Emozioni Iraniane

Dovevamo farlo in compagnia, ma gli amici ad uno ad uno hanno abbandonato il progetto: ma con Adele ci siamo detti «E che problema c’è?» e quindi come in altre occasioni siamo partiti da soli.

Dopo i necessari controlli al motorhome VAS allestito su meccanica Iveco (oltre al motore, i due condizionatori e al generatore indispensabili per affrontare il gran caldo), verificati per l’ultima volta visti e carnet partiamo da Parma nel primo pomeriggio di venerdì 11 luglio. Alla frontiera di Trieste-Fernetti, per evitare la "vignette" slovena puntiamo su Rijeka, ei con la A6-E65 arriviamo in serata a 80 km da Zagabria. Percorsi 495 km.

Dopo una notte tranquilla, partiamo alle 7 e con un monotono percorso sulla A1-E70, dopo Slovanski Brod, arriviamo alla frontiera tra Croazia e Serbia. Impieghiamo quasi un’ora per uscirne; sosta pranzo a Morovic, poi superiamo Belgrado su una pessima tangenziale e puntiamo su Nis; così evitiamo gli "spericolati" Turchi, che deviano verso Skopie e Salonicco. In serata siamo a Dimitrovgrad, la dogana tra Serbia e Bulgaria, che superiamo in fretta e senza controlli; acquisto per 5 euro la "vignetta”, rifornimento di gasolio e sosta nel nel tir-park di Anfora . Percorsi 855 km.

Partenza per Sofia, dopo colazione con yogurt bulgaro e una controllata al motore: la tangenziale è come la ricordavo, un susseguirsi di buche e percorsa da scalcinati Tir; meglio fare inversione e passare per il centro città. Ora si viaggia bene, strade asfaltate e poco traffico; ammiriamo la Cattedrale Ortodossa e poi imbocchiamo la A1 verso Plovdiv, dove termina l'autostrada.

Arriviamo per pranzo a Svilengrad: sosta, rifornimento ed ecco la dogana Bulgaro-Turca. Nel grande centro commerciale cambio 200 euro, acquisto a 15 euro il telepass per il ponte sul Bosforo e le autostrade turche e via verso Edirne ed Istanbul. Bellissima e scorrevole l'autostrada, solo vicino Istanbul il traffico è caotico; il navigatore Garmin mi indirizza verso il nuovo ponte sul Bosforo e in Asia; alle 21 locali spengo il motore nella bella area Servis Alani, con spazio per bus e camper; qui veniamo invitati da una comitiva di turchi a festeggiare la fine giornata di Ramadan con dolci e bibite.  Percorsi 580 km.

14 LUGLIO

L’autostrada E80 è molto trafficata e solo dopo Adapazari il traffico diminuisce; a Bolu, sosta per gasolio e acquistare pane, miele e prelibato burro. A Gerede imbocchiamo la E89 ed arriviamo ad Ankara, che superiamo per ritrovarci sulla E88 direzione Kirikkale. Fa caldo, 38° C; a Delice seguiamo le indicazioni per Yozgat e Yerkoy; attraversiamo paesini poveri e sperduti, con i contadini intenti alla mietitura. A sera siamo a Sivas: visitiamo la Medrasa e la Moschea, facciamo acquisti di frutta e verdura, poi ci uniamo ai turchi in attesa del canto del Muezzin per interrompere il digiuno, rifocillarsi e fare festa.  Percorsi 814 km.

15 LUGLIO

si parte alle 6.30, strada bella e con poco traffico; dal bivio per Divrigi la strada E80 sale al passo di Kizildag a 2.200 metri; a Refaye troviamo il bivio con la superstrada E80 che arriva da Amasya, e seguendo l'Eufrate porta a Erzincan e Erzurum. Sostiamo per pranzo a Pasinter; poi, dopo Agri, ammiriamo un grande arcobaleno che sovrasta l'Ararat e in poco tempo siamo a Dogubayazit. Sostiamo nel campeggio Murat sotto l’antica residenza di Ishak Pasa. Percorsi 730 km, da Parma 3.614.

16 LUGLIO

arriviamo alla dogana turca di Bazargan; rapido controllo del mezzo e timbro di uscita sui passaporti, poi entriamo nella dogana iraniana, dove due gigantografie di Khomeini e Khamenei ci scrutano. Adele già indossa velo e abito lungo: ci avviciniamo ad un doganiere per il controllo passaporti, timbro dei visti, foto segnaletica e registrazione a computer. Dopo una rapida ispezione del camper sono invitato in ufficio per apporre il timbro con la data d’ingresso; purtroppo l’ACI non ha scritto sui vari fogli la data di emissione, così con il doganiere devo andare dall’ufficiale responsabile per convalidare il carnet. Nell’attesa di riavere i documenti conversiamo con quattro turisti spagnoli che attraverso l’Iran andranno in Mongolia, e attendono di fare il carnet de passage per il loro fuoristrada direttamente in loco. Finalmente possiamo procedere: dopo la disinfestazione del camper (costo 5 euro), veniamo accompagnati da un “faccendiere” per cambiare Euro e stipulare l’assicurazione del camper. Ma prima di partire avevo chiesto che nella “carta verde” fosse incluso l’Iran, e così sfuma così la possibilità di guadagno per il faccendiere; questi non demorde e ci propone l’acquisto di una “card carburante” al costo di 100 euro e trattenendo il carnet ci accompagna nel vicino distributore per mostrarcene l’uso: nel serbatoio entrano solo 6 litri di gasolio, che lui paga, ci restituisce il carnet, intasca i 100 euro e naturalmente niente card-carburante! Dopo questo “benvenuto”, per cambiare moneta alla “Melli Bank” per 200 euro riceviamo 8.200.000 Rial. Alle 10 finalmente siamo a Maku, prima cittadina iraniana, dove al “Tourist Hotel” che fa parte di una catena presente nelle maggiori città del Paese, dietro compenso accettano la sosta dei camper fornendo anche acqua e luce. In un paesaggio quasi desertico raggiungiamo Kara Kelisi, chiesa Armena del 1300 in splendida posizione ma che non vale il biglietto per la visita del disadorno interno. Dopo pranzo con la A01/32 puntiamo su Marand; lungo il percorso incontriamo villaggi curdi con basse case di terra e fango; nei campi i bimbi guardano le pecore e lungo un fiume le donne lavano i panni. Il caldo si fa sentire, siamo quasi a 40 gradi e ci salva il condizionatore; poi Silvia (il GPS Garmin) ci indirizza verso l’aeroporto di Tabriz in un bel parco cittadino adatto anche come sosta camper, ma per la prima notte iraniana, preferiamo il vicino tir-park custodito. Percorsi 378 km e tutto procede benissimo.

