Mauritania, il paese degli uomini dell’Ovest | Vivere in camper

Siamo a 5.000 km da casa, in una terra piena di contrasti il cui nome ha origini fenice e significa “uomo dell’Ovest”. Il paese funge da anello di congiunzione tra Africa Araba e Africa Nera

La Mauritania è una terra davvero particolare. Sappiamo che l’unico modo che abbiamo per cogliere i suoi segreti nascosti è lasciare che sia la sua storia a guidarci. Ci fermiamo qualche giorno a Nouadhibou, dove Saint Exupéry ha ambientato il libro “Terra degli Uomini”. Per meglio conoscere la città, ci mescoliamo alla gente. Facciamo conoscenza con i mercanti della via principale, che ci tempestano di domande inerenti il nostro viaggio, il nostro camper e la nostra prossima destinazione. Nouadhibou ha una baia piuttosto surreale: qui stanno marcendo decine di relitti di pescherecci che giacciono insabbiati, affondati e arrugginiti. Quasi nessuno di loro ha mai navigato: sono di fatto il frutto di un accordo internazionale che è fallito miseramente. Ci ritroviamo nel mezzo di bufere di vento che spazzano via quasi tutto ciò che ci circonda. La nostra casa a quattro ruote a causa delle sue gomme dalla spalla molto alta ondeggia come fosse una barca all’ancora. Sembra di essere nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico. Restiamo qualche giorno in città, la prima notte presso il camping Chez Abba che si trova proprio a due passi da uno dei mercati principali (GPS: N 20° 54.532 W 17° 03.246) mentre altri due giorni li trascorriamo in sosta libera a due passi da dove parte il treno più lungo al mondo che generalmente lascia il porto alle 17 (GPS: N 20° 51.271 W 17° 01.720).

In marcia verso sud
Quando ci rimettiamo in marcia, ci dirigiamo a sud. Superiamo diversi posti di blocco e il nostro camper resiste alle raffiche di vento contrario, che ci ricordano che l’aridità dovuta all’espansione del Sahara qui è iniziata oltre diecimila anni fa. Ci fermiamo a dormire lungo le scogliere a strapiombo sull’Oceano, illuminati dalle stelle in questo posto dove l’inquinamento luminoso è pressoché assente. I primi nomadi berberi sono arrivati in questa zona a cavallo dei dromedari marocchini (la Mauritania è il solo paese a essere governato da una popolazione di tradizione nomade). Seguiamo le loro tracce a bordo del camper e ci rendiamo conto di essere privilegiati rispetto a loro e al loro modo di viaggiare. Come loro, per meglio comprendere i loro spostamenti, ci fermiamo in quelli che anticamente potevano essere una sorta di caravanserraglio, dove potersi riposare e rifocillare. Essendo maggio, fa molto caldo. Così decidiamo di non spingerci nell’entroterra e di restare lungo la costa, dove le condizioni climatiche sono più favorevoli. Questo comporta la rinuncia a conoscere le testimonianze dei primi abitanti della regione che hanno lasciato importanti pitture rupestri, città fortificate e naturalmente le grandi e imponenti dune. Proseguiamo lungo la strada principale e ci fermiamo nei piccoli villaggi che incontriamo, spesso poco più di qualche baracca costruita mettendo insieme rottami di auto e pezzi arrugginiti di lamiere ondulate.

Diretti alla capitale
Il primo vero villaggio che attraversiamo dopo Nouadhibou si chiama Chami, qui è anche presente un distributore di carburante (GPS: N 20° 10.021 W 15° 58.327) che noi ci limitiamo a tracciare con il GPS per un eventuale utilizzo futuro. Decidiamo di fermarci qui per la notte e ci avviciniamo alla recinzione della gendarmeria. Chiediamo ai militari se possiamo parcheggiare all’interno e acconsentono. Ci troviamo a circa trecento chilometri da Nouakchott, la capitale, che raggiungiamo l’indomani. Entrare in città con il camper richiede tanta pazienza e molta forza di volontà, il traffico è incredibilmente intenso e il codice della strada raramente è rispettato, sebbene non manchi la polizia a cercare di dirigere il traffico. Quest’ultimo “si sbroglia” sempre e solo per caso, non per un motivo logico. La città è circondata dal deserto che avanza inesorabilmente e la sabbia è ovunque. Una volta superato il caotico centro, raggiungiamo la spiaggia in tempo per assistere al rientro quotidiano delle piroghe dei pescatori.

