Sono la ceramica, l’olio e il vino i gioielli che troveremo durante questo viaggio. Sono perle dell'arte e della buona tavola, custodite in piccole cittadine, graziose e accoglienti, immerse nella quiete della campagna
Piccoli, preziosi tesori
L’itinerario di questa speciale caccia al tesoro inizia da Torgiano, poco a sud di Perugia, rinomato per il vino, l’olio e per un originale museo d’arte contemporanea a cielo aperto. Continua a Deruta, traboccante di ceramiche e di colori, e poi a Gualdo Cattaneo, terra del celebre vino nero Sagrantino. Arriva infine a Orvieto, paese della ceramica nonché città slow. Qui l’itinerario si inabissa nelle profondità della terra, nelle gallerie scavate nella rupe tufacea su cui è costruito il centro storico, e infine risale in superficie per rivedere la luce e gli splendori della città e del suo Duomo dorato.
Il borgo, sentinella delle valli
Lasciata Perugia alle spalle, iniziamo il viaggio scendendo verso sud seguendo il corso del fiume Tevere, in compagnia del quale arriveremo fin quasi a Orvieto. Dopo poco ecco Torgiano (www.turismotorgiano.it), posto su di un piccolo colle bagnato dalla confluenza di due fiumi, il Tevere e il Chiasco. Il paese si trova proprio nel vertice della Y dove i due fiumi si incontrano, in perfetta posizione strategica. La cittadina è immediatamente riconoscibile anche da lontano per quell’inconfondibile torrione cinto da alti cipressi. La Torre della Guardia è una sorta di biglietto da visita del paese, ne è il monumento simbolo e la sua raffigurazione campeggia nello stemma comunale. È detta anche Torre Baglioni in omaggio alla potente famiglia perugina che a Torgiano esercitò una significativa influenza. La torre è posta esternamente alla cinta muraria e sino alla metà del 1400 costituiva la porta di accesso a un’area doganale per il controllo delle merci verso Roma. Attualmente è visitabile su prenotazione (Ufficio Turismo, tel. 075/6211682). Il centro storico di Torgiano è minuto e intersecato da vicoli curati, una parte è ancora cinta dalle mura del XIII secolo.
I musei del vino e dell'olio
Nel centro storico, il seicentesco palazzo Graziani-Baglioni è sede del Museo del Vino, il MUVIT, un interessante museo privato nato nel 1974 (tel. 075/9880200, www.lungarotti.it). Il percorso espositivo si articola su tre piani e raccoglie un’ampia documentazione sulla produzione vitivinicola e sulla storia delle tecniche di coltivazione e degli strumenti utilizzati nel corso del tempo. Una visita da non perdere per conoscere e approfondire la storia e la civiltà del vino, che a Torgiano ha profonde radici nel territorio testimoniate da vini d’eccellenza: il DOCG Torgiano Rosso Riserva e il DOC Torgiano. Non a caso il paese è sede dell’Associazione Strada dei Vini del Cantico (tel. 075/6211682, www.stradadeivinidelcantico.it), punto di riferimento per la scoperta di questo territorio, così ricco di attrattive turistiche, culturali ed enogastronomiche. Altra perla della produzione locale è l’olio d’oliva (www.cittadellolio.it) e a questa eccellenza è dedicato il Museo dell’Olivo e dell’Olio, il MOO, che è ambientato in un antico frantoio attivo fino a pochi decenni fa (tel. 075/9880200, www.lungarotti.it). Questa struttura racconta la storia della pianta e del suo frutto e ripercorre i differenti usi dell’olivo e dell’olio, nella religione come nella medicina, nell’alimentazione come nella cosmesi.
Arte contemporanea all’aria aperta
Con una deviazione sulla SP 401, da Torgiano si giunge in pochi chilometri alla frazione di Brufa, attraversando una bella campagna coltivata a vigneto. Il motivo della deviazione è davanti gli occhi del visitatore: enormi installazioni e sculture d’arte contemporanea collocate sulla collinetta di Brufa. È il “Parco delle sculture lungo la Strada del vino e dell’arte”, un museo a cielo aperto che ogni anno si arricchisce di nuove opere nel corso della rassegna di arte contemporanea “Scultori a Brufa” di fine estate (www.brufa.net, www.scultoriabrufa.it). Nata nel 1987, la manifestazione ha di anno in anno aumentato il numero delle opere esposte permanentemente sul territorio, creando un armonioso connubio tra paesaggio urbano, paesaggio agricolo e scultura contemporanea.
