Francia, Belgio, Germania, passando da Svizzera e Lussemburgo: 11 giorni di vacanza sotto la pioggia persistente che ha caratterizzato l’estate 2014. È l’avventura che ci racconta Luigi Bartezaghi, di Novate Milanese
Vacanze sotto la pioggia
3 agosto
Dopo aver trascorso un intero anno a fare progetti di viaggi, butto via tutti i miei appunti e, caricato il camper sotto un cielo grigio che non promette nulla di buono, andiamo a Verbania come prima tappa, sostando in un’AA gratuita. Ci serve ancora una notte per entrare in clima vacanza. Verso sera un gran temporale ci tiene compagnia per tutta la notte.
4 agosto
Al risveglio ci rimettiamo in marcia sotto un cielo grigio che ogni tanto rilascia violenti scrosci di pioggia. Torniamo a Gravellona Toce e imbocchiamo la superstrada che ci porta al Passo del Sempione. Arrivati in cima al passo, parcheggiamo e scendiamo a rinfrescarci con l’aria frizzante che qui ha portato via le nuvole e ci allunghiamo sino all’ospizio voluto da Napoleone per dare rifugio e sollievo a chi saliva sin qui. Di nuovo in marcia per una lunga discesa su Briga. Superiamo Visp e siamo attirati da un banchetto, dove vendono albicocche a bordo strada. Ci facciamo rapinare: € 7,00 per 1 kg di “abricot du Valais”, da una vecchia scorbutica e antipatica. Prima di Montreux, usciamo dall’autostrada per costeggiare il lago Lemano da sud, nella parte forse più bella e turistica. A St. Gingolph entriamo in Francia. Superiamo Evian, che è davvero molto bella. Nel frattempo è tornato il sole e, di colpo, anche il paesaggio migliora, di pari passo col nostro umore. Saltiamo Ginevra, già vista, e puntiamo su Annecy per la notte. Arrivati in città, siamo sorpresi dalla gran folla che si aggira nel parco e sul lungolago. Tutti i parcheggi sono pieni e l’AA, disponibile solo per 10 mezzi, è stracolma. Trascorriamo la notte nel parcheggio del centro commerciale di Seynod. Di notte, tanto per cambiare, piove e all’alba un timido sole ci risveglia.
5 agosto
Saltiamo la visita alle Gorges du Fier e impostiamo il navigatore su Nantua. La strada per arrivarci non è memorabile e nemmeno panoramica come segnalato sulla cartina. Passeggiamo lungo il lago (in realtà una pozza con qualche pretesa e un circolo velico) per scaldarci in uno spicchio di sole uscito a far capolino dalle nuvole che vanno e vengono. Ci allunghiamo in paese a vedere l’abbazia di Saint Michel e compriamo la prima baguette. Mentre il cielo torna a coprirsi e l’aria a rinfrescarsi, ci rimettiamo in marcia verso Bourg-en-Bresse, più volte attraversato in passato, ma dove non c’eravamo mai fermati. Per mezzogiorno siamo nel piazzale dietro il monastero reale di Brou che andiamo a visitare (€ 21 in due, compreso le audio guide). La chiesa, definita una delle cento più belle, ci è piaciuta molto. Luminosa e slanciata, ricca di ornamenti gotici, spoglia di arredi e con meravigliose finestre colorate. Gli stalli di legno artisticamente lavorati, il coro con abbondanza di merletti traforati in pietra e soprattutto i tre chiostri sono le cose che più ci hanno colpito. Quando usciamo, riprende a piovere. Scartiamo l’idea di raggiungere a piedi il centro storico per vedere le case a graticcio e sulla scorrevole D1083 arriviamo prima a Lons-le-Saunier (dove eravamo venuti anni addietro per andare a vedere il cirque du Baume) e poi ad Arbois (città natale di Pasteur), una piacevole sorpresa. Ci sistemiamo nel campeggio municipale. Il paese, un intrico di vie vecchie e sconnesse, propone una ricca offerta di vino e aceto. Tra l’altro qui, nel castello di Pecaut, c’è un museo dedicato al vino e alla vite. Noi invece entriamo in uno spaccio “Frutière du Plateau Arboisien” ad acquistare uno yogurt naturale e un pezzo di Morbier, il formaggio locale. Ci allunghiamo sino alla casa natale di Pasteur, ma è già chiusa. Sostiamo al Camping “Les vignes”.