17 LUGLIO

Usciamo dal tir-park, chiedo al custode quanti Rial devo, ma aprendo il portone e mettendosi una mano sul cuore ci saluta. La città di Tabriz ci accoglie con un traffico caotico, Silvia ci porta al parking dell’hotel Gostaresh in Azadi sqare dove parcheggiamo; incotnriamo due fuoristrada bulgari con targhe iraniane, hanno fatto il carnet in dogana spendendo solo 200 euro ognuno. Il grande bazar è chiuso per la ricorrenza della morte di Ali Mohamed, settimo Imam e dopo la visita al museo della Costituzione visitiamo la Moschea Blu, ma con preziose maioliche; nello stesso giardino visitiamo il museo dell’Azerbaigian. La visita si conclude con il Maghbarat-At Shoara, monumento in cemento armato ad archi che racchiude la tomba del  poeta Shahiyar; nello stesso complesso ammiriamo la moschea dagli alti minareti e scintillanti interni. Riprendiamo il camper e con la N° 21 dopo 55 km arriviamo a Kandovan, villaggio troglodita detto la “Cappadocia Iraniana”: paghiamo 30.000 Rial per l’ingresso. La cittadina è molto turistica, con negozi di spezie, erbe medicinali, pellami, tappeti e chincaglierie; ci arrampichiamo tra le case scavate nella roccia scattando foto; poi scendiamo e ci riposiamo lungo il fiume, in un bel parco di acque termali. Proseguiamo il viaggio costeggiando il grande lago salato di Orumiyeh, e dopo Bonab con la N° 24 arriviamo a Maragheh, famosa per le torri funerarie di Gombad e Qaffariety e l’antico osservatorio. Raggiunta Miyandoab deviamo sulla N° 23, il paesaggio desertico lascia spazio a oasi verdissime e coltivate dove si falcia il grano a mano. Nei pressi di Shahin Dezh troviamo ospitalità nel piazzale della Mezza Luna Rossa: Hossein Khan (mail: cnc_720@yahoo.com - cel. 09148822248 - www.mtsi.blogfa.com) ci accoglie con entusiasmo, ceniamo con loro, offriamo Parmigiano-Reggiano e caffè con la piccola ExperssGo Lavazza, conversiamo un po’ in inglese prima di ritirarci sul camper. Percorsi 348 km.

18 LUGLIO

a Takab un cartellone con il sito di Takh-e-Soleyman indica la strada; in lontananza vediamo il vulcano spento dove sembra che sia stato imprigionato re Salomone; saliamo sino al bordo del cratere e dopo le foto di rito raggiungiamo il vicino sito archeologico. Le alte mura di Takh-e-Soleyman racchiudono il profondo lago d’acqua sorgiva, le rovine della città e il tempio dedicato al culto di Zoroastro.  Dobbiamo fare gasolio: solo nel terzo distributore e grazie ad un camionista che usa la sua card riempiamo 90 litri per circa 10 euro. A sera arriviamo a Sanandaj; sostiamo nel parco di Abidar sovrastante la città. Il motorhome desta curiosità: Yasser, giovane curdo-iraniano, insegnante d’inglese si offre come guida della città per domani. Dal primo impatto gli iraniani appaiono cordiali ed ospitali. Percorsi 434 km.

19 LUGLIO

Come d’accordo, Yasser (+98-09183395715/ casa: +988716667925/ nozari.yasser@gmail.com ) arriva alle 9: con la sua Peugeot andiamo al bazar tuffandoci tra banchi pieni di ogni genere di frutta e verdura, stoffe, spezie, pentole ed elettronica. Grazie alle conoscenze di Yasser visitiamo il palazzo Qagiaro Moshir Divan dalla bella facciata in legno intarsiato e vetri multicolori; la sfarzosa dimora Khosroabad si presenta con un bel loggiato sorretto da colonne lignee che si riflettono sulle vasche antistanti. Un locale del palazzo è adibito a studio di Hadizia Oddini, (www. Hadiziaoddini.com) architetto, pittore e scultore di fama mondiale, tra le opere esposte un Cristo crocifisso che “spacca” la croce. Visitiamo lo studio di Kian Farid Esmaili (09161619834) della scuola di Oddini, che ci regala un mestolo in legno intarsiato e un mezzo busto in gesso con volto di donna. Yasser compra una SIM iraniana inserendo vari numeri di telefono, per ogni emergenza, noi gli doniamo 40 euro. Prossima tappa, Palangan, lontana circa 50 km: il villaggio incastonato sul pendio della montagna è illuminato dall’infuocato tramonto. Percorsi 158 km.

20 LUGLIO

Arriviamo a Kamyaran e fuori dalla città un posto di blocco controlla passaporti. Siamo nel Luristan, regione Curda con propria bandiera, proprio inno, usi e costumi diversi dal resto dell’Iran, e le poche moschee rivelano che sono meno religiosi. A Kermanshah troviamo le indicazioni per il sito archeologico di Taq-e-Bostan, ammiriamo le famose incisioni sulla roccia che si rispecchiano in un laghetto. Raggiunta Kangavar deviamo sulla N° 37, un fortissimo vento solleva sabbia e polvere. Percorriamo l’arido altipiano sino a Dorud,  e a Khorram-Abad la nuovissima autostrada a pedaggio con lunghe gallerie ci porta a Andimeshk. A Dezful sostiamo davanti all’omonimo hotel. Percorsi 610 km.

21 LUGLIO

Alla reception con un “Welcome to Iran” non paghiamo nulla per luce e sosta. Sostiamo davanti ad una moschea con l’alta cupola a cono bianca, la visitiamo e facciamo rifornimento di acqua. Ci dirigiamo a Shush, visitiamo le fondamenta del grande palazzo di Dario, intatte solo quattro colonne della Apadana e il capitello con grifone. Il luogo è sormontato dall’imponente e scenografico castello costruito e usato dagli archeologi durante gli scavi. Nelle vicinanze c’è la moschea con la strana cupola a pigna e la tomba di San Daniele. L’ingresso è diviso per uomini e donne, Adele deve anche indossare il chador; il pavimento è ricoperto di tappeti, muri e soffitto tutto a specchi variopinti, davanti alla tomba numerosi fedeli in preghiera.  Una telefonata di Elizabeth ci avverte che il suo amico Kiamars (091-43914353) ci attende davanti al sito archeologico. Ci propone di visitare lo Zigurat di Chogha Zambil e il sistema idraulico di Shushtar ideato dai Romani. Lo Zigurat, tomba Elamita, in pieno deserto, è rimasta intatta in quanto ricoperta dalla sabbia sino al 1935; il caldo è soffocante, siamo addirittura a 58° C, e quindi a Shushtar appare meraviglioso lo spettacolo delle cascate d’acqua del fiume Karun che si tuffano nel bacino sottostante per essere distribuita con canali sotterranei per l’irrigazione dei campi; il funzionamento delle chiuse è illustrato in un ottimo francese dal custode, che come ricompensa accetta solo monete di Euro per la sua collezione.  Torniamo verso casa, poi Kiamars si rivela essere Zoroastriano e di sinistra intoniamo insieme inni partigiani, canzoni di Che Guevara e degli Inti-Illimani.  La moglie ha preparato una sontuosa cena all’iraniana, noi ricambiamo donandogli Parmigiano-Reggiano. Percorsi 116 km +180 con l’auto di Kiamars.

