Viaggio nel Perigord, regione francese ricca di spunti e di borghi da scoprire, per Mauro Gianneschi e famiglia, partiti da Lucca con il loro Dethleffs
Pasqua nel villaggio
L’avventura che raccontiamo l’abbiamo vissuta durante le vacanze pasquali dello scorso anno: siamo andati nel Perigord, alla ricerca dei più bei villaggi di Francia, censiti dalla pubblicazione “Les Plus Beaux Villages de France”, Guide officiel de l’Association Les Plus beaux Villages de France, edito da Sélection du Reader’s Digest.
18 aprile
Partiamo da Lucca alle 10 con tutta tranquillità e, dopo diversi chilometri percorsi su autostrade italiane, attraversiamo il Fréjus per poi arrivare sulla costa, a Saint Raphael, in Costa Azzurra. Prendiamo la strada per St. Tropez e, due chilometri prima di arrivare in centro, deviamo a destra per raggiungere l’AA di Pampelonne, già testata varie volte negli ultimi tempi. Sono le 17,30, il sole è ancora alto, ma il vento teso e gelido ci obbliga a rientrare nel tepore del camper dopo poco.
P Pampelonne vicino a St Tropez, in AA (GPS: Lat: 43.239103 - Long: 6.661477) - km 485
19 aprile
Sveglia con tutta calma e ricca colazione. C’è il sole, ma fuori è ancora freddo, nonostante siano ormai le 10,30. Ci allieta una telefonata di due amici che ci comunicano che anche loro sono in Francia e ci propongono di andare a vedere insieme Rocamadour. Detto fatto, ma essendo la cittadina assai lontana, decidiamo di fare una sosta intermedia a La Couvertoirade. Abbiamo le coordinate del punto sosta. Passiamo Nîmes, poi diamo al navigatore le indicazioni di seguire la D999, che attraversa un bellissimo paesaggio di natura carsica, molto selvaggio e poco antropizzato, l’altopiano di Causse du Larzac, tra i sette e ottocento metri. Arriviamo a La Coivertoirade (censito dalla rivista “Le Plus Beaux Villages de France”) per l’ora di cena e ci sistemiamo subito nel parcheggio a pagamento, riservato ai camper (ma privo di servizi). Dopo cena facciamo una capatina nel borgo deserto, sapientemente illuminato da lampade gialle, che esaltano gli angoli chiari più belli da quelli in ombra di minore importanza. Fa un freddo cane, siamo a 5°C. Accendiamo la stufa al minimo. Siamo in compagnia di pochi camper.
P a La Coivertoirade, punto sosta senza servizi (GPS: Lat: 43.911686 - Long: 3.314341) - km 365
20 aprile
È Pasqua e pioviggina, ma andiamo a visitare il villaggio de La Coivertoirade con tutta calma. I negozietti cominciano ad aprire. Armati di ombrelli percorriamo le strade lastricate del villaggio, lucide di pioggia. Di origine medievale, circondato da mura in pietra con cammino di ronda, è appartenuto prima ai Cavalieri Templari e, successivamente, dopo che questo ordine fu sciolto, ai Cavalieri di Malta che aggiunsero i bastioni cilindrici, intorno al 1450. Il villaggio fu coinvolto marginalmente dalle vicende storiche relative alla Guerra dei Cent’anni. La chiesa, alta su una rupe, all’interno del borgo, anch’essa fortificata, si presenta a un’unica navata, molto semplice, corredata dal piccolo cimitero dove si possono ammirare le magnifiche stele discoidali in pietra, di origine celtica. Rientriamo ai camper e ci dirigiamo verso nord. Dopo pochi km arriviamo a Sainte- Eulalie-de-Cernon, dove c’è un bel parcheggio con scarico camper sotto le mura del borgo (GPS: 43.983307, 3.137003). Posto in alto sulla campagna circostante, circondato da mura in pietra, di origine medievale, il piccolissimo borgo (261 abitanti) presenta un impianto urbanistico senza una logica precisa, se non quella di circondare la piazzetta principale, con bella fontana a vasca ombreggiata da platani secolari, sulla quale si affaccia anche l’unica chiesa del paese. Il fatto curioso è che essa è priva di facciata e l’ingresso avviene dall’abside, attraverso un bellissimo portale scolpito nel marmo chiaro dell’Aveyron. Riprendiamo strada per fermarci poco dopo a Le Cavalerie (GPS: Lat. 44.008916 long. 3.152895), villaggio piccolissimo, anch’esso circondato da mura con bastioni e stradine strettissime, con antiche case medievali in pietra. Lo sviluppo urbano lo ha circondato facendone un interessante scrigno storico, nel quale è piacevole passare mezz’ora. Proseguendo sulla D809 si attraversa un paesaggio calcareo privo di vegetazione alta e ricco di emergenze naturali, come i pinnacoli calcarei che spuntano dal terreno come dita pronte a graffiare il cielo. Per alcuni chilometri il Plateau du Larzac ci accompagna fino ai primi contrafforti collinosi, in cui la strada sale fino a regalarci le immagini delle gole della Dourbie e del Tarn, giù in basso, prima di arrivare a Millau, dominato dal suo ponte moderno, il Viaduc de Millau che, appoggiato sui piloni più alti d’Europa, attraversa la piana su cui sorge la cittadina. Proseguiamo fino a Rodez. Il Camping Municipale (GPS: Lat. 44.353930 Long. 2.584644), vicino al centro è fermé! L’alternativa, poco pratica, è usufruire dell’area attrezzata presente in paese, in basso rispetto all’abitato e abbastanza lontana da esso. Non ci sono servizi urbani per raggiungerlo. La bici al seguito non può essere usata per l’erta salita. Per di più piove! Rinunciamo così alla visita.