Il rientro dei pescherecci
Per restare quanto più vicini possibile a dove si svolgono le operazioni di sbarco, parcheggiamo il camper proprio lungo la spiaggia (GPS: N 18° 06.621 W 16° 01.484) in uno splendido luogo dove rimarremo due giorni interi facendo amicizia con tanti ragazzi del luogo. Rimaniamo a bocca aperta ammirando le centinaia di imbarcazioni in legno che giungono dall’Atlantico riportando a terra il frutto di una dura giornata di pesca. Il procedimento è talmente suggestivo quanto duro e complesso. Le imbarcazioni, che contengono anche fino a quaranta uomini, arrivano a tutta velocità sfruttando le onde alte anche più di due metri. Dopodiché, una volta scaricate, vengono issate a mano sull’altura che le protegge dall’alta marea. Inoltre tra poche ore inizia il Ramadan, per cui le operazioni di rientro delle imbarcazioni sono ancora più rumorose e “colorate” del solito. Giovani ragazzi e ragazze corrono sulla spiaggia per pranzare e cenare bevendo litri di yogurt fermentato: ovviamente ci uniamo a loro. Mentre li vediamo ridere e scherzare in attesa dei lunghi giorni di digiuno decidiamo che vogliamo approfondire ancora di più la nostra conoscenza di questo lembo di Africa. Punteremo quindi il camper ancor più a sud verso il Senegal, verso la vera Africa Nera.

Domande e risposte

  1.  La sosta libera in Mauritania è legale?
    Sì, è di fatto l’unico modo di viaggiare in tutto il paese fatta eccezione per le città dove si trovano campeggi che spesso sono poco più che delle aree recintate.
  2. Il carburante si trova facilmente?
    Lungo la costa, almeno ogni 200 km. Anche se avete autonomie superiori, comunque fate il pieno ogni volta che ne avete la possibilità.
  3. Avete dovuto pagare i poliziotti per attraversare i posti di blocco?
    No, non ci sono mai stati chiesti soldi e anzi la polizia si è sempre dimostrata cortese.
  4. Come fare con cibo e acqua?
    Bisogna rifornirsi nei centri più grandi, in questo paese vengono vendute bottiglie di acqua in plastica da 2 litri, mentre sono rare le taniche da 20 litri.
  5. Vi siete sempre sentiti al sicuro?
    Sì, assolutamente. Lo dipinge come un luogo pericoloso solo chi è pieno di pregiudizi.
  6. La guida è difficile?
    Le strade possono essere in pessime condizioni, ma rimanendo sulle direttrici principali sono percorribili con qualunque tipo di veicolo. Nei grandi centri abitati prestate attenzione a tutto e non pensate di avere ragione solo perché il vostro semaforo è verde…
  7. L’assicurazione RCA italiana copre la Mauritania?
    Quasi certamente la risposta è No. L’assicurazione andrà acquistata in frontiera. Il prezzo va trattato: dividete per tre il primo costo che vi viene richiesto e iniziate a discutere.
  8. Posso portare una bottiglia di vino dall’Italia per festeggiare l’ingresso in Mauritania?
    Importare alcolici è vietato dalla legge.
  9. Come si può pagare il carburante?
    In contanti. Cambiate i vostri soldi nelle città più grandi dove eventualmente potrete anche prelevare con il bancomat.
  10. Meglio l’estate o l’inverno?
    In Inverno avrete modo di godere sia della parte sahariana che di quella costiera, l’estate può essere esageratamente calda.

 

Simone Monticelli e Lucia Gambelli