Santarcangelo di Romagna in Libertà, Che Poesia!

Teatro, poesia, mare e terra, c'è tanto da scoprire in questo tesoretto urbanistico che si svela al visitatore con un fascino nascosto, lasciandolo spettatore del tempo immoto della vera Romagna

"Che d’estate quando vedo quei disgraziati, la Rocca, l’Arco, la Pieve, tutti sudati, io lì avrei voglia di fermarli, venite con me, ai Cappuccini, il giro delle mura, piano, in mezzo all’erba, e ogni tanto una sosta, c’è una salitella, basta allungare una mano, delle susine più dolci del miele, i frati non le raccolgono, poi, verso Savignano, il viale, dei cipressi, un odore, e in fondo niente, si esce nell’erba spagna, che di lì delle volte, già che ci sono, per i campi calo giù nel Marecchia, uno slargo, vai dove ti pare, e tutti quei sassi, ma ce n’è che hanno dei colori..." Sono versi di "Viaggiare", poesia di Raffaele Baldini, che invitano a Santarcangelo, antica bellezza romagnola della Val Marecchia.

Paese di ventimila anime, che cresce in un dedalo di contrade fino alla cima di Giove, il suo colle. Santarcangelo, custode della cultura romagnola, dove il dialetto sopravvive nella voce del tabaccaio della piazza, come nelle poesie del Baldini, Giuliana Rocchi e Tonino Guerra. Perché a Santarcangelo c'è la stamperia Marchi, con i cotoni e le canape impresse a ruggine, i tessuti stirati nell'antico mangano del Seicento, ancora funzionante. Imitate Baldini perciò, con degli amici parcheggiate il camper e seguite l'odore pungente dei tigli su per le contrade di Santarcangelo. A piedi solcando le strade fatte di sassi di fiume fino alla piazzetta del partigiano Scarpellini, dove la vista spazia dall'Adriatico verso il promontorio di Gabicce. Lo sguardo poi cambia, guardando la terra a occidente, sui colli di Covignano di Rimini, non distanti dai tre celebri monti della Repubblica di San Marino. 

Il dedalo di contrade

Per le vie del paese il suono ripetitivo del "campanone", segna imperterrito lo scorrere del tempo, un quarto d'ora dopo l'altro, anche a notte. E si dice che d'estate provochi l'astio di alcuni dei borgatari. Il campanone è d’altronde una bellissima torre civica in stile neogotico, eretta a fine Ottocento. Solamente ignorandone la vista, ci si può perdere a Santarcangelo. Illuminata di notte da luci rosse che tal volta virano sul viola, la torre pare un po' profana, ma di giorno lascia intravedere sul suo culmine San Michele, l'Arcangelo in ferro battuto che fa da banderuola, libero ai venti freschi dei monti della Val Marecchia.

Le contrade invece si spargono, per lo più a raggio, dalla piazzetta del campanile verso la città bassa. Larga e molto curata è la contrada dei "Signori", con il suo belvedere del tramonto verso il cesenate. Percorrendola, questa confluisce su piazzetta delle Monache, dove si trova il bel monastero delle suore "Figlie Immacolata". Oltre il parcheggio selvaggio delle auto si vede invece il Museo Storico Archeologico della città, situato a pochi passi dalla Porta Cervese, che a sua volta infatti guarda il mare verso le saline di Cervia. Risalendo, ecco alcune cellette votive lungo via della Cella, prima di giungere alla Rocca Malatestiana del tardo Trecento. Oggi divenuta purtroppo di proprietà aristocratica, la Rocca è solo sporadicamente aperta al pubblico, un timido cartello manoscritto, indica l'orario delle visite guidate. Poco fuori dalle mura, seguendo il sentiero dei cipressi oltre il grande parcheggio pubblico, c’è il convento dei frati Cappuccini, situato a ridosso del meraviglioso parco Baden Powell. Qui scorre l'Uso, uno dei due fiumi che costeggiano Santarcangelo, dai suoi argini si vede la città come nelle cartoline.

Santarcangelo sotterranea

Forte è la tradizione religiosa di questo borgo medievale. Perché il signor Lorenzo Ganganelli era nato proprio da queste parti, che ancora c'era lo Stato Pontificio, e da frate era diventato papa nel lontano 1769. Nello stesso anno, sùbito un arco nella piazza centrale della città era stato eretto in suo onore. Ma la tradizione popolare delle campagne, laicamente, aveva preso a chiamarlo Arco dei Becchi, o dei Cornuti, e insomma attraversarlo nei giorni di festa quando le corna penzolano dalla sua volta, suscita la malizia di chi lo pensa...Di Santarcangelo è anche Daniele Luttazzi, celebre per lo spettacolo "Satyricon" in Rai e per l'editto bulgaro di quel Berlsuconi, che non voleva che il satiro parlasse (come faceva) dell'allora Premier. Celebre e nativo di Santarcanzul è anche Fabio De Luigi, attore comico e regista, che tal volta sorride se lo si incrocia per le perigliose discesine di Via Pio Massani.

