I camperisti si lamentano dei comuni che non danno loro la giusta considerazione, mentre le amministrazioni hanno paura che i viaggiatori itineranti sporchino o non rispettino le regole: purtroppo, la ragione non sempre sta dalla nostra.
Purtroppo il turismo in libertà non è sempre ben visto da qualche amministrazione comunale, che accusa i camperisti di comportarsi alla stregua delle orde barbariche. Viceversa, i camperisti spesso accusano i comuni di discriminazione e di ignorare completamente le loro esigenze. Chi ha ragione? È difficile da dire, ma l’esempio che riportiamo assolve l’amministrazione comunale e purtroppo condanna alcuni colleghi possessori di camper.
Villar Pellice è un ameno villaggio montano posto nella valle del torrente omonimo. Possiede un’area sosta che definire bellissima è riduttivo. È dotata di camper service, di servizi igienici, barbecue e di lavelli per le stoviglie e costa 6 euro per una sosta di ventiquattr’ore. Il contesto in cui è situata è perfetto: alberi di alto fusto a creare l’ombra giusta, zona esposta al sole per gli amanti della tintarella e così via. Ebbene, nonostante questo e il modico costo, vi sono dei camperisti che preferiscono sostare in libera. E lo fanno installandosi nei prati privati che, data l’economia prevalente del borgo, sono prati coltivati a pascolo. Non sto ad illustrarvi lo scempio che provocano i mezzi nell’erba alta.
Come se non bastassero i danni provocati, questi nostri colleghi vanno a scaricare le acque grige e le cassette del WC nel camper service dell’area sosta. La sola operazione costa 2 euro che dovrebbero essere versati all’addetto alla riscossione. Mi diceva uno dei gestori dell’area che molti “outsider” vanno a scaricare quando oramai sono sicuri che l’addetto alla riscossione abbia terminato la sua giornata lavorativa, mentre coloro che non possono aspettare ingaggiano lunghe discussioni per non pagare quei due miseri euro.
Fortunatamente, l’amministrazione comunale di Villar Pellice è molto tollerante e non si lascia certamente condizionare da pochi camperisti indisciplinati, ma non tutti i comuni posseggono la stessa tolleranza e molto spesso il comportamento indecente di alcuni nostri colleghi determina una presa di posizione drastica nei confronti di tutta la categoria. Questo è maggiormente vero nelle località a grande flusso turistico, dove gli amministratori si trovano a dover affrontare le critiche di coloro che gestiscono le strutture di accoglienza canoniche, i quali si vedono diminuire gli introiti per effetto della sosta libera. Purtroppo la diatriba tra comuni e camperisti è un discorso tra sordi.
Non per niente questo scritto è stato intitolato “La storia infinita”, dove le parti in causa sono tutte perdenti: i comuni perderanno visitatori e i camperisti verranno sottoposti ad una vera e propria repressione. Vale la pena di scatenare una guerra per qualche spicciolo? Assolutamente no. Ricordiamoci sempre che il viaggio, breve o lungo che sia, è tanto più godibile se chi lo effettua trova una buona accoglienza che lo metta a suo agio. Soggiornare in una località dove la comunità dei residenti è ostile e si rischiano rappresaglie significa non conoscere le regole del buon vivere e, trattandosi di viaggiatori itineranti, dell’arte di viaggiare. Buon viaggio a tutti!