Garda, sinfonia per le quattro stagioni

La gardesana orientale, il nastro grigio srotolato tra il lago e la montagna, è la strada che introduce il turista alle quattro stagioni in riva al lago: ad inizio primavera, con la timida ripresa delle vivaci atmosfere delle località turistiche; a Pasqua, invece, come per magia, ecco la veloce ed improvvisa riapertura di tutte le attività, con il lago che riprende le sue tipiche sembianze e la montagna si veste di nuovi colori, specialmente il “giardino d’Europa”, come viene definito il Monte Baldo, per le sue varietà floreali autoctone, in particolare orchidee selvatiche, spesso utilizzate per la creazione di nuovi ibridi commerciali. Poi arriva l’intenso traffico estivo: sulla strada occorre prudenza, con fastidiose colonne d’auto quando si attraversano i paesi lacustri, le spiagge affollate, bar e ristoranti estivi sui lungolaghi, aria di spensieratezza, di voglia di divertirsi. In autunno, la lenta ma inesorabile tristezza si accompagna allo spegnersi delle vetrine del lago, con meno gente a passeggio ad approfittare delle giornate soleggiate che anche la stagione brumosa regala. Ma, dall’altra parte della strada, ecco la montagna, con le sue caratteristiche stradine che portano alle località alpine: qui si accende la stagione invernale, quella più attesa dagli amanti degli altipiani e delle loro prelibatezze, con l’alta quota che si propone in questa stagione come paradiso anche degli sport invernali.

IL PADRE DEL LAGO

Nel terziario, era dei grandi movimenti geologici, un’enorme massa di rocce calcaree si staccò dal Monte Baldo e franando a valle provocò una profonda e lunga voragine nel suolo sottostante, reso fradicio e melmoso dalle continue piogge. Si formarono così il letto e il bacino del lago. Nell’epoca successiva, il quaternario, era glaciale, i ghiacciai che ricoprivano l’arco alpino nel loro lento movimento, trascinarono a sud i detriti che si depositarono in formazione semicircolare, generando la zona collinare dell’anfiteatro morenico del Garda, mentre il ghiaccio, sciogliendosi, riempì quella voragine. Nacque da questi poderosi eventi naturali il lago di Garda. Il Monte Baldo ne costeggia la riva orientale, disposto in direzione sud-est, all'altezza di Peschiera/Lazise sino a Torbole, seguendo la riva del Garda fino a Malcesine/Torbole in posizione spostata a nord ovest per oltre 40 km. Inevitabile che le profondità maggiori del lago siano all’altezza delle località sovrastate delle cime più alte della montagna, dove la voragine era più profonda, tra Torri del Benaco e Malcesine: si arriva fino a 300 metri di profondità media in questi tratti, i più battuti dai pescherecci che ogni giorno riforniscono i grossisti di ristoranti e pescherie. Il lavarello del Garda è il pesce più richiesto, dalla carne bianca priva di lische, adatta ad ogni condimento, piatto principe dei ristoranti di fascia medio-alta delle località alpine, capaci di abbinare con fantasia e creatività il buono del Garda e quello del Baldo.

Un esempio per tutti, il lavarello in salsa di castagne ed asparagi baldensi. Per salire in quota senza fatica, nella parte meridionale del Baldo c’è la funivia di Prada, frazione di San Zeno di Montagna, che porta da 1.000 metri ai 1.900, apprezzata da chi usa la mountain bike. Chiusa da tempo per manutenzioni straordinarie, dovrebbe riaprire in primavera. Dalle cime più alte la visuale abbraccia tutto il basso Garda, con panorami esaltanti, emozionanti: lo sguardo va dai colli Eugenei delle Prealpi venete, con i rilievi del gruppo Carega e della Lessinia, la Val d’Adige, sino alla pianura padana e, più in profondità, se le condizioni atmosferiche lo permettono, alle vette degli Appennini Emiliani. Gli appassionati di fotografia quassù hanno un bel da fare: in inverno, nelle giornate di sole, la profondità di campo visivo si fa già nitida ed ampia, mentre certo non rimarranno delusi gli appassionati di bridwatching, oltre tante varietà di falchi e una nutrita schiera di rapaci, oltre a colorate farfalle che allietano la vista quando l’aria torna a diventare tiepida.

