Piccole perle da Facebook

Moglie romantica

“Io e te… siamo ancora qua…eh già! Con i capelli scompigliati dal vento. Ci giriamo e sono 13 anni. Tu dormi e io ti guardo. Eppure il tempo sembra volato. Io mattutina e tu che andresti avanti fino a mezzogiorno. Tu disordinato fino al midollo, io un ingegnere mancato Due testardi, amanti di viaggi selvatici. Eppure ne sono successe di cose da quel 16 agosto. Tante, forse anche troppe. Forse alcune potevano aspettare. Altre proprio non arrivare mai. Ma oggi siamo qua e sorridiamo nel nostro posto del cuore. Noi 2 al quadrato in camper. Tu dormi e io ti sveglio. E ricominciamo un altro giorno insieme. Tenendoci per mano” Camperista intraprendente “A Saint Vaast-La Houge, luogo di ostricoltura per eccellenza, non poteva mancare il distributore di ostriche. In Emilia dovremmo cominciare a pensare a una cosa simile per il Parmigiano Reggiano...

Camperista indignata

«Ragazzi... Non ci posso credere! Stamane due camper con la scusa che l'elettricità non funzionava bene, si sono rifiutati di pagare l'area! A parte che se non funzionava potevano staccarsi e non avrebbero pagato la luce, oppure andarsene, invece i furbetti qui da parecchi giorni, sono stati zitti, hanno pagato fino al penultimo giorno e poi l'ultimo rifiutano il saldo con questa scusa puerile! Come mai non si sono lamentati i giorni prima? Vigliacchi e ladri!». La speranza è sempre l’ultima a morire “Si avvisano tutti coloro che fanno le gite in autostrada che la corsia più a destra è stata sminata, non c’è più nessun pericolo… e si gode di una vista migliore.”

Logica femminile

Conversazione tipica tra moglie e marito: Marito: «Dov'è l'aceto che si usa per le pulizie?» Moglie: «Nel mobile!» Marito: «A casa nostra ci sono almeno venticinque mobili, puoi specificare in quale?» Moglie: «In quello di legno!» … Quanti si riconoscono in questa situazione?” Tipica risposta femminile al post precedente «Mio marito non fa mai le pulizie!».

L’amico fedele

“Vecchio e solo, pensai che un cane avrebbe colmato la mia esistenza vuota. Lo trovai randagio, sporco, affamato; gli feci una carezza, mi seguì senza timore. Ora è il mio cane, io sono il suo padrone. Gli parlo, lui mi risponde lambendomi le mani. - Fido, domani non avremo da mangiare, la pensione è finita, avremo da aspettare! Arriva quel giorno benedetto, in fila, con gli altri pensionati, il libretto sgualcito dal tempo stretto tra le mani, il mio turno aspetto. Fido scodinzola contento. Lui sa che oggi mangeremo di più e un poco meglio. È già l'inverno ed è fredda la mia casa senza fuoco. Lui mi sta vicino e mi riscalda. L'inizio della primavera ci trova uniti a ringraziare il sole, mentre dal cuore mi nasce una preghiera: «Grazie Signore, di aver creato il cane»..!”

Una Roma diversa

“Roma deserta S’era svejata e nun c’era nessuno. Roma s’era proccupata. «Aho! ‘ndo state…» strillava Ma Roma era vota. E lei piagneva In 2.800 anni nun era mai successo Nun c’era abbituata. Se sentiva tanto forte prima Tutti la adulavano Tutti l’ammiravano E mo? ‘ndo stavano? Nun c’erano turisti Nun c’erano romani…. E j’era presa na crisi d’identità Se sentiva abbandonata E sta cosa nun la sopportava. Sentiva la gente che cantava dalle finestre… «Marcaurelio! Oh, che succede?». E Marcaurelio j’arispose… «Ce sta na specie de male oscuro, La gente c’ha paura e sta nascosta». Dopo n’attimo de smarimento Roma ce penso’ e ce ripenso’ E disse: «Nun se po’ fa’, io so’ io…nun lo posso accetta’!». E così Roma svejo’ tutti: «Fifoni, m’avete abbandonata!». E lì romani, gente de razza, se fecero coraggio e piano piano tornarono a faje le coccole. E lei, un po’ altezzosa: «Ambe’!». E se rimise a dormì…”

Fine di un’epoca

Penso che uno dei momenti più tristi della nostra vita sia quando la porta di casa dei nonni si chiude per sempre: quando accade, chiudiamo gli incontri con tutti i membri della famiglia, che quando si riuniscono nelle occasioni speciali, esaltano i cognomi, come se fosse una vera famiglia, e, sempre caricati dall'amore dei nonni, come una bandiera, loro (i nonni) sono colpevoli e complici di tutto. Quando chiudiamo la casa dei nonni, finiamo anche i pomeriggi felici con zii, cugini, nipoti, genitori, fratelli e anche sposini che si innamorano dell'ambiente che lì si respira. Non c’è bisogno di uscire di casa, stare a casa dei nonni è quello di cui ogni famiglia ha bisogno per essere felice. Gli incontri di Natale, annaffiati con l'odore di inchiostro fresco, quando ogni anno arrivano, ci portano a pensare «E se questa fosse l'ultima volta?». È difficile accettare che questo abbia una scadenza, che un giorno tutto sarà coperto di polvere e la risata sarà un lontano ricordo di tempi forse migliori. L'anno passa mentre aspetti questi momenti, e senza accorgertene, passiamo dai bambini che aprono i regali, sediamo accanto agli adulti allo stesso tavolo, giocando a pranzo, e all'aperitivo per cena, perché il tempo di famiglia non passa e l'aperitivo è sacro. La casa dei nonni è sempre piena di sedie, non si sa mai se un cugino porterà la fidanzata, perché qui tutti sono i benvenuti e c’è sempre una bottiglia termica con caffè, o qualcuno disposto a farlo. Salutate le persone che varcano la porta, anche se sono strane, perché le persone nella strada dei vostri nonni sono la vostra gente, loro sono la vostra città. Chiudere la casa dei nonni significa dire addio alle canzoni con la nonna e ai consigli del nonno, ai soldi che ti danno segretamente dai genitori come se fosse un'illegalità, piangere dal ridere per qualsiasi sciocchezza, o piangere il dolore di coloro che se ne sono andati troppo presto. È dire addio all'emozione di arrivare in cucina e scoprire le pentole, e assaporare il "cibo della nonna". Pertanto, se hai l'opportunità di bussare alla porta di questa casa e qualcuno ti apre, goditela ogni volta che puoi, con i nonni o i tuoi vecchi seduti in attesa di ricevere un bacio.

P.S.

È probabile che in quanto pubblicato vi siano degli errori di ortografia o sintassi, ma proprio perché tutti gli interventi si sono rivelati bellissimi così come sono, non sono intervenuto con correzioni che avrebbero tolto genuinità a questi interventi. Inoltre, è altrettanto ovvio che quanto pubblicato ha un autore: pertanto ringrazio queste persone, per aver magari senza volerlo rallegrato la vita di tutti noi con i loro post e poi per avermi fornito il materiale per scrivere questo articolo. 

Roberto Serassio