Le mille e una atmosfere della Francia meridionale

LA RICETTA TESTAROLI LES GOUDES

Sono cresciuto in Lunigiana, nel nord della Toscana, dove i testaroli sono un piatto tipico, servito col pesto. Ho voluto portarli in van con me per sposarli col coquillage marsigliese. Risultato golosissimo!

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

1 testarolo (solitamente basta per 4 persone; si compra in Lunigiana e online)

1 kg cozze

1/2 kg lumache di mare

10 cannolicchi

1 spicchio di aglio

prezzemolo q.b.

olio extravergine d’oliva.

PREPARAZIONE

Mettere a bagno per mezz’ora le conchiglie per spurgare la sabbia; mettere i cannolicchi con la testa verso il basso dentro un contenitore alto. Cuocere le lumache di mare in un po’ d’acqua, aglio e prezzemolo per circa 15 minuti, a fuoco lento e col coperchio. Aggiungere le cozze e far bollire finché non si aprono. Scolare e togliere i gusci. In un’altra padella versare un filo d’olio e cuocere i cannolicchi sgusciati per 3/4 minuti, quindi aggiungere gli altri molluschi con un po’ della loro acqua di cottura e spegnere. Far bollire i testaroli in acqua salata per un solo minuto, scolarli e passarli in padella per un minuto, a fuoco spento, per far assorbire l’acqua ed insaporire. 

ITINERARIO

Il nostro itinerario francese non può che iniziare al mare. Ma non una spiaggia qualunque. Scegliamo la residenza estiva del Presidente della Repubblica francese al Fort de Brégançon, proprio di fronte al bellissimo arcipelago di Hyères. C’è un’area di sosta incastonata in una bellissima pineta proprio in riva al mare: per 3 giorni non ci schiodiamo da quell’oasi di pace e acqua limpida. Non c’è modo di far uscire Edoardo dal suo scintillante salvagente giallo! La nostra seconda tappa è ancora sul mare, grande costante di questo viaggio: La Ciotat.

Siamo diretti al giardino botanico del Parc du Mugel, dove la brezza marina sferza lecci, querce da sughero, castagni, alberi di alloro, carrubi, pini d’Aleppo, pini di pietra, bambù, fiori selvatici, piante aromatiche e officinali e una collezione di agrumi e rose. Come possono convivere tutte queste varietà? Merito del microclima particolare davvero favorevole. Ci avventuriamo in passeggiata fino al belvedere, dove la vista sconfinata ci ripaga della piccola fatica.

Qui siamo alle porte del Parco nazionale delle Calanques, per gli appassionati una palestra di arrampicata a cielo e mare aperto dalla scenografia ineguagliabile. Noi che arrampicatori non siamo (Edo non ancora!) ci avventuriamo col nostro van sulla route des Crêtes che si inerpica sul costone roccioso collegando La Ciotat a Cassis. Il tramonto quassù è indimenticabile. L’approdo dell’indomani è il porto di Cassis, piccola perla incastonata nei calanchi. Se capitate di venerdì non mancate le visite gratuite ai giardini della Camargo Foundation, residenza internazionale di artisti votata all’arte contemporanea ed alla creatività. Una fucina di idee in un posto magico, non c’è che dire.

Da qui ci dirigiamo verso la grande signora del Mediterraneo, l’affascinante e verace Marsiglia, patria di mille storie di marinai e casa di tanti nostri amici. Françoise il primo giorno ci accompagna tra le viuzze del quartiere Panier che in tanti abbiamo amato sulle pagine di Jean-Claude Izzo, seguendo le indagini del commissario Fabio Montale. Salendo le suggestive viuzze che si inerpicano tortuose sul colle - dove un tempo la facevano da padrone il porto, i suoi marinai, i loro traffici - scoviamo tanti sfiziosi atelier e piccole boutique artigianali. L’indomani Samar ci prepara uno squisito pranzo libanese a casa sua, vicino La Plaine, uno dei centri nevralgici della città per i marsigliesi, enorme piazza di mercato non lontana dalle vie della movida del Cours Julien. Lì intorno c’è ancora vita di quartiere e le tipiche facciate marsigliesi sono tutelate. Iñaki ci spiega che sono facciate a 3 finestre larghe esattamente 7 metri, come le navi le cui assi venivano poi impiegate, dopo la demolizione, appunto per costruire case.