6 agosto
Il mattino dopo riprendiamo la strada verso nord, per la Lorena e l’Alsazia. Imbocchiamo la N83 e ci dirigiamo a Besançon. La strada è veloce e scorrevole. Per un attimo vagheggiamo la possibilità di fermarci per andare a vedere la cittadella con le fortificazioni di Vauban, ma poi, complice una rotatoria imboccata male, tiriamo diritto sino a Baumes-les-Dames, dove arriviamo per l’ora di pranzo. In tutta onestà mi aspettavo di più; invece l’insieme appare trasandato e trascurato. La cosa migliore è l’AA: ottima, ai margini del paese, con un sentiero ombreggiato che costeggia la Doubs, il fiume. D’impulso imbocchiamo un’altra strada. Rotta verso nord: sulla D50 raggiungiamo Lure e quindi parcheggiamo nella grande area di sosta di Luxeuil-le-Bains. Disposti sulla circonferenza di un grande piazzale sterrato ai margini del paese, sostiamo tra motorhome e semintegrali. Nessun mansardato, niente bambini, solo coppie d’anziani come noi che col sole escono a riscaldarsi sulle poltroncine e, la sera, con l’arrivo del freddo, si rintanano e alzano le parabole per aggiornarsi con le notizie della televisione. La prima visita nel paese è alla piscina termale, inserita in un bel parco, ben tenuto, poi torniamo in centro per visitare la basilica con la statua di San Colombano e la casa degli assessori, con raffinati bovindi a sbalzo su di un angolo, e infine torniamo al camper passando per i vecchi lavatoi in pietra che sfruttano la presenza di canali che attraversano il paese.
7 agosto
Ripartiamo col sole ma fa freddo: 13°C alle 8 di mattina. Imboccando l’E23, che è un’autostrada senza pedaggio, raggiungiamo Nancy. Superandola possiamo apprezzare alcune belle piazze d’epoca. Proseguiamo sino a Pont-à-Mousson, dove ci fermiamo per pranzare nella bella AA in riva alla Mosella (pagamento solo per la notte € 8,00 con corrente). Visitiamo Place Duroc e il centro storico, quindi la chiesa di San Martino e ci allunghiamo sino all’abbazia dei Premostratensi che è stata trasformata in albergo di lusso e centro culturale. Dopo pranzo superiamo Metz e saliamo verso il Belgio. Non trovando altre indicazioni, arriviamo sino a Longwy (dove abbiamo progettato di fermarci a dormire) e da qui, per strade secondarie e in scia a un trattore che porta letame, riusciamo ad arrivare al Fort de Fermont, uno dei capisaldi della famosa linea Maginot. Non so cosa mi aspettassi, ma di certo non di aggirarmi sotto terra al freddo dove, seguendo i dettami di Vauban, gli strateghi francesi avevano predisposto una cittadella sotterranea fortificata. A piedi o col trenino, sulle scale o negli ascensori, il freddo la fa da padrone. Nonostante tutto sono contento di esserci venuto. Con qualche difficoltà e sotto una pioggerella sottile e fastidiosa troviamo l’area di sosta di Longwy, dove ci sistemiamo nella città alta, a fianco del campo di calcio. Dopo cena, armati d’ombrello e cerata, ci aggiriamo solitari per le strade sino alle fortificazioni di Vauban che si affacciano sulla pianura. Le pietre, rese scivolose dalla pioggia, ci sconsigliano di spingerci fin sulle mura.
