Cosa fare se si commette un’infrazione in terra straniera? Quali sono i rischi che corriamo se decidiamo di non pagarla? Il nostro suggerimento è quello di versare l’importo per una ragione giuridica ma anche etica
Navigando sul web attraverso diversi siti di camperisti, sono stato attratto dalla domanda posta da una signora che, avendo ricevuto una multa per un’infrazione commessa in un Paese straniero, chiedeva se fosse il caso di pagarla o meno. È inutile dire che il forum si è scatenato e gli utenti hanno fatto a gara nel dare consigli più disparati. L’unico suggerimento che non ho visto è stato quello di pagare. Qualcuno suggeriva di rivolgersi ai Carabinieri, qualcun’altro asseriva, con molta autorevolezza, che la notifica, non essendo arrivata per posta raccomandata, non potesse essere valida, non sapendo evidentemente che le notifiche che arrivano dall’estero vengono trasmesse per posta ordinaria, in quanto solamente per le infrazioni più gravi vengono attivate le rogatorie internazionali. Purtroppo in questo caso parlo per cognizione di causa perché ne ho ricevute due. Non bisogna neppure basarsi sulla norma italiana che prevede che la notifica venga effettuata tramite raccomandata A.R., specificando però che, in caso di rifiuto, di assenza o di mancato ritiro, scatta la presunzione di conoscenza, per cui i trucchi da furbetti non servono a niente. Ho trattato lo stesso argomento, su questa rubrica, non molto tempo fa e già allora avevo suggerito di non dare retta ai sogni e di pagare. Questo principalmente per una ragione giuridica: in materia trova applicazione, infatti, il cosiddetto principio di reciprocità per cui se si commette un’infrazione fuori dai confini (ma il principio vale anche per gli stranieri in Italia), il trasgressore ha l’obbligo di pagare la relativa ammenda, a meno che non possa contestarne il merito. L’Italia, con decreto legislativo n° 37 del 15 febbraio 2016, ha formalmente recepito la decisione quadro 2005/214/GAI del 24 febbraio 2005. Non pagare significa andare incontro a problemi che ci costeranno certamente più cari della contravvenzione ricevuta. A ciò si aggiunge una ragione etica: a mio parere, questa è una motivazione senz’altro più importante di quella precedente. L’Italia e gli italiani, spesso e volentieri, non sono granché considerati fuori dai confini della madrepatria, ragion per cui, non sottostando alle regole europee, non facciamo altro che aumentare la scarsa stima che gli altri Paesi hanno per il nostro popolo in genere e per i camperisti nostrani in particolare. Scarichi selvaggi, mancanza di educazione, comportamenti incivili e ignoranza sono accuse che ci sentiamo rivolgere giornalmente. Molti sono solamente dei pregiudizi e non è affatto vero che deteniamo noi da soli il palmares del cattivo comportamento (posso confermare che anche molti stranieri non sempre sono irreprensibili) ma purtroppo abbiamo la nomea. E le cattive abitudini sono difficili da cambiare, specialmente quando veniamo usati come capro espiatorio per nascondere le marachelle degli altri. Non alimentiamo ulteriormente le dicerie sul nostro Paese e sui suoi abitanti, riprendiamoci la dignità che ci è dovuta.
L'argomento "Multe senza Frontiere" è stato già trattato dal nostro avvocato nel 2015
Buon viaggio a tutti!