La nostra proposta per un weekend in camper parte dalla costa per poi risalire mano a mano l’entroterra marchigiano, alla scoperta di borghi ricchi di memorie e bellezze naturalistiche. Partiamo da Altidona, che conserva ancora gran parte delle antiche mura castellane e ci riporta indietro ai tempi di cavalieri e principesse. La via principale del paese termina con Piazza della Pieve, dove sorge la Chiesa dei Santi Maria e Ciriaco. Costruita nel 1767, è composta da un’unica navata culminante in una volta a crociera. Ma la vera particolarità di Altidona è rappresentata dagli stretti vicoli nascosti nell’ombra che finiscono a sorpresa in piazzette e belvedere da cui lo sguardo e il respiro si dilatano giungendo fino al mare. Da non perdere anche Villa Montana e la cisterna romana, situate nell’antica contrada di Barbolano.
Gita tra mare e collina
Lasciata alle spalle Altidona, dirigiamo il camper verso Torre di Palme, piccolo e grazioso centro sulla cima di un panoramico colle, conosciuto anche per le acque delle Terme Fonti di Palme dagli effetti benefici e inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Le strette vie e le facciate in cotto delle case ornate di fiori lasciano spazio di tanto in tanto ad ampie vedute del mare e dei colli circostanti, mentre le chiese di forgia medievale ci riportano allo scorso millennio. Da visitare la gotica S. Agostino, posta a poca distanza dal palazzo priorale lungo il corso, che conserva il polittico di Vittore Crivelli. Proseguendo lungo il corso si giunge poi alla chiesa di Santa Maria a Mare: la facciata e il campanile sono decorati in maiolica, mentre all’interno si trova una raffigurazione della Madonna di Loreto. Uscendo sul belvedere, lo sguardo può spaziare dominando la città di Porto San Giorgio. A pochi passi ci si può inoltrare lungo il sentiero del Bosco del Cugnolo, che in poco meno di 2 chilometri ci guiderà alla Grotta degli Amanti, un anfratto naturale, scavato nella roccia arenaria, che fece da sfondo all’amore sfortunato di due giovani: Antonio e Laurina.
Tre borghi medievali
Riprendiamo il camper e proseguiamo verso Moresco, anch’esso facente parte dei Borghi più belli d’Italia. Ha una struttura fortificata con due antiche torri e la caratteristica piazza raccolta come un cortile, intorno alla quale sono disposte le case, il Palazzo comunale e un portico. Non lontano si trovano la Chiesetta della Madonna della Salute dove, secondo la tradizione, fu collocata sin dal IX secolo l’immagine dell’Immacolata sottratta alla distruzione degli iconoclasti di Costantinopoli. A soli 5 minuti di camper si trova Monterubbiano, che diede i natali a Vincenzo Pagano, di cui si possono ammirare le opere nell’ottocentesca Collegiata di S. Maria dei Letterati. Qui, nel giorno di Pentecoste, si rievoca l’Armata di Pentecoste Sciò la Pica con la Giostra dell’Anello. Spostandosi ancora dalla costa si raggiunge Petritoli, fondata nel X secolo dai monaci di Farfa. Il centro della vita religiosa e civile di un tempo si riflette negli isolati di case compatte, dove, nel 1831, fu costruita la Torre Civica. A questa zona, detta della Rocca, si accede attraverso tre archi ogivali, costruiti nel XIX secolo e racchiusi dai due torrioni cilindrici del XV secolo. Vale una visita anche il Teatro dell’Iride, vero gioiello di architettura costruito su disegno di Giuseppe Sabbatini.
Gustiamo le mele rosa
Proseguiamo finalmente alla scoperta delle mele rosa puntando il camper verso le aree di produzione più famose del territorio: Montefalcone Appennino, Smerillo, Amandola e Montefortino. Le mele rosa erano molto preziose in passato soprattutto per la loro serbevolezza: raccolte nella prima decade di ottobre, si conservano perfettamente fino ad aprile. Poco appariscenti perché piccole, dalla forma irregolare e leggermente schiacciate, hanno una polpa acidula e zuccherina e un profumo intenso e aromatico e sono perfette sia da gustare fresche che per la preparazione di dolci e torte. Sono tornate alla ribalta da pochi anni grazie al lavoro della Comunità Montana dei Sibillini, che ha reintrodotto sul territorio gli ecotipi conservati nei centri di ricerca locali dall’Assam Regione Marche.
Sui monti Sibillini
Il primo paese che si incontra è il centro fortificato di Montefalcone Appennino, situato sulla sommità di un colle e inaccessibile da sud-ovest per l’altezza della rupe (oltre 200 mt) con interessanti resti di una Rocca medievale. A un chilometro dal paese sorge il Convento dei Minori di S. Giovanni in Selva con il suo chiostro di suggestiva bellezza raccolto intorno alla chiesa. Fino a poco tempo fa qui era conservato uno dei più significativi polittici di Pietro Alamanno, oggi nell’omonimo museo, sede anche del Centro di Educazione Ambientale, una struttura didattico-museale in cui ammirare una ricca raccolta di fossili. Poco dopo si raggiunge Smerillo, posto sul ciglio di una cresta che si affaccia sulla Valle del Tenna, a più di 800 mt di altitudine. È anche chiamato Cittadella della Poesia poiché luogo gettonato dai poeti che ospita da anni il festival “Le parole della montagna”. Conserva una spaccatura nella roccia detta “Fessa”, dove è possibile vedere resti fossili e un grande bosco in cui ammirare orchidee, faggi e alberi monumentali. Continuiamo il nostro viaggio verso Amandola, conosciuta per la lavorazione e il restauro del legno, l’antiquariato, la produzione di tartufi (vedi "Diamanti a tavola" in Vita di Club e in Appuntamenti e Sagre) e il festival Internazionale del Teatro (a settembre). Il centro storico, adagiato su tre colli, si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Vi si accede tramite una porta merlata e subito si apre un magnifico panorama sul bosco sottostante. Da non perdere la Chiesa di S. Agostino, la Chiesa di S. Francesco e il Palazzo Municipale. Oltre ad assaggiare le mele rosa, qui potrete gustare la famosa pancetta esportata in Italia dal motoclub “Aquile dei Sibillini”, la vincisgrassi, lasagne rosse al forno, il ciauscolo e il vin cotto.
Di ritorno al mare
Prima di dirigerci verso la costa adriatica, facciamo una tappa a Montefortino, ultima roccaforte del nostro itinerario alla scoperta delle mele rosa. Il paese conserva ancora intatte atmosfere d’epoca con le strette vie, le case di pietra e cotto e la Pinacoteca, ricca di opere, frutto della collezione del pittore Fortunato Duranti. Una strada che segue il corso del torrente Ambro, dopo circa 6 chilometri, conduce al Santuario della Madonna dell’Ambro, edificato in seguito a una miracolosa apparizione della Vergine e meta di numerosi pellegrinaggi, mentre un’altra porta alla suggestiva e aspra Gola dell’Infernaccio. Di buona lena ci rimettiamo in marcia e raggiungiamo finalmente il mare e la spiaggia, arrivando a Campofilone, che deve la sua fama agli omonimi maccheroncini cui è dedicata una sagra ad agosto. Il centro storico è a pianta ellittica, con molte case costruite addossate alle mura castellane e viuzze con volte a botte o crociera. Tornando verso il mare si arriva a Pedaso, località turistica assai frequentata, con scogli e spiaggia ghiaiosa, dove a Ferragosto si svolge una caratteristica Sagra delle Cozze.