P a Rodez in area attrezzata (GPS: 44 21 26,3n - 2 35 37,7e). L’area è a est della cittadina, in basso rispetto a essa, in un ambiente ameno, inserito in un parco verde urbano, ma lontano dal centro. Nei giorni festivi non c’è il servizio navetta per raggiungerlo - km 115
21 aprile
Partiamo da Rodez senza aver visitato la cittadina. Prendiamo la D994 per andare a vedere il villaggio di Belcastel (censito dalla rivista). Arroccato sulle pendici scoscese della valle dell’Aveyron, dominato da un imponente maniero (in parte museo e in parte resort di alto livello) con donjon di forma squadrata e torri di difesa cilindriche, il villaggio è percorso da vie lastricate, strettissime, adeguate all’orografia del luogo. Case in pietra locale che si affacciano sull’unica via percorribile con un mezzo e che fa anche da passeggiata lungofiume. Un antico ponte a schiena d’asino lo attraversa per arrivare alla chiesa del paese e a un piccolo campeggio al bordo della riva, che si raggiunge non dal paese, ma da una deviazione da ovest, in quanto il ponticello sopradescritto non consente il passaggio di grossi mezzi. Il piccolo spiazzo davanti alla chiesa è il punto migliore per uno sguardo generale al villaggio e al castello. Dalla sommità di questo, invece, lo sguardo corre sui tetti delle case e sul serpeggiare del fiume in basso. Il parcheggio, l’unico (GPS: Lat. 44.386192 Long. 2.330471), si riempie rapidamente nei giorni prefestivi e festivi per cui conviene arrivare abbastanza presto per trovare posto. Ripartiamo, dopo una ricca colazione a base di croissant e caffè, in direzione ovest, per arrivare a Cardaillac (censito). Minuscolo villaggio anticamente protetto da remparts e da torri del XII secolo, di cui solo tre sono rimaste in piedi dopo la distruzione dovuta alla guerra dei cent’anni e a quella di religione. La comunità Cardaillacois, di religione protestante, era la più grande del Quercy e, durante la crisi cattolica, partecipò attivamente alla distruzione della chiesa parrocchiale di St Julien. Dopo l’editto di Nantes la cittadina fu restituita alla comunità cattolica e nel 1600 le opere difensive del villaggio vennero abbattute, escluse la Tour Ronde, la Tour de l’Horloge e la Tour de Sagnes, che vediamo tutt’oggi. Il parcheggio, molto tranquillo, è al bordo del villaggio (GPS: Lat 44.678899 Long 1.997974). Lasciamo Cardaillac con le sue tragedie storiche, per arrivare a Lacapelle-Marival (altro villaggio censito), poco distante da quello precedente. La parte emergente è il grosso castello, che cattura lo sguardo appena si arriva, dopo aver parcheggiato il mezzo nella grande piazza (Lat 44.728073 Long 1.929136). Di origine Alto Medievale (1200 circa), si erge fuori dal circuito delle mura che proteggevano la cittadina. Coronato da torrette cilindriche con tetto a cono e numerosi abbaini, si abbraccia in un unico sguardo dal prato sul lato sud. Si entra all’interno del borgo dalla porta ad arco protetta da un donjon cilindrico. Percorrendo le sue strade si arriva a una bella Halle (mercato coperto) del 1400, con copertura a travature in legno su pilastri in pietra. L’unica nota dolente è che, nei giorni festivi, questi piccoli paesi sono deserti e tutte le botteghe sono chiuse, per cui non si vive la vita reale della comunità, ma si patisce la condizione di turisti estranei, solitari e distratti. Ci spostiamo di pochi chilometri