Quale futuro per il diesel? | La posta dei camperisti

Il nostro lettore si pone il problema della prossima entrata in vigore della normativa europea Euro 6 C e relative restrizioni

Egregio signor direttore, in questi giorni si fa un gran parlare dell’inquinamento atmosferico provocato dai diesel e, dai servizi giornalistici che ho ascoltato e letto, sembrerebbe che la fine del diesel, a meno che non subentrino fatti nuovi, sia oramai decretata e che nei centri cittadini a rischio non si potrà entrare con mezzi con propulsione a gasolio. Questo significa che i nostri camper dovranno stare fuori della cerchia cittadina. Poco male, già adesso io lascio il mio mezzo in periferia e mi muovo o con lo scooter o con i mezzi pubblici. Quando viaggio in camper significa che sono in vacanza, pertanto, anche se perdo un po’ di tempo per raggiungere il centro storico, non mi preoccupo granché. Diversa è la situazione per coloro che entrano nelle città per lavoro e non possono permettersi di gironzolare come i vacanzieri, per cui dovranno trovare un mezzo di trasporto alternativo che non inquini, che sia economico ed anche rapido. Problema veramente difficile da risolvere. Molte amministrazioni comunali si stanno attivando per organizzare un servizio di bike sharing. Iniziativa molto lodevole e che dovrebbe permettere di ridurre il tasso di inquinamento e io sarei felicissimo di utilizzare questo sistema, ma solamente se vivessi in Olanda o in qualche altro Paese europeo dove la bicicletta è uno stile di vita. Entrare in bicicletta in città come Torino, Milano, Roma o Napoli dove il traffico è estremamente pesante e non esistono piste ciclabili, significa ipotecare la propria incolumità. Un conto è farsi una gita in bicicletta nelle domeniche in cui è vietata la circolazione ai mezzi a motore, un conto è invece pedalare nelle ore di punta. Grazie per un suo parere
Carlo C.  - Milano

Caro Carlo, il dieselgate costato la faccia e un bel po’ di miliardi alla Volkswagen ha innestato una caccia alle streghe supportata anche dalla normativa anti-inquinamento che scatterà tra pochi mesi in Europa e qualche sindaco addirittura ha pensato di mettere al bando le auto a gasolio. Inevitabile quindi domandarsi se davvero sia destinato a scomparire il motore a gasolio, leader assoluto in Europa (dove tra le autovetture ha raggiunto il 53% di quota, 55,2% in Italia). Ben diversa la situazione per i veicoli commerciali con portata uguale o inferiore a 3.500 kg, parenti stretti dei nostri camper. Stando a quanto diramato dall’Anfia, nel 2016 il mercato dei veicoli commerciali leggeri, nell’Unione Europea allargata all’Efta, si avvicina a 2 milioni di nuove immatricolazioni, con una crescita significativa, dell’11,6%. In Italia sono stati immatricolati nel 2016 200mila veicoli, con un incremento del 50% sui volumi del 2015. Il 92,7% del mercato ha alimentazione diesel, l’1,6% a benzina, il 5,3% a gas (GPL, CNG) e lo 0,4% alimentazione elettrica (ibrido e puro elettrico). Quindi rispondendo alla sua domanda, visti i numeri, per almeno altri vent’anni il diesel resta una certezza industriale, anche se è pur vero che la sua diffusione è destinata gradualmente a calare. La normativa Euro 6 C rappresenterà dal settembre 2019 una grande rivoluzione ecologica con severissimi limiti per i diesel che dovranno ridurre drasticamente le percentuali di ossido di azoto. Non tutti condividono però questa persecuzione. Stando all’ingegnere Enrico De Vita, giornalista dell’auto esperto da moltissimi anni dei problemi dell’inquinamento e di sicurezza stradale, fermare i diesel Euro 4 è isterismo ambientalista.
Per De Vita infatti “gli Usa combattano una crociata contro gli NOx (sigla che identifica tutti gli ossidi di azoto e le loro miscele) per ragioni commerciali, cioè per tenere lontano un motore che non fa parte della loro tradizione né dei loro investimenti produttivi. E, per scimmiottare pedissequamente la guerra agli NOx, in Europa abbiamo tagliato le gambe al migliore motore in assoluto esistente, in termini di rendimento e di emissioni: il diesel”.
Per chiarire ulteriormente le idee in merito alle polveri sottili precisa: “L’Agenzia Europea per l’Ambiente" ha dichiarato che il riscaldamento degli edifici è la prima fonte di inquinamento da PM10 e PM2,5 e ne produce il triplo dei veicoli (auto passeggeri e merci). Fermare i diesel come si sente dire, addirittura alludendo agli Euro 4, quelli che hanno fatto un salto gigantesco adottando il filtro antiparticolato, che non trita il particolato come alcuni fanno credere ma lo sublimano, ovvero lo trasformano in gas. Chiunque abbia oggi una vettura benzina o diesel, ovviamente almeno Euro4, faccia una semplice prova: le metta in moto al mattino e avvicini il naso ai tubi di scarico. Dalla vettura diesel non uscirà nulla, né fumo né odori né gas, mentre da quella a benzina, almeno per i primi minuti, verranno fuori benzene ed altri composti aromatici molto pericolosi”.
Per concludere vorrei ricordare a lei e alle molte amministrazioni comunali che lei menziona, che tra l’uso di un mezzo con motore diesel e l’utilizzo della bicicletta, c’è pur sempre la locomozione elettrica, con bici assistite, scooter e micro vetture, sicuramente meno impegnativa rispetto ad una pedalata.

 

Redazione Camperlife