Per il nostro amico a quattro zampe è fondamentale sentirsi parte di un branco e fare attività con noi, che siamo il suo nuovo e unico punto di riferimento. Impariamo come instaurare una relazione corretta.
Per avere una buona relazione con il cane è necessario capirsi. L'essere uniti non significa solamente convivere ma partecipare in modo attivo nella vita del nostro amico a quattro zampe con rispetto delle sue caratteristiche di specie. Se abbiamo deciso di condividere la nostra vita con un cane dobbiamo inoltre assumerci la responsabilità che una volta accolto nella nostra casa, il cane non può decidere di andar via e di cambiare famiglia, ha solo sé stesso e noi diventiamo il suo nuovo riferimento di branco.
Per il cane essere in relazione significa soprattutto fare attività insieme a noi e il legame sarà tanto più forte quanto maggiore è il suo coinvolgimento per vivere insieme emozioni, luoghi e spazi. Purtroppo molti riversano sull’amico Fido le proprie mancanze di attenzione, trattano il cane come se fosse un essere umano proiettando su di lui delle aspettative, trasformandolo in una sorta di specchio riflettente di se stessi. Un altro fattore nemico di una buona relazione è la banalizzazione del rapporto, dare per scontato il rapporto senza sforzarsi di capire le esigenze e le necessità del nostro cane.
Se pensiamo che procuragli cibo, un riparo e un giardino con qualche gioco bastino al nostro amico per essere felice fino al nostro ritorno siamo molto lontani da quelle che sono le basi per avere una relazione con lui; quello che è importante per il cane è sentirsi parte di un branco e fare attività insieme, dal giocare al passeggiare o semplicemente condividere un momento di relax uno accanto all’altro. Se tutto ciò che è la sua gestione ci pesa, crea problemi o se avvertiamo solo i vincoli che comporta vivere con un cane, la relazione non esiste. Quando si abbandona la voglia di fare, di uscire, di giocare e soprattutto di voler conoscere il nostro cane significa decidere in modo unilaterale di non investire energie e tempo per renderlo felice.
Un legame è basato sul fatto che la relazione stessa è fonte di piacere, di poter fare nuove esperienze, di curiosità o di vedere quello che ci circonda anche con i suoi occhi: il cane ci ama per quello che facciamo con lui, non per ciò che abbiamo. La convivenza con Fido dovrebbe essere un’apertura, uno stimolo a nuovi desideri e non una limitazione ai propri bisogni. Imparare a conoscere quello di cui ha bisogno con amore e rispetto del suo essere “cane” è il passo fondamentale per costruire un rapporto solido basato sulla fiducia. Il nostro cane dovrà avere il piacere di starci accanto o di seguirci non perché ci teme ma perché ne ha voglia. Ogni atto di violenza, urla, grida o imposizioni, oltre ad essere inammissibili eticamente, non portano a nulla. Per impostare un corretto rapporto, è necessario imparare il linguaggio di Fido e, se ci sentiamo inesperti, inadeguati o semplicemente insicuri nell’insegnargli quella che viene chiamata l’educazione base chiediamo l’aiuto di un professionista.
L’educatore cinofilo ci darà gli strumenti di partenza per poter comunicare in modo corretto con il cane, che legge le posture del nostro corpo o le espressioni del viso per cercare di capirci. Spesso il nostro comportamento lo manda in confusione perché il corpo può comunicare esattamente l’opposto di ciò che gli chiediamo a voce. Ad esempio se gli chiediamo di venire con una nota di rabbia nel tono penserà che lo stiamo sgridando mentre se lo invogliamo a venire da noi con un tono amichevole e una postura d‘invito al gioco correrà subito a raggiungerci. Importantissimo è non “adescare mai il cane” ossia attirarlo a noi per poi deludere le sue aspettative, così facendo perderemo fin dall’inizio la sua fiducia e otterremo esattamente l’opposto.
Occorreranno invece calma e pazienza e se mostra di non conoscere le nostre regole evidentemente ci siamo spiegati male: bisognerà con molta umiltà e calma spiegarle di nuovo. Lo scambio comunicativo è continuo per il nostro cane, che legge le nostre posture nell’arco di tutta la giornata, sette giorni su sette, ricordiamoci inoltre che essendo lui che deve imparare ad adeguarsi alle nostre regole di vita cittadine dovremo inviare messaggi molto chiari senza mandarlo in tilt con discorsi di parole infiniti che non potrà comprendere. Il cane appartiene a una specie che non concepisce l'isolamento, essendo lontano parente del lupo.
Lasciarlo tante ore da solo o costringerlo a vivere senza compagnia per lui è inammissibile ed è una forma di maltrattamento: se anche non porta cicatrici sul corpo, non significa che il cane non stia soffrendo. I segnali più evidenti di disagio possono essere l’abbaio continuo, mordersi o leccarsi insistentemente la coda e le zampe, l’essere poco reattivo oppure eccessivamente irritabile agli stimoli. L’isolamento prolungato da noi e dagli altri cani può inoltre portare all’insorgere di malattie psicofisiche: ecco perché se scegliamo di adottare un cane abbiamo la responsabilità di essere noi gli artefici del suo benessere e della sua felicità.
LO SAPEVI CHE…
Il cane prima di sdraiarsi si gira su se stesso raspando a volte la cuccia e solo dopo due o tre giri si sdraia tranquillo perchè originariamente calpestava il terreno per liberarlo da sassi o legni e renderlo confortevole, inoltre dalle zampe libera il sudore e passandole nello stesso punto marca il territorio. Anche dare la zampa è un gesto antico perché durante l’allattamento il cane impara a compiere questo gesto per strizzare le mammelle della mamma. Una volta cresciuto, alzare la zampa, oltre ad essere un richiamo d’attenzione, può anche significare una richiesta di cibo.