22 LUGLIO

Alle 8 ci sono già 48° C; sulla strada non troviamo indicazioni per Shiraz, ma Silvia risolve ogni problema portandomi sulla N° 86; siamo nella zona dei pozzi petroliferi, una coltre grigia avvolge il paesaggio, l’aria è irrespirabile e dalle perforazioni escono minacciose fiamme. Da Behbahan il mare del golfo Persico dista circa 50 km, ma è inutile cercare refrigerio nelle sue calde acque, meglio il condizionatore dell’Iveco: fuori registriamo 62 gradi! A Nur Abad per fare gasolio, un camionista mi presta la sua tessera: per 75 litri spendo l’equivalente di 3,80 euro! All’imbrunire arriviamo a Bishapur, che visiteremo domani; ci permettono di sostare presso la biglietteria. Percorsi 622 km.

23 LUGLIO

Iniziamo la visita dei bassorilievi incisi sulla parete rocciosa lungo il fiume Shapur che esaltano la vittoria del re sui Romani. Attraversato il fiume, dal villaggio di Nowdan immerso negli agrumeti, iniziamo l’ardua salita verso la grotta dove si staglia la statua scolpita nel calcare alta sette metri raffigurante re Shapur. Nella cittadina di Qa-Emiiyeh rimpinguiamo la cambusa con frutta, verdura, acqua; una signora ci consiglia l’ottima birra analcolica malto-limone. La strada di montagna è percorsa da numerosi TIR che rallentano il passo, la polizia con i radar controlla il traffico e punisce le infrazioni.       Con temperature sempre alte e condizionatore al massimo arriviamo a Shiraz alle 17. Chiamo Elizabeth per farmi consigliare un posto tranquillo dove lasciare il camper, mi propone l’hotel Saadi della catena “Tourist Complex”, così ci affidiamo ad un taxista che per raggiungerlo mi fa percorrere alcune strade riservate a bus e taxi; non ci fa pagare nulla e mi scrive su un foglietto il suo numero di telefono in caso di bisogno. Sistemo il camper nel grande parcheggio, pagando 22 euro a notte compresa l’elettricità. Chiamato il taxista, andiamo al grande Mausoleo di Shah-e-Cheragh; Adele indossa il chador ed io devo lasciare la Canon nel guardaroba, è consentito fare foto e riprese solo con il cellulare. Entriamo nel cortile brulicante di gente che prega e conversa incuranti del gran caldo, mentre in sottofondo gli altoparlanti diffondono le preghiere ad Allah. L’interno del mausoleo è sontuoso, davanti alla tomba dell’Imam alcune donne piangono e pregano; molto suggestivo l’esterno con minareti, cupole sapientemente illuminate e finemente decorate.  Percorsi 170 km.

24 LUGLIO

A piedi raggiungiamo il gran bazar Vakil, dove acquistiamo un orologio da parete in legno intarsiato con le ore in Farsi. Molto interessante l’Hamman Vakil oggi trasformato in museo. Raggiungiamo il parco Eram, giardino botanico con un bel palazzo di epoca Qagiara però chiuso al pubblico. Visitiamo poi il palazzo Naranjastan-Qavan con soffitti a specchi e motivi floreali dipinti sulle pareti. Di grande effetto l’interno della Moschea Nasirai Molk, con le tante colonne in mattoni e le vetrate dai colori accesi.  A fine giornata entriamo nella cittadella Arg e Karim Khan racchiusa da alte mura in mattoni e quattro imponenti torrioni; merita una visita anche il piccolo e ben curato Haman. In taxi torniamo al camper, stanchi per il gran caldo, ma ripagati dalle bellezze di Shiraz.  Oggi il motorhome ha riposato, percorsi 0 km.

25 LUGLIO

Lasciato il parcheggio dell’hotel usciamo dalla città, la strada N° 65 è scorrevole e priva di traffico; con un caldo torrido, 48° C, arriviamo a Naqsh-e-Rostam, dove siamo soli nel vallone con bellissime scene scolpite nella roccia che narrano le conquiste dei re Persiani. Un vialone alberato ci porta a Persepoli: iniziamo la visita entrando dalla Porta delle Nazioni. La scalinata, scolpita raffigurante i vari popoli che portano doni a Dario e le rovine del grandioso palazzo, danno l’idea della potenza dell’impero Achemenide. A Pasargade si entra nel sito con il camper: davanti a noi la solenne Tomba di Ciro. Sempre sulla bella strada N° 65 superato un passo di 2.290 metri arriviamo a Safa Shahr; il parco cittadino è il luogo ideale per passarci la notte. Percorsi 225 km.

26 LUGLIO

il passo di Yal-e-Khan di 3.300 metri, poi scendiamo tra bellissimi monti privi di vegetazione. Prima di Abadeh giriamo sulla N° 78 in direzione Yazd, per fermarci a Abarkuh e fotografare il vecchio cipresso e il Mausoleo di Gonbad-Ali con lo strano minareto a forma di Zigurat. La strada prosegue per un centinaio di chilometri in un deserto sabbioso ideale per scaricare le acque reflue. Nella periferia di Yazd visitiamo le Torri del Silenzio; saliamo sulla collina simile ad un vulcano dove, sino agli anni Sessanta, venivano esposti i morti e lasciati in pasto agli avvoltoi secondo il rito Zoroastriano. Al Park Yazd Tourist Inn parcheggiamo per 12 euro a notte, poi andiamo a visitare la città vecchia, iniziando dal complesso Amir Chakhmaq, dalla splendida facciata su tre piani. Su tutte le casa si notano i badgir, torri del vento che fungono da refrigeratori naturali convogliando l’aria nelle stanze sottostanti. Visitiamo il museo dell’acqua, dove alcuni pannelli in inglese svelano la funzione dei qanat, le antiche canalizzazioni sotterranee tutt’ora in uso che forniscono acqua alla città e alle colture. A piedi arriviamo alla Moschea Masjed-e-Jameh con due altissimi minareti, la grandissima cupola e bei mosaici. I vicoli della città vecchia mostrano case costruite con mattoni di argilla cotti al sole. Percorsi 278 km.

27 LUGLIO

In taxi andiamo al Tempio Zoroastriano del fuoco, dove arde la fiamma perenne; poi visita della ricca dimora Dolat Abad che si rispecchia nella peschiera antistante e vanta il più alto badgir della città. Andiamo poi in una palestra dove si allenano gli atleti per uno strano sport: sollevano e fanno roteare pesanti birilli e scudi, ma l’ingresso è precluso alle donne. Lasciata Yazd, ci dirigiamo a Kharanaq per vedere i famosi minareti oscillanti. Il paesaggio è bellissimo, con alte montagne brulle che si stagliano su un cielo azzurro e terso. A Kharanaq, nel grande piazzale di fronte ai due minareti, molti turisti cercano di farli oscillare, ma senza troppo successo. All’imbrunire siamo a Na-In, sostiamo presso la moschea tra numerose tende di turisti iraniani. Percorsi 314 km.

