Un viaggio attraverso dieci fra i villaggi più belli della Linguadoca, tra luoghi ancestrali e misteriosi
La Linguadoca è forse una delle regioni francesi più intriganti, dal punto di vista dell'esoterismo. Questo grazie ai Catari, con la loro religione dal carattere misterioso e all'attiva presenza dei Templari che, per sentito dire, hanno contribuito molto a rendere ancora più stimolante la vicenda legata al Catarismo. Non sarebbe male quindi, prima di partire alla scoperta di questa affascinante regione, crearsi una certa cultura sul suo passato, in modo da comprendere più facilmente i tratti di questa terra aspra, ma bellissima.
Misteriosa Linguadoca
La Linguadoca, tra le regioni francesi, è quella più segnata dalla storia ed infatti fu abitata sin dalla preistoria, passando per i Celti, i Greci, i Romani, i Visigoti sino a giungere ai giorni nostri. La parte però forse più conosciuta ai non francesi è quella del periodo del Catarismo, ovvero alla seconda metà del XII secolo. Questa religione non è nata localmente, ma è un'emanazione del Bogomilismo, originario dell'Europa orientale.
Data la conformazione stessa della Linguadoca, terra aspra che all'epoca doveva essere poverissima, la dottrina del dualismo attecchì facilmente tra i suoi abitanti e visitandola, si capisce anche perché i nativi abbandonarono le fede cattolica per abbracciare una dottrina che dava loro la speranza di poter risorgere dallo stato di miseria in cui si trovavano.
Fortunatamente oggi la Languedoc, dal modo occitano di dire sì (oc), è una regione assai evoluta che, grazie al vino e al turismo, ha raggiunto un certo benessere economico, conservando tuttavia nei suoi villaggi, oggi perfettamente restaurati, l'atmosfera che si respirava al tempo dei Catari e che tanto intriga coloro i quali sono attratti dall'esoterismo.
Per conoscere quest'atmosfera il viaggio toccherà dieci villaggi tra i più belli della regione.
L'itinerario inizia da Lussan
Villaggio situato nel dipartimento del Gard e classificato tra i più belli di Francia. Situato su di uno sperone roccioso dominante la Garrigue. Fu abitato sin dalla preistoria, come testimonia il menhir (megalite monolitico) de la Lèque. Un'unica strada, protetta dal castello medievale sale al villaggio.
Sebbene sia stato al centro della rivolta dei protestanti, i cosiddetti “camisard”, i calvinisti delle Cévennes che all'inizio del sec. XVIII si ribellarono a Luigi XIV, è oggi una località assai tranquilla e vivibile, ricca di case antiche in pietra, tipiche dei villaggi medievali francesi.
Pur non essendo ricco di monumenti architettonici, se non vogliamo considerare tali le sue case antiche, Lussan dispone comunque di alcuni spunti interessanti, come il già citato castello medievale, il castello di Fan del XVI secolo, les Concluses, gole scavate dall'Aiguillon e dal Merderis, il menhir de la Lèque, la cappella del XIV secolo e le tre filature di seta che hanno costituito l'apice economico di Lussan nel XIX secolo.
Sainte-Enimie, villaggio misterioso
Secondo la leggenda il villaggio di Sainte-Enimie, classificato tra i più belli di Francia, prende il suo nome da una principessa merovingia, la giovane e bella Enimie che, nel VI secolo, miracolosamente guarita dalla lebbra, si ritirò in una caverna sulle rive del Tarn, dove avrebbe compiuto diversi miracoli.
Ancora oggi si può vedere la grotta in cui si ritirò e la fonte di Burie le cui acque avrebbero guarito la principessa merovingia.
Visitando il paese, situato nello spettacolare scenario delle Gole del Tarn, di cui abbiamo già parlato su Camperlife 78 del giugno 2019, ci si accorge che niente è cambiato rispetto al VI secolo, epoca in cui si presume abbia avuto origine.