8 agosto
Di buon’ora ci rimettiamo in marcia, sotto un cielo incerto, e per strade secondarie sconfiniamo in Belgio. Il paesaggio che ci accoglie è di foreste e prati erbosi dove ruminano grasse vacche. Il primo paese che incontriamo sulla nostra strada è Piedmont; una sola via su cui si affacciano case unifamiliari e fattorie. In breve raggiungiamo l’abbazia di Orval. Paghiamo per entrare a visitare i resti della vecchia abbazia - distrutta durante la Rivoluzione – mentre la nuova non è visitabile perché abitata da dodici monaci. Un lungo percorso attraverso i ruderi, aiutati solo da qualche scritta in inglese, ci farà apprezzare il posto, molto interessante. Uscendo, acquistiamo la famosa birra dei frati, prodotta nello stabilimento laico a fianco del convento con l’acqua della sorgente e secondo antiche regole (davvero eccellente) e del formaggio locale (niente di eccezionale). A mezzogiorno siamo a Florenville, una piacevole sorpresa. Pranziamo in un parcheggio dietro la via principale, poi visitiamo il paese; ci scappa pure una puntata al reclamizzato negozio di Eduard (uno dei dieci maestri cioccolatieri del Belgio) per un costoso acquisto di cioccolatini da riportare in Italia ai nipotini. Proseguiamo sulla scorrevole N83 sino a Bouillon.
Finalmente oggi c’è il sole. Saliamo a visitare il castello che, in realtà, è più simile a una fortezza, con un labirinto di corridoi, stanzini, terrazze e cantine, con l’umidità che cola acqua dalle pareti, gradini consunti e scale pericolanti in legno. In compenso la vista del paese dai bastioni è notevole, con i turisti che sui pedalò navigano la Semois. Apprendiamo che Goffredo di Buglione vendette il castello per racimolare i soldi per partecipare alla prima crociata. Nel cortile si esibiscono dei falconieri. Dopo cena, come digestivo, ci concediamo una lunga passeggiata serale, seguendo l’ansa del fiume che abbraccia tutto il paese. La gran folla se n’è andata ed è molto gradevole e rilassante visitare Bouillon, che si specchia nella Semois, illuminato in modo soffuso. Tanto per cambiare ha piovuto per tutta la notte e sui vetri c’è condensa.
9 agosto
Prima meta odierna è Rochefort: il castello domina alto e imponente sul paese, ma non riusciamo a trovare uno spazio adatto per fermarci a fotografare. Riprendiamo la strada per Durbuy, nella speranza di arrivare prima della pioggia. Il navigatore ci fa percorrere strette strade comunali, in mezzo a foreste e pascoli, dove il traffico è nullo e abbiamo la sgradevole sensazione di trovarci persi nel nulla. Troviamo un buon parcheggio all’ingresso del paese, dove c’è la partenza delle canoe che fanno rafting sull’Ourthe. Giriamo il paese, famoso tra l’altro per un bellissimo parco topiario, scattando foto e ponendo attenzione a non scivolare sulle pietre lisce che lastricano la strada del famoso pavé. Durbuy è un paese per turisti: ristoranti, alberghi e negozi, con qualche casa vacanza. Noi acquistiamo due confezioni di marmellata della reclamizzata fabbrica Saint-Amour (incredibile che qui le sappiano fare meglio che da noi, regno della frutta). Piove a dirotto e così decidiamo di saltare la visita a Wéris, pubblicizzato come uno dei più bei villaggi belgi, e anche al labirinto di Barvaux-sur-Ourthe. Prima per stradine di campagna e poi in autostrada (qui gratuite e completamente illuminate, anche se l’asfalto non è sempre ben livellato) raggiungiamo Bastogne, e la relativa area di sosta, dove ci sono diversi camper ad aspettarci. Il monumento al generale Patton, vicino al quale ci sistemiamo, è qualcosa d’indecoroso; con una casa moderna subito dietro da un lato e, dall’altro, la griglia di scarico per le acque grigie e nere. Ha piovuto tutta la notte, spesso violentemente. Al risveglio accendiamo anche il riscaldamento per togliere l’umidità che riga gli oblò.
