Essere camperisti è una ragione di vita che vede la vacanza non solo come divertimento, ma come un diverso approccio al viaggiare.
Questo 2018 col cinquantennale del ’68, dell’esplosione di rivolta giovanile contro l’autorità dei padri, dell’apice del successo di idoli dei teenager come i Beatles - ma l’elenco sarebbe interminabile - ha aperto in me una breccia spazio-temporale che mi ha riportato ai miei quindici anni. Quando, col viso ancora implume, per la prima volta mi sono sentito partecipe di diritto degli eventi che stavano trasformando il mondo nel segno del cambiamento e dell’indipendenza. Poco dopo avrei intrapreso quel lungo viaggio che, passando dalla tenda alla caravan e di seguito al camper, mi avrebbe fatto giungere alla realtà di oggi. Dico questo perché, anno più anno meno, è proprio intorno al ‘68 che sono nati molti marchi del caravanning.
È pur vero che in Gran Bretagna la costruzione di caravan rimorchiabili da automobili inizia nel 1920 e in Italia nel 1929 per opera di Giuseppe Rigoldi, ma il vero boom della caravan è quello che da metà degli anni Sessanta proseguirà per oltre un decennio. Poi si affacceranno i primi camper, i molti mansardati, gli ambiti motorhome, gli inaspettati semintegrali. Come spesso capita, si celebra il passato per poi parlare del presente. E infatti, in questo lasso di tempo questa formula di vacanza dalle molteplici sfaccettature è cresciuta; tanto che oggi il camperismo non è più riservato a una ristretta cerchia di amatori. Per certi aspetti è diventato ormai una sorta di turismo di massa, che prende però le distanze da tutte le altre formule tradizionali di viaggio e di soggiorno.
Quello che accomuna moltissimi sostenitori di questo turismo basato in prima battuta sul rispetto della natura è il senso di comunità, di appartenenza, persino di orgoglio, in una condivisione di intenti che difficilmente ha riscontro in altre forme di viaggi-vacanza. È una ragione di vita che vede la vacanza non solo come divertimento, ma anche e soprattutto come diverso approccio al viaggiare, l’andar per luoghi, amalgamarsi con il territorio in modo consapevole, mettendo in contatto le persone con realtà diverse, stimolandone la curiosità e l’esperienza. Ma non solo. Il camperismo assicura una nuova dimensione del viaggio in funzione di più stili di vita.
Con un veicolo ricreazionale è possibile muoversi a caccia di cultura, svago, sport, benessere, natura, relax e avventura. E tutto questo portandosi dietro la casa - ma volendo - anche l’ufficio o il laboratorio con ogni genere di comfort, impensabili su una vettura o tanto meno sui trasporti pubblici di terra o di aria. Cercando la chimera del veicolo “tuttofare”, il veicolo ricreazionale a motore è in pratica il mezzo che più si avvicina a questo ideale, perfettamente in linea con il crescente individualismo dei viaggiatori.
“Andarsene in giro” con la propria casa mobile, spostandosi in piena autonomia e libertà, è sempre più il desiderio di chi, al posto della seconda casa, della vacanza in albergo o del viaggio “tutto compreso”, è alla ricerca di qualcosa di diverso che soddisfi al meglio le proprie e molteplici aspettative. Del resto il camperismo è sempre stato portatore di questi ideali che trasformano il viaggiare da semplice esperienza di destinazione in cultura turistica.