Riprendendo un articolo dello scorso agosto, parliamo di una categoria di camperisti incivili che soggiorna in parcheggi comunali. Oltre a essere illegale, questa pratica è poco rispettosa della natura e della filosofia del turismo in libertà
Di recente mi è capitato sotto mano un articolo che avevo conservato e risalente allo scorso agosto. È stato pubblicato su La Nazione di Firenze e trattava l’invalsa abitudine di alcuni camperisti di trascorrere le proprie vacanze nelle aree di parcheggio. L’autrice dell’articolo esprimeva la sua incredulità nel constatare che persone che arrivano a spendere sino a 80.000 euro per un camper si riducano a soggiornare nei parcheggi. Naturalmente ha chiarito che non bisogna generalizzare e non tutti i camperisti si comportano in modo scorretto, ma nonostante la precisazione c’è stata una levata di scudi, non tanto per quanto ha scritto la giornalista, ma per giustificare la scelta che, secondo il pensare comune, è dovuta ai prezzi esorbitanti dei campeggi e alla mancanza di aree sosta attrezzate. Anche ammettendo in parte questa presunta verità, noi di CamperLife abbiamo fatto più di un’inchiesta sull’argomento e sappiamo che non è proprio così come ci si vuol far credere (e lo dimostrano anche le possibilità di sosta censite nella Guida Aree Sosta che avete trovata allegata al numero dello scorso marzo). Ad ogni modo, questa tesi non può e non deve giustificare un comportamento che ha dell’incredibile: secondo la giornalista, questi pseudo camperisti sono seduti ai tavoli come se fossero in una piazzola del campeggio, scolano la pasta, cucinano, dormono e fanno giocare i bambini sull’asfalto spesso sudicio. Fa piacere a tutti risparmiare qualche quattrino, ma se per raggiungere lo scopo è necessario trascorrere le vacanze in una suburra, allora forse abbiamo frainteso la filosofia che sta dietro un viaggio in camper. Una delle prime domande che vengono in mente a un camperista esperto è come questi campeggiatori scarichino le cassette del wc o le acque grigie. Si intuisce quale possa essere la risposta ed è proprio questo che indigna coloro che hanno fatto della loro vita un esempio di educazione. Ricordiamo inoltre che il codice della strada non permette di campeggiare sul suolo pubblico, a meno che non sia opportunamente attrezzato. Nel caso riportato dalla giornalista, stupisce che le autorità non siano intervenute per mettere fine a un simile obbrobrio che è un vero e proprio insulto per i camperisti che hanno fatto del turismo itinerante una scelta di vita e che si comportano con educazione e senso civico in ogni frangente. Questo articolo comunque è rappresentativo di una fetta di campeggiatori incivili dei quali si è molto dibattuto su ogni forum che tratta di vita all’aria aperta, anche con toni piuttosto accesi. Non si è però mai arrivati a nessuna conclusione e gli incivili continuano a comportarsi incivilmente, oltretutto screditando l’intera categoria di camperisti. Ci sono molte associazioni di settore nel nostro Paese e sarebbe opportuno che divulgassero tra i loro associati la cultura dell’ordine, della pulizia e dell’educazione, tutte qualità che dovrebbero essere insite in noi. La vita in camper non è spolpare ossa davanti a un fuoco come dei cavernicoli. La vita in camper è cultura, è apprezzamento dell’arte in ogni sua forma e, soprattutto, amore e rispetto per la natura.
Buon viaggio a tutti!