10 agosto
Siamo tra i primi ad arrivare al parcheggio del memoriale di Mardasson (su una collina fuori città): una grande stella in granito con i nomi di tutti gli stati statunitensi riportati a grandi lettere sulla sommità, insieme ai motti e all’elenco di tutte le divisioni che qui hanno combattuto, incisi sulle colonne che salgono al cielo. Una veloce visita alla cripta con tre altari che si contrappongono, dedicati a cattolici, protestanti ed ebrei, poi, arrivato l’orario d’apertura del museo, ci mettiamo in coda per entrare. Vi abbiamo trascorso due ore molto coinvolgenti ed emozionanti, aiutati da un supporto audio, purtroppo non disponibile nella nostra lingua. Il museo è interattivo e, oltre ai classici cimeli, si è introdotti in tre sezioni cinematografiche con filmati, suoni e ambientazioni che fanno rivivere da un punto di vista soggettivo quei momenti. Dopo tanto dolore, abbiamo bisogno di voltare pagina, dopotutto siamo in vacanza. Siamo a Esch-sur-Sûre, in Lussemburgo, e ci fermiamo a pranzo in un centro commerciale molto bello ed elegante nella sua semplicità. Le strade in Lussemburgo sono confortevoli e ben asfaltate. Il paesaggio è gradevole per ordine e pulizia. I paesi incontrati lungo la via denotano un tenore di vita elevato. Saltiamo Lussemburgo città e con l’autostrada (anche qui gratuita e illuminata) raggiungiamo Treviri, in Germania; non prima, però, di aver fatto il pieno di gasolio super, particolarmente conveniente. L’area per i camper è in zona fiera, in corrispondenza del Park & Ride, ma noi visitiamo la città in camper, seguendo un autobus di linea e fotografando anche la Porta Nigra che era il nostro obiettivo primario. Purtroppo non c’è modo di parcheggiare, così torniamo all’area di sosta. Oggi c’è sole e fa caldo e ne approfittiamo per rilassarci, passeggiando lungo le rive della Mosella, attrezzate per questo scopo.
11 agosto
Di buon’ora ci rimettiamo in strada. Imboccata l’A62, arriviamo velocemente a Pirmasens, dove l’autostrada finisce e proseguiamo su strade provinciali panoramiche: Dahn, Birkenhördt e quindi Bad Bergzabern, ridente località termale. La strada corre vicino al confine con la Francia, dove in realtà arriviamo, guidati dal Garmin, percorrendo una stradina locale in mezzo ai boschi. In realtà è una strada per ciclisti che, per i suoi 20 km, sembra non finire mai. A saperlo prima, avrei optato per una deviazione verso Bitche e il campo di sterminio di Simserhof, l’unico in territorio francese. Superato il tratto difficile e rientrati in Francia, imbocchiamo l’autostrada (l’A35) gratuita e scorrevole, arrivando in breve a Baden-Baden, giusto in tempo per pranzare nell’area di sosta alla periferia del paese.
Con pochi centesimi ci si può anche allacciare con la corrente; ne approfittiamo per ricaricare tutte le batterie. Il sole caldo invita a oziare, ma nel timore che le nuvole in lontananza portino altra pioggia, ci incamminiamo verso il cuore del paese che dista circa 3 km. Sarà una bella passeggiata fino al centro storico, dove incontriamo moltissimi turisti, in gran parte extra-europei. Prima di rientrare in camper ci fermiamo in una “konditorei” per un the all’aperto e acquistiamo del cioccolato da riportare in Italia insieme al ricordo di questa cittadina, rimasta ancorata a un passato di splendore. Tanto per cambiare sarà un’altra notte di pioggia continua, ma per fortuna al mattino esce il sole e possiamo sbrigare le nostre solite formalità di cambio acque sotto un cielo quasi sereno.
12 agosto
Attraversiamo Baden-Baden per imboccare la B500 che ci permetterà di attraversare la Foresta Nera; è una bella strada panoramica, larga e scorrevole che s’inerpica sino ai 1000 metri del parco naturale. Aria fine nella giornata di sole ventosa e lo sguardo spazia per chilometri sulla pianura. Qualche problema lo abbiamo nell’attraversare Freudenstadt (molto bella e tipicamente tedesca) perché la strada principale è interrotta e siamo costretti a deviare per una “umleitung” mal segnalata. Ritrovata la giusta direzione, attraversiamo nell’ordine Alpirsbach, Schiltach, Wolfach e per mezzogiorno siamo nel parcheggio del museo all’aperto di Gutach. Ci sistemiamo e pranziamo prima di entrare a visitare i 16 edifici storici ricostruiti, cercando di immedesimarci nell’atmosfera dell’epoca.
