Due coppie di amici si danno appuntamento ogni anno nello stesso giorno per festeggiare l'anniversario di matrimonio e per una gita in camper!
1.150 foto, 800 Km, 4 amici, 4 giorni, 2 camper e un anniversario
Da un po’ di anni il 30 gennaio lo passiamo in ‘gita’: l’anniversario di matrimonio di Bruno e Graziella è quindi l’occasione per un momento di relax. In precedenza eravamo andati all’estero , ma quest’anno, per una serie di eventi, avevamo solo quattro giorni e allora…..via con il camper in posti che in precedenza avevamo solo sfiorato e che invece meritano un giro ed un approfondita scoperta del territorio.
Partiti da Pordenone il 30 gennaio, abbiamo preso l’autostrada verso Bologna e per pranzo ci siamo fermati sull’argine del Po. Giornata grigia, ma per tutto il viaggio il tempo è stato clemente con noi. Alla radio si sentiva parlare di pioggia, di neve, di grandine (tipica del periodo!), ma noi….salvi!
Nel pomeriggio, prima del tramonto eravamo a Dozza, uno dei borghi più belli d’Italia. Bel parcheggio con vista, silenzioso e gratuito anche per i camper, ai piedi della rocca e subito alla scoperta di questo borgo adagiato sulle prime colline che dominano la via Emilia, fra Bologna e Imola.
Bisogna percorrere lentamente le stradine selciate perchè ogni angolo, ogni muro dà emozione. E’ come un album da disegno dove le pareti esterne delle case sono fogli coloratissimi. Il risultato è un'autentica sorpresa per gli occhi del visitatore che vi viene a cercare il Medioevo e si imbatte in dipinti moderni. Qui le strade sono ancora di sassi, si torna indietro nel tempo e tutto è caratteristico, ma dovremmo tornare per la ‘’biennale del muro dipinto”, festival degli affreschi, che dovrebbe essere organizzato nel 2015. L'evento artistico è arrivato alla XXV edizione ed ha trasformato l'affascinante borgo, dominato dalla possente Rocca Sforzesca, in un singolare museo d’arte contemporanea all’aria aperta dove oggi è possibile ammirare oltre un centinaio di opere collezionate nel tempo; dipinti straordinari che adornano i muri con i loro colori e i loro stili. Qui l’arte riveste le case, perchè abbiamo visto murales veramente molto belli, raffiguranti vari soggetti, astratti, Coppi e Bartali in cielo, gente a tavola, in cucina, donne affascinanti etc. che accompagnano in cima al paese dove si trova l’antica rocca. Non finivo più di fotografare…
E poi a cena al Ristorante La Scuderia. La sala interna conserva ancora le antiche poste per i cavalli, mentre le ampie vetrate della veranda regalano una splendida vista sulla rocca.
A nanna…
Sabato 31 gennaio 2015
E su e giù per le colline sulla strada dei Vini e Sapori dei Colli d'Imola.
Si prosegue, con un cielo grigetto, e ci fermiamo, per una cioccolata calda con panna a Casalfiumanese, lungo la valle del fiume Santerno: è un piccolo borgo in posizione dominante.
Famosa è la «Sagra del raviolo», (la domenica più vicina al 19 marzo, Festa di San Giuseppe), istituita nel 1925 riprendendo l'antica Fiera del bestiame di San Giuseppe, risalente al lontano 1738). Dalle torri che si affacciano sulla piazza centrale del paese, caratteristico lancio dei ravioli dolci alla folla cittadina.
Arriviamo quindi a Tossignano, che si trova su uno sperone proteso sulla vallata del Santerno.
Guarda che vista! Ecco i nostri camper… Poi saliamo per un sentiero e raggiungiamo i ruderi della Rocca di Tossignano. Eretta in posizione strategica da cui si domina tutta la vallata terminò la sua funzione difensiva ai primi del Cinquecento. Durante la seconda guerra mondiale fu occupata dai tedeschi, che ne fecero un caposaldo. Per questo fu pesantemente bombardata dagli alleati, fino a distruggerla completamente. Oggi rimangono visibili il fossato e il plinto del ponte levatoio.
Siamo nel Parco Regionale della Vena del Gesso.
Chiunque visiti il territorio di Borgo Tossignano non può non essere attratto dall'imponente catena gessosa che lo caratterizza e che dà all'ambiente geografico un colore inconfondibile: si tratta della "Vena del Gesso", un affioramento ragguardevole, formatosi circa 7 milioni di anni fa, visibile per diversi chilometri e che prosegue oltre Tossignano fino nei pressi di Brisighella. Studiosi e turisti di ogni parte del mondo l'hanno fatta e fanno oggetto delle loro attenzioni. La catena appare composta da banconi di gesso sovrapposti, più grossi alla base e più sottili man mano che si verso l'alto, intercalati da strati di marna legata al deposito marino.
La "Gessoso-solfifera", infatti, si è formata in seguito all'isolamento subito dal mar Mediterraneo con la chiusura della soglia di Gibilterra. Il mancato apporto di acqua e il clima piuttosto arido favorirono l'evaporazione e il conseguente deposito del gesso. Per una quindicina di volte tutto il Mediterraneo fu interessato a fasi di prosciugamento: lo attestano gli strati dei banconi della Vena in questione. Il caratteristico luccichìo che attira la curiosità dei turisti, è dovuto ai cristalli di varie dimensioni e conformazione della "roccia", popolarmente chiamata "pietra di luna’’.
E’ stata un’affascinante scoperta il girovagare tra i colli d’Imola: su è giù tra le colline tra coltivazioni di viti, olivi, frutta.
