Pulizie di primavera: Fido ha paura dell’aspirapolvere?

Diverse situazioni domestiche possono creare disagio al nostro amico a quattro zampe: tra le più comuni, gli stati d’ansia o paura causati dal rumore dell’asciugacapelli e dell’aspirapolvere. Bisogna precisare che anche i cani che non abbiano mai mostrato segnali di reazione a questi rumori, potrebbero iniziare ad evidenziarli con l’avanzare dell’età oppure se hanno avuto esperienze negative. Ad esempio, la fase di asciugatura del mantello dopo un lavaggio, non solo da parte del toelettatore ma anche del proprietario, può causare un malessere da non sottovalutare.

L’approccio con l’oggetto scatenante le paure di Fido non deve avvenire in modo frettoloso o brusco. Quando i cani sono cuccioli, è utile abituarli a vivere la maggior parte di esperienze dell’ambiente domestico ed urbano in modo del tutto naturale e senza forzature: se il cane ci vede tranquilli, in genere anche lui rimarrà calmo. Se il cane è cresciuto in modo corretto, circondato da suoni e rumori tipici della città, le probabilità che da grande sviluppi paure sono piuttosto ridotte. Molti allevatori fanno ascoltare al cane cd musicali non solo con melodie rilassanti ma anche con suoni di temporali, rumori del traffico, clacson, aerei e della tanto temuta aspirapolvere, in modo da abituarlo.

Nonostante tutte queste precauzioni, capita che i cani già alla vista dell’aspirapolvere iniziano ad abbaiargli contro, si avventino per cercare di morderla o scappino il più lontano possibile. Per aiutare Fido a comprendere che l’aspirapolvere non è un acerrimo nemico da combattere o da cui allontanarsi in tutta fretta, bisognerà agire con pazienza e gradualmente, meglio se con l’aiuto di un familiare o di un amico di cui il cane ha fiducia o che conosce bene.

All’inizio si può procedere con l’aspirapolvere spenta e lontana dal cane ma lasciata a vista: si comincerà a dargli da mangiare un biscotto o uno snack di cui è ghiotto mentre l’amico tocca l’aspirapolvere e la maneggia senza metterla in moto. Il passo successivo sarà quello di tenere il cane in una stanza ed in quella confinante accendere l‘aspirapolvere, ricorrendo allo stratagemma di dare all’amico a quattro zampe, nell’istante in cui si sente il rumore dell’elettrodomestico che inizia a lavorare, un pezzetto di cibo. 

Quando direte “stop”, smetterete di premiare il cane: in questo modo, si abituerà a capire che mangia solo quando c’è il rumore dell’aspirapolvere. Si dovrà fare questo esercizio fino a quando noteremo che il cane ignora e non è più disturbato dalla presenza dell’aspirapolvere. Procederemo in seguito a mettere l’aspirapolvere nella stessa stanza ma lontano da Fido; gradatamente e sempre controllando che non manifesti segnali di disagio ridurremo le distanze. Questa tecnica verrà naturalmente proposta al cane quando è affamato, appena rientrato dalla passeggiata o quando è tranquillo perché si è appena svegliato dal pisolino. Per facilitare il successo dell’esercizio, è fondamentale creare le condizioni migliori: quindi il premio dovrà essere super gustoso ed appetibile e non certo proposto appena finito di mangiare o a dopo giochi sfrenati che lo hanno eccitato.

Con i cani schizzinosi o che mangiano poco, è meglio rivolgersi e chiedere consiglio ad un educatore cinofilo che potrà proporre al cane le giuste alternative al cibo, assecondando l’indole di razza ed il carattere di Fido. Abbinando ad una situazione che gli crea disagio qualcosa che gli piace molto, l’esperienza negativa si trasforma in positiva: sarà necessario imparare a leggere le sue emozioni senza mai spingerlo troppo velocemente e soprattutto stando molto attenti che non si faccia male. Molti cani, infatti, sopraffatti dalla paura, sono portati a scappare od avere reazioni inconsulte. di Roberto Serassio Gli artisti del camper service Credo che il camper service sia un’attività poco gradita alla maggioranza dei camperisti: le zone ad esso dedicate non possono proprio definirsi esempi di pulizia e l’operazione stessa implica sensazioni olfattive e visive alquanto sgradevoli.