Le navi e l’andar per mare sono il grande demone della città, il cui simbolo più noto è senza dubbio la basilica di Notre-Dame de la Garde, nella cui navata pendono moltissimi scafi. La “madre buona” - come la chiamano i marsigliesi - è meta di un grande pellegrinaggio nel giorno dell’assunzione. Questa Madonna dei marinai che svetta sui tetti della città dal colle più alto è uno dei tanti “luoghi sacri condivisi” del mediterraneo, dove pregano insieme sia cristiani sia musulmani. Con Elisabeth e altri amici improvvisiamo un aperitivo all’aperto poco oltre Les Goudes, un vecchio villaggio di pescatori al limitare sud di Marsiglia da cui si dipanano alcuni sentieri delle Calanques.

Adoriamo Callelongue e la possibilità di farci del trekking anche con il piccoletto intento a curiosare dal marsupio! Con Basela si perlustrano i quartieri arabi di Noailles e Belsunce alla ricerca di thé alla menta e dolcetti al miele e delle vie in cui è cominciata la végétalisation, la decorazione verde delle strade da parte dei cittadini: in moltissimi hanno piantato le piante più disparate in vasi ricavati anche da oggetti di recupero e se ne prendono cura, per abbellire le strade e farne casa. L’operazione ha preso piede e l’amministrazione comunale ci ha addirittura scritto una guida, scaricabile da internet. Anais e Andrea ci raccomandano il mercato dei produttori locali de La Friche, il lunedi sera. La Friche, come dice la parola stessa, è un’ex fabbrica, ora recuperata alla vita culturale della Belle de Mai, il vecchio “quartiere italiano” di Marsiglia.

Oltre a mostre temporanee, concerti sul tetto-terrazza, skate park, orti sociali e chi più ne ha più ne metta, alla Friche ha sede Radio Grenouille che a suo tempo registrò delle “passeggiate sonore” nei vari quartieri della città che possono far da Cicerone dei giorni nostri (promenades-sonores.com).

Un’altra via d’accesso alla città è sicuramente il museo dedicato alla sua storia (https://www.musee-histoiremarseille-voie-historique.fr), una chicca da non perdere. Per allargare invece lo sguardo oltre Marsiglia, nulla di meglio che le proposte del MuCEM, museo dedicato ai due grandi orizzonti della città: Europa e Mediterraneo. Premiato come miglior museo dal Consiglio d’Europa nel 2015 per la sua programmazione culturale intensa e caleidoscopica, è un faro culturale di rilievo internazionale che non potete mancare (https://www.mucem.org/en).

L’ultima giornata marsigliese la dedichiamo a un tuffo sulla côte bleu. Vi consigliamo di sfruttare il “treno della costa blu”, che percorre i 32 km di calanchi da Marsiglia a Miramas, offrendo meravigliosi scorci panoramici. Ci lasciamo alle spalle Marsiglia e ci dirigiamo all’interno, verso il comune che per primo è stato riconosciuto come villaggio biologico in Francia, Correns.

Incontriamo Sébastien, dell’associazione locale Lou Labo, che ci racconta come il paese sia passato all’agricoltura biologica da oltre vent’anni: prima i viticoltori, quindi i contadini, seguiti da allevatori, apicoltori, un produttore specializzato in piante aromatiche e medicinali. Si è creato un circuito virtuoso che ha fatto degli abitanti di Correns dei paladini dell’ecologia, promuovendo un consumo consapevole di prodotti locali sani, dalla mensa scolastica biologica all’energia della città, prodotta con pannelli solari. Le valli intorno Correns sono verdi, una natura rigogliosa e riposante, ci passiamo una giornata di relax prima di rimetterci in viaggio diretti nell’affascinante Camargue. I cavalli allo stato brado, le saline ed i fenicotteri rosa sono veree proprie icone di questo paesaggio selvaggio. Se ci si addentra nel parco - a piedi, in bici o a cavallo - si può arrivare a distese luminose di sabbia bianca: in questa stagione sono tutte per noi!

Alla Maison du riz il piccolo Edoardo si diverte a scoprire una una vecchia macchina (italiana) che serve per decorticate rumorosamente il riso e ottenere il chicco integrale e, volendo, sbiancato. n

Richard Rossi