28 LUGLIO

La bella e videosorvegliata A02/62 porta a Esfahan; lungo i viali d’accesso grandi gigantografie dei Martiri della guerra Iran-Iraq, in città il traffico è caotico ci facciamo accompagnare da un taxista all’hotel Tourist Inn dove sistemo il camper. Raggiungiamo la bellissima Imam Square, simbolo di Esfahan e in attesa di visitare Masjed e Shah giriamo nel bazar Bozorg, poi entriamo nel palazzo Ali Qapu e dai suoi sei piani abbiamo una bella vista su tutta la piazza. L’ingresso alla Masjed e Shah è a numero limitato ma riusciamo a intrufolarci: è veramente grandiosa con i suoi quattro Iwan e sale di preghiera con le cupole in piastrelle di ceramica. Nel sobborgo armeno Jolfa visitiamo la Cattedrale di San Giuseppe e il museo, poi per il quartiere ci sembra di non essere in Iran, le donne hanno sempre il capo coperto, ma vestono alla moda e i negozi propongono abiti all’occidentale. Percorsi 180 km.

29 LUGLIO

Prendiamo un bus per il centro: mille Rial a testa che l’autista mette in un cesto sul cruscotto e gentilmente ci suggerisce dove scendere. Il Sotun, o Palazzo delle Quaranta Colonne, con il padiglione riccamente affrescato con scene di vita di corte e battaglie, è gremito di gente. Contrattiamo un giro turistico con un taxista che ci porta alla Moschea del Jameh, antica e con le colonne in mattoni che sostengono le basse volte; attraversato l’immenso bazar arriviamo alla Moschea di Ali con l’altissimo minareto. All’interno c’è la commemorazione di un defunto e i famigliari in preghiera ci offrono te e biscotti. Oggi il VAS> ha riposato.

30 LUGLIO

Grazie a Silvia usciamo rapidamente da Esfahan, con la N° 71 arriviamo a Natanz, la città del nucleare, che si presenta con il mausoleo dalla bella cupola azzurra. A Kashan in un caratteristico mercato acquistiamo yogurt, frutta, dolci, birra malto e limone e la rinomata acqua di rosa; il pane, cotto su un “letto” di sassolini; ci viene regalato. Parcheggiamo di fronte alla Masjed Agha Bozorg, mausoleo molto particolare:  su quattro piani, ha un cortile incassato con al centro la fontana per le abluzioni. Con l’autostrada a pedaggio A01 arriviamo alla città santa di Qom, le indicazioni sono solo in Farsi e fatichiamo un po’ per trovare un parcheggio. In lontananza si intravedono i minareti e le cupole dorate del Mausoleo della Sorella dell’Imam Reza. Adele, che indossa abiti sgargianti e non adatti al luogo viene pesantemente apostrofata; poi, con l’aiuto di alcune ragazze, indossa un nero chador. L’interno è sfavillante di specchi e marmi, nei grandi saloni famiglie in preghiera e ressa di fedeli davanti alla tomba. Ovunque si respira fanatismo ed anche un certo ostracismo verso i turisti. Visto il clima “ostile”, non ci sembra opportuno rimanere per la notte e partiamo per Teheran, fermandoci all’imbrunire in un’area di servizio con supermarket, ristorante e bar, che ha caffè espresso Illy! Percorsi 425 km.

31 LUGLIO

Partiamo per Teheran, prendiamo l’uscita aeroporto Khomeini e percorriamo oltre 50 km sulla E5 prima di trovare l’indicazione “city center”; un grande viale alberato ci porta ad Azadi Square con il monumento commemorativo per i 2.500 anni dell’impero Persiano. Superando un traffico caotico, disordinato e senza regole arriviamo nel quartiere delle ambasciate, entriamo nel grande parcheggio del ristorante Hatam, (091-88782232/33) chiediamo al gestore se possiamo rimanere anche per la notte: prima di rispondere, ci fanno accomodare ad un tavolo ed offrono riso, spiedini di pollo e birra analcolica, poi ci concedono la sosta. In taxi raggiungiamo il bazar e mentre consulto la guida, si avvicina un ragazzo cinese con la guida EDT: gli faccio notare che la mia è in italiano, a quel punto con un «Sorry» sparisce e dopo qualche minuto torna con due ragazze (Parnian 091-26846223) che parlano italiano. Con loro iniziamo la visita della città, la residenza estiva dello Scià, il museo dei vetri e dei gioielli, concludendo la giornata nel bazar e in alcuni centri commerciali all’occidentale. Percorsi 233 km.

1° AGOSTO

La Bag Melli, in metropolitana andiamo all’imponente palazzo Golestan con le maioliche sulle facciate, i saloni a specchi e riccamente affrescati, stupendo il trono del pavone in marmo e alabastro. Ci sarebbero molte altre cose da vedere in questa città  con milioni di abitanti ma abbiamo scelto di andare a Mashad e i chilometri sono molti. Con qualche difficoltà usciamo da Teheran, poi imbocchiamo la A83 verso Semnan: siamo sulla via della seta e incontriamo molti caravanserragli per lo più diroccati. All’imbrunire arriviamo a Semnan, sostiamo presso il ristorante Robin Hood. Percorsi 270 km.

2 AGOSTO

Entriamo a Damghan, visitiamo la moschea con la cupola in mattoni, minareto e mausoleo. L’A83 scorre in un deserto di pietre; incontriamo branchi di cammelli, i cartelli invitano ad una guida attenta per animali vaganti, come il ghepardo asiatico che è in via d’estinzione. Da Shahrud a Neyshabur incontriamo altri caravanserragli semidistrutti, ma sono molto belli quelli di Shahrud e Mayamay. Neyshabur è una città ordinata, famosa per lo zucchero candito. Arriviamo nella periferia della città santa di Mashad con il buio,  in tempo per trovare posto al Camp Ghadir. Percorsi 710 km.