A Deruta, passione per la ceramica
Proseguendo verso sud, a due passi da Torgiano c’è Deruta, il paese della ceramica per antonomasia (www.comune.deruta.pg.it). A dire il vero il nome non farebbe ben sperare: Deruta significa "diruta", rovinata, in riferimento alla fuga dei perugini dalla loro città distrutta e in fiamme e alla scelta del colle, su cui poi si è sviluppata Deruta, come loro nuovo insediamento. Invece la cittadina è famosa proprio per i suoi “cocci”, per le bellissime ceramiche maiolicate che da secoli gli abili artigiani di questo paese creano, tramandando le conoscenze di generazione in generazione. Il modo migliore per capire come la storia della ceramica si sia intrecciata con quella degli uomini è visitare il Museo Regionale della Ceramica (tel. 075/9711000, www.sistemamuseo.it), ospitato nell’ex complesso conventuale di San Francesco. Il museo espone, ordinate per periodo, le produzioni ceramiche di Deruta dall’epoca arcaica fino al Novecento, con oltre seimila opere. Il percorso di visita comprende anche l’area archeologica delle Fornaci di San Salvatore, con strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento. Poi c’è l’esposizione a cielo aperto della produzione attuale, quella che si trova nelle botteghe ceramiche del centro storico: piatti di ogni grandezza, vasi di ogni forma, lampade, tavoli, quadri, pannelli ceramici, bigiotteria, formelle decorate. La variegata produzione dei maestri ceramisti attira lo sguardo e disorienta per la gran quantità. Scegliere cosa acquistare e in ugual modo dove acquistare, o anche solo dove posare l’occhio, è nello stesso tempo difficile e intrigante.
Qualcosa di nuovo, qualcosa di antico
Gli acquisti di ceramica possono iniziare anche prima di salire al centro storico. All’arrivo, lungo la centrale via Tiberina, appaiono le grandi insegne di moderni showroom straripanti di ceramiche decorate, con buone possibilità di parcheggio. Questo è il nucleo moderno di Deruta, abitativo e industriale, sviluppatosi parallelamente alla statale E45. Il nucleo storico, invece, è appollaiato su un colle dal quale è possibile ammirare l’ampio panorama sulla valle del Tevere. Conserva l’aspetto di borgo fortificato, di cui rimangono tre porte d’accesso. Le vie acciottolate, gli scorci e gli edifici medievali sono tutta un’esplosione di colori per le esposizioni delle botteghe di ceramiche. Passo dopo passo, di vaso in vaso, si arriva alla centrale piazza dei Consoli, al cui centro zampilla una fontana della metà dell’800. Intorno si affacciano il palazzo Municipale, che ospita la Pinacoteca, e la chiesa di San Francesco, in stile gotico. Aguzzando la vista si nota che qualche palazzo sfoggia sulla facciata eleganti decori in ceramica e pure in ceramica sono le insegne di ristoranti e bar, le raffigurazioni religiose, l’arredo urbano. A Deruta la ceramica è come un pregiato prezzemolo.
Una tappa fuori rotta
Proseguendo verso Orvieto, facciamo una deviazione con sosta a Gualdo Cattaneo. Sul territorio comunale sono presenti ben due aree attrezzate per camper, lontane però dal centro storico. Il nucleo antico ha nella Rocca dei Borgia l’elemento che più lo contraddistingue. È un massiccio torrione costruito sul finire del 1400, dalla cui sommità si domina un panorama vastissimo sulle colline soleggiate coltivate a vigneto. Il territorio circostante il borgo è zona DOCG per la produzione del Sagrantino, un pregiato vino dal colore rubino intenso, ed è attraversato dalla Strada del Sagrantino (www.stradadelsagrantino.it), un itinerario turistico che collega aziende agricole, cantine e borghi. Poco distante, è da visitare la piccola frazione di Marcellano per la pace che regna fra i vicoli, in continuo saliscendi, e per l’isolata chiesetta della Madonna del Ponte risalente al XVI secolo.
Proseguendo, ma a ritmo lento
Siamo all’ultima e grandiosa tappa della nostra caccia al tesoro: Orvieto, dove troviamo non solo tesori artistici, storici ed enogastronomici ma anche ricchezze impalpabili. Innanzitutto Orvieto è una Cittaslow (www.cittaslow.org), una città lenta che condivide la filosofia del “più buono, più pulito, più giusto” della rete internazionale delle piccole città del buon vivere collegate a Slow Food. Il buon vivere delle Cittaslow è inscindibile dal buon bere e dal buon mangiare, che si traduce eccellentemente nei numerosi ristoranti, nei wine-bar, nelle tante osterie di Orvieto. Fra i locali segnalati slow food, la trattoria La Grotta e la trattoria La Palomba. Anche il tempo da dedicare alla visita deve essere slow, muovendosi nel centro storico rigorosamente a piedi. Una bella veduta d’insieme della città è dall’alto della Torre del Moro, alta 47 metri e orientata secondo i quattro punti cardinali. Lo sguardo spazia sulle ondulazioni della campagna e sui tetti delle case, sulle piazzette vocianti, pian piano individua gli edifici storici che poi si andranno a conoscere nel dettaglio. Protesa verso il cielo, luminosa, gioiosa, Orvieto nasconde però una città buia e ingarbugliata.