verso ovest e la curiosità di un cartello turistico ci spinge a vedere la chiesa fortificata di Rudelle. Sistemato il camper nel comodo parcheggio del parco pubblico, andiamo a curiosare. Bell’edificio duecentesco, imponente nella sua struttura compatta. Al pian terreno c’è la chiesa, al piano superiore le feritoie e le bocche da fuoco denotano la sua funzione difensiva. Ritornando sulla principale D840, percorriamo un altopiano calcareo (Causse de Gramat), dove vediamo numerosi allevamenti di oche, dalla quali si ottiene il famoso paté de foie gras (paté di fegato d’oca). Oltrepassiamo Gramat (varrebbe la pena fermarsi un attimo a vedere la cittadina, ma è tardi) per arrivare alla meta di questa sera, Rocamadour. Con le coordinate del nostro GPS troviamo con qualche difficoltà il parcheggio riservato ai camper (senza servizi), a causa di sensi unici da poco predisposti. Siamo nella parte alta del villaggio, vicino al castello. Ci sono già numerosi camper parcheggiati ma troviamo posto anche noi. Cena con il tavolo sotto gli alberi, come fanno anche tanti francesi, e con il buio della notte facciamo una passeggiata al Belvedere de l’Hospitalet, sulla strada alta, per vedere la cittadina dall’alto, con la rocca e la chiesa della Vergine Nera illuminate, le stradine lungo la parete rocciosa e i tetti delle case.
P a Rocamadour nel parcheggio alto del castello in area camper senza servizi (GPS: Lat 44.799863 Long 1.616218). Gratuito. Vicino alle scale che scendono in paese e altrettanto vicino alla funicolare, che scende per prendere l’ascensore per la basilica di Saint Sauveur (o della Madonna Nera) - km 160
22 aprile
Prendiamo l’ascensore per scendere a visitare Rocamadour. Tutto il villaggio è arroccato sulla falesia che domina il fiume Alzou. In alto il castello sovrasta il borgo, a metà costa l’imponente monastero dove di trova l’immagine della Madonna Nera e, più in basso, il villaggio fatto di case tipiche con le stradine invase da pedoni e da numerosissime botteghine di souvenir. La nota triste è che anche le auto percorrono queste strette vie, facendo lo slalom tra i turisti. Famosa meta di pellegrinaggio fino dall’antichità, si ritiene che Saint Amadour si identifichi con la figura di Zacheo, marito di Santa Veronica, fuggito dalla Terra Santa e rifugiato in questo ambiente, divenuto poi, secondo la leggenda, miracoloso. Una lapide dichiara che anche Enrico III d’Inghilterra abbia fatto visita a questo monastero e sia ripartito, guarito da alcuni mali che lo affliggevano. Risaliamo ai camper e pranziamo, poi ripartiamo prendendo la D127 per raggiungere il Chateau de la Treyne (GPS: Lat 44.849562 Long 1.525576), con magnifico giardino e una posizione invidiabile sulla Dordogna. Adesso è un hotel di gran classe, ma il giardino è visitabile gratuitamente. Attraversiamo il fiume sul ponte in ferro ottocentesco, con qualche timore perché è largo poco più del camper e molto rumoroso al passaggio, per effetto della cassa armonica prodotta dalle ruote sulla lamiera di base. Proseguiamo sulla strada che costeggia il grande fiume che, con la Garonne, forma il grande estuario della Gironda a Bordeaux, sull’Atlantico. Il tempo è buono e il sole scalda la campagna. Arriviamo a Sarlat-la-Canéda (censita), andando a parcheggiare nell’AA dedicata ai camper (GPS: Lat: 44.892425 - Long: 1.212594), poco fuori dal centro storico.