3 AGOSTO

In taxi andiamo al santuario di Haram Razavi: già da lontano si intravvedono i minareti azzurri e le cupole con i versetti del Corano. Come turisti l’accesso è consentito solo con una guida che, gratuitamente, ci accompagna nei luoghi permessi ai non Musulmani. Ad Adele viene regalato un chador, alcune ragazze l’aiutano ad indossarlo poi giriamo nei grandi cortili coperti da tappeti; tutto il complesso è un’abbondanza di marmi, specchi e ceramiche decorate di grandissimo effetto, e in continua espansione. Cerco la strada per Chenaran, trovo solo sottopassi inadatti al camper; un ragazzo vedendomi in difficoltà mi fa cenno di seguirlo e mi accompagna sulla A01; poi ci invita a casa sua. Arriviamo a Asgariyeh, a 30 km da Mashad; Hashem ci presenta la giovane moglie che ci offre dolci, frutta e fresche bevande; “conversiamo” più a gesti che in inglese. Hashem (Hashem Ghanei casa: +985132473654/ cel. +989155076640/ mail: taxzix25@gmail.com) ci propone un pic-nic vicino casa, con i tappeti sul prato: tra penne all’arrabbiata, grigliate di carne, Parmigiano-Reggiano e altre pietanze, si tira tardi. Percorsi 97 km.

4 AGOSTO

Dopo Chenaran a Radkan deviazione su una strada bianca per vedere una torre funeraria. Arriviamo a Shirvan dove molti negozi espongono frutta secca, dolci, zucchero candito, miele e i prelibati datteri neri di Bam che non ci lasciamo sfuggire. Prima di Bojnurd sulla strada grandi esposizioni di scialli, gonne, foulard, tappeti, stuoie e tende da campeggio. La strada entra in una stretta vallata tra alte montagne, tra boschi e ruscelli: siamo nel Golestan abitata da etnie turkmene. Deviamo verso Gonbad Kavus per ammirare la gigantesca e antica torre funeraria a forma di missile. Entriamo a Gorgan all’imbrunire. Percorsi 560 km.

5 AGOSTO

Raggiunta Behshahr puntiamo sul mar Caspio, che però non vediamo mai. Tutti gli accessi al mare sono recintati; delusi, prendiamo la N° 77 direzione Amol strada molto panoramica ma trafficata e per fare 110 chilometri impieghiamo tre ore. Usciti da Teheran e dal caos, procedo sulla A01; usciamo dall’autostrada ad Abyek, faccio rifornimento di gasolio e il pieno di acqua depurata e rinfrescata, dal fornaio cambio 100 euro e ci regala il pane, ma non c’è posto per dormire. Dopo alcuni chilometri entriamo nel distributore di gas metano Baran CNG, il parcheggiatore mi fa mettere nel piazzale tra aiuole e fontanelle senza pretendere nulla; visto la gentilezza decidiamo di andare al ristorante dove gustiamo squisite pietanze, alla richiesta del conto ci dicono che ci è offerto dal gestore; nel minimarket prendiamo due gelati e una bottiglia di birra malto-limone e al momento di pagare sempre il gestore ci offre anche questo… Che bella gente! Percorsi 553 km. 

6 AGOSTO

a Qazvin alle 9, parcheggiamo di fronte al palazzo reale oggi Museo della Calligrafia. Andiamo a piedi alla moschea di epoca Qagiara dalla bella facciata con sei minareti, anche l’interno è ricco di pareti a specchio e mosaici. Puntiamo su Soltaniyeh e già da lontano si vede la grandiosa cupola in mattoni del Mausoleo di Oljaitu; dal ponteggio usato per i restauri saliamo al secondo piano, una serie di gallerie ci permette il giro completo e dalle grandi arcate ammiriamo il paesaggio circostante. Nel vicino Haman ci rilassiamo con te e birra iraniana. Visitiamo poi il Mausoleo di Hullah Hasan Haski in una radura ai margini del deserto; ci incuriosisce anche l’altro vicino Mausoleo di Chalabi Oglui in parte trasformato in albergo. Dopo circa trenta chilometri arriviamo a Zanjan, senza indugi Silvia mi porta all’hotel Park I.T.T.I. consegno i passaporti, costo 7.00 euro a notte comprese acqua e luce. Percorsi 263 km.

7 AGOSTO

Siamo a 1.770 metri d’altezza, in taxi andiamo in città per una occhiata alla Moschea del Venerdì, poi giriamo nell’animato bazar. Questa è la città dei ramai, famosa anche per la produzione dei coltelli: acquisto una scure spacca-zucchero e ghiaccio e un affilatissimo coltello con l’impugnatura in osso di cammello. Ripartiamo lungo la N° 31 che corre tra piccoli villaggi, poi inizia a salire con discrete pendenze a tornanti sino a 2.750 metri. Da Gilvan in pochi chilometri si scende tra verdi boschi sino al lago artificiale formato dal fiume Shah Rud. Prendiamo la N° 39 direzione Rasht, grandi campi di riso pronto per la mietitura fiancheggiano la strada. La strada tra curate piantagioni di tè sale dolcemente verso Masuleh; per entrare nella cittadina si paga l’ingresso. Con il buio facciamo un primo giro per il villaggio invaso dai turisti dove le strade lastricate sono anche i tetti delle case sottostanti. Percorsi 256 km.

8 AGOSTO

A Fuman compriamo il pregiato tè locale nella tipica scatola di latta; poi a Rasht ammiriamo il palazzo del municipio in stile coloniale. Una signora iraniana ci fa da tramite per cambiare Euro in Rial e che a giorni tornerà in Italia dal marito, che gestisce il ristorante “Don Chsciotte” a Campi di Bisenzio! A Bandar Anzali sostiamo presso una spiaggia invasa da bagnanti, con le donne vestite e gli uomini in costume divisi da una barriera di stuoie. Da Astara la N° 16 si inerpica tra i monti che confinano con l’Azerbaigian; sul passo acquistiamo una squisita focaccia cotta nel forno a legna su un letto di sassolini. Siamo ad Ardabil al tramonto, fotografiamo i due ponti storici poi in pieno centro sostiamo presso un asilo. Percorsi 347 km.

9 AGOSTO

Ci portiamo al Mausoleo di Safi Din; nel cortile piccolo e raccolto, i muri di piastrelle celesti e finestre con forme diverse e vetri colorati danno luce al mausoleo e alle strane nicchie dorate. La Tomba del Patriarca è nella grande torre cilindrica rivestita da piastrelle con i versetti del Corano. Nello stesso complesso è emerso un antico insediamento romano. Ardabil è famosa per il miele e ne compriamo alcuni vasetti. Il nostro intento è raggiungere il castello di Babak e la zona di confine con Armenia e la Repubblica Autonoma di Naxcivan, ma la strada è accidentata e di non facile percorribilità; in compenso il panorama è bellissimo tra campi coltivati a patate, grano e greggi di pecore. Torniamo sulla N°16 direzione Tabriz: aggirata la città con la tangenziale ci dirigiamo verso il parco nazionale del lago salato di Urumiyeh. In poco tempo arriviamo al ponte che attraversa il lago. La città di Urumiyeh è molto estesa: la giriamo in camper senza trovare nulla di interessante se non il grande parco strapieno di gente; quindi torniamo sul lago per sostare sulla spiaggia. Percorsi 506 km.