Per arrivare al suo centro storico il visitatore deve attraversare il bel ponte seicentesco che lo catapulta in un'atmosfera di altri tempi, con stradine lastricate, case in pietra e balconcini fioriti.
Tra i suoi monumenti interessanti vi è la chiesa di Notre – Dame – du – Gourg del XII secolo, ma rimaneggiata nel XIV e i resti dell'abbazia benedettina del VI secolo.
Nei dintorni si possono invece trovare ben tre castelli: Prades, Hauterive, in rovina e difficile da raggiungere, e Castelbouc, anch'esso in rovina e pressoché irraggiungibile.
Una curiosità da non perdere è il villaggio “Utopix”, interamente realizzato in pietra dalle forme più bizzarre.
Prima di lasciare definitivamente le Gole del Tarn vale ancora la pena di vistare i borghi di Castelbouc, le cui case sono addossate ad enormi massi, tanto da assumere delle forme strane, proprio per seguire il profilo delle rocce. (Info: www.mairie-sainte-enimie.fr)
Garde – Guérin, villaggio fortificato
Per visitare la Garde – Guérin, altro villaggio classificato, ci si deve spingere sino alle gole del Chassezac, fiumiciattolo che si getta nell'Ardèche a monte di Vallon – Pont – d'Arc. Sorto nel XII secolo come villaggio fortificato a difesa del Chemin de Régordane che collegava, passando attraverso le Cevenne, il Mediterraneo a Le – Puy – en – Velay. Oggi La Garde si presenta completamente restaurato, con molte vestigia del passato, come la chiesa romanica, i resti del castello, la torre, i bastioni, il fossato e diverse case d'epoca che si affacciano sulla strada principale, completamente lastricata di vecchie pietre che le conferiscono l'aspetto che ogni visitatore si aspetta di trovare visitando siti storici.
La popolazione residente conta al massimo una dozzina di persone, tuttavia i visitatori potranno trovare tutti i servizi necessari per una buona accoglienza turistica.
Essendo situato in una zona naturale particolarmente interessante, il villaggio offre un'ottima base di partenza per delle escursioni nella natura e in particolare alle gole del Chassezac il cui percorso completo è di circa 40 chilometri, per cui abbastanza impegnativo. Tuttavia chi non ha esperienza di trekking, può usufruire del punto panoramico che dista cinque minuti di cammino dal centro e offre una vista spettacolare sulle gole.
Montclus, nel Gard provenzale
Naturalmente non poteva sfigurare con le località che abbiamo visitato precedentemente, per cui, com'è facilmente prevedibile, Montclus è inscritto anch'esso nel club dei villaggi più belli di Francia. Si tratta di un piccolo borgo rannicchiato in un meandro del fiume Cèze ricco di viuzze su cui si affacciano belle case rurali ottimamente restaurate. È inutile dire che si tratta di un luogo pieno di fascino, ancor più accentuato dall'abbazia di Mons Serratus e dal castello, ambedue del XII secolo. Il centro nevralgico, se così si può definire, è la Place des Aires su cui sono disposte la chiesa e alcune belle case in pietra. Com'è tipico delle piazze centrali dei borghi storici francesi, vi sono disposte diverse panchine in pietra ombreggiate da tigli e platani. Di qui si dipartano a raggiera diverse viuzze, come le suggestive rue de l'Arceau, de l'Echoppe e Souleiado.
Circondato da verdi colline e da una vegetazione lussureggiante, senza dimenticare la Cèze, nelle cui acque ci si può bagnare nella stagione estiva, anche le vigne e campi di lavanda a perdita d'occhio conferiscono a Montclus un carattere particolare che si può tranquillamente tradurre in “dolcezza di vivere”. (Info: www.village-montclus.fr)
Aiguèze, villaggio medievale tra i più belli di Francia
È situato all'estremità delle rinomate gole dell'Ardèche, punto ideale quindi per iniziare l'esplorazione di questa meraviglia della natura, (vedere CamperLife Viaggiare Facile n° 78 del giugno 2019).
