Far di tutta l'erba un fascio non è mai carino, in questo caso spezziamo una lancia in favore dei camionisti
Buongiorno signor direttore. Sono un camperista che ha percorso moltissime strade europee e che desidera sfatare un luogo comune che riguarda i camionisti. Molto spesso sento che vengono accusati di prepotenza, di indisciplina, di viaggiare a velocità eccessiva e di essere la causa di molti incidenti stradali. Io personalmente rifiuto di etichettarli come un “flagello stradale”, ritengo anzi che siano dei professionisti che sanno benissimo di condurre un mezzo che richiede cautela e quindi si comportano di conseguenza. È vero, ci sono alcune eccezioni che però non sono rappresentative dell’intera categoria. Ho avuto la fortuna di viaggiare in diversi Paesi europei e quindi ho imparato a conoscere il loro modo di guida in differenti occasioni e posso dire che personalmente preferisco guidare su una strada battuta dai camion piuttosto che su una con un pesante traffico di automobili. Inoltre nessun camionista si è rifiutato di darmi strada in un sorpasso, al contrario degli automobilisti. Sarà una questione psicologica, ma nell’attimo in cui cerco di sorpassare una vettura che viaggia a bassa velocità, il conducente accelera improvvisamente, impedendomi il sorpasso e lasciandomi in una situazione di pericolosità. Ma gli atteggiamenti da “prima donna” sono anche appannaggio dei camperisti: sulle strade di montagna, ad esempio, i camionisti cercano nei limiti del possibile di far passare i mezzi più veloci che seguono, ma un camperista alla guida di un mezzo datato difficilmente ha l’umiltà di mettersi da parte e lasciarsi sorpassare. Per non parlare delle manovre millimetriche in retromarcia che i camionisti fanno spesso con facilità mentre noi camperisti non saremmo in grado di farle neanche con una bicicletta. Per concludere, se in viaggio pensassimo che siamo in vacanza mentre il camionista che ci precede sta lavorando e usassimo di più pazienza e raziocinio, forse non esisterebbero certe leggende metropolitane create ad hoc per giustificare la nostra arroganza.
Sergio F.
Il non facile rapporto tra automobilisti e camionisti è stato e continua a essere il motore di tanta letteratura e di varie pellicole cinematografiche, tra le quali spicca Duel, il film d’esordio del celebre regista Steven Spielberg, che descrive un automobilista inseguito senza ragione da un camion. E nel corso del film è un esperienza che si trasforma in incubo. Senza arrivare al terrore procurato dal conducente senza nome di Duel, che rende un TIR più minaccioso di uno squalo, un tempo era soprattutto la lentezza di un autoarticolato lungo le strade provinciali a far saltare i nervi agli automobilisti. Oggi che il mito della velocità è stato soppiantato da quello della “connettività”, trovarsi alle spalle di un camion è l’occasione buona per telefonare, essere aggiornato sul traffico o controllare la posta elettronica. Auspicabile tutto, tramite il vivavoce e i comandi vocali. Ci sono però, come puntualizza anche Lei, camionisti prepotenti e indisciplinati: una categoria di persone che non manca anche tra le fila degli automobilisti, dei camperisti e aggiungerei pure tra i motocilisti e i ciclisti. C’è da considerare che il lavoro dei camionisti è massacrante e, come spesso si legge, con troppe violazioni delle norme su turni, ore di guida, pause e riposo. Tutto questo naturalmente non è una scusante. Tra gli stessi camionisti, in una recente inchiesta della rivista francese Les Routiers su cosa pensa l’opinione pubblica dei trasportatori, c’è chi ha dichiarato: “Siamo visti male, soprattutto da parte degli automobilisti, ma bisogna riconoscere che alcuni colleghi, con il loro comportamento scriteriato, non fanno nulla perché la situazione cambi”. Un altro camionista intervistato ha invece raccontato: “Visti dalla cabina del mio mezzo, gli automobilisti oggi sembrano meno spaventati dall’idea di incrociare un camion pesante su strada. A parte qualche collega straniero che sorpassa senza regole, senza mettere la freccia, senza guardare il retrovisore. Sono comportamenti come questi che rovinano la nostra immagine”. A conclusione dell’inchiesta, per l’opinione pubblica la figura del camionista non è così negativa come un tempo, ma certamente resistono alcuni cliché a dire il vero ormai superati. Per esperienza diretta, guidando camper, auto e moto, concordo con Lei che da consumato camperista i camionisti sono da considerare i nostri “cugini” più grandi. Un tempo anche dei preziosi consiglieri. Come quando non era una rarità avere a bordo del camper un “baracchino” per ascoltare le indicazioni sul traffico durante le chiaccherate col CB tra camionisti. Mi diminuisce la simpatia quando sono alla guida di una moto. In particolare per quel “muro” che mi trovo davanti che inevitabilmente preclude il paesaggio. E questo accade anche se ho davanti un camper lento come una lumaca, con l’aggravante - come giustamente Lei sottolinea - di quando chi guida si ostina a non dare strada ai mezzi più veloci che seguono.