10 AGOSTO

In due ore arriviamo a Tabriz lasciamo il camper nel parcheggio dell’hotel Gostaresh in Azadi square, lo stesso dell’andata e in taxi andiamo al bazar in precedenza chiuso. La guida turistica lo definisce il più affascinante di tutto l’Iran, noi non siamo d’accordo, ma ugualmente nei negozi delle tante gallerie cerchiamo qualche souvenir. Alle 17 lasciamo Tabriz, prendiamo la A01/32, e a Marand chiedo informazioni per Jolfa. Comincia ad imbrunire e trovo un posto per fermarci nel parcheggio della “Mezza Luna Rossa”. I due militi ci ospitano volentieri, noi proponiamo una spaghettata in compagnia seduti sui tappeti del gazebo. Chiamo tutti i numeri della mia SIM iraniana per confermare agli amici che va tutto bene e che domani lasceremo il Paese. È quasi l’una, a malincuore ci ritiriamo nel VAS. Percorsi 216 km. 

11 AGOSTO

Prendiamo la N° 12 per Jolfa, sul confine Azero del Naxcivan: i cartelli indicano che è zona Tax Free, e quindi faccio il pieno di gasolio e benzina a prezzi “iraniani”. Vogliamo vedere qualche monastero armeno: la strada panoramica con continui saliscendi si snoda lungo il fiume Aras che fa da confine con l’Azerbaigian. Le indicazioni per i monasteri sono chiare, per accedervi si passa da vari posti di controllo; alcune chiese sono in rovina, ma quella di S. Stefano è imperdibile, con l’alto muro che protegge chiesa e monastero, e tutto il complesso ben restaurato. Riprendiamo la strada verso Maku e per pranzare ci fermiamo sul grande lago formato dal fiume Aras, in lontananza la città di Naxcivan. Arrivati a Maku spendiamo i Rial rimasti in confezioni di birra malto-limone, acqua minerale gasata e dolciumi; presso un autolavaggio pulizia del motorhome e ultimo rifornimento di gasolio e benzina, ed eccoci in frontiera. Ci accoglie lo stesso doganiere dell’andata, calorosa stretta di mano e via alle operazioni di controllo del camper, dei passaporti e del carnet. Il carnet, mancando la data di validità dell’ACI, in entrata era stato convalidato dal doganiere stesso e a suo dire solo per dieci giorni e per riaverlo ci chiede cento euro; chiamo Elizabeth che chiarisce l’equivoco suggerendomi di dare una mancia di venti euro e uscire dall’Iran. Alla dogana turca bastano dieci minuti per il controllo dei documenti, poi puntiamo su Dugubayazit e il campeggio che ci ha ospitato all’andata. Percorsi 252 km.

Il nostro racconto si ferma qui, anche se ci attendono ancora una decina di giorni abbondanti di viaggio prima del ritorno a Parma. Ma il meglio del nostro lungo tour, l’Iran e tutto il fascino della sua cultura millenaria, è già parte del nostro bagaglio….

Preparativi e organizzazione del viaggio autogestito

Per invito e visto ci siamo rivolti all'agenzia Adineh - piazza Armando Diaz 6 - Milano

Tel. 02 89096136 - www.adinehtravel.com - info@adinehtravel.com

L'agenzia fornisce servizi anche  per Azerbaigian, Uzbechistan, Ghirghizistan.

Contattata telefonicamente ci hanno inviato per posta elettronica formulario, questionario e i moduli per le impronte digitali, obbligatorie per avere i visti.

In seguito, circa venti giorni prima di partire, ci siamo recati a Milano con tutta la documentazione: due foto-tessera, per le donne senza velo e occhiali; i passaporti in originale devono avere due pagine adiacenti libere e scadenza di almeno sei mesi successivi alla data del rilascio del visto; il visto ha validità di novanta giorni dalla data di emissione e consente un soggiorno di trenta giorni in Iran, comunque si può sempre ottenere l’estensione nelle maggiori città iraniane.  Se non si vuole andare di persona, si può inviare il tutto all'agenzia, facendo un bonifico bancario con l'aggiunta delle spese di spedizione, ricevendo la documentazione a casa una decina di giorni prima di partire; considerare il tempo di avvicinamento all'Iran.

Per noi la spesa è stata di 100 euro a passaporto, più 50 a persona per un’assicurazione sanitaria e sugli imprevisti di viaggio valida trenta giorni e solo per l'Iran: avremmo però potuto evitarla, perché la copertura assicurativa del camper include anche eventi come infortuni, malattie, ed altro ed alla fine si è rilevata un inutile"doppione".

La polizza del camper è stata fatta con Carige/D'Orazio Assicurazioni Ancona; la "carta verde" comunque deve essere estesa anche per l'Iran, altrimenti occorre stipularne una in frontiera con un’assicurazione iraniana, dal costo di circa 100/120 euro.

L'agenzia Adineh ci ha anche fornito due guide turistiche, molto utili per un viaggio "fai da te": Iran: “Tesori di Persia” (ed. Le Guide di Abaco) del 1999, datata ma ricca di foto;    e poi “Iran: un viaggio in Persia tra Oriente e Occidente”; a queste abbiamo aggiunto nella libreria porta con noi “Iran” della Lonely Planet, ed. EDT del settembre 2013, si è poi rilevato molto utile anche un frasario Inglese-Persiano, sempre della  Lonely Planet.

Per saperne di più sull’Iran, per storia, costumi, religione, società e cultura, ho acquistato “Iran”, di Yoosef Ziaey, ed. l’Arca.

Per la carta turistica-stradale abbiamo optato per Iran: Freytag & Berndt 1:1 500 000.

Avendo un navigatore Garmin ho acquistato la cartografia GPS dall'Iran, a 89 euro.

Dal sito: magellano.rsnail.net ho scaricato l'elenco di aree in Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia e Iran dove altri equipaggi in camper hanno sostato.

Per guidare in Iran occorre la Patente Internazionale che si richiede all’ufficio preposto della Motorizzazione Civile previa compilazione di moduli prestampati e due fototessera: ha validità tre anni, viene rilasciata in venti/trenta giorni, costo circa 40 euro.

Per il "carnet de passage" del camper mi sono rivolto prima all'ACI della mia città per avere una stima del motorhome, che è stato valutato 25.000 euro; la cifra va raddoppiata e quindi è stata necessaria una fideiussione di 50.000 euro. Per averla mi sono rivolto a Itas Assicurazioni della mia città, che mi ha "girato" ad Elba Assicurazioni (via Mecenate 90 - Milano - tel. 02 92885700);  ho dato il via alla procedura consegnando loro il "730" mio e di mia moglie dai quali hanno ricavato le garanzie a copertura dell'assicurazione fideiussoria. Costo della pratica ELBA-ASS. 800 euro, più 30 € per la tessera "Socio-ACI” che consente uno sconto per la compilazione del "carnet de passage" al costo di 150 euro. La documentazione viene inviata all'ACI di Roma, e dopo cinque giorni riceviamo il carnet, che al rientro del viaggio deve recare timbri e date di entrata e uscita; va riconsegnato all'ACI, che a sua volta restituirà la fideiussione da ritornare alla società che l’ha emessa.  Costo totale dell'operazione: 980 euro, purtroppo a fondo perduto!! La fideiussione si può richiedere anche alla banca dove si ha il conto corrente, o ad altre assicurazioni, ma è possibile che costi ancora di più.