DA CAMPO A PUNTA SAN VIGILIO

Scendendo verso valle, magari in mountain bike come fanno in tanti, a 600 metri ci si imbatte in un vero paese fantasma, un borgo davvero delizioso e caratteristico, in bellissima posizione vista lago circondato da uliveti, e castagneti; è Campo, frazione di Brenzone del Garda, a breve distanza sulla destra, da San Zeno di Montagna; deviando dalla strada, lo si raggiunge solo a piedi o in bici. Un tempo un tranquillo borgo, lentamente gli abitanti hanno lasciato le loro case ed oggi sono rimasti pochissimi nostalgici, meno di dieci persone. Suo malgrado è divenuto una sorta di museo, con le caratteristiche casette, i viottoli che disegnano angoli pittorici. Esisteva un progetto, forse troppo ambizioso, di farne un centro turistico di laboratori a cielo aperto degli artigiani gardesani, a lavorare ferro, rame, legno intagliato e sassi. La pandemia ha fermato ogni aspirazione. Impossibile non notare l’imponente sagoma di Punta San Vigilio, la lingua di montagna che scende nelle acque del lago, sembra quasi per abbeverarsi, dal profilo che riprende le sembianze di un coccodrillo. È una località tra le più spettacolari del Garda, punto di giunzione tra il basso e largo lago e quello l’alto, stretto e incanalato tra i monti, alla stregua di un fiordo norvegese. Un piacevole percorso tra ulivi e limoni a libera raccolta, in ciottoli e dal fascino medioevale, porta alla punta che ospita villa Guarienti e la storica chiesetta dedicata a San Vigilio. L’insenatura a destra disegna la Baia delle Sirene, da molti considerata la spiaggia più bella del lago; il bagno in questa parte del lago è riservato ai buoni nuotatori: basta un solo passo sulla battigia e la profondità scende a centinaia di metri! Come dicono gli abitanti della montagna:

“Si conosce il Baldo, poi si vive il Baldo, si può anche sfruttare il Baldo. Ma non si può andarsene senza innamorarsi del Baldo”.

IL BASSO E L’ALTO MONTE BALDO

Il basso Monte Baldo, ovvero la parte meridionale della montagna compresa tra Caprino Veno a valle, boschive, per lo più conifere. Qui non ci sono località a metà altezza sui versanti e l’unico sistema per salire in quota è la celebre funivia a cabine rotanti di Malcesine. Turismo e sport nella quattro stagioni, è la montagna dove si può imparare il parapendio, degli indescrivibili panorami vista lago. Anche se il comprensorio sciistico non può competere con le più rinomate stazioni dolomitiche, sciare con vista sul lago più bello d’Europa, non è cosa da tutti. È qui che si trova la punta rocciosa più alta, Cima Valdritta, posta a quota 2.270 metri: per gli amanti dell’arrampicata alpina, è la classica “montagna della porta accanto“, quella da raggiungere magari anche ogni weekend, mentre per gli abitanti dei territori limitrofi è la testimone più importanteronese e Brenzone del Garda, caratterizzata da una vegetazione spontanea per lo più cespugliosa, piante aromatiche e ornamentali, ospita località alpine sorte a varie altitudini, Marciaga, Albisano, San Zeno di Montagna, veri balconi naturali a 500-700 metri d’altitudine sul lago. Poi ecco Lumini, Prada, Costermano, con le loro stradine bellissime e panoramiche che si arrampicano con i caratteristici tornanti, sono le classiche del ciclismo veneto. Sono le località vista lago, sul versante occidentale della montagna, la posizione migliore per assistere a cena dalle verande dei ristoranti agli spettacolari tramonti gardesani autunnali, quando il sole già più basso sulla linea dell’orizzonte, disegna giochi di luce e d’ombra, scenografici riflessi sull’acqua. Sul versante opposto della montagna, meno turistico, ma con le sue intrinseche attrazioni, troviamo Ferrara di Monte Baldo, Spiazzi e il suo famosissimo e scenografico santuario Madonna della Corona, edificato all’interno di una parete verticale rocciosa della montagna a picco sulla Val D’Adige, che chiama alla visita non solo i fedeli da tutta Europa.