Tuttavia, il disagio che si prova viene ulteriormente acutizzato quando, prima di noi, troviamo sul fatidico agone una di quelle persone puntigliose e metodiche, capace di prolungare l’operazione all’infinito, quasi provasse godimento estremo nell’eseguirla. Non illudiamoci: nella nostra vita camperistica, infatti, è destino che prima o poi incontreremo colui che amo definire “l’artista del camper service”; e quando questo si verifica, prepariamoci a soffrire. La persona dotata di tale dote si nota immediatamente in quanto fa di tutto per essere il primo ad arrivare sull’agognato Eldorado: sorpassa altri camper con manovre degne di un pilota di Formula Uno o addirittura scende dal suo veicolo con il coltello in mezzo ai denti, pronto ad allontanare, anche con la violenza, i colleghi camperisti che, senza nessuna fantasia, aprono semplicemente la valvola di scarico.

L’amante del camper service è diverso: quando posa le ruote del camper sulla platea in cemento, si trasforma completamente, diventando un bradipo umano i cui movimenti sono di una lentezza esasperante, quasi volesse che il sommo piacere non finisse mai. Le sue non sono delle banali operazioni, ma dei veri riti dal sapore vagamene religioso, il cui svolgimento è rigorosamente codificato. Inizia il cerimoniale indossando guanti in gomma lunghi fino al gomito, con movenze sinuose che ricordano molto da vicino alcuni spettacoli da night club. Poi, il protagonista dello spettacolo apre la valvola nella giusta misura affinché l’acqua, scendendo nel pozzetto, crei il cromatismo ideale che, combinandosi al suono argentino dello zampillo, induca l’estasi nell’autore della sinfonia.

Finalmente si chiude la fase di suoni e colori ed inizia quella dedicata all’aromaterapia. Si perché, il protagonista, ancora rapito dalle emozioni provocategli dal fluire delle grigie nel pozzetto, passa ora alla seconda parte dello spettacolo, con l’estrazione della cassetta delle acque nere. Lo svuotamento della cassetta, affinché dia il meglio di se stesso, richiede molta perizia e solamente gli iniziati sanno come rendere un’opera d’arte il liberarsi del nero liquido. Il vero intenditore toglie il tappo e poi, con movimenti misurati da sommelier, ne odora il contenuto; poi, e solo quando avvisa che si sia raggiunta la giusta gradazione aromatica, se ne libera, accompagnando il momento con l’emissione di sospiri di circostanza. Finita la fase di versamento, inizia quella della pulizia della cassetta, che deve avvenire con movimenti ondulatori e orbitali ben precisi in modo che l’acqua di lavaggio finisca in tutti gli interstizi.

Operazione obiettivamente non facile: infatti in soccorso di coloro che non possiedono il senso della ritmicità dei movimenti, sono state aperte delle scuole specifiche. L’operazione più importante di questo quadro è però la dosatura del liquido disgregante, che ogni artista del camper service ha preparato personalmente, con formula segreta. In passato ci sono stati casi di spionaggio tra i vari artisti per cercare di carpire il segreto degli ingredienti usati. Il terzo ed ultimo atto è quello che però segna l’apice dell’abilità del protagonista: il carico dell’acqua potabile. La scena inizia con lo srotolamento del tubo dell’acqua, che deve avvenire con movimenti circolari della giusta ampiezza a cui fa seguito la scelta del raccordo da montare sul rubinetto dell’acqua.

Questi raccordi sono il bene più prezioso che ogni camperista con la C maiuscola possiede; vanno conservati in cofanetti di legno duro foderati con morbido velluto, rigorosamente tinto di rosso. Queste, almeno, sono le prescrizioni della Confraternita del Camper Service. Ciò che abbiamo descritto è lo spettacolo standard. Esistono varianti per i più raffinati, comprendenti il lavaggio dei cristalli, dei paraurti e delle ruote. Personalmente ho assistito ad un’esibizione da virtuoso assoluto, in cui il protagonista di lingua tedesca ha spazzolato per un quarto d’ora la ruota di scorta. Il massimo del piacere, senza ombra di dubbio.

LO SAPEVI CHE…

Il cane è dotato di un udito incredibile e riesce a percepire un suono anche a notevole distanza; ci sono poi dei rumori che alle sue orecchie risultano davvero molto fastidiosi, e non solo l’aspirapolvere: i tuoni, i fuochi d’artificio, le sirene, il rumore dei motori e gli spari. Non bisogna inoltre sottovalutare le urla: alzare la voce e gridare davanti al cane può provocare a volte anche comportamenti non solo di spavento ma anche di aggressività

Sara Ortolani