Un po’ rumorosa, perché fiancheggia la strada di scorrimento. Provvista di colonnina attrezzata a gettone per il carico d’acqua. Ci sono molti camper - km 65
23 aprile
Tiriamo giù le bici (finalmente) e andiamo in città. In centro si svolge il mercato dell’alimentation. Assaggi di salami, formaggi, paté e tante altre leccornie. Il centro è meraviglioso, ricco di bei palazzi e belle case a graticcio, c’è gente ovunque e dunque la cittadina è viva, non solo di turisti, ma soprattutto di locali, che fanno la spesa, girano con ceste di ortaggi, pane e bottiglie di vino.
Visitiamo la cattedrale di Saint Sacerdos, che è molto bella e imponente, in stile gotico sulla Place du Peyrou invasa dai banchi degli ambulanti. Sul retro, passando dal Passages des Enfeus, si arriva alla Lanterne des Morts (o Tour Saint Bernard), di forma cilindrica e tetto a cono, di origine medievale, ma di uso incerto. Questa cittadina è una delle più belle del Perigord e di tutta la Francia. Risaliamo la strada per arrivare ai camper, pranziamo e dopo partiamo alla volta di Beynac et Cazenac (censito), sulla Dordogna. Il parcheggio è a due chilometri dal borgo fortificato, posto in alto sulla campagna e sul fiume (GPS: Lat 44.844604 Long 1.145516). Dall’alto la vista del fiume e del paesaggio circostante ripaga la fatica della lunga camminata per raggiungere il paese. La parte emergente su tutto è naturalmente il castello, imponente e maestoso, a protezione del borgo con la sua figura. Sotto, i meandri del fiume che scorre lento, percorso dalle numerose imbarcazioni di turisti che guardano dal basso l’insieme architettonico. Storicamente è stato conquistato più volte dalle armate inglesi e da quelle francesi durante la guerra dei cent’anni, poi abbandonato durante la rivoluzione; recentemente restaurato, è stato aperto al pubblico dal suo attuale proprietario. Ripartiamo per arrivare a Castelnaud la Chapelle, anch’esso arroccato in alto su uno sperone roccioso che domina la Dordogna. C’è un parcheggio camper a pagamento, proprio in alto (GPS: Lat 44.815517 Long 1.143981). Con poca fatica, a piedi, si raggiunge il piccolissimo centro storico alla base del castello. Ripartiamo costeggiando la Dordogna, sulla destra orografica fino ad arrivare in pochissimi chilometri a La Roque Gageac (censito). Sistemazione rapida nella bella area attrezzata sul fiume (GPS: Lat: 44.82433 - Long: 1.184099). È l’ora giusta per la cena, il sole è all’orizzonte e ci sono dei tavoli di legno con panche, giusto per apparecchiare la tavola. Il fiume scorre a pochi metri e i camper sono a portata di mano. Dopo cena l’immancabile passeggiata lungofiume, illuminato discretamente e in lontananza vista su Castelnaud, con il suo castello.
- km 31
24 aprile
Al mattino visitiamo il paesino. Le case sono arroccate sulla falesia a picco sul fiume. In alto si notano caverne e ripari di epoca troglodita. La storia di questo borgo è importante fin dal medioevo, in quanto crocevia di fiorenti commerci di prodotti della terra che, con il fiume navigabile fino al mare e quindi fino a Bordeaux, arrivavano sulla costa con le tipiche imbarcazioni a vela chiamate gabares. Al ritorno queste chiatte riportavano merci nuove, acquistate sull’Atlantico. A mezza costa si percorre una stradina che porta fino alle fortificazioni preistoriche, fiancheggiata da notevoli piante tropicali e mediterranee, che hanno trovato il loro habitat naturale di sviluppo. Ci lasciamo attrarre dall’idea di percorrere il fiume su una di queste gabares a vela per turisti. Il porticciolo è proprio sotto i camper e quindi... via! Durante il percorso un’audioguida spiega ampiamente la storia di questi traffici e lo sviluppo della cittadina fino a oggi. Interessante anche la storia geologica del sito che si manifesta al passaggio lungo le rive attraverso l’esposizione degli strati rocciosi che la corrente dell’acqua ha evidenziato alla vista. In certi periodi dell’anno, quando la corrente del fiume era particolarmente violenta, per fare il percorso dalla costa in senso contrario le gabares venivano caricate sui carri, insieme alle merci, per ritornare a La Roque. Partiamo per Domme, pochi chilometri più a sud (censito). Sosta in area attreezzata fuori dal paese (GPS: Lat: 44.800821 - Long: 1.221848). Ci avviamo a piedi verso il centro del paese e, dopo qualche centinaia di metri, siamo di fronte alle mura del borgo. Vi si accede dalla Porte de Tours, protetta da due grossi torrioni cilindrici in pietra bugnata. Ci troviamo presto nella Place de la Rode, dove fa bella mostra di sé la Maison du Batteur de Monnaie (casa del battitore di valuta); poi percorriamo la Grande Rue fino a Place de la Halle, dove si trova l’ingresso alle grotte, che si sviluppano per 450 metri in meandri sotterranei. Il borgo si erge alto su un promontorio a dominare la Dordogna, circondato ancora da alte mura in pietra, erette da Filippo l’Ardito intorno alla metà del ‘200. Arriviamo fino al Belvedere de la Barre per ammirare i meandri del fiume sotto di noi, poi rientriamo ai camper dopo aver acquistato due bottiglie del famoso Rosé di Domme, vino fruttato dal gusto delicato. Partiamo per Gourdon. Siamo agli sgoccioli delle nostre ferie. Parcheggiamo nell'area attrezzata comunale AA (GPS: Lat 44.734194 Long 1.385294) e ci avviamo verso il centro storico, distante 10 minuti a piedi. Bella chiesa gotica intitolata a St Pierre. Case medievali a graticcio e rinascimentali. Ripartiamo alla volta di Cajarc, sul fiume Lot, dove sappiamo esserci una AA alla vecchia stazione ferroviaria dismessa.