Ancora, Novezza, con il suo giardino botanico, una sorta di riproduzione in miniatura della montagna con le sue varietà floreali, progettato per i visitatori a mobilità ridotta e il suo centro astronomico pubblico. Sono tutte località che si sono votate a fornire i più svariati servizi turistici, dalle scuole d’equitazione al noleggio delle mountain bike, gli scarponcini da trekking con bacchette. I più allenati possono risalire la montagna sino alle vette più insidiose, Cima Telegrafo con i suoi 2.000 metri sul livello del mare. L’alto Monte Baldo, a cavallo tra le province di Verona e Trento, presenta ripide pareti che scendo nel raccontare la storia di questi luoghi, tra i poteri della Serenissima di Venezia che impose ai comuni la costruzione delle malghe per cederle in affitto agli allevatori locali. Locali tipici, con il grosso camino per la lavorazione del latte, i vani per la stagionatura dei formaggi e sul retro un ripostiglio per il riposo notturno. Oggi le oltre cinquanta strutture localizzate sul Baldo sono inutilizzate: qualcuna è stata acquistata da privati per trasformarla in rifugio alpino, ma rimangono una memoria indissolubile, punti di riferimento nei tracciati trekking e mountain bike. È la montagna che segnava il confine con l’impero austro-ungarico e quassù circolava una moneta locale, con pesi e misure proprie, la galetta malcesinesis, riconosciuta e valida in tutti i territori della Serenissima. Le mulattiere, i vecchi tracciati disegnati dai contrabbandieri, oggi sono divenuti sentieri in quota, mentre un consorzio che conta ben cinquecento soci coltivatori, nelle fasce più a valle, produce un apprezzato olio d’oliva, grazie a coltivazioni che a queste latitudini sarebbero impossibile se non fosse per il particolare clima condizionato dalla massa d’acqua. Un microcosmo tutto speciale davvero, quello del Lago di Garda e del vicino Monte Baldo.

SUA MAESTÀ IL PORCINO

Sovrani indiscussi del regno micologico, i porcini prediligono i terreni ricchi di muschio, all’ombra di abeti, cipressi e conifere, dei boschi di faggio. Il fogliame che ricopre il sottobosco d’autunno, nasconde spesso il cappello del fungo più pregiato, ben mimetizzato nei colori e si rischia di non vederlo e rovinarlo calpestandolo. Il permesso alla raccolta si ottiene dietro versamento intestato alla comunità del Monte Baldo di 7 euro per la raccolta giornaliera, 13 per la settimanale, 33 la mensile, oppure annuale da 65. Il quantitativo massimo consentito per persona al giorno è di 3 kg, di cui non più di 1 per ogni singola specie. Per quanto esperti, è sempre sconsigliato avventurarsi in montagna alla ricerca di funghi da soli e senza un adeguato equipaggiamento di sicurezza.

