo per averci scritto. I gatti per natura non sono amanti delle novità e degli spostamenti, ma con un po’ di pazienza, impegno e tante coccole sapranno diventare inseparabili compagni di viaggio. Ogni cambiamento va introdotto con ancora più gradualità rispetto al cugino cane. I luoghi sconosciuti, i rumori forti e in alcuni casi la semplice vista del trasportino possono diventare fonte di destabilizzazione e possono scatenare comportamenti anomali: graffi alle superfici, marcature territoriali, agitazione e nervosismo. Per salvaguardare l’equilibrio psicofisico del gatto si dovrà quindi programmare di trascorrere insieme a lui un po’ di tempo all’interno del mezzo: posizionare la lettiera ad esempio nel vano doccia, farlo mangiare nel trasportino, mettervi all’interno la coperta dove è solito sonnecchiare e i suoi giochi preferiti. Tutto ciò potrà farlo sentire maggiormente a suo agio nel nuovo ambiente. È importante poi dare al gatto qualcosa di pratico da fare che può aiutarlo a combattere o prevenire la noia. Dobbiamo infatti tenere a mente che come ai cani anche ai gatti piace il movimento fisico e il gioco può diventare un ottimo alleato. Saranno sicuramente apprezzati cuscini, tiragraffi per le unghie, gomitoli di lana e giochi facilmente reperibili in qualsiasi negozio per animali.

Nella valigia del gatto
Oltre ai giochi e alla sua coperta preferita, ricordiamo di mettere in valigia la ciotolina per l’acqua e il cibo, delle salviettine umidificate, un telo scuro, un guinzaglio per le passeggiate, dei guanti in lattice, una paletta, uno spray e i vari prodotti per la pulizia della lettiera. Da non dimenticare il cibo secco e umido e i farmaci che abitualmente assume il nostro amico a quattro zampe. È importante portare un kit di pronto soccorso contenente termometro, pinzette, forbici, bende, garze sterili, acqua ossigenata e un guanto per la cura del pelo. Dietro consiglio del medico veterinario, si potrà integrare questo kit con collirio, antibiotico, antinfiammatorio, antistaminico, compresse per diarrea e salviette antibatteriche per la pulizia di occhi e orecchie. Consigliamo di contattare la struttura ricettiva dove intendiamo soggiornare per avere informazioni sulle regole da rispettare per chi viaggia con un gatto. È importante poi munire il micio della medaglietta con i dati di riconoscimento ed è utile in caso di emergenza avere a portata di mano il recapito telefonico del medico veterinario di fiducia.

Documenti da ricordare
Per viaggiare con il proprio gatto in Italia o all’estero è indispensabile portare con sé il libretto delle vaccinazioni (rilasciato insieme all’eventuale pedigree e all’atto di vendita quando si acquista l’animale), il certificato di buona salute e il certificato di vaccinazione antirabbica rilasciati dal medico veterinario. Il certificato internazionale di origine e sanità per l’espatrio e il passaporto europeo per gli animali da compagnia (cani, gatti e furetti) vengono invece rilasciati dai Servizi Veterinari ASL. Secondo il Regolamento UE 577 /13 questi animali, in caso di viaggio in uno dei Paesi Membri, devono possedere il passaporto su cui sono riportati i dati dell’animale e del proprietario, oltre al numero del microchip o del tatuaggio. Consigliata (e in alcuni casi indispensabile) la vaccinazione antirabbica in corso di validità e somministrata almeno 21 giorni prima della partenza ad animali di almeno 12 settimane. È comunque sempre utile consultare il sito del Ministero della Salute Italiano (www.salute.gov.it). In caso di viaggio in paesi non appartenenti alla UE si consiglia di contattare l’Ambasciata Italiana del posto.

Prima del viaggio
È bene ricordarsi di lasciare il gatto a digiuno per le 6-8 ore precedenti la partenza per evitare la cinetosi. Se il viaggio previsto è molto lungo, si possono dare piccoli bocconi di cibo secco cercando di far bere poco il nostro amico sia prima che durante il tragitto.  