N.B. Assicurarsi che su tutti i venti fogli del carnet ci sia la data di validità, per non aver problemi in dogana come è capitato a noi. Uscendo dall'Iran abbiamo chiesto se fosse possibile redigere il "carnet de passage" in frontiera: per un camper come il nostro possono essere richiesti dai 300 ai 600 euro, dipende dal doganiere, e vengono installate le targhe iraniane. In queste nazioni le cose cambiano rapidamente, ma se tornassi in Iran (dopo opportune informazioni) cercherei di fare il carnet in dogana, come stava facendo un equipaggio in fuoristrada di turistispagnoli che transitavano in Iran verso la Mongolia ed erano in attesa di documenti e targhe; o come hanno fatto due turisti bulgari incontrati a Tabriz, già reimmatricolati con targhe iraniane.

Informazioni spicciole dal nostro viaggio in IRAN (2014)

Se visti e carnet sono in regola, in dogana non ci sono problemi; i controlli sono minimi; meglio non portare alcolici, birra e vino, e basta una dimenticanza o un cavillo per essere affidati ai “faccendieri” che cercano solo di spillare euro senza fornire alcun servizio utile.

Da giugno 2014 non sono più necessarie le card carburante; viene usata quella del benzinaio. Il gasolio per i turisti costa 500 Rial= 0,12 euro/lt; la benzina 700 Rial= 0,18 euro/lt. 

Per l’’assicurazione è valida quella italiana, a patto che sulla carta verde non sia barrato l’Iran; meglio se comprende anche la Kasko e garanzie come furto-incendio, rimpatrio del mezzo in caso di incidente o guasto grave.

Le strade sono generalmente buone; le superstrade sono a due corsie per senso di marcia le abbiamo trovate con poco traffico; più congestionata la situazione nelle città. Le autostrade sono a pagamento, ma non care; biglietto in ingresso e pagamento all’uscita. Tutta la rete stradale è video-sorvegliata, e spesso illuminata, anche in pieno deserto. 

I segnali stradali sono all’occidentale, ma pochi li rispettano; scarse o inesistenti le indicazioni turistiche alle quali sopperisce la gentilezza della popolazione. I micidiali rallentatori sono presenti su tutte le strade, anche fuori città e non sempre segnalati; per superarli, gli iraniani spesso si fermano e azionano le luci di emergenza. La polizia controlla il traffico con telecamere e radar e sono intransigenti.

Il traffico in città è disordinato e caotico, non ci sono regole; il semaforo indica solo che c’è un incrocio, i colori non vengono rispettati; nelle rotatorie tutti e nessuno hanno la precedenza, passa prima chi osa di più.

Chi è alla guida si destreggia nel traffico mangiando pistacchi, semi di zucca o telefonando; gli indicatori di direzione non vengono mai usati. Si sorpassa da destra e da sinistra e ci si ferma all’improvviso per fare acquisti o parlare con un conoscente; la sosta è selvaggia in prima e seconda fila, non importa se si blocca il traffico.

Nelle città solitamente il parcheggio è a pagamento, con tariffe irrisorie, regolato da incomprensibili parchimetri o da parcheggiatori riconoscibili dalle pettorine. Oltre alle Zamyad locali ho visto automobili Peugeot e Citroen, importate dalla Francia e alimentate a metano; qualche Opel, Mercedes, Volskvwagen, BMW e marche Giapponesi.Iveco, importato dalla Cina, ha una discreta rete assistenziale in tutto l’Iran

L’assistenza stradale è abbastanza diffusa e garantita da carri attrezzi con gru e verricello. Consiglio di portare filtri di aria, antipolline, olio, gasolio, due ruote di scorta, una camera d’aria della misura giusta, una tanica da venti o più litri, lampade e minuterie varie.

Frequenti i distributori, con colonnine gialle per gasolio, azzurre per benzina, verdi per metano CNG e gas liquido GPL, tutti con attacco europeo. In periferia si incontrano furgoncini che travasano il GPL nelle bombole per i fornelletti camping-gaz.

Un iraniano che sorpassa un turista in camper si comporta così: con l’auto resta appiccicato al camper, segno che a 70/80 km/h ti sta studiando; tu non rallenti per non farti tamponare, poi improvvisamente esce fuori - ovviamente senza freccia - si affianca al veicolo e per 200-300 metri lo osserva, saluta e spesso scatta qualche foto; poi, di colpo, ti taglia la strada, lo vedi che aggiusta lo specchietto per inquadrarti meglio e alzando il pollice in segno di approvazione se ne va.

Nessun problema per il rifornimento di acqua: presso gli alberghi, alle tante fontanelle in strada, vicino alle moschee, nei distributori di carburante; lo scarico è meglio farlo con discrezione e in aperta campagna.

Città e strade, specie al sud del Paese, sono pulite e senza rifiuti in giro. Per la spesa i bazar sono forniti di tutto, i centri commerciali all’europea si trovano solo nelle grandi città, l’alternativa sono i venditori ambulanti.

A parte bevande, frutta e verdura e qualche leccornia o prodotti tipici locali avevamo portato tutto da casa, anche salumi e insaccati, ma non birra e vino. Il segnale GSM è presente ovunque; consigliato l’acquisto di una SIM iraniana; con la mia Irancell, compagnia che quotidianamente mandava SMS di pubblicità in lingua Farsi, per pochi Rial ho parlato con gli amici iraniani per un mese.

Occorre portare una discreta quantità di Euro, in banconote con tagli da 5, 10, 20 e 50  da cambiare presso la Melli Bank (banche statali) o dai cambiavalute ufficiali che si trovano ovunque; sono molte richieste anche le monete di Euro, da collezionare.                                                

Molti alberghi o negozi turistici accettano gli Euro; i bancomat non sono collegati ai circuiti internazionali, quindi è impossibile prelevare o pagare con carte di credito. Consiglio di fare le fotocopie di tutti i documenti, e portare alcune foto tessera. La lingua ufficiale è il Farsi, la scrittura è simile all’Arabo, ma non dite mai che gli Iraniani sono Arabi: la considerano un’offesa, loro sono Persiani; diffuso specie tra i giovani l’Inglese.

Per le soste notturne non abbiamo mai incontrato difficoltà: oltre ai piazzali degli alberghi con allaccio elettrico, ci siamo fermati nei parchi pubblici, alcune volte presso la Mezza Luna Rossa (la locale Croce Rossa) o presso le abitazioni di private.