Qui troviamo anche le Grotte Teodorani, aperte ad offerta libera; nel caldo afoso che spesso opprime la città nel mese di giugno, queste si raggiungono attraverso l'ingresso di un'abitazione privata. Soprattutto le si percepisce, perché da lì esce quel fresco irresistibile che caratterizza queste grotte profondissime scavate nell'arenaria e nell'argilla, un tempo utilizzate come vie di fuga, ghiacciaie oppure come rifugio di guerra dagli abitanti. Bellissime e ancor più vaste sono, sotto le mura del borgo medioevale, le grotte ipogee comunali di Via Ruggeri. Collegate in un reticolo di quasi 150 grotte comunicanti, si estendono per circa sei chilometri. Siamo insomma in quella che viene oggi definita la "Santarcangelo sotterranea", da scoprire insieme ai trecento granai, con tutti i suoi misteri e leggende. 

Il Festival dei Teatri

Le grotte e i numerosi teatri della città, ospitano spesso anche gli spettacoli dello storico Festival dei Teatri, che quest'anno si è tenuto dal 5 al 14 luglio. La rassegna, con l'irriverenza delle sue arti performanti, molto discussa in paese, porta il profano a scontrarsi con la moralità della Santarcangelo beata e papale. Gli spettacoli tutti estremamente ricercati, a volte gratuiti e a volte molto cari, impressionano gli amanti del Teatro contemporaneo attraverso atteggiamenti radicali e con "creazioni artistiche al di fuori degli istituzionali confini di genere", dicono gli organizzatori. Al genio del Festival dei Teatri, si aggiunge quello esilarante della comunità dei Mutoid, che vive lungo le rive del fiume Marecchia. Questi artisti, performers, riciclatori di scarti di ferro, plastica, gomma e quant'altro occorre, originari della Londra degli anni Ottanta e Novanta, hanno trovato a Santarcangelo "fissa" dimora e sono forse da definirsi dei camperisti sui generis. La visita al parco dei Mutoid, raggiungibile seguendo le indicazioni impresse su cartelli di rame sparsi per la città, offre un viaggio fra androidi e sculture meccaniche che richiamano le forme dei celebri cartoni animati dei robot, macchine sputafuoco e strutture futuristiche. 

Il museo di Tonino Guerra

Per pensare alla poesia invece bisogna risalire sul colle Giove lungo le scale di Via della Costa, un po' ripide, che danno il fiatone, lasciano il sentiero del poeta Pedretti sulla sinistra. Qui troviamo il museo di Tonino Guerra, vate della poesia dialettale, amico di Federico Fellini, appassionato artista della pittura e della ceramica. La visita è un caleidoscopio di colori, materie e sculture oniriche che offrono la prova della sensibilissima creatività di Guerra. Purtroppo lo spazio dedicato al museo è quasi inferiore a quello della boutique posta al piano terra del museo, dove però si può fare incetta di souvenir.

Invito alla Val Marecchia

Dritta e meravigliosa è la strada che conduce da Santarcangelo fino a Ponte Verucchio, che a sua volta scavalca le pozze del Marecchia, dove in molti si bagnano. Il fiume, interrotto nella diga, crea sbalzi scenici ed è bello passeggiare lungo il suo letto un po' inaridito. Il Marecchia è inoltre costeggiato da una pista ciclabile lunga 35 chilometri e percorribile addirittura fino a Rimini o, verso l'entroterra, in direzione di Novafeltria. Per gli appassionati della cucina tipica romagnola gourmet, a Poggio Torriana, c'è invece un ristorante stellato Michelin, lo si incrocia percorrendo la strada a ritroso da Ponte Verucchio verso Santarcangelo. Lungo il percorso, la vista della Val Marecchia è strepitosa: s'intravedono Verucchio, Torriana e Montebello, e sono tutti luoghi fantastici da visitare. Ma se la terra non soddisfa, a pochi chilometri da Santarcangelo c'è il bel mare della riviera adriatica. Gli abitanti del posto preferiscono quello di Torre Pedrera, che durante le stagioni estive più secche è sempre pulito e trasparente. Passeggiate sul bagnasciuga, mentre il sole vi guarda all'alba, con l'acqua salata che bagna le mezze caviglie. È questa un'isola felice del turismo di massa che invade i litorali delle zone. Le spiagge sono pressoché vuote durante la settimana e decisamente meno sovrastate dagli alberghi della prima linea, che in genere incombono a pochi metri della spiaggia. A sera sono invece tante le osterie di Santarcangelo che offrono svaghi e divertimenti. Lo sapevate? Si dice che sul monte Giove di Santarcangelo, sia nato anche il nome del vino Sangiovese, quando un frate, gustato il nettare, esclamò in latino: "Sangue di Giove!" 

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APPUNTI DI VIAGGIO

Per arrivare

Provenendo da Nord-Sud sulla A14, uscita Rimini Nord- Santarcangelo di Romagna, prendere via Tolemaide in direzione Via Pedrignone. 

Per la sosta

Area sosta Santarcamper, in Via della Resistenza n. 32, vicinissima al centro storico e altamente automatizzata, dispone di 15 piazzole piantumate, 9 colonnine elettriche, pozzetti acqua e scarico. Sosta massima 72 ore. Con area verde e area giochi bambini. Apertura annuale. GPS: N 44.058190, E 12.447120

Informazioni utili

Ufficio turismo: www.iatsantarcangelo.com

Festival dei teatri: www.santarcangelofestival.com

Andrea G. Cammarata