Durante il viaggio
È importante garantire il ricambio d’aria dell’abitacolo mentre si viaggia, evitando colpi di calore o sbalzi di temperatura. Con gatti particolarmente ansiogeni o non abituati a uscire di casa è importante coprire il trasportino con un telo, all’inizio con il veicolo fermo e progressivamente con brevi tragitti: li aiuterà a stare più tranquilli. Non dimentichiamo durante il viaggio di permettere al gatto di espletare i suoi bisogni nella lettiera e di avere una scorta di sabbietta per mantenerla sempre pulita. Mentre si è in marcia il gatto deve stare all’interno del trasportino (art. 69 del Codice della Strada), assicurandolo con una cintura di sicurezza onde evitare traumi a seguito di brusche frenate o incidenti. Per rendere il viaggio ancora più confortevole esistono in commercio modelli areati, leggeri e in plastica che evitano al gatto di ferirsi se si agita troppo. Per gatti abituati a stare fuori casa è preferibile il trasportino a griglie camper rivista camper camperlife trasportinoaperte mentre per quelli più timidi consigliamo quello chiuso sui tre lati.

Quali vaccini per il mio micio?
Il piano vaccinale base per il gatto prevede solitamente quello contro calcivirosi, herpesvirus e panleucopenia. Esiste poi un vaccino contro la FELV (leucemia virale felina) ma è facoltativo e di solito è consigliato se il gatto vive anche fuori casa. La FELV è una malattia contagiosa molto diffusa tra i gatti giovani che vivono all’aperto e causa un’infezione potenzialmente letale. I sintomi possono essere debolezza, inappetenza, febbre, anemia, sangue nelle feci e problemi respiratori. Gran parte dei gatti infetti riesce in modo naturale a diventare immune. Se non riescono, il virus intacca il midollo osseo e invade poi tutto l’organismo. A oggi non esiste ancora una terapia specifica per curare l’infezione, per questo la prevenzione è importante. Aggiungiamo che in ogni caso, prima di portare a casa un nuovo soggetto, è opportuno fargli un test sierologico presso il medico veterinario. Il test è consigliato dal 4° mese di età e va ripetuto dopo 6 mesi per accertare la validità del risultato. Altra malattia da tenere d’occhio è la FIV che si trasmette direttamente da gatti infetti tramite scambi di saliva o sangue. È molto diffusa nelle aree urbane densamente frequentate da gatti maschi non sterilizzati e randagi. I sintomi possono essere debolezza, inappetenza, dimagrimento, febbre, grave e continua dissenteria, anemie, letargia, dermatiti, gengiviti, stomatiti, infezioni respiratorie e alle vie urinarie. Anche per questa malattia non vi è cura. Esistono solo terapie che rallentano il suo progredire aiutando generalmente il gatto a diventare autoimmune. La prevenzione anche nel caso della FIV è determinante: limitare il contatto del gatto con gatti estranei o sterilizzarli può ridurre il rischio di contagio. La FIP (peritonite infettiva felina) rientra invece nelle malattie immunomediate: coinvolge quindi l’intero sistema immunitario. Essendo progressiva, può portare alla morte del gatto in pochissimo tempo. Inoltre i gatti possono sviluppare la malattia anche a distanza di mesi dall’esposizione al virus. Il contagio avviene di solito con saliva, urine e feci contaminate. Coinvolge prevalentemente i gatti al di sotto dei 2 anni di età o al di sopra dei 14 anni che vivono in ambienti sovraffollati come rifugi o gattili. È molto difficile fare una corretta diagnosi poiché non esiste un test che possa individuare l’insorgere dell’infezione. Il medico veterinario si può basare sulla personale osservazione e conoscenza del gatto inviando gli esami a laboratori specializzati. I sintomi, che possono venire spesso confusi con quelli della FELV e della FIV, possono essere anoressia, anemia, febbre, vomito, secrezione nasale, diarrea, perdita di appetito e di peso, pelo ruvido al tatto, letargia, incontinenza, tremori, difficoltà a mantenersi in equilibrio, distensione o ingrossamento addominale. Tutte queste malattie non sono pericolose per l’uomo perché sono trasmissibili solo da felino a felino. Una corretta igiene delle lettiere e delle ciotole, l’osservazione dei comportamenti del gatto e periodiche visite di controllo sono tra gli strumenti più validi di prevenzione.

Lo sapevi che…
Tante sono le piante che fanno male al nostro gatto. Le più note e pericolose sono le seguenti:
- oleandro: tutta la pianta. Causa problemi gastroenterici, depressione nervosa e cardiaca
- azalea: foglie e nettare. Causa problemi gastrointestinali, neurologici e cardiologici
- alloro di montagna: foglie e nettare. Causa problemi gastrointestinali e neuromuscolari
- rododendro: foglie e fiori. Causa vomito
- ortensia: foglie e fiori. Causa vomito e diarrea

Se hai dubbi, domande o curiosità puoi mandare la tua richiesta all’indirizzo s.ortolani@camperlife.it

 

Redazione Camperlife