13 agosto
Per fortuna il tempo oggi regge ed è con animo sollevato che ci rimettiamo in marcia per cercare il museo degli orologi a cucù, di casa in questa zona. Mi ero annotato il paese di Triberg, ma per un errore nei miei appunti – sempre confusi – ci dirigiamo invece a Waldkirch, sulla B 294. Ho mischiato gli appunti, ma per fortuna quello che si riferisce all’area di sosta è corretto. È il classico paese tedesco, con le pizzerie italiane, i negozi che chiudono presto e la gente che si ritira nelle case alle prime ombre della sera, lasciandoci liberi di vagare senza meta. La nostra breve vacanza sta per finire, dobbiamo tornare a Milano per delle visite specialistiche e quindi concederci un po’ di sole e mare italiano, ma prima di rientrare decido per una deviazione, che tra l’altro ci costringerà a tornare sui nostri passi, per andare a vedere il castello di Haut Koenigsbourg. Ci dirigiamo verso Colmar, rientrando in Francia, e velocemente sulla superstrada che porta al nord, arriviamo al castello che si scorge già da lontano, dominante sulla pianura e che oggi ci sembra particolarmente bello con il forte contrasto tra il rosso della pietra, l’azzurro del cielo e il verde intenso della collina. Col biglietto noleggiamo un’audiocassetta che ci guiderà nella visita. Nel castello i locali – in genere piccoli – si susseguono l’uno dopo l’altro, parzialmente spogli, ma è il contesto a essere molto scenografico e a rendere la visita affascinante. Scale e scalette portano sino alla cima della torre da cui si gode un panorama superbo. Il tempo passa velocemente e non rimpiangiamo di esserci sobbarcati qualche chilometro di strada in più. Scendiamo a Colmar, attraversiamo Mulhouse (dove rabbocchiamo il gasolio che ci basterà per tornare a casa) e dirigiamo verso Bad Sackingen che ho riservato come ultima tappa di questo viaggio. Ci sistemiamo nella tranquilla area di sosta, a due passi dal centro e dal famoso ponte coperto che scavalca il Reno, unendo la sponda tedesca a quella svizzera.
14 agosto
Anche il paese è una piacevole scoperta: molto grazioso, tranquillo e facile da girare. Scopriamo così che oltre al ponte coperto più lungo d’Europa, meritano una visita l’abbazia, la casa rococò, la torre dei ladri e la casa del the. Più volte ci divertiremo a superare l’inesistente dogana - marcata da una riga bianca a terra e dagli stemmi a parete - passando da un paese all’altro, calpestando le vecchie tavole di legno, mentre, sotto, il fiume muggisce impetuoso. È l’ultima notte di viaggio e vorremmo non finisse mai. Sotto un cielo grigio e scortati sino a casa da una pioggia continua e fastidiosa che riflette il nostro stato d’animo, trascorriamo il nostro ultimo giorno di viaggio. Entrati in Svizzera a Stein, imbocchiamo l’autostrada per Baden, Zurich, Zug (dove percorriamo tutta la sponda orientale del lago Zuger), Schwyz (il cuore svizzero), Altdorf e poi via nel tunnel del San Gottardo; e ancora Bellinzona, Lugano, Chiasso, fino a casa.
Viaggio effettuato dal 3 al 14 agosto 2014
Gli autori: Luigi Bartezaghi, 67 anni di Novate Milanese (MI)
Il veicolo: Laika Kreos 3008 semintegrale, del 2004
Le tappe
Verbania, passo del Sempione, Evian, Annecy, Bourg-en-Bresse, Lons-le-Saunier, Arbois, Besançon, Baume-les-Dames, Luxeuil-les-Bains, Nancy, Pont-à-Mousson, Metz, Fort de Fermont, Longwy, abbazia di Orval, Florenville, Bouillon, Rochefort, Durbuy, Bastogne, Lussemburgo, Treviri, Baden Baden, Gutach, Haut Koenigsbourg, Bad Säckingen, Zurigo, Como
I chilometri percorsi: 2.347
I consumi: 330 litri di gasolio
I costi: € 1.300 circa di cui 42,90 euro di parcheggi in aree di sosta e campeggi