Prima di immergersi nella visita delle “gorges”, è tuttavia d'uopo esplorare il villaggio, posto su di un promontorio affacciato sul fiume.
Originalmente sorto attorno al suo castello, di cui è ancora possibile visitare le rovine, Aiguèze si presenta con un centro storico completamente lastricato, con la piazza della chiesa a fungere da salotto buono e una “grande rue” in cui è possibile scorgere alcuni pittoreschi passaggi coperti e numerose case antiche che hanno mantenuto nei secoli l'aspetto originario.
Il borgo è molto piccolo, per cui lascia ancora tempo per salire alle rovine del castello da cui si ha una vista strepitosa sulla valle dell'Ardèche, vera premessa di ciò che riserva l'esplorazione delle gole. Aiguèze si trova al centro di una zona che offre altri gioielli, pertanto vale la pena di approfittare della visita della località per conoscerli ed apprezzarli.
Tra questi ci piace citarne due che non distano più di quindici chilometri dal villaggio: l'Aven d'Orgnac, una maestosa grotta la cui formazione ha avuto inizio cento milioni di anni fa, la certosa di Valbonne, fondata nel 1204. (Info: www.aigueze.fr)
La idilliaca La Roque sur Cèze
Villaggio tra i più belli di Francia in cui hanno la fortuna di vivere meno di duecento persone. Per raggiungere La Roque – sur – Cèze bisogna attraversare il ponte a dodici arcate, costruito nel XIII secolo, il cui nome, Carlo Martello, è un enigma, in quanto questo re francese non ha avuto ruoli nella storia di La Roque.
Per arrivare al centro storico bisogna salire, ma la fatica viene presto ricompensata da ciò che si apre agli occhi dei visitatori. Un nugolo di stradine lastricate, dai nomi che evocano le attività del passato, come “Traverse des Muriers”, Traversa dei Gelsi o “Rue de la Magnanerie”, Via della Bigattiera o addirittura la fatica, come “Rue Rompe – Cul” che porta alla sommità estrema del villaggio, ospitano delle bellissime case in pietra, letteralmente sommerse da oleandri, viti canadesi, e alberi di mirtilli rossi, le cui fioriture, a partire dalla primavera, le inondano di colore.
Approfittando del labirinto costituito dalle stradine, si arriva al castello del XII secolo, non visitabile perché di proprietà privata, come anche la cappella a esso annessa, questa tuttavia occasionalmente aperta al pubblico. Se la fatica della salita non viene ricompensata dalla visita del maniero, si può sempre contare su di un panorama mozzafiato sul fiume Cèze che s'incunea nella valle tra vigne, macchie di arbusti e boschi in quantità.
A poche centinaia di metri dal borgo, un'altra meraviglia della natura accoglie i visitatori. Si tratta delle “Cascate Sautadet”, formate dal fiume che si è scavato la via nel massiccio calcareo, dando luogo a un corso fatto di crepacci e marmitte dei giganti. (Info: http://www.laroquesurceze.fr/)
Uzés, fascino nascosto
È l'unica località di questo affascinante viaggio che non sia inscritta nel circuito dei villaggi più belli. Poco male, perché il mancato inserimento non sminuisce per nulla il fascino di questa bella cittadina che ha alle spalle una lunga e ricca storia che l'ha vista partecipe in molte vicende, sin dalle sue origini, come piccola fortificazione gallo-romana. Fu caratterizzata da alcune comunità religiose, tra cui quella ebraica e catara e fu al centro delle guerre di religione del XVI secolo che devastarono la Linguadoca.
Il centro medievale è un intrico di vicoli stretti e tortuosi che sembrano difendere il castello ducale, posto al centro.