Dove abbiamo parcheggiato o sostato per la notte

BG- Park Anfora frontiera Bulgara a Kalotina = N42877-E02255639

BG- Plovdiv,Tir Park Chirpan 6 Km a sud della città sulla statale E80                                                                                        

TR- Area sosta-camping Erzurum-Pasinler = N3958245-E04125524                             

TR- Sivas, Park stazione Taxi Sivas = N03944416-E03700410                                      

IR-Tir Park a 15 Km direzione Tabriz = N3812477-E04605854

IR-Parco e park presso aeroporto di Tabriz = N3827528-E04532113                                                                                                                                                            

IR- Palangan parcheggio in paese = N3504146- E04636474                                           

IR-Park-Trono di Salomone = N3636116-E04714195.                                                         

IR- Park-Takht Soleyman = N3636700-E04712077                                                           

IR- Park- Qarah Kelisa = N3905513-E04432637                                                               

IR- Park- Hothel Dezful, Dezful = N3223460-E04823026                                               

IR- Park- Take e Bostan = N3423198-E04707768                                                  

IR-Shiraz Park Hotel Saadi = N2937797-E05233416                                                  

IR- Dezful Casa di Kiamars = N3224749-E04820366                                                  

IR- Yazd, Park Yazd Tourist Inn = N3152006E05421314                                                

IR- Zanjan, Park hotel I.T.T.I. St. Khoramshahr = N3639406E04831193                              

IR- Na-In, Park in piazza in centro = N3251825-E05305777                                           

IR- Park su A80/71 a 65 km da Teheran = N3452234-E05051293                                           

IR- Teheran, Park ristorante Hatam = N3546119-E05124700                                        

IR- Mashad, Campeggio Ghadir (zona aeroporto) = N3614638-E05936946                                               

IR- Mashad, Park Hotel Jahangardi St.Parvin e Tesami 26( zona Aeroporto)                          

IR- Abeyk, su N°32 Park distributore metano Baran = N3605566-E05025082

IR- Ciak Ciak, (Yazd) Park Zoroastro = N3220707-E05424395                                            

IR- Persepoli, Parcheggio presso l’ingresso = N2956109-E05253028                      

IR- Kandovan, Park villaggio troglodita = N3747650-E04614929                                             

IR- Esfahan, Park Hotel Tourist Inn = N3235676-E05140061                                             

IR- Abarkuh, Park presso il millenario cipresso = N3107401-E05316801                               

IR- Kavus Gonbad, Park presso la torre funeraria = N3715503-E05510088              

IR- Gorgan, grande parcheggio dei ristoranti = N3684565-E05440799                                                                                                                                                                                                        

 

INFORMAZIONI VISTO CON VISTI.IT

Sognate di vivere fantastiche avventure, con o senza il vostro amato camper, come quelle dei protagonisti di questo insolito ed affascinante viaggio in Iran? Partire per una destinazione fuori dall’Unione Europea può comportare un’organizzazione del viaggio molto più complessa rispetto a un semplice viaggio, ad esempio lungo la costa francese o in Germania.

Una delle prime domande che bisogna porsi è se la nazione che vogliamo visitare richieda un visto d'ingresso o se non è necessario, e quindi è richiesto il solo passaporto.

Come abbiamo visto nell’articolo, i due protagonisti del viaggio hanno dovuto infatti ottenere un visto per potere viaggiare liberamente in Iran. Ovviamente esistono Paesi in cui è molto più semplice muoversi al loro interno, sia dal punto di vista delle strade, sia per quanto riguarda la sicurezza fisica.

Come in questo caso, fare un viaggio on the road in Iran non è semplice come attraversare la Route 66.

Intanto, come accennato, prima di arrivare fisicamente in quei luoghi, bisogna procurarsi documenti preventivi (vaccini, visto, passaporto, assicurazione sanitaria); e la richiesta del visto, proprio come altre questioni burocratiche, può portare a confondere o a disincentivare la partenza dei desiderosi viaggiatori.

Vi presentiamo un modo semplice e veloce per informarsi e inviare la richiesta di visto.

Questo sito presenta una lista aggiornata e chiara dei tanti Paesi, dall’Asia fino al Sud America, che necessitano di visto di entrata (per vacanza, viaggio d’affari, visita a familiari e/o amici); in ogni sezione dedicata ai singoli stati potrete trovare sia la spiegazione scritta che un video-tutorial su come procedere per ottenerlo.

Una volta scelto il paese di destinazione, vi si presenterà una pagina organizzata in maniera molto chiara, che non si limita a presentare il modulo da compilare per inviare la richiesta online, ma informa anche sulla situazione aggiornata del Paese (soprattutto importante in tempi di pandemia Covid-19), offre delucidazioni sul motivo del visto, sui requisiti, sul periodo di permanenza ed i prezzi.

All’interno della sezione dedicata allo Stato prescelto è presenta anche una sezione, molto interessante e mai banale, che riporta informazioni culturali, storiche consigli su come vivere il viaggio al meglio per evitare inconvenienti, oltre ovviamente ad una lista dei luoghi più interessanti da visitare.

Per altri paesi, come ad esemio il Canada o gli Stati Uniti d'America, i viaggiatori italiani che soddisfano determinati requisiti hanno anche la possibilità di richiedere un'autorizzazione di viaggio invece del visto. L'autorizzazione di viaggio per volare negli USA senza visto è l'ESTA USA, mentre per volare in Canada senza visto si può chiedere un'eTA Canada.

Se si vuole viaggiare in Canada, infatti, per brevi periodi non è necessario un Visto, quanto invece un’eTA: sul sito è ovviamente spiegato in costa consiste, in modo tale da eliminare qualsiasi dubbio.

Viene infatti specificato che eTA sta per “electronic Travel Authorization”, ovvero autorizzazione elettronica di viaggio: eTA Canada non è un documento fisico, ma un permesso in formato elettronico, che consente di entrare in Canada senza visto. Anche in questo caso, tramite Visti.it abbiamo quindi tutte le informazioni necessarie e la possibilità di inviare la richiesta con pochi semplici click.

Per gli Stati Uniti d’America la situazione non è molto differente: soltanto, al posto dell’eTA c’è bisogno dell’ESTA, acronimo che sta per "Electronic System for Travel Authorization", ovvero “sistema elettronico per l’autorizzazione al viaggio”.

Anche l’ESTA, quindi, non è un documento materiale, ma un’autorizzazione di viaggio elettronica per gli USA.

Anche in questo caso, per non confondersi o innervosirsi a causa della burocrazia tanto da decidere di non intraprendere un viaggio, basta soltanto collegarsi a visti.it, che offre un servizio di assistenza davvero affidabile.

Altro elemento che ci porta a consigliare questo sito è la possibilità di visionare le recensioni degli altri clienti e ovviamente lasciarne uno anche noi una volta averne usufruito.

In attesa di poter ricominciare a viaggiare senza problemi, Visti.it è il miglior supporto per ritornare a viaggiare nel mondo in piena sicurezza e semplicità!