P a Cajarc in area attrezzata (GPS: Lat 44.484646 Long 1.845609), sul fiume Lot, notte tranquilla ma piovosa e fresca - km 120
25 aprile
Questa mattina il cielo è velato ma non piove. Visitiamo il piccolo villaggio di Cajarc sul fiume Aveyron, con case disposte a cerchi concentrici che denotano un’origine medievale: al centro la piazza e la chiesa di Saint Etienne, dal possente campanile del XIII secolo. Ripartiamo dopo poco. Direzione est fino a Villefranche de Rouergue. Parcheggio in una grande piazza a margine della cittadina (GPS: Lat 44.353708 Long 2.030655), vicino alla Gendarmerie. A piedi arriviamo in centro. Bellissima la Place Notre Dame. La chiesa è gotica, con grande avancorpo fortificato che dà accesso all’interno. La piazza antistante, di forma quasi quadrata, è circondata di edifici gotici e rinascimentali, con arcate a portici per la protezione dei cittadini in caso di pioggia. Al centro dell’area c’è un’originalissima fontana moderna a getti d’acqua, nascosti a raso della lastricatura. Ripartiamo verso sud per raggiungere Sauveterre de Rouergue (censito). Parcheggiamo adiacenti al centro storico, sotto gli alberi (GPS: Lat 44.220598 Long 2.317085) ed entriamo nella bella Places des Arcades. Di forma rettangolare, è circondata da bei palazzi che con 47 arcate prospettano la piazza stessa, sotto le quali è bello passeggiare. Di origine medievale, conserva sei porte d’accesso con altrettante torri, le case, in parte a graticcio e alcune rinascimentali, e la bella chiesa gotica del XIII secolo. Ripartiamo in direzione est: vogliamo arrivare a La Couvertoirade, alla stessa area di sosta dell’inizio del viaggio, per fare meno chilometri nella giornata seguente.
P a La Couvertoirade (GPS: Lat: 43.911686 - Long: 3.314341) parcheggio camper, ma senza servizi - km 190
26 aprile
Inizia il percorso di rientro verso casa. Partiamo alle 10, fuori ci sono 4°C ma è sereno. Siamo sull’altopiano dell’Arzac, a quota 800 mt circa. Ce la prendiamo comoda perché stasera dormiremo di nuovo a Pampelonne, vicino a Saint Tropez, quindi i chilometri da fare non sono tanti. Facciamo tutta strada normale. Molti tratti sono di superstrada veloce, per cui arriviamo presto, nel pomeriggio, all’area attrezzata in riva al mare.
P a Pampelonne in AA (GPS: Lat: 43.239103 - Long: 6.661477) – km 357
27 aprile
Ripartiamo in direzione Italia e, facendo tutta autostrada, alle 18 siamo a casa - km 485
Viaggio effettuato: dal 18 al 27 aprile
Gli autori: Mauro Gianneschi di Lucca
Il veicolo: Detlheffs Magic Edictions del 2013
Le tappe: Pampelonne, La Couvertoirade, Rodez, Rocamadour, Sarlat-La-Canéda, La Roque Gageac, Cajarc, La Couvertoirade, Pampelonne
I chilometri percorsi: 2373