La Place aux Herbes, interamente porticata, non è solamente la sede di un famoso mercato che si tiene il sabato sin dal Medioevo, ma è anche il cuore della cittadina e sede per antonomasia della vita sociale dei cittadini di Uzés che qui vi si recano, oltre che per fare spese nel fornito mercato, anche per trovare momenti di aggregazione e di rilassamento nei numerosi bar e ristoranti che popolano la piazza.
Oltre alla Tour Fenestrelle che dà il benvenuto ai visitatori che arrivano nella città, vi sono ancora altre torri degne di ammirazione: la Bermonde, appartenente al castello ducale, la torre del Vescovo e la torre reale.
Numerose sono anche le residenze aristocratiche, testimoni del fiorente commercio tessile tra il Cinquecento ed il Settecento. Esempi rimarchevoli di quest'epoca sono il palazzo Le Portalet e l'Hotel de Ville. (Info: www.uzes.fr)
Eus, il villaggio più soleggiato di Francia
Con Eus si riprende la visita dei villaggi classificati e ci si avvicina ai Pirenei, dove il viaggio trova gradualmente la sua conclusione. Si tratta di un incantevole villaggio nel Bas-Conflent, poco prima di Prades. È noto per essere il villaggio più soleggiato in Francia, per esattezza quello che riceve più irraggiamento ogni anno, ben 1960 ore.
Appollaiato sul fianco della montagna, si presenta con una forma piramidale al cui apice si trova la chiesa di Saint-Vincent-d'En-Haut. Il villaggio in sé è piuttosto piacevole, con molte stradine che seguono la curva della montagna e con fiori che abbelliscono le case molto ben tenute e costruite in modo armonioso, al riparo della fortezza del X secolo, oramai scomparsa, voluta dai conti di Cerdagne, per respingere alternativamente, secondo l'evolversi della guerra, le truppe francesi o quelle spagnole. (Info: www.les-plus-beaux-villages-de-france.org)
Villefranche – de – Conflent, patrimonio dell’Umanità
L'itinerario ci porta ora verso Sud-ovest e si inserisce sempre di più nei Pirenei depositandoci a Villefranche – de – Conflent, cittadina Patrimonio dell'Umanità UNESCO e villaggio classificato.
Sin dal Medioevo il luogo ha visto una forte antropizzazione anche in virtù della sua posizione, contesa per secoli da Spagna e Francia.
Già nel secolo XI i conti di Cerdagne vi costruirono una fortezza che fu poi rinforzata nel XVII secolo, dopo la pace dei Pirenei, stipulata nel 1659, dall'onnipresente Vauban.
Sono proprio le fortificazioni a essere la caratteristica di Villefranche e difficilmente gli amanti delle architetture militari potranno resistere al loro fascino seducente, con i bastioni e le porte fortificate a rimandare i visitatori indietro nel tempo.
La Rue Saint Jean è l'arteria principale, su cui si affacciano numerose abitazioni, inserite nell'Elenco dei Monumenti Storici francesi e negozi di souvenir, gallerie d'arte e bar alla moda. Tutto questo però non basta perché il visitatore non può esimersi dall'attraversare il Pont Saint Pierre, dovrebbe poi visitare la torre campanaria del municipio e la chiesa di Saint Jaques, con il suo bel portale scolpito.
Il Vauban non si accontentò di rinforzare le fortificazioni esistenti, ma costruì, nel 1681, sulle alture che sovrastano Villefranche, un nuovo forte, chiamato Liberia che, a sua volta venne ancor più fortificato nel XIX secolo per opera di Napoleone III. Una scala sotterranea di 794 gradini collega il forte alla cittadella. Chi lo vuole visitare può, come gli arditi soldati dell'epoca, utilizzare la scala, chi è un po' meno coraggioso utilizzi invece la navetta. (Info: www.villefranchedeconflent.fr)
Mirepoix
Salendo verso nord, la strada ci porta ora a Mirepoix, bellissima “Bastide” (termine francese che indica un agglomerato urbano di nuova fondazione N.d.R.) situata nei Pirenei catari.