Orvieto Underground
Di Orvieto esistono due versioni: una piena, sporgente sopra la rupe tufacea su cui è edificato il centro storico, e una vuota, arrotolata su sé stessa, sotterranea, scavata nella roccia. Quest’ultima è l’Orvieto underground, un dedalo di grotte e cunicoli scavati nel corso dei millenni, fin dall’epoca etrusca. La particolare natura geologica della rupe su cui sorge la città ha consentito agli abitanti di realizzare una vera e propria città nascosta dove vivevano e lavoravano. Una parte del labirinto è aperta al pubblico per visite guidate (tel. 0763/340688, www.orvietounderground.it). L’anima ipogea della città riserva altre sorprese. In via della Cava, nel cuore del quartiere medievale, si apre la porta d’ingresso al Pozzo della Cava (www.pozzodellacava.it), un complesso di cunicoli e grotte ricco di reperti archeologici, scavato nel tufo dagli Etruschi. La passeggiata sotterranea permette di conoscere interessanti testimonianze di secoli di vita quotidiana. All’estremità opposta della cittadina si trova il Pozzo di San Patrizio (tel. 0762/343768), che però non c’entra niente con il leggendario pozzo senza fondo. Questo è un vero e proprio pozzo per la captazione dell’acqua, progettato nel 1527 dalla mente geniale di Sangallo il Giovane, su incarico di Papa Clemente VII. La parte esterna visibile è molto modesta, grandiosa è invece la cavità: 54 metri di profondità e 13 di diametro, con una doppia rampa di scalinate elicoidali, 248 gradini e 72 grandi finestroni.
Riflessi dorati al tramonto
Dalla città oscura alla città piena di luce, dalla città sotterranea alla città aerea: è ora di visitare il centro storico e di conoscere le eccellenze del territorio. Vanto di Orvieto sono le ceramiche, tant’è che esiste uno “stile orvietano”, e i manufatti istoriati da splendidi decori esposti nelle botteghe sono un vero omaggio a questa antica arte. Seguono a ruota i vini, incalzati da olio d’oliva, specialità casearie e norcine. La produzione di vini DOC e la Strada dei Vini Etrusco Romana (www.stradadeivinietruscoromana.com) sono una conferma della qualità dei prodotti enogastronomici locali. Sul versante artistico, il monumento storico che più di tutti catalizza l’attenzione è il Duomo. Ardito e slanciato, forse smisurato in relazione alla piazza e agli edifici circostanti, è un capolavoro del gotico italiano. Riccamente decorato sulla facciata, è invece semplice ed essenziale sui fianchi. Va visto quando il sole calante ne indora la facciata, scintillante di marmi e mosaici policromi. Un’emozione che condensa il sogno e la fisicità di questa città.
Durata viaggio: 4-5 giorni - Chilometri percorsi: da Torgiano a Orvieto circa 120
Informazioni utili per il camperista
Come arrivare in camper a Torgiano
Provenendo da sud, dall’autostrada A1 uscire al casello di Orte e imboccare la E45 in direzione Perugia. Provenendo da nord, all’altezza di Bettole - Val di Chiana proseguire sul raccordo autostradale per Perugia quindi imboccare la E45 in direzione Roma.
Dove sostare in camper in Umbria
- Deruta: Punto sosta nel piazzale Togliatti, 06053 Deruta (PG), parcheggio con fondo in asfalto vicino al campo sportivo, 10 posti circa, GPS: N 42° 58’ 42.226’’ E 12° 24’ 50.407’’.
- Gualdo Cattaneo: Area attrezzata Parco Acquarossa, via Bonifacio, dispone di 60 piazzole con allaccio elettrico e servizio camper service, convenzionata con il Club di CamperLife, GPS: N 42° 53’ 31.034’’ E 12° 32’ 8.973’’.
Agriturismo Forte Sorgnano, via Cerquiglino 62, dispone di quattro piazzole attrezzate per la sosta camper, convenzionato con il Club di CamperLife, GPS: N 42° 57’ 48.647’’ E 12° 29’ 37.921’’. - Orvieto: Area attrezzata Renzo Battistelli, piazza della Pace, 55 piazzole su fondo asfaltato, custodita, nei pressi della funicolare per il centro storico, convenzionata con il Club di CamperLife, GPS: N 42° 43’ 32.196’’ E 12° 7’ 36.155’’. Agriturismo Pomonte, località Canino 1, area attrezzata per camper su fondo in ghiaia, possibilità di cenare e fare colazione, dista circa 8 chilometri dal casello di Orvieto dell’A1, convenzionato con il Club di CamperLife, GPS: N 42° 42’ 11.124’’ E 12° 11’ 11.183’’.
Info turistiche
Ufficio IAT di Perugia (anche per Deruta e Torgiano): Piazza Matteotti 18, Loggia dei Lanari, tel. 075/5736458 – 5772686, info@iat.perugia.it.
Ufficio IAT di Foligno (anche per Gualdo Cattaneo): Corso Cavour 126, tel. 074/2354459 – 074/2354165, info@iat.foligno.pg.it.
Ufficio IAT di Orvieto: Piazza Duomo 24, tel. 0763/341772, info@iat.orvieto.tr.it.
www.umbriatourism.it - www.umbriacultura.it.