A Brisighella abbiamo raggiunto il parcheggio attrezzatissimo per camper (€8 x 24 ore o €1 all’ora e 2 € per l’allacciamento luce x 12 ore) ai piedi della cittadina, ad un passo dal centro.
E’ un borgo (tra i più belli d’Italia) medioevale posto su tre colli, dove arte, storia e architettura si fondono in maniera emozionante. E’ composto da un dedalo di antiche viuzze, tratti di cinta muraria, scale scolpite nel gesso e il centro storico è caratterizzato da alcune piazze e viuzze interessanti. Nella parte alta del paese si trova la Piazza Marconi, che rappresentava la piazza politica della cittadina medioevale, e su cui si affacciano anche i caratteristici archi della Via degli Asini e una serie di porte e portoni, con case e locali scavati nel gesso. E’ questa una strada coperta del XII secolo, sopraelevata ed illuminata da mezzi archi di differente ampiezza, baluardo di difesa per la retrostante cittadella medievale. Famosa in virtù della sua architettura particolarissima, è nota appunto come “Via degli Asini” per il ricovero che offriva agli animali dei birocciai che l’abitavano.
Che cena meravigliosa al Ristorante La Grotta in un locale storico situato all'interno di una grotta ad un prezzo più che conveniente, mangiando pesce.
Domenica 1 febbraio 2015
Si riparte verso nord, ma prima si comperano i cappelletti e i raviolini al formaggio (mmmm, che boni!) e si raggiunge Lugo di Romagna, degradando verso la riviera romagnola, con una radicata tradizione contadina. La zona monumentale della cittadina ha molti palazzi importanti, la Rocca Estense, il Pavaglione (elegante quadriportico), il teatro Rossini, ma anche orrendi palazzi anni '50/'60.
L'eroe della città è l'aviatore Francesco Baracca, con un grande monumento ed un'ala su cui c'è scritto 'ad majora' e su cui compare il cavallino rampante, diventato poi anche il simbolo della Ferrari.
Asso indiscusso della prima guerra mondiale, a Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare, morto nel 1918 a soli 30 anni, è dedicato questo monumento.
E poi a Bagnacavallo, siamo già in provincia di Ravenna: è una piccola cittadina con una bella torre e palazzi seicenteschi. Particolare la Piazza Nuova: settecentesca a forma ellittica. È circondata da un portico costituito da trenta archi a tutto sesto.
Sotto l’elegante Torre civica della piazza principale una curiosità: quando qualcuno trova in città qualcosa che è stato perso (guanti, chiavi, sciarpe, ecc.) viene appeso a dei chiodi posti alla base. Simpatica idea!
Raggiungiamo Ravenna e parcheggiamo in zona riservata ai camper (sosta massima 12 h gratuita) tra la stazione e il nuovo porto. Mangiamo in camper perché abbiamo comperato prodotti locali e ce li gustiamo con una buona bottiglia. E mentre poi gli uomini si fanno una pennichella io e Graziella giriamo il quartiere per vedere e fotografare i murales. Ravenna è conosciuta per i suoi splendidi mosaici ed ora anche per i murales. Nella zona della stazione e fra le vecchie banchine e i magazzini abbandonati della darsena cittadina ci sono delle vere opere d'arte.
Bruno, che ha vissuto alcuni anni a Ravenna, dice che la domenica pomeriggio la città è morta e gli viene malinconia, meglio andare al mare..
Aspettiamo il tramonto in spiaggia, con la luna, e poi ci spostiamo a Marina di Ravenna.
Mangiamo al Ristorante Silvio sul porto (senza lode) e qui con un’umidità che penetra attraverso il piumino, dormiamo nel piazzale antistante il faro, caldi, caldi. E’ bello dormire in camper, quanto piove o fuori fa freddo: è come una cuccia calda, ma è un hotel 4 stelle….
Lunedì 2 febbraio 2015
Questo lunedì di vacanza ci regala una giornata stupenda. Abbiamo fatto un errore, però. Da Marina di Ravenna c’è un piccolo traghetto che porta in 5 minuti a Porto Orsini: questo avremmo dovuto fare, perché altrimenti per uscire da Ravenna e raggiungere la Romea si perde tempo. Si sarebbero guadagnati 40 km e non avremmo avuto il traffico intenso. Va beh!
Arriviamo a Comacchio, dove, vicino al centro storico, c’è un grande parcheggio gratuito anche per camper. Mancavo da troppi anni da questa cittadina che è gioiosa. E’ chiamata la piccola Venezia, tra storia e tradizioni ed è un territorio naturale assolutamente da visitare nel Parco Delta del Po.
E poi ad Adria, dopo poco più di 50 km, per vedere il Museo archeologico nazionale.
E chi se lo aspettava un museo così, sconosciuto ai più, con importanti reperti e un allestimento che vale sicuramente una visita. Conserva infatti reperti provenienti dalla collezione della famiglia Bocchi e dalle aree archeologiche di epoca preromana (soprattutto testimonianze del primo emporio greco e della conseguente città etrusca) e romana scoperte nei dintorni della città.
Uno dei pezzi più belli, databile verso la fine del VI secolo a. C. è "l'arciere cacciatore" da Contarina, capolavoro di qualche bottega di Vulci in Etruria. Di particolare bellezza i vetri romani di Adria (I sec. a.c. - III sec. d. C.): dai contenitori per l'uso quotidiano ai vasi di grande raffinatezza. Si citano: un portaprofumi a forma di colomba in vetro soffiato blu del I secolo d. C. e una coppetta in vetro a nastri policromi.
Bene, sono passati 4 giorni intensi, visitando la nostra bella Italia.
Allora,…. alla prossima....
Graziella e Bruno - Paola e Silvano