La cittadina, che segna anche la fine del viaggio, venne ricostruita, in seguito a una disastrosa inondazione, a partire dal 1289 e venne edificata a scacchiera, secondo la tipica disposizione delle “Bastide”.
Il suo punto nevralgico e altamente suggestivo è la piazza porticata, “les couverts”, circondata da belle case a graticcio costruite su portici in legno che ospitano negozi di tendenza e caffè all'aperto, posto ideale quindi per gustare un aperitivo, ammirando il via vai delle persone. Tra le facciate più interessanti vi è quella della Casa dei Consoli, ornata di sculture in legno dal tipico sapore medievale.
Ad aumentare ulteriormente il fascino del salotto buono di Mirepoix, contribuisce altresì la cattedrale di Saint - Maurice, iniziata nel 1298 in stile gotico – meridionale. Si tratta di un edificio veramente imponente, le dimensioni della navata misurano infatti 48 metri di lunghezza e 22 di larghezza, per cui costituisce un buon colpo d'occhio per coloro che si avvicinano alla cittadina.
Una piazza con queste caratteristiche non può non avere un mercato degno del contesto, per cui ogni lunedì mattina gli spazi liberi vengono occupati dalle bancarelle che trasformano il sito in un tripudio di colori e di aromi, giusto stimolo all'aperitivo accennato in precedenza. (Info: www.tourisme-mirepoix.com).
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MISURE PER L’INGRESSO IN FRANCIA E ITALIA
Dal 25 maggio 2020, per entrare in Francia metropolitana dall’Italia, i viaggiatori devono presentare una attestazione e una autocertificazione di assenza di sintomi covid-19 nelle ultime 48 ore.
Questi documenti sono disponibili sul sito del Ministero dell’interno francese. Scarica l’attestazione per entrare in Francia e l’autocertificazione di assenza di sintomi covid-19 qui.
Dal 3 giugno, i viaggi dall'Italia verso la Francia e viceversa non sono più soggetti a restrizioni né obbligo di quarantena.
APPUNTI DI VIAGGIO
Dove sostare
Lussan
A.A, Place des Ecoles, Fons sur Lussan,
GPS: Lat: 44.18524 – Long: 4.33175
Sainte – Enimie
Parcheggio, Rue de la Gravière, Sainte – Enimie,
GPS: Lat: 44.36667 – Long: 3.41667
La Garde – Guèrin,
Camping Les Pervenches, Prévenchères,
GPS: Lat: 44.525501 – Long: 3.90798
Montclus
A.A. Le Fes, Orgnac l'Aven,
GPS: Lat: 44.30404 – Long: 4.43237
Aiguèze
A.A. Route des Rempart, Saint – Alexandre,
GPS: Lat: 44.227798 – Long: 4.62286
La Roque – sur – Cèze
A.A., Località chiamata L’Islon Route de Saint Laurent de Carnols, La Roque-sur-Cèze,
GPS: Lat: 44.19610 – Long: 4.52324
Uzés
P.S., Route de Nîmes, Uzés,
GPS: Lat: 44.007105 - Long: 4.417918
Eus
A.A. Le Lac, Vinça,
GPS: Lat: 42.649101 – Long: 2.53169
Villefranche – de – Conflent
Parking Gare de Villefranche, Villefranche-de-Conflent, GPS: Lat: 42.59000 – Long: 2.36984
Mirepoix
A.A. Allee de Palafrugel, Mirepoix,
GPS: Lat: 43.08484 – Long: 1.87419
Si ringraziano Claire Broc, Ufficio del Turismo Conflent Canigó; l'Ufficio Turistico di Sainte – Enimie, Johanna van der Waal, incaricata al Marketing e promozione dell'Ufficio del Turismo Provenza Occitania.