IL GEMELLO SIAMESE

Per ampliare le possibilità e il numero di piste sci a disposizione, apprezzare nuovi panorami e conoscere altre cittadine, si può ricorrere al gemello siamese del Monte Baldo, il trentino Monte Altissimo, che arriva a 2.079 metri d’altezza e si presenta assai possente, ben raggiungibile dall’autostrada A22 del Brennero all’uscita Ala Avio. Si affaccia sulla Val Lagarina (o Vallagarina), rinomata per i vigneti autoctoni del Marzemino, insieme al Teroldego Rotaliano i vini rossi più pregiati del Trentino. È una montagna che soffre la vicinanza del fratello molto più celebre: insieme condividono la base, poi la natura ha provveduto a separare i corpi rocciosi e farne due diverse montagne. Qui, alle sue primissime pendici, si distende la seconda città della regione dopo il capoluogo Trento, Rovereto, con i suoi musei, tra cui quello d’arte moderna e contemporanea, di notevole spessore il ciclo dedicato al Futurismo, tra i maggiori in Italia, allestito all’interno di un palazzo che per l’architettura non ha nulla da invidiare al Louvre; oppure il Museo della Guerra, che raccoglie reperti e testimonianze del grande conflitto combattuto nelle trincee scavate nella montagna. Da Rovereto ci si arrampica verso Brentonico, cittadina sorta a una media altitudine, circondata da scenografiche rocce che riportano evidenti le impressionanti erosioni dei ghiacciai. È un tempio articolato della natura subalpina, mentre gli amanti dello sci possono procedere a destra o a sinistra, scegliere tra le piste di San Valentino o di La Polsa, purtroppo non collegate tra loro dagli impianti. Ma nel complesso si tratta di un soddisfacente comprensorio invernale, con circa quaranta chilometri di piste a disposizione degli appassionati, con possibilità di belle escursioni anche per lo sci di fondo. 

ACQUA MIRACOLOSA, DOPO UN VIAGGIO DI 20 ANNI

In montagna, il carattere carsico ha determinato l’assenza di sorgenti naturali ma al contrario ne ha fatto una sorta di punto di raccolta, un bacino naturale impluvio nella fascia degli 800-1000 metri d’altitudine: pioggia, neve sciolta a primavera, le acque che filtrano tra le rocce in percorsi tortuosi arrivano a scendere sino a 2500 metri sotto il livello del mare, arricchendosi di proprietà chimiche e fisiche. Sgorgheranno così, dopo un viaggio lungo ben venti anni, come Fonte Boiola nel lago di Garda, acqua definita ipertermale perché sgorga alla temperatura di 69° C, ricca di componenti minerali (zolfo sotto forma di idrogeno solforato, sodio bromo e iodio) convogliata in tubature d’acciaio inossidabile a rifornire i celebri istituti termali di Sirmione. Diversi centri specializzati per la sordità rinogena, aerosol, idromassaggi, percorsi riabilitativi nell’acqua, tutte le terapie termali, fanno di questa cittadina un centro sanitario e turistico di assoluto pregio, dal piacevole clima, dalle suggestive attrazioni naturalistiche, archeologiche e artistiche. La località gardesana preferita per la gita fuori porta della domenica per gli abitanti delle zone limitrofe.

PER LA SOSTA

In questa zona non mancano davvero le opportunità di sosta, anzi l’offerta è ampia come in poche altre località: sono infatti almeno sessanta i camping attrezzati, da Peschiera a Torbole, posti in riva al lago ed ai piedi del Monte Baldo, in buona parte ad apertura stagionale, ma alcuni anche in autunno e nei periodi più favorevoli dell’inverno.

Tra i tanti, segnaliamo il Serenella di Garda a Bardolino (tel. 045 7211333), il Continental nella stessa località (tel. 045 7210192) o i diversi camping a Malcesine, in posizione ottimale per raggiungere la funivia per le piste da sci. Inoltre, ci sono l’area sosta San Zeno di Montagna (tel. 045 7285322) presso l’agriturismo Cà Longa e l’area sosta non attrezzata sul retro di Piazza Cà Schena in centro al paese; ancora, il parcheggio libero in località Spiazzi adiacente al percorso pedonale per il santuario Madonna della Corona, il parcheggio Ferrara di Monte Baldo in via Chiesa (tel. 371 4195820), il camping Mamma Lucia a San Zeno di Montagna (tel. 045 728 5038) e l’Aquapark Camping a Brenzone sul Garda (tel. 351 943 0663).

Gianpiero Ronchi