Si dice spesso che i turisti itineranti in camper sono una risorsa per le località che visitano. È vero, ma non del tutto. Se facessimo un calcolo di ciò che spendiamo giornalmente in vacanza, le pretese del “tutto gratis” si ridurrebbero sicuramente
Tempo fa ho assistito a una querelle tra un camperista e il gestore di un campeggio. Il camperista, pur non essendo ospite della struttura, chiedeva di poter scaricare le acque grigie nel camper service del camping. Il gestore glielo avrebbe permesso dietro corrispettivo di 2 euro. Il camperista se n’è andato maledicendo il malcapitato e accusandolo di strozzinaggio. L’episodio di per sé è insignificante, ma è esemplificativo della convinzione di molti camperisti che il camper service sia un servizio dovuto e quindi gratuito. Mi dispiace deludere chi la pensa in questo modo, ma non è così: il carico e scarico ha un costo per la comunità ospitante ed è quindi corretto pagarlo. Se qualche comune decide di fornire tali servizi in via gratuita, lo fa solo come concessione e per scelta, non certo perchè sia un obbligo. Sento già le obiezioni di certi miei colleghi per i quali i camperisti sono una risorsa perchè ciò che spendono serve a compensare i costi che la comunità ospitante si accolla per fornir loro dei servizi. Io ho qualche dubbio in proposito e se facessimo un rapido calcolo di ciò che spende giornalmente in media un equipaggio capiremmo che il contributo in soldi che lascia non è sufficiente per compensare i costi che procura. Ancora peggiore è la situazione di quei comuni che, pur non essendo a vocazione turistica, si sono dimostrati virtuosi e si sono attrezzati di camper service. In queste località il camperista si ferma esclusivamente per liberarsi dei rifiuti che ha prodotto e anche se approfittando della sosta comprasse il giornale e il pane, difficilmente riuscirebbe a compensare il disagio procurato agli abitanti. Aggiungo che c’è sempre una gran levata di scudi quando qualche amministrazione, stufa di dover spendere soldi per rimediare ai danni provocati dai turisti troppo invasivi, limita l’accesso ai camper. Ma, da quel che ne so, non ci sono campagne contro la maleducazione del turista. Al proposito racconto un fatto sintomatico di ciò che può succedere quando noi camperisti non ci comportiamo secondo le regole del vivere civile. Fino a circa quattro anni fa il comune di Fontaine de Vaucluse, nel Luberon, in Provenza, metteva a disposizione degli ospiti con veicolo ricreazionale un’area situata lungo il corso della Sorgue, in un contesto veramente bello, con un prato e alberi d’alto fusto che donavano frescura. Io stesso ho trascorso qualche giorno di relax in quell’area. Il camper service era un po’ primitivo, ma comunque è servito allo scopo per molti anni. La zona di sosta era limitata da una sbarra che all’entrata si apriva automaticamente, mentre all’uscita si apriva solamente previo pagamento di 3 euro. Una tariffa fissa, indipendente dalla durata della sosta che poteva quindi anche essere di parecchi giorni. La sbarra in uscita veniva aperta in serata per permettere un rapido sgombro dell’area in caso di emergenza. Orbene, avreste dovuto vedere la fila dei camper che all’ora di apertura della barriera si defilavano per non pagare i 3 euro richiesti. Il risultato è che l’area è stata chiusa, la nuova costa 9 euro al giorno ed è situata vicino a una discarica. Visto il risultato, forse vale veramente la pena di meditare sul significato di do ut des. Buon viaggio a tutti!
Per gli aspetti legali del servizio di camper service offerti dalle strutture private o a gestione privata potete consultare anche il parere